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1096, 07/01/2023 - Vacanze di Natale
1096
07 . 01 . 2023

Piccoli Atti di Ribellione

Abbiamo raggiunto la fine del viaggio e l'abbiamo superata, uscendo dall'estremo confine del tempo e rientrando dall'inizio come Neo nella metropolitana, come le schermate di Mario e Donkey Kong, come Ouroboros.
Abbiamo cambiato tutte e tre le cifre della data, e questo piccolo rituale ci commuove sempre un po'. Ma non più di tanto: quest'anno ci trova pragmatici e aggressivi, poco inclini al romanticismo. Forse guarderemo Copenhagen Cowboy per rimediare. Anzi, lo guarderemo senz'altro, pur sapendo che il buon “NWR”, come adora farsi chiamare adesso, ci farà infuriare un po' con certe sue, ehm, scelte artistiche.
Ancora una volta mi sento grato al Maestro per aver messo le sembianze del suddetto NWR nella sua opera della maturità, Death Stranding (mi pare di averlo già citato qualche volta?)... solo per farlo morire 218.500 volte al momento in cui il giocatore lo incontra.

Grazie, Kojima, perché ci hai vendicato.

E grazie Epic Games Store, suppongo, per aver regalato il gioco a tutti coloro che hanno avuto la presenza di spirito e la forza di banda di scaricarlo il giorno di natale. Tra questa folla di cricetini smaniosi che cercavano disperatamente di infilare i loro grassi e adorabili fondoschiena pelosi nel pertugio strettissimo dell'infrastruttura di rete di Epic, a quanto pare c'era anche Cymon.
Tutto questo rinnovato interesse attorno a Death Stranding mi ha fatto venire smania di rigiocarlo, stavolta nella sua versione (Non)-Director's Cut e doppiato in italiano. Non dovrebbe volerci troppo, andando spediti nella trama principale senza divagazioni. Magari in modalità difficile, che poi è l'unica a dare un senso agli equipaggiamenti avanzati come le granate di pipì, pupù e acqua della doccia (!!!). Ogni scusa è buona, del resto ci sono decine di editoriali a testimoniare la mia infatuazione.
Avevate fatto caso che ogni personaggio del gioco ha la sua suoneria personalizzata quando contatta Sam? Sono questi dettagli, inesauribili e disseminati ovunque, ad impressionarmi ancora. Gli sbuffi di condensa e i movimenti meccanici delle scaffalature robotizzate dei magazzini, le loro interfaccine olografiche che per un paio di fotogrammi mostrano la schermata d'avvio del sistema operativo, e poi gli abiti disegnati da ACRONYM riprodotti fin nelle cuciture, o le canzoncine da cantare quando si fa il bagno nelle sorgenti termali (anche in compagnia di Mama, se avete la perversione di fare una sosta mentre la trasportate).
E dunque d'ora in poi quando nella solitudine delle lande desolate grideremo il nostro nome e una voce disincarnata uguale alla nostra ci risponderà “I'm Sam too!”, quella voce potrebbe appartenere a Cymon... ricongiungendo gli Autori di Follow The Rabbit negli spazi virtuali resi possibili dalla dimensione quantistica della Spiaggia, nella comunanza garbata e senza contatto diretto (come si addice a un personaggio con l'afefobia) del multiplayer asincrono di Death Stranding.
Percorreremo i sentieri sicuri tracciati da altri piedi prima di noi ed evidenziati dal nostro fidato Odradek, e svuoteremo la vescica sugli stessi funghetti olografici a bordo dei suddetti sentieri.

Ma basta parlare di cose allegre. La scorsa settimana, gettando un ponte tra l'anno vecchio e il nuovo, avevo rimandato ad oggi le mie considerazioni su una certa serie ambientata lassù tra le galassie dove si combatte: sebbene anche stavolta Cymon mi abbia preceduto.
Cassian Andor & i Piccoli Atti di Ribellione (una band che ascolterei volentieri) colpisce basso e a tradimento: chi avrebbe mai immaginato che Disney, cagna maledetta, potesse partorire nel 2022 una simile covata malefica dopo aver dilapidato l'intera eredità sentimentale di Guerre Stellari. Ci vedo un insegnamento quasi veterotestamentale, in cui dalla disgrazia scaturisce il bene ultimo.
Eppure Andor è un'operazione sbagliata. È fatto bene e all'arte ben fatta non si può dire mai nulla, racconta una storia dall'inizio alla fine senza ricorrere a protagonisti che fanno cretinate per mandare avanti la trama, e ha dei costumi deliziosi da mangiare con gli occhi. L'architettura pseudo-brutalista sovietica di Coruscant me la porterò nel cuore.
Ma è sbagliato il tono: non è vero che si può ambientare ogni genere di storia in ogni genere di universo, potete raccontarvelo per giustificare la vostra fan-fiction erotica sugli Ewoks, ma non è vero. Ho avvertito la stessa dissonanza nei film di Batman Cavaliere Oscuro: ben fatti fin che si vuole, ma a chi giova questo iperrealismo esasperato? Parliamo pur sempre di uno che gira di notte in un pigiama con le orecchiette da pipistrello.
Avrei preferito che questi tizi talentuosi si fossero messi all'opera su un loro universo di fantasia costruito su misura per le storie che volevano raccontare, invece di forzare la mano alle storielle per bambini di Guerre Stellari. Avrei perfino rinunciato a quei meravigliosi costumi panna e turchese della Senatrice Mon Mothma, pur di non vedere tanto dolore e tanto dramma atroce nella galassia lontana lontana che amavamo da bimbi.
Credo che quella galassia lontana lontana ci attragga irresistibilmente proprio perché almeno là siamo al riparo dagli orrori della storia e della vita. Non ho bisogno di vedere la malvagità dell'Impero, soprattutto non ho bisogno che mi ricordi così da vicino i tanti Imperi malvagi della nostra galassia, e le malvagità che stanno commettendo anche oggi un poco a oriente da noi, e poi ancora un altro po' ad oriente e a sud.
Non sono pronto io: ma l'arte non va per forza accettata.

Lo-Rez: arte, storia, web design
07 . 01 . 2023

Un altro anno del coniglio

Sarebbe filologicamente più corretto ricordare il calendario cinese al suo capodanno, che non è adesso, ma visto che alla fine gli anni sono più o meno sovrapponibili è bello cominciare a ricordare che stiamo nuovamente entrando in un anno del coniglio. L'ultimo anno del coniglio c'eravamo già (stupiti?) ed è stato anche la celebrazione del nostro decennale, ricordo iniziative e progetti come se piovessero. A dieci anni sapevamo già di non essere importanti, ma di essere belli dentro, avevamo già raggiunto quell'equilibrio e quella serenità che ci ha permesso di andare avanti per altri dieci anni e qualcosa di più.

Si, quando andiamo in vacanza e magari non lasciamo casa alla fine ci dedichiamo con gusto ai videogiochi. Soprattutto da vecchi, come siamo noi, è proprio difficile non vedere nei videogiochi una sorta di perdita di tempo, ahimé, quindi è necessario che di tempo ce ne sia tanto, così da poterlo spendere anche in queste facezie e futilità.
Ho confessato settimana scorsa di aver intrapreso Death Stranding e giuro che la mia idea era di non parlarne più, per non ricalcare quello che si è già detto negli ultimi anni. Il destino, sulla cui bastardaggine abbiamo riflettuto tutti almeno una volta, in questo ha deciso di aiutarmi, visto che il gioco, improvvisamente, da ieri sera, ha smesso di girare fluidamente.
Una delle cose che più mi aveva stupito era come il gioco, pronti-via, fosse reattivo anche sul mio PC non esattamente di ultima generazione. Non ero interessato al super dettaglio o alla super risoluzione, ovviamente, ma al fatto che era assolutamente giocabile. Dopo aver risolto anche un paio di fastidiosi bug che, a sentire l'internet, affliggevano la comunità in generale, ero convinto di aver raggiunto uno status stabile, uno status tale da permettere solo alla noia di fermarli dall'andare su e giù per l'America (quel sogno chiamato America prego) a ricostruire strade. Invece ieri, dopo aver giocato alcune ore (e aver ricostruito strade eh) ho fatto un po' altro col PC, dove per altro si intendono cose normalissime, e infine, nel ricollegarmi mi sono trovato improvvisamente davanti a un gioco che scattava oltre i limiti del plausibile, inutilizzabile.
Da cosa dipende ciò? Non l'ho ancora scoperto. Ho ovviamente reinstallato i driver della scheda video due o tre volte, quello che sospetto, non prendetemi per pazzo, è che qualcosa sia accaduto nel pluggare il PC nella televisione di casa. E' una cosa che faccio spesso, visto che SkyGo non ha una condivisione video come si vorrebbe nel 2023, e già altre volte ho visto delle reazioni strane del mio PC a questo fatto, come per esempio la disinstallazione dei driver della scheda video (giuro, è accaduto).
Ora sono in quel tipico limbo degli utenti Windows, quando non hai più idea di cosa CLICCARE, quasi rassegnato a essere perduto. Capirete che, avvinto in tale sconforto, parlare di cronopioggia o di consegna di pizze in orizzontale non mi viene troppo spontaneo.

Sapete che è uscito un film di Avatar? Se guardate l'internet non l'avrete, immagino, notato. Ma Avatar 2 è un po' un film calabrone, secondo tutti non può avere successo, ma lui non lo sa e quindi ha già incassato più di un miliardo di dollari. Vorrei potervene parlare estesamente dopo la visione, credo che andrò a recuperarlo anche se non ho ancora ben presente quando. Il primo Avatar, in realtà, è scivolato in mezzo a noi come acqua senza intaccare il nostro immaginario. Non c'è proprio nessuno che si sia interessato alla cultura dei Na'vi o alle altre cose proposte nell'opera di Cameron. E' giusto così, tutte le ide contenute in Avatar sono basic, non c'è niente che accenda realmente l'immaginazione. Fisiologicamente, sempre in cerca della cura per l'immaginario moderno, forse il fatto che Avatar fosse così e che Avatar 2 sia altrettanto così è inevitabile. La realtà è che anche le idee con cui Cameron ha forgiato la nostra infanzia (Terminator e Aliens in primis) erano idee molto minimali, tanto che a espanderle si è sempre fatto fatica, però ai tempi il semplice apparire su uno schermo ti dava una tale magia che poi quello che vedevi te lo portavi a casa. Ora siamo un po' anestetizzati in questo senso e niente può sopravvivere senza delle radici. Allo stesso tempo però non siamo pronti ad accettare in una pellico o in una serie TV troppe informazioni e quindi quelle radici non possono essere nel prodotto stesso, ma altrove. L'MCU, le serie Star Wars e molto di quanto ci viene proposto hanno radici molto robuste, ma che sono state create altrove, indietro negli anni.
Per questo Avatar è semplice perché così stanno le cose ed è semplice perché non può essere altrimenti. Quindi non avremo meme di Avatar sull'internet. Ma Cameron avrà comunque il suo miliardi di dollari. Se io fossi un esperto di Marketing moderno comincerei a sospettare di aver sbagliato qualcosa, con le strategie degli ultimi anni, ma fortunatamente so che l'internet (che invece domino benissimo), non me lo rinfaccerà mai.

Intanto hanno cancellato 1899. Non mi strapperò i capelli..

“'Cause I've got friends in low places / Where the whiskey drowns and the beer chases my blues away / And I'll be OK / Yeah, I'm not big on social graces / Think I'll slip on down to the oasis / Oh, I've got friends in low places”

Cymon: testi, storia, site admin