Strip
serie
551, 04/02/2012 - Cerchi nella polvere
551
04 . 02 . 2012

Sepolti sotto la neve

Sì, vogliamo credere. I miti sulla Gente delle Pulizie esistono in tante culture differenti; in ogni ufficio, spesso a tarda sera o sul far dell'alba, c'è chi giura di aver intravisto sagome umanoidi aggirarsi chine tra i cubicoli. L'ufficio di Neo & Gödel non fa eccezione.
Siamo ritornati ad occuparci oggi di quest'altro filone della nostra serie Jobs dopo alcune settimane dedicate alla nuova avventura professionale di Cloud e Link, ed è come rientrare a casa, raccogliersi attorno al focolare domestico, perché sono queste strip le più autobiografiche per noialtri autori. In effetti si sente davvero il bisogno di un focolare, sepolti come siamo sotto la neve. Un tempo piuttosto adatto a trastullarsi coi giochini elettronici, se non siete fan degli sport invernali. E puntualmente ecco venire in nostro aiuto, ad esempio, Final Fantasy XIII-2.
Ne ho già parlato al momento dell'uscita nella sua terra natia, nell'Oriente lontano, ma questa settimana il gioco esce anche in Occidente, e possiamo concederci un altro momento di giubilo & gioia incontenibile. È un buon gioco, che in alcuni ambienti è diventato di moda disprezzare e schernire solo per darsi arie da intenditori, da nostalgici dell'epoca dell'oro. Ogni campo dell'arte è purtroppo tormentato da individui di questo genere, miserabili nullità che è preferibile ignorare. Trallalla...

Chi invece aveva l'intenzione di orientare i propri interessi ludici su qualche titolo di Ubisoft, per trascorrere le ore più rigide della bufera siberiana, a quanto pare capita male. Grazie alle miracolose funzionalità DRM che proteggono gli amati clienti paganti, infatti, i giochi di Ubisoft non saranno utilizzabili a causa di manutenzioni non meglio definite ai server remoti da cui dipende la loro fragile esistenza, e fino ad una data non meglio precisata. Nel frattempo, i pirati farabutti che hanno scaricato copie illegali del gioco potranno continuare a giocare indisturbati. Ciascuno tragga le sue conclusioni.
A proposito di giochi che fanno arrabbiare chi è abbastanza sfortunato da giocarli: The Witcher 2. Pare che stia uscendo la versione per Xbox 360, e per l'occasione è stata realizzata una scena filmata che narra l'antefatto del gioco.
Potrebbe sembrare un po' prematuro, considerato che siamo appena a febbraio, ma faccio fatica a credere che quest'anno possano uscire video più belli di questo. Naturalmente, apprezzare il gioco è un altro discorso.
Anzi, un filmato così eccellente mi fa ancora più rabbia, perché nel gioco in sé non vi è nulla di neppure lontanamente paragonabile. Il fatto poi che sia un antefatto è quasi una beffa crudele. The Witcher 2, infatti, non finisce: il finale (attenzione!) consiste in una inquadratura statica di due statue di sale inespressive che con un mediocre doppiaggio spiegano in maniera noiosissima le ovvie svolte della trama. Per circa un quarto d'ora. Insomma, c'era disperato bisogno di una conclusione degna di questo nome... e invece vanno a fare un ennesimo prologo. Però è venuto bene, bisogna ammetterlo.

Lo-Rez: arte, storia, web design
04 . 02 . 2011

Tales from the darknet

La strip di questa settimana di M.it mi piace sul serio e ve lo voglio dire perché mi capita raramente. Certo, il materiale di partenza era ottimo da prendere in giro e anche questo conta.
Posso linkarvi spudoratamente la strip di M.it questa settimana perché stiamo pubblicando con del colpevole ritardo dovuto alla mia Real Life. Ce ne scusiamo.

Come ho avuto modo di scrivere su tumblorotto ho passato le ultime settimane a scervellarmi su un quesito che, curiosamente, non sembra essere molto discusso nella internet, sebbene secondo me dovrebbe.
Prendete in mano Google un attimo e provate a fare una ricerca come si facevano una volta. Ovvero non una ricerca sulla internet per sapere qualcosa della internet, ma una ricerca per ottenere informazioni su qualcosa, una ricerca simile a quelle che si facevano una volta quando si "andava in biblioteca".
Facciamo un esempio, mettiamo che la maestra voglia che voi gli facciate un tema su Emilio Salgari. E' una keyword qualunque. Mettete Emilio Salgari nella search bar e guardate i risultati. Ok, il primo risultato è Wikipedia, ma mi interessa poco. Non perché non sia quello che state cercando, ma perché se state veramente facendo una ricerca non potete farvela bastare. Non vi dovreste mai far bastare niente, in una ricerca. Nemmeno una Treccani, nemmeno se poteste telefonare a Salgari in persona. Quindi ok, avete wikipedia, ma vi serve anche altro.
Dietro wikipedia, ormai, Google è pieno di rumore e caos. Vorreste dei discorsi completi e intelligenti e invece vi trovate spersi in negozi di libri, frammenti di citazioni, testi che si ripetono e ripetono tutti uguali per dire niente. Nulla che possa servire alla ricerca.
Una volta, inutile dirlo, non era così. Ma le pagine internet una volta erano un milionesimo di quelle che sono ora. Quindi le pagine di Emilio Salgari erano probabilmente cinque. E tutte e cinque parlavano di lui. E visto che non aveva senso copiarsi, in un universo così ristretto, ognuna era buona per farci qualcosa.
Oggi le pagine utili di Salgari sono cinquecentomila, ma annegate in cinquanta milioni di pagine inutili. E, mi spiace, i motori di ricerca in realtà non vi sono d'aiuto. Tra strategie di marketing, SEO e malizia ormai i motori di ricerca ti mostrano "cose" che in certi contesti vanno bene, ma non se state facendo una ricerca.
Il mio studio è partito da un presupposto abbastanza banale: la media delle pagine internet non ha molto testo. Non ha senso ne abbia. Un sito internet deve essere di rapida fruizione. Ma in internet ci sono anche "testi", costituiscono una minoranza, magari sono spersi nell'archivio di qualche banca dati, ben lontano dalle homepage, ma esistono. E tra quelle pagine ci sono quelle che ci interessano, quelle adatte a una ricerca.
Ho scriptato una roba (il codice perl potete recuperarlo qui) che recupera 2000 risultati di google e li riordina secondo i blocchi corposi di testo che vi trova dentro.
Non sono sicuro di essere riuscito a ottenere esattamente quello che cercavo. Ma quello che ho trovato è interessante. Perché comunque un lavoro del genere fa emergere pezzi di internet che, invece, vanno inevitabilmente alla deriva. La cosiddetta darknet di oggetti che per il semplice fatto di non essere facilmente ricercabili, cessano di esistere pur continuando a vegetare negli angoli della galassia cibernetica. Per questo la ricerca su Salgari ti fa scoprire due (questo e questo) libri su di lui, uno addirittura di Paco Ignacio Taibo II, oppure ti permettono di dare un occhio all'articolo che gli dedica il gazzettino. Ci sono comunque però anche delle altre biografie che comunque se si sta facendo una ricerca vale comunque la pena leggere.
Non mi affidano più molte ricerche da fare. Se volessi tirarmela potrei dirvi che mi è utile fare ricerche per i miei libri, ma neanche questo mi sembra un discorso da perseguire. Quindi, prendo questo piccolo script come una sorta di strumento di esplorazione, per andare in gita in luoghi di internet sconosciuti e nascosti, per viaggiare nella rete al di fuori delle gabbie di siti ovvi che ormai si fanno sempre più solide e rendono il nostro veleggiare, forse, un po' monotono.

“La fantacibernetica (William Gibson, soprattutto) è andata dritta al punto: nella Rete, il controllo punta alla nostra mente, alla realtà virtuale che nascerà dalle macchine digitali. Ha anticipato e narrato un grande teatro nel quale siamo chiamati a ruoli che ci immergono nella illusione di infinita libertà.
E' una libertà che avrà ben presto le caratteristiche di cui ha parlato Dahrendorf: intatta, per chi si fa soltanto i propri affari e non disturba altri disegni. Quali disegni?”

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