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serie
1136, 04/11/2023 - Prova microfono
1136
04 . 11 . 2023

Spettacolo

“Quando leggerete queste righe, io sarò ormai lontano”.
Sono un romantico ottocentesco e lo volevo scrivere, però non fa un gran effetto quando sostituite una lettera di grammatura spessa, vergata con inchiostro e calamaio, con questi “siti internet” che usiamo oggigiorno: queste pagine imperiture eppure così fragili... certe lettere si sono conservate per secoli, ma davvero crediamo che queste pagine resisteranno tanto? Cioé, queste di FTR ovviamente sì, sono già sopravvissute a ventidue anni che su internet valgono come gli anni dei cani, ma più in generale? Suvvia!

Comunque è vero, sarò lontano: il che non vuol dire poi molto, date le circostanze. Ma oltre ad essere lontano sarò in viaggio, e va bene lo spirito di abnegazione ma proprio non ce la farò a formulare un editoriale puntuale sulle ultimissime notizie.
(HA HA HA! E quando mai lo abbiamo fatto?)
Viaggerò in carrozza attraverso una selva oscura come Jonathan Harker verso il castello di Dracula, ma mi sono rimasti ancora un sacco di argomenti da toccare che non hanno trovato posto negli ultimi mesi: daremo fondo alle riserve in questa e nelle prossime settimane.

La volta scorsa FTR era dedicato ad Alan Wake II, un gioco riuscito nell'impresa epocale di suscitare l'interesse mio e di Cymon contemporaneamente, il che è privilegio davvero di pochissime opere.
Alan Wake II viene tra noi come il vero araldo della Next Generation tecnologica, che stavolta si è fatta attendere un bel po'! Sono passati infatti TRE annetti dall'uscita delle nuove console, e in tutto questo tempo i giocatori PC hanno notato solo lievi miglioramenti incrementali nella grafica dei loro giochi, e persino alcuni passi indietro.
Bisogna anche dire che certi videogiochi hanno cercato di sfruttare la potenza computazionale non solo per la grafica ma anche per espandere i confini dei mondi di gioco, dell'interazione fisica, dell'intelligenza degli NPC... ma molto timidamente, perché il Graficone™ purtroppo ha ancora una presa saldissima sull'opinione pubblica.
Ma insomma Cyberpunk 2077 prima e questo Alan Wake II ora segnano un confine piuttosto netto, e sono capaci di produrre immagini in movimento capaci di impressionare anche i più disillusi. Troppo poco, troppo tardi: ma è già qualcosa. Questi articoli sulla Ray Reconstruction sembrano tecnobubbole di Star Trek e invece sono la realtà in cui viviamo.
Di più: già oggi i fotogrammi disegnati dall'intelligenza artificiale sono più realistici di quelli programmati a mano. È quello che succede quando spuntiamo l'opzione DLSS3.5 nei giochi moderni.
E le schede video delle prossime generazioni useranno la forza motrice di mille cricetini non più per disegnare uno ad uno i pixel sullo schermo, ma per eseguire gli algoritmi di intelligenza artificiale che disegneranno quei pixel a partire da una descrizione della scena 3D. È una svolta epocale. Un cambio di paradigma.

Tutto bellissimo, eh, ma continuate pure a fare i remake di Star Ocean 2, mi raccomando! Che io a quei pixel ci sono affezionato. Che spettacolo.

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04 . 11 . 2023

Mr. Real Life

Siamo arrivati nel 2023, a un passo dai computer quantistici, ma non riusciamo ancora a fidarci completamente delle nostre cuffie quando ci mettiamo in videochat con qualcuno. A volte riguarda il connettore, a volte riguarda il fatto che su sedici fonti audio disponibili il computer prendere quella sbagliata, a volte è un problema di permessi, ma ogni volta, quando avviamo una chiamata, parte un giro di roulette per cui potremo o non potremo sentire, potremo o non potremo parlare. Ovviamente quelli più ingenui che non fanno queste prove furbe prima dell'inizio delle danze si ritroveranno a metà call a parlare senza essere consapevoli che nessuno li sente e così si sentiranno ignorati in un modo che accade solo nelle peggiori situazioni di bullismo, in un lock psicologico che li distruggerà.
Però internet ci ha resi tutti più vicini.

Stanno succedendo delle cose un po' assurde nei sobborghi del mondo dei videogiochi, diciamo nei luoghi dove si generano i titoli principali dei giornali mondiali, qualche piano sotto. Giorgione Orto e Cucina ha fatto uno spot per Call of Duty: Modern Warfare 3. Non c'è niente di così implausibile nell'accostare lo chef di Gambero Rosso a Call of Duty, più che altro perché Call of Duty ha attraversato così tante anime e così tanti universi che non riesco a pensare niente che, in qualche modo, non si possa integrare con lui, però la mossa di marketing è comunque bizzarra, è un evidente tentativo di uscire dalla gabbia dei videogiocatori e far strabordare il videogioco in altri lidi, a persone che magari non devono proprio proprio scoprire cosa sono i videogiochi, ma per il bene dell'azienda potrebbero scoprire anche solo cosa è Call of Duty. Per quello che è il mio sentire, che pure vivo a cavallo di più mondi (gioco ai videogiochi E guardo i programmi di ricette) continua a sembrarmi un'idea un po' peregrina, ma è anche vero che all'estero i nostri chef sono visti come dei supereroi, soprattutto quelli un po' meno convenzionali, quindi forse non siamo nemmeno noi il pubblico di riferimento.
Call of Duty, poi è il titolo che più di ogni altro trema e si scuote a fronte del grande accordo infinito Microsoft Activision Blizzard, non tanto in questa sua incarnazione attuale quanto per quello che sarà il suo futuro. Certo quelli del reparto markering non hanno bisogno di avere l'occhio così lungo, a loro interessano le vendite di settimana prossima, ma quell'enorme Playstation in mezzo allo spot "per digerire" comincia già a suonare bizzarra.

La notizia ancora più assurda che è giunta questa settimana alle mie orecchie è quella dell'annuncio di The RoyaLand, l'MMPORG di Emanuele Filiberto di Savoia creato col supporto delle casate nobili europee. Si, signori, basta con gente autoproclamatasi Lord British o quant'altro, basta con regni fittizi che non esistono e genealogie buone solo per le ultime pagine dei libri fantasy, basta con stemmi disegnati l'altroieri con Canva, questo gioco si presuppone di portarci nelle vere case reali di questo pianeta e quindi, in un certo senso giocare ai veri nobili. L'annuncio è ganassa, ma completamente privo di riferimenti a quello che effettivamente si andrà a fare in questo gioco o quali specifiche tecniche avrà. Magari, al di là del brand, ci troveremo di fronte a un qualsiasi videogioco per telefonino dalla logica risicata con un po' di faccioni di persone reali impastati qua e là. Anche perché, per intenderci, non è che un vero nobile moderno possa fare molto, eh, non gli fanno più guidare eserciti, attaccare stati, guidare terre stante, il massimo che può fare un nobile oggi è andare a una festa stilosa o farsi intervistare dalla Toffanin, non esattamente grandioso materiale per un videogioco. Se poi, come me, per motivi assolutamente assurdi, avete deciso di impegnarvi con Crusader Kings 2 (che, vi ricordo, è gratuito come denaro, ma si prenderà tutte le vostre cellule cerebrali), capite che è difficile esaltarsi all'idea di diventare un Savoia mentre stai cercando di unificare la Spagna nonostante gli infedeli.
Non credo granché che uscirà qualcosa di buono da questo progetto, sicuramente uscirà qualcosa di buffo, dobbiamo solo andare a scoprire a che livello dello spettro della buffosità, sicuramente il coniglio non si lascerà scappare aggiornamenti a riguardo.

L'ultima notizia prima di lasciarvi è che Atari ha comprato Digital Eclipse, casa dedicata alla preservazione del retro-gaming. E' una notizia ricca di fascino per noi anziani, mi colpisce soprattutto il fatto che esista una strategia di crescita incentrata sul retrò. Questa idea mi incuriosisce e mi inquieta. Mi incuriosisce perché significa che secondo questi signori esiste un vero e proprio mercato di persone che vogliono spendere soldi per i giochi retrò e mi inquieta perché significa che non esisterà mai un credibile progetto di conservazione dei vecchi giochi come auspichiamo da tempo se ci si potrà ancora fare vile business. Il destino dei giochi che furono sembra dividere quelli che hanno ancora un valore per cui quindi pagheremo anche domani e quelli che secondo le logiche di questo assurdo mercato quel valore non ce l'hanno e quindi sono destinati a scomparire a meno di "pirateria". Il videoludo è da sempre una severa maestra, che ci fa ingoiare spesso bocconi amari.

Anche questo primo editoriale novembrino è stato scritto, signori. Qui piove che Dio la manda, come si suol dire dalle mie parti, nel bene e nel male. State riparati. State all'erta. State conigli.

“No one ever sees it coming / When the house lights kill the party / And I'm gunning for a little bit more / Hitting hard like Sarah Connor / Ripley and Madonna, baby, I got what you’re looking for”

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