Final Magic Fantasy
Oh, no! Arriva il Supporto Tecnico! Nascondete i bamb-... ma aspetta: non è che stavolta il Supporto Tecnico è la vittima?!
È una tradizione ormai ventennale: quando su queste pagine compare una strip sul Supporto Tecnico, è un presagio di sventura per me nella Vita Reale™. O è causa di sventura, il nesso causale in effetti non è mai stato chiarito.
(Qui una breve cronistoria delle disavventure dei nostri personaggi, e mie.)
Ecco dunque che puntualmente, in questi giorni in cui la mia situazione tecnologica è particolarmente vulnerabile e precaria (tra contratti disdetti e stipulati), il maledetto Supporto Tecnico piomba come un avvoltoio... e viene spennato?! Forse infine anche il perfido omuncolo senza volto ha trovato la sua nemesi? E questa nemesi è, ovviamente, l'IA.
IA, IA, IA!
D'ora in poi questa formula magica sarà il mio talismano contro il personaggio più detestabile di questo “webcomic dedicato ai videogiochi”.
Ma sarà dunque il caso di parlare un po' di questi videogiochi? Non è una necessità impellente: abbiamo assolto al nostro dovere già nelle settimane scorse, commentando questo caldo inizio d'estate videoludico, tra fiere e tutto il resto.
Mi sento di fare solo una nota a margine, su un giochetto piccino che ha catturato la mia attenzione perché è fatto da Swery & Suda51, due giapponesi pazzi tra i pazzi che più pazzi non si può (cioé si può, ma meglio fermarsi qui): Hotel Barcelona.
È uscita la demo, e pare che faccia schifissimo. Però le illustrazioni e la direzione artistica sono meravigliose, coloratissime e ricche di personalità. Personalità pazza, ma che si ferma appena prima di travalicare (come accade invece all'altro gioco di Suda51 presentato in questi giorni, Romeo Is A Dead Man).
Lasciamoli lì per ora, i videogiochi del futuro, e dedichiamoci al nostro sport preferito: guardare al passato con gli occhi a cuoricino.
In questi giorni è accaduto un sommovimento tellurico di magnitudo colossale, che ha scosso quel mondo che una volta era “nostro”... Magic x Final Fantasy.
I livelli di isteria delle masse (misurati con un visore simile a quello di Vegeta, che abbiamo in dotazione noialtri di FTR) sono fuori scala: quelle stramaledette carte sono introvabili da settimane, e chi è riuscito a metter le mani sulle varianti pregiate è ridotto a un Gollum sibilante e bavoso.
Non sono un giocatore di Magic, anche se un po' rimpiango di aver avuto per le mani una volta nella mia innocenza il favoleggiato Black Lotus (che oggi vale più di diecimila euro). Però c'è un po' di Final Fantasy in tutte le cellule del mio corpo, e dunque ho fatto più di un pensiero su certe carte.
Tanto più che l'intera operazione editoriale è stata condotta in modo impeccabile: una macchina della nostalgia perfettamente progettata, un diabolico meccanismo di precisione chirurgica fatto per operare sui nostri sentimenti e stimolarci nei punti giusti... carte per tutti i gusti, per tutti i momenti leggendari, per tutti i, ehm, meme di 35 anni di Final Fantasy.
Meno male che da tempo ormai ho rinunciato all'idolatria per i beni materiali! Quella vacanza-studio al monastero degli Asceti Impenetrabili sta funzionando, e l'idea di possedere una carta fisica, da collezione, mi affascina ancora un pochino ma soprattutto mi disgusta. Non mi serve comprare un oggetto che certifichi il mio amore per Celes & Yuna & tutti gli altri, quando serbo quell'amore imperituro nel mio cuore.
Lo-Rez: arte, storia, web designStatue di zucchero
Sugar Apple Fairy Tale è un oggetto che sembra fatto apposta per mettere alla prova la vostra toxic masculinity. Non ricordo nemmeno come mi ci sono imbattuto e l'ho messo nella mia watchlist ma non me ne pento e adesso si becca il suo receditoriale probabilmente spoileroso in cui raccontarne estesamente le virtù.
La piccola Anne ha imparato l'arte delle caramelle di zucchero argentato da sua madre, una volta morta lei parte alla volta della capitale del regno per diventare "Maestra dello zucchero argentato". Poiché però la strada che collega casa sua e la capitale è tipo "la strada della morte sanguinolenta e crudele" decide di assumere una guardia del corpo e quindi compra la fata figaccione tsundere Challe che oltre a essere un abile spadaccino è anche un figaccione da paura. Indovinate un po' come andrà a finire.
SAFT è un shojo della più bell'acqua, infatti Anne è una ragazzina sfigata e carinissima e tutti i personaggi che la circondano, tranne un paio di eccezioni, sono dei figaccioni scopabili che si innamorano di lei. Come vuole la tradizione la metà di costoro sono persone incredibilmente gentili e l'altra metà incredibilmente stronze, per cui la loro presenza servirà ad arricchire di avventure il percorso della ragazzina verso la realizzazione personale, percorso che ovviamente, in ultima analisi, dovrà fare con le sue sole forze e cercando nel suo cuore le motivazioni e il coraggio.
Accanto a questo plot estremamente lineare, però, la serie ha anche un tratto realmente oscuro rappresentato dal modo in cui il mondo gestisce le fate. Le storie vogliono che in un momento lontano nel passato fate e uomini abbiano combattuto e gli uomini abbiano vinto. Il risultato è stato che tutte le fate sono ridotte in schiavitù e per essere indotte a obbedire gli viene letteralmente strappata una delle loro due ali, così che il loro padrone possa usarla per torturarle nel caso non chinino. Si, sembra un tema abbastanza profondo e crudo e, vi assicuro, per tutta la storia è trattato esattamente così, con vivide rappresentazioni della minoranza oppressa e tutta l'ipocrisia di una società che si ritiene illuminata e "buona", ma è in realtà macchiata da questo peccato originale.
Il tema centrale delle statue di zucchero (che in traduzione risultano "caramelle") è il ponte tra la vicenda personale di Anne e la terribile situazione delle fate. Queste ultime, infatti, hanno insegnato agli umani a raffinare lo zucchero e hanno un rapporto particolare con le caramelle, unico cibo capace di dar loro piacere e, addirittura, allungare la loro vita. Anne è ovviamente un personaggio illuminatissimo cresciuta nel rispetto delle fate e della loro libertà quindi, oltre a doversi districare tra tutti i suoi problemi personali, cercherà anche di pungolare la società per portarla a una situazione migliore.
Le vicende personali di Anne, con al centro il suo viaggio per diventare maestra dello zucchero argentato e il tiramolla amoroso con Challe, e la sottomissione delle fate sono i due pilastri su cui Sugar Apple Fairy Tale si regge ed è incredibile come collaborino perché non si ecceda mai in una delle due direzioni con effetti stucchevoli. E' vero, certe dinamiche sentimentali e certe schermaglie sono decisamente per un pubblico di ragazzine in cerca del dramma amoroso, ma la vena politica non abbandona mai i personaggi e regala diverse scene a tinte forti, con tanto di sanguinosi combattimenti di spade e slanci di malvagità. Ne risulta quindi una tridimensionalità notevole e a volte sebra che, proprio perché tutti sono distratti a seguire il flirt tra i due protagonisti, gli autori si possano prendere la libertà di agire sul resto in modo cinico e disincantato.
Tecnicamente parliamo di un anime carino, dalle tinte pastello molto chiare, tanti occhi tondi e figaccioni tutti uguali. Le poche scene d'azione non sono certamente tra le migliori girate e al di là di una generica pulizia non c'è niente che spicchi dal punto di vista visivo. Il mondo fantasy rappresentato è il solito fantasy un po' occidentaleggiante senza grandi spunti, il vestiario cerca di non apparire scialbo, ma risulta nel complesso dimenticabile. Le canzoni sembrano fatte apposta per essere portate in Italia e rifatte da Cristina D'Avena per come sono cucciolose, difficilmente però vi smuoveranno qualcosa.
Sugar Apple Fairy Tale è consigliato perché noi non ci facciamo mettere barriere a quello che ci piace guardare. Nei suoi 24 episodi non risolve niente (non vedrete, insomma, la liberazione delle fate), ma certamente la parabola che fa compiere ai suoi protagonisti è completa, così che il finale non appaia troncato. Troverete in giro gente che cerca una seconda stagione, ma sinceramente io non ne sento il bisogno e non so se esista del materiale di partenza non adattato. E' una storia raccontata con una certa sensibilità (ok, warning piantini) e con spunti intelligenti. Un fantasy non esattamente cozy, ma adatto a tutti, che intrattiene senza mai essere eccessivo.
Cymon: testi, storia, site admin“Ich baller Löcher in die Nacht / Sterne fall'n und knall′n auf mein Dach / Es tut noch bisschen weh, wenn ich dich wiederseh / Aber ich komm nie wieder, egal, was du mir sagst”