La stagione dei colori
Ah, sì, e poi settimana scorsa c'è stato l'annuncio di Switch 2... ecco cosa ci eravamo dimenticati!
Ma eravamo tutti presi a parlare di prati fioriti e temporali primaverili, o di IA malandrina, e a sbavare sulla cucina da campo di Monster Chef: cose serie, mica c'era tempo per la pubblicità.
Anche se, trattandosi di Nintendo, la pubblicità in questione ha avuto comunque un grande merito: ha tirato fuori dalla loro tana tre tizi di altezze comicamente diverse, impresentabili nelle loro giacche di tre taglie più grandi, ancor più robotici della media giapponese nei loro sorrisi e inchini, e li ha trascinati davanti a una telecamera con grande imbarazzo reciproco. Tre tecnici con le braccia immerse fino ai gomiti nell'hardware e nel software e nella logistica della macchina, che probabilmente non vedono la luce del sole da due anni: sono perfetti! ha pensato Nintendo, per presentare al pubblico in diretta mondiale il prodotto del loro lavoro.
Non cambiare mai, Nintendo! Ti adoriamo così come sei, goffa e impacciata e arrogante e integralista fanatica ossessionata! Una ditta di giocattolai sin dal 1889 che esibisce con orgoglio i suoi dipendenti perché, dopotutto, Switch 2 l'hanno fatta loro.
Per il resto, questa colonna non si unirà ai sermoni dei commentatori su Internet (peraltro in ritardo di ben dieci giorni, peccato mortale!). Questo sito ha attraversato ormai svariate generazioni di console (quando abbiamo iniziato la Dreamcast era ancora in vendita sugli scaffali dei negozi), e ogni volta alle presentazioni in pompa magna abbiamo ostentato scetticismo e sangue freddo: le console sono scatole vuote, che vengono riempite negli anni.
Switch 2 poi ha acceso gli animi soprattutto per il prezzo impertinente di certi giochi: e ancora una volta il mondo ci ricorda quanto siamo vecchi... perché noi c'eravamo quando Super Street Fighter II per SNES veniva venduto anche a 180.000 lire. Io ero lì, a versare calde lacrime, quando Mortal Kombat per Megadrive costava 140.000 lire. Cifra tonda, senza malizia. Quindi no, Mario Kart a 90€ non mi impressiona. Questo coniglio ha troppe primavere sulla schiena per illudersi che l'inflazione non avrebbe mai lambito le spiagge dell'isola fatata chiamata Videogioco.
Ma lasciamo da parte le scatole vuote, nell'attesa che vengano riempite da qualcosa purchessìa (anche perché di scatole ne ho fin sopra i capelli, tra traslochi e tutto il resto). Non che l'ultima settimana videoludica sia stata ricca o piena, ma perlomeno ha dato alla luce i primi filmati del nuovo Marathon.
Non lo giocherà mai e poi mai, ma il mio amore per i videogiochi è platonico da anni, e questo dettaglio non mi ha mai trattenuto dall'accendermi di passione. La direzione artistica di Marathon mi piace molto: ha carattere e un'idea ben chiara in testa. Del resto anche Destiny, di Dima Goryainov e Joseph Cross, mi ha sempre stupito e deliziato. Il bello di questi giochi a servizio è che i loro introiti si basano in gran parte sulla cosmetica, e dunque l'arte ha per forza un gran peso nelle loro priorità.
Crogioliamoci quindi in questa festa di colori sgargianti e musica elettronica, con le sue sparatorie giocose, disgiunte da morte e violenza perché nell'anno 2800 i corpi sono sintetici e ricambiabili all'infinito. Siamo liberi dalla preoccupazione di dover giocare per davvero, e questo cortometraggio su Marathon realizzato dai maestri del genere mi ha venduto, se non il gioco, almeno la sua confezione. Ognuno si diverte come può.
N'intendiamoci
La leggenda vuole che prima dell'introduzione del concetto di TTL nei protocolli furono trovati nelle prime reti informatiche dei pacchetti che continuavano a rimbalzare tra i vari nodi da anni, in un perpetuo loop, invisibili, innocui, ma dantescamente condannati a girare a vuoto come Paolo e Francesca per l'eternità.
Quello, però, era un errore tecnico. Ci sono invece delle mail che continuano a rimbalzare ossessivamente tra persone solo perché degli esseri umani credono che abbia senso farlo e, stoicamente, ci si mettono d'impegno perché il ciclo continui e si rinnovi nei giorni, nei mesi, negli anni. Questi non so in che girone dovrebbero finire.
Gli argomenti che abbiamo affrontato nelle scorse settimane ci hanno allontanato dall'attualità e quindi ci hanno fatto perdere il treno di engagement che avrebbe richiesto che noi parlassimo di Nintendo. Poco male, abbiamo smesso di obbedire all'algoritmo che avevamo ancora i pantaloncini corti e lui comunque ha iniziato a ignorarci pure prima, quindi recupereremo oggi un po' tutto quello che è accaduto in Giappone.
Partiamo dalla notizia più banale: Switch2 ha una data d'uscita che è Giugno di quest'anno. Si tratta solo di una formalità annunciarlo visto che era già abbastanza evidente che i tempi erano maturi. La PI che è stata scelta per trainare la console sembra essere Mario Kart che ha cominciato a presentarsi con dei filmati che... beh, sono un po' meglio dei filmati dei giochi per Switch 1. Mario Kart, il tasto C e forse anche la funzione di Gameshare rimarcano come ancor di più Switch2 si presenta come una console da partygame, per fare casino in compagnia, sia fisica che virtuale. Non è neanche questa una notizia clamorosa, visto che è così che la Wii TUTT'OGGI viene utilizzata. Nintendo sicuramente sa di poter avere un ritorno anche dai suoi giochi grossi per single player, ma a parte quello è importante l'impronta che vuole dare al suo mercato, che necessariamente comprenderà "quei casual così casual che si trovano poco bene con la Playstation".
Interessante l'integrazione con la webcam, che Nintendo voglia dare l'assalto a una piattaforma come Twitch sostituendola con una sua personale per la sua specifica nicchia di utenti? Abbiamo ribadito spesso come sul lato networking Nintendo non abbia mai capito bene cosa fare, forse la vera svolta di questa console sarà proprio da cercare lì (anche perché sappiamo già che tecnologicamente è un passo avanti, ma niente che faccia urlare.)
Personalmente, però, le mosse di Nintendo che ho trovato più interessanti sono il fatto che abbia annunciato un film di Zelda per il 2027 e abbia rilasciato l'app Nintendo Today.
Del film di Zelda, beh, sarebbe un po' imbarazzante parlarne ora. Non sono sicuro di volere un film di Zelda Live Action prodotto direttamente da casa madre N, la possibilità che ne esca qualcosa di cringe sono abbastanza alte. Nintendo ha certamente capito che col cinema può fare ancora più soldi come ha dimostrato il film di Supermario (che non ho amato), ma un conto è decidere di fare un film caciarone, divertente e per bambini (come può essere anche Minecraft, altro successo di questi giorni) un conto è realizzare un fantasy che si prende sul serio e che funzioni per tutte le fasce d'età. Non mi aspetto che da Zelda venga fuori un nuovo Signore degli Anelli, diciamo, certo è che però se mi sbagliassi sarebbe qualcosa di certamente epico. Vedremo... mmmh, da qualche anno.
Nintendo Today, invece, è una novità più interessante di quel che sembra perché sembra dimostrare la volontà di Nintendo di prendere il controllo della sua comunicazione sganciandola dai social network. Siamo abituati da anni a vedere Nintendo andarsene per la sua direzione, già i Nintendo Direct hanno sostituito prestissimo le presentazioni alle fiere (inferendo a queste ultime colpi a volte letali), ma questa è una strategia ancora più aggressiva. E' pacifico che ormai non esiste Social Network di cui ci si possa fidare perché tutti tendono a far marginare i loro proprietari in priorità su tutti quelli che li sfruttano per la loro comunicazione. Decidere oggi di investire molti soldi nei social sapendo che domani, per uno schiribizzo, la loro base utenti potrebbe andare irrimediabilmente perduta, comporta dei fattori di rischio non indifferenti. Nintendo Today non è un social perché è ormai chiaro che per dare le notizie un social non serve più, visto che i commenti sono ormai inquinati da bot, comunità polarizzate e e esagitati sbavanti. Tanto meglio dare nuovamente notizie dall'altro, su un canale sicuro e controllato, altrettato efficace, una volta fatta una base utenti abbastanza robusta. Nintendo potrebbe essere la prima a comportarsi così, ma potrebbe non essere l'unica azienda. Società che hanno una buona base nella tecnologia web potrebbero pensare di fare altrettanto. Se ci pensate sarebbe il ritorno all'internet di una volta, quello della pluralità di fonti e di metodi di fruizione, che forse avrà bisogno di qualche sistema di aggregazione (gli RSS), ma che intanto ci farà uscire dalla palude in cui viviamo oggigiorno.
Nintendo quindi è stato il driver di questi giorni, giorni di stanca, per il bioritmo classico del mondo dell'industry, quell'attimo di sella lontano dal natale e lontano dagli eventi estivi, dove si incasellano perfettamente le strategie della casa di Supermario, che ha imparato a fare tanto rumore col minimo sforzo proprio andando a colpire dove la comunicazione è più vulnerabile.
Noi di FTR sapete già che siamo un sacco vulnerabili a questa gentaglia e l'editoriale che ora va a chiudersi serve proprio a dimostrare ciò.
Cymon: testi, storia, site admin“E' per questo che ci salutiamo, quando guidiamo. Perché siamo tutti quanti armati.”