Strip
serie
991, 21/11/2020 - Software di sicurezza
991
21 . 11 . 2020

Uno slancio di altruismo

Anche questa settimana cogliamo Gödel in un momento di quella routine quotidiana che, abbiamo appreso di recente, il Mondo chiama quarantena... ma noi l'abbiamo sempre chiamata la vita normale.
La settimana scorsa il compagno di colonna qua a fianco notava un tizio talmente ossessionato che non soltanto legge questo sito, ma si è spinto fino a scrivere una recensione di The Long Ear RPG, il nostro primo (e unico) videogioco.
Ho detto un tizio? Volevo dire un Grande Eroe Moderno (a parte che ha definito “motivetti irritanti” alcuni capolavori eterni del maestro Nobuo Uematsu... ma sei pazzo?).
Ma Death Stranding e le sigle di Cristina D'Avena ci hanno insegnato che da un atto di altruismo ne nascono altri: e dunque abbiamo messo mano per la prima volta dal 2008 al sacro codice di The Long Ear, per copiare un file sopra un altro e renderlo così giocabile anche su PC che hanno meno di un decennio di età. Grazie agli ossessionati senza volto e senza nome che, in un altro slancio di altruismo commovente, mantengono una versione di RPGMaker2000 compatibile con i sistemi moderni.
(Se ancora non funziona arrangiatevi. Sul Mio Computer Va™.)

Ma basta buoni sentimenti. La volta scorsa parlavamo dei massimi sistemi videoludici, proiettati nel futuro che verrà. Oggi mi interessa invece occuparmi di qualche giochino piccolo piccolo che viene dal passato.
Questo 2020 sarà certamente ricordato per un evento, e uno soltanto: è stato realizzato un procedimento per giocare copie perfette dei titoli Atomiswave su una console SEGA Dreamcast.
Notare che non parliamo di banale emulazione: parliamo di infilare un disco fisico nella vostra Dreamcast fisica, in tutta la sua gloria di plasticone bianco, e giocare una riproduzione 1:1 di un gioco per cabinati arcade a gettone Atomiswave.
Miracolo!!!
Al lettore di vecchia data non sfuggirà che IO sono possessore di una Dreamcast (anche se al momento la sua locazione precisa mi sfugge). L'acquisto risale addirittura a prima dell'esistenza di questo sito, e questo è un fatto che se ci penso mi impressiona non poco: dopotutto esiste un tempo prima di questo sito!
In pratica quindi potrei anche provare a fare questa cosa, anche se il procedimento non è esattamente immediato per i nostri standard moderni... ma diciamo che persino io, persino ora, riesco ancora a trovare un impiego migliore del mio tempo a fini ricreativi.

Lo-Rez: arte, storia, web design
21 . 11 . 2020

Sospesi nel tempo

E' un periodo che tocca concentrarsi un po' sulla sicurezza aziendale. La sicurezza aziendale è un ambito affascinante e un lavoro pure pagato assai bene, peccato che per gran parte sia mortalmente noioso. Niente caschi per contattare divinità voodoo, niente tette della Jolie da giovane, niente kung-fu. Il cinema, da questo punto di vista, è sempre stato una gran mistificazione. Rimane il fatto che se ogni tanto potessimo veramente indivuare chi fa certe cose e piombare alla loro porta mentre cliccano, invece di limitarci a fargli cadere la connessione, ci divertiremmo un mondo di più e forse saremmo anche più efficaci.
Riflettevo, leggendomi, come qui su FTR continuiamo a dire che teniamo la nostra vita reale fuori dal sito e poi invece trac, la verità è che le strip, nelle sceneggiature, seguono abbastanza il mio ritmo lavorativo. E' una cosa inconscia, quasi come l'interpretazione dei sogni. Fortunatamente gli strati di inibizione tra ciò che sono e ciò che scrivo sono immensamente più spessi.

Il rito della nuova era, nel silenzio del 2020, si sta consumando. Ormai non si contano più le foto di scatole di PS5 ricevute, le vendite esaurite su questo o quel venditore online, le prime lamentele tecniche sparse più o meno campate in aria. Certo, rimane un anno strano, non c'è stato modo di darsi appuntamento davanti ai più grandi store mondiali per passare la notte al freddo e al gelo (mai fatto), anzi, quando sentiamo che da qualche parte c'è stato un assembramento per recuperare l'ambita nuova console rabbrividiamo un po', pensando a come il rito comprenda gomitate, sfregamenti e corpi nerd che si strusciano contro altri corpi nerd. Paradossalmente, quello che per noi è la routine oggi avrebbe potuto diventare oggetto d'attenzione per i giornali mainstream, come le corse agli spritz e le sagre di paese nei mesi scorsi. Rispetto a altre occasioni, direi che questa volta FTR vi ha fornito un buon coverage con un sacco di commmenti addirittura sugli eventi ufficiali con quella professionalità sale&pepe di gente che vorrebbe essere seria, ma in realtà fa di tutto per essere amatoriale che ci contraddistingue. Ora direi che possiamo anche lasciar germogliare un po' quello che è stato piantato, torneremo a guardare questi grossi scatoloni di plastica, soprattutto in relazione alle nuove combinazioni di luci e colori che ci proporranno. Ci sarà sicuramente occasione.

Arrivo ultimo a parlarne, in realtà il mio ritardo sulla cosa è talmente imbarazzante che sarebbe forse il caso di tacere, ma la vicenda mi ha colpito per tanti di quegli aspetti che non potevo inserirla nell'editoriale. Febbraio scorso è stato chiuso il Forum di Multiplayer.it. E' stato chiuso in malo modo, tanto che potreste ancora trovare una pagina d'errore desolante provando a raggiungerlo. Ovviamente se siete dei lettori recenti di FTR (non che esistano, ma mettiamo ipotesi) potreste non avere idea di come questo sia correlato con noi, ma la verità è che c'è stato un tempo lontano in cui in quel luogo il coniglio aveva addirittura una tana. E non solo, visto che proprio a causa di quella tana io soprattutto ne ero un utente piuttosto attivo.
L'epoca dei forum sta tramontando, l'interazione che una volta proponevano ormai è completamente sostituita dai Social Network? E' un bene? Qui, per quello che mi riguarda, la risposa è semplice: no. I forum erano gerarchici, sostanzialmente delle piccole dittature dominate da regole ferree e a volte assurde. Potrebbe sembrare assurdo averne nostalgia e non glorificare l'attuale mondo di uguaglianza totale e contenuti generati in modo piatto da tutti alla stessa maniera, ma la verità è che quel rigore proteggeva i contenuti da tutte le malattie, gravissime, che avvelenano la comunicazione odierna. In un forum esisteva sempre un'autorità (erratica quanto si voleva) che ripuliva le stanze dai comportamenti disgustosi e l'informazione si riferiva sempre a un utente che, per quanto più scollegato di oggi dalla sua persona reale, in realtà era veramente un'identità, era una "faccia" che bisognava spendersi quando si diceva qualcosa. I forum erano un modo vecchio e lento di interagire sull'internet, ma questo gli permetteva anche di essere più pulito. Ci sono dei tipi di discussione e dialogo che in un forum si svolgevano meglio, anzi, possiamo ben dire che parliamo di conversazioni che nei social network sono ormai impossibili, nonostante questo preferiamo cercare di adattare la nostra comunicazione alle fisime dei social network piuttosto che dedicarci a uno strumento che funziona meglio, semplicemente perché sui social network ci sono più persone.
La morte, in particolare, del forum di M.it, però fa male anche per altre ragioni. Innanzitutto credevo che proprio i Videogiocatori sarebbero state una delle ultime categorie ad abbandonare quel tipo di struttura. Lo so che ormai Discord è considerato lo strumento d'elezione della nostra razza, ma Discord è una chat e non potrete mai convincermi che fa le stesse cose.
Il fatto che sia scomparso così male, come un dead link che va stentatamente in cinquecento, ci fa anche riflettere su una delle tante baggianate di cui ci eravamo convinti negli anni passati, ovvero che le cose dall'internet non scompaiono mai. Quello che è accaduto ha fatto scomparire un sacco di roba che avevo scritto, dei testi anche complessi e articolati come questi editoriali. No, non posso dire che tornavo a leggerli, non credo nemmeno sia invecchiati tutti benissimo, ma adesso non ci sono più ed è una sensazione che in digitale ha un gusto definitivo ineguagliabile, che fa quasi paura.
C'è insomma un po' di malinconia oggi per un fatto che è accaduto ormai otto mesi fa, a testimoniare che si può sentire la mancanza di cose che non si usano e non si frequentano, nel momento in cui si scopre della loro scomparsa. Una parte di me ha sempre trovato confortante fosse lì, come un luogo da cui ti sei allontanato, ma a cui ogni tanto torni a pensare, mentre sei da qualche altra parte. E' curioso scoprire che quando questi luoghi sono sull'internet da un giorno all'altro potrebbero essere spazzati via.

“Ho fatto un canocchiale / che arriva a penetrar cotanto in dentro / che veder fa la superficie e il centro. / Individua non solo / i regni e le provincie, / ma le case, le piazze e le persone. / Col mio canocchialone / posso veder lassù, per mio diletto, / spogliar le donne quando vanno a letto.”

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