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serie
990, 14/11/2020 - La maniera sbagliata
990
14 . 11 . 2020

Prima vinci, poi combatti

Il povero Stagista, prima linea sacrificabile, è tuttora installato in ufficio mentre gli Ingegneri delle Tenebre, prima Neo e oggi Gödel, sono riparati nei loro eremi domestici. Alla fine di tutte le cose vedremo chi sarà scampato.
I videogiocatori di ogni dove stanno però combattendo un'altra guerra: una guerra che si perde nella notte dei tempi, che è solo nelle loro teste di bamboccini. Non mi piace adottare un tono paternalistico su queste colonne, nonostante io abbia sempre ragione e voi siate misere pecorelle smarrite... ma se siete ancora perduti dietro le polemiche Playstation/Xbox, ragazzi siete davvero fuori tempo!
Ci tengo a dirlo perché vorrei tanto che almeno questa specie di polemiche non ammorbasse tutti i canali di informazione e tutti i social network. Sarebbe molto bello, ma imparammo molto tempo fa che su internet non si possono avere le cose belle.

Ripetiamo da sempre qui che le nuove console sono Scatole Vuote, e che la vera Nuova Generazione, la piena espressione del potenziale di queste macchine, arriverà pian piano tra qualche anno. Anche su PC, che per ragioni commerciali va a rimorchio di questi catorci.
Il presente quindi è una landa desolata popolata solo da polemizzatori di mestiere. Meglio occuparci del futuro. Il futuro è, come sempre, ben più interessante: Playstation e Xbox hanno intrapreso infatti strade ben diverse, destinate a divergere sempre più.

Da una parte abbiamo Sony: la vecchia rockstar con una carriera di successi planetari, grandi classici su vinile, megaconcerti che rimangono nella memoria di chi c'era.
Dall'altra abbiamo Microsoft, che ha scavalcato a piè pari i sogni nostalgici dei vecchi barbogi, e ha costruito lo Spotify, il Netflix dei videogiochi.

Due modelli di business completamente diversi, lungimiranti o miopi lo dirà la Storia.
Microsoft ha un fatturato superiore di due ordini di grandezza rispetto a Sony, e certo non può giocare la stessa partita sullo stesso campo: le sue vere rivali, per sua stessa ammissione, sono Google e Amazon... che guardacaso stanno muovendo i primi passi nel settore videoludico con la stessa identica strategia.
Sony mi ricorda un vecchio studio hollywoodiano che spende 370 milioni di dollari per fare Cleopatra (1963), il più ambizioso spettacolo mai realizzato ai tempi... e poi rischia di finire in bancarotta perché Elizabeth Taylor ha una salute cagionevole. Non è quello che gli esperti chiamano un “business sostenibile”.
Gli studi hollywoodiani da allora infatti sono molto cambiati, si sono evoluti per cercare di minimizzare i rischi, e non giocarsi ogni volta tutta la baracca con i gusti volubili e imprevedibili del pubblico. E dunque stanno diventando produttori di “contenuti di intrattenimento” su commissione: come dice il Maestro, “Prima vinci e poi combatti”.

The Last Of Us Parte II, guardacaso, pare essere costato proprio quei 370 milioni. Per un'esperienza di una trentina di ore in solitario, a un prezzo secco e una tantum di qualche decina di euro. Fate voi i conti.
È andata bene, ma andrà sempre bene? Questa è la domanda che tiene svegli di notte gli investitori di Sony. E la storia ci insegna che gli investitori ci tengono molto al loro sonno, e assai di meno al Prodotto Artistico.
Paragonateli ora agli investitori di Microsoft Xbox, che dormono sonni tranquilli con la sicurezza di una entrata mensile sicura e perfettamente pianificabile, derivante da abbonamenti vari e da un flusso costante di microtransazioni. Se Xbox Series X|S dovesse anche fallire miseramente, restano PC e smartphone e i televisori con sopra xCloud.
A Microsoft però serve qualche titolo di grande richiamo, da sparare ogni tanto come un fuoco d'artificio per tenere desta l'attenzione del pubblico. In questa direzione vanno i recenti investimenti e acquisizioni.

E se dovessi gettare polveri colorate nel bracere, come l'indovina di Cleopatra appunto, cosa vedrei nel futuro del divertimento elettronico? Questi miei occhi hanno visto Sonic sulle console Nintendo. Potrebbero vedere, perché no, Sony che produce i suoi mega-blockbuster blasonatissimi, del calibro di Last Of Us e God of War, per venderli poi là dove è il pubblico, ovvero sui servizi. Degli altri, perché Sony potrebbe ancora provare ad eguagliare il Game Pass ma lo streaming è ben al di là delle sue possibilità.

Insomma, qualsiasi cosa ci riservi il futuro... noi Veri Videogiocatori siamo fregati.

Lo-Rez: arte, storia, web design
14 . 11 . 2020

Velocemente immobili

Il mondo dell'informatica è nato con delle endemiche rigidità che sono state dovute al fatto di confinare la sua creatività all'interno di un sistema che, apparentemente, era fatto solo di una luce accesa e una luce spenta. Gli anni hanno stratificato queste luci cose che alla fine i livelli sono tali e tanti che non è più possibile enumerare le possibilità disponibili, ma la mentalità, come succede sempre, è rimasta un po' indietro, nel bene e nel male. Nel bene, perché gli informatici, per altre questioni storiche, sono una manica di adolescenti insofferenti alle regole che hanno bisogno di essere quotidianamente disciplinati, nel male perché a volte è difficile vedere quali confini siano lì per una buona ragione e quali perché sono stati lasciati lì da qualcuno prima di noi e nessuno si è preso la briga di metterli in discussione. Il senso della vignetta è che sebbene in astratto le cose vadano fatte in una certa maniera e seguendo certe modalità, nel momento in cui ti trovi nel caso reale, quando proprio affondi le mani fino ai gomiti nella mota allora ti accorgi che ci sono delle opportunità che diventano necessità anche quando sono contrarie al senso comune. Nel momento in cui ne approfitti le cose, magicamente, finiscono col funzionare e allora non hai più dubbi se la tua scelta è stata giusta o sbagliata. In informatica non esiste etica o morale, esistono solo le cose che funzionano e le cose che no (il che a volte ha portato al dominio di creature malvage e capaci in diverse parti del regno). Un insegnamento più vasto relativo a questo concetto è dato dal fatto che, quando abbiamo una conoscenza, diciamo teorica di un argomento tendiamo ad applicare questa conoscenza a qualche fatto reale su cui però non abbiamo presa diretta. Lo facciamo su internet e spesso lo facciamo con la solita saccenza che internet ci ha insegnato, corredando il nostro pensiero con fior fiore di link che corroborano la nostra tesi basata su conoscenza, ripetiamolo, teorica. Anche se l'obiezione è formalmente solida è giusta, ricordiamolo sempre, potremmo comunque avere torto rispetto a quello che è stato fatto nel caso reale. Perché la realtà se ne frega della vostra cosiddetta conoscenza e finché non avrete l'umiltà di accettarlo quello che direte in giro sarà sempre prono all'errore (tipo anche il fatto che prono all'errore è un falso amico orribile, ma potrei comunque linkarvi fior fiore di testi autorevoli che lo usano in italiano e lasciarvi a decidere chi ha ragione).

E' un periodo statico ed è un periodo dinamicissimo. Da una parte c'è quello che va e viene della nostra vita reale, di cui non parleremo, poi c'è come Michael Bay vede la nostra vita reale e non parleremo nemmeno di questo perché non avete idea i mixed feelings e poi invece abbiamo la Console War che ormai è ufficialmente nel vivo, con persone vere che ricevono oggetti fisici e cominciano a usarli. Ovviamente stiamo parlando del riscaldamento in attesa del Natale, ma chissà, questo 2020 che non ha avuto rispetto di nessuna liturgia quasi sicuramente ci toglierà anche la ressa al negozio per accaparrarci la scatola così come ci ha tolto i day one e le grandi fiere di presentazione. E' paradossale averne nostalgia proprio mentre il nostro passatempo tenta il grande salto verso la completa digitalizzazione del suo prodotto, che probabilmente ci porterà, tra cinque anni, a non avere nessuna console da attaccare a una spina, ma solo un abbonamento da sottoscrivere in una smart TV tantiK. Non sarò però certo io a prendervi in giro se sentirete come una ferita aperta la mancanza di questi rituali, in fondo, sempre su queste pagine, quindici anni fa piangevo la scomparsa delle scatole grandi in vantaggio delle custodie DVD-like e la morte dei manuali cartacei. Forse non ho mai combattuto con voi nell'arena del grande acquisto nel negozio di elettronica, ma credo di poter capire cosa state provando.

Siamo esattamente a metà mese, come va il resto della vita? Nanowrimo è ancora up and running anche se proprio oggi ho cominciato a sentire spirare i venti dell'abisso e bisognerà trovare tanto coraggio per compiere il salto che ci porterà in fondo. Siamo però a metà, con tutti i badgettini disponibili accesi e lo considero un traguardo. Non che scrivere sia mai stato un problema (voglio dire, la vedete questa colonna, no?), ma testare la resistenza ti insegna sempre qualcosa su te stesso, anche quando non sei un Cavaliere dello Zodiaco sanguinante che deve trascinarsi cieco e sordo su per la scala della dodicesima casa. Intanto anche Pillars of Eternity gira ancora sul mio PC. Ovviamente non lo divorando a larghi brani, lo sto più prendendo a piccoli sorsi, ma un passo alla volta sto facendo un mucchio di strada. Immagino che vi sarete invece accorti che è molto tempo che non faccio receanime e questo dipende dal fatto che l'impresa che sto compiendo riguarda qualcosa di molto lungo che quindi mi vedrà parlarne solo al completamento. Sto anche facendo delle altre esplorazioni, in questo senso, e chissà che un giorno non vengano fuori abbastanza pensieri perché possa discuterne qui.

Concediamoci il narcisismo solo qui, sul finale, come i veri signori. Che voi ci crediate o no, abbiamo una Pagina Facebook (deve esserci pure un link blu da qualche parte) e, incredibilmente, qualcuno ha deciso di scriverci. E se questo non bastasse ad allibirvi, ha deciso di scriverci per farci una recensione di The Long Ear, un progetto che tutt'oggi mi commuove, quando ci penso, ma che è così lontano nel passato e nello spazio tempo che probabilmente se volessi spiegarvi anche solo cos'è ci metterei una vita (però, ehi, il link al progetto vive ancora e lotta insieme a noi). Voglio quindi ringraziare qui Giuseppe Scilipoti, che ai miei occhi rimane un eroe moderno. (ah, il suo articolo potete leggerlo praticamente solo a partire dal link che ho messo qui perché la navigazione di facebook, è, semplicemente, malvagia).

Questo editoriale nel momento più grigio dell'anno si conclude così, fate i bravi in tutti i sensi che si sentono in giro e non fatevi traviare da pensieri strani, che noi videogiocatori, paradossalmente, abbiamo una più alta sensibilità per ciò che è vero e cosa non lo è, usatela e non fatemi stare in pensiero.

“Maybe this kid was reaching out for love / Or maybe for a moment / He forgot who he was / Or maybe this kid just wanted to be hugged / Whatever it was / I know it's because / We are, we are, the youth of the nation / We are, we are, youth of the nation / We are, we are, the youth of the nation / We are, we are, youth of the nation”

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