Strip
serie
970, 06/06/2020 - Risk assessment temporale
970
06 . 06 . 2020

Un futuro nebbioso

Conoscere gli errori della Storia non ci esime dal ripeterli, poiché essi rappresentano la nostra natura.
Vale per noi come per Gödel, che in questa strip dimostra di non aver ancora imparato a fare promesse che non riuscirà a mantenere... il che, del resto, è il mestiere stesso di Ingegnere (delle Tenebre). Era già successo.

Questa doveva essere la settimana delle Grandi Rivelazioni, in cui i cieli si sarebbero aperti per manifestare al mondo la conoscenza segreta. Di Playstation 5.
E caspiterella, se una rivelazione c'è stata! È stata però purtroppo una rivelazione d'altra specie: è stata la conferma che viviamo ormai nel futuro spesso favoleggiato dai nostri antenati (e da noi stessi qualche anno fa).
“2020” suona fantascientifico solo a pronunciarlo, ma a suo favore bisogna ammettere che si sta impegnando davvero un sacco per mantenere le sue promesse. Solo che nessuno glielo aveva chiesto.

L'arte manifesta oggi tutto il suo potere profetico: da ultimo, anche il finale di Joker si è fatto realtà immanente nelle strade di Gotham City invase dalle folle su uno sfondo di fuoco e fiamme.
E dunque oggi accade che tutta l'industria dell'Intrattenimento sospende le campagne pubblicitarie, ancora, dopo che già erano state stravolte dalla ben nota Situazione; e lo fa perché nel più grande mercato del mondo l'opinione pubblica ora è distratta da altri eventi, che saturano tutta la banda dei social network.
Si tratta di pura Teoria dei Segnali. Ogni altra motivazione addotta da queste Megacorporazioni è quantomeno ipocrita.

E dunque oggi più che mai FTR SVETTA ALTO E LUMINOSO nei cieli dell'Internet, come un Bat-Segnale contro le nuvole infuocate di Gotham...! FTR non ha abdicato alla funzione prima dell'Arte, che è: non servire a nulla.
Il mondo è grande, e mentre una parte annega nella schiuma delle sue iniquità, un'altra ha la testa tra le nuvole: come SEGA, che ha annunciato il suo Fog Gaming. Un annuncio assai, ehm, nebuloso, ma comunque affascinante: ha a che fare con i cabinati arcade che tuttora fioriscono in Giappone, che saranno in qualche maniera collegati a dei server tramite lunghi cavi che arrivano fino alle nuvole, in modo che i videogiocatori nipponici possano usufruirne anche quando riposano nella comodità dei loro monolocali da 20mq.
C'è un che di terrificante, nel pensare agli “antri elettronici dove i computer cantano e i terrestri giocano [...] Questi affabili robot che giocano con te in cambio di soldi“, strappati al loro meritato riposo durante le ore di chiusura e connessi a una crudele Matrix che sfrutta la loro potenza di calcolo per non si sa bene quale scopo. Come un Matrix al contrario, con i robot schiavizzati.
Apprezzo molto anche la vaghezza di questo annuncio (le barriere linguistiche di certo non aiutano): mi sembra un insegnamento molto prezioso in questi tempi strani e interessanti. Perché è il mondo stesso ad essere vago e confuso, e la nostra conoscenza di esso è per forza incompleta. Il modello matematico del mondo è un caos ingovernabile, altro che il computer di Westworld e le sue “divergenze”: la divergenza è una costante, è una legge di natura.
Ce n'è abbastanza da uscire pazzi. E in effetti...

Lo-Rez: arte, storia, web design
06 . 06 . 2020

Black Lightning

FTR prese la santa decisione, diciannove anni fa, di parlare di videogiochi e nient'altro. Quindi, quando ci sediamo qui a scrivere la nostra column settimanale, il nostro dovere è ignorare l'attualità. L'attualità, però, nell'ultimo periodo, fa di tutto per farsi notare, tipo una donna nuda spalmata sulla finestra del tuo balcone che agita le braccia. E non è che sia poi sto bel vedere, l'attualità, preferiremmo vedere nude la storia, l'arte, la filosofia. L'attualità fa un po' paura.
Uno dei buoni motivi per tenerci lontani dall'attualità è che, oggettivamente, perché vorreste sentire da me qualcosa sui grandi temi? Chi è Cymon per poter aggiungere qualcosa? Volete enunci una di quelle belle frasi fatte che galoppano per l'internet o una di quelle citazioni sontuose di cui tutti si riempiono la bocca? Volete della retorica? Non ci metterei niente a cucinarvela. Volete applaudire a della retorica? Certo, ci fa sentire meglio. Ma la retorica è un vuoto giocattolo per narcisisti, quando è usata lontano dal giardino che ci compete.
Eppure possiedo anche dei ragionamenti miei. E questi ragionamenti miei stanno qui in basso, qui con me, dove non vi interessa ascoltarli e coinvolgono temi frivoli, esattamente i temi che di solito vengono raccontati qua su FTR, eppure trascinati nell'attualità, quando si intersecano con le cose che contano.
Ma quindi Cymon vuoi mischia... (scusi, ma lei chi è che parla, eh?) mischiare le cose importanti, le cose che ci fanno sentire adulti, le cose serie con i videogiochi, la televisione, le frivolezze, le pinzillacchere? Non credi che questa sia una mancanza di rispetto? Credi che tutto sia un gioco? Credi che tutto meriti una cèlia? No, io credo che il mondo sia un fluido reticolo di interconnessioni e la verità è che noi piccole creature non interagiamo coi grandi temi, ma dei grandi temi otteniamo dei riverberi, delle vibrazioni, che discendono giù fino alle nostre vite. E se non accettiamo di essere piccoli, se non accettiamo quale è il nostro punto d'osservazione e quanto è piccolo il buco della serratura da cui guardiamo il mondo (l'internet, ah ah ah ah ah) allora finiremo sempre col fallire la prospettiva.
E sta premessa la chiudiamo qui e fate il piacere di leggerla prima di saltare la paragrafo sotto.

Mi sono messo a guardare Black Lightning perché con tutto quello che succedeva stavo finendo le cose stupide. Ne ho riso. Ho riso della sua sfacciata e ingenua caratterizzazione culturale. Perché Black Lightning è quella tipica, legittima operazione di targettare un certo prodotto su una minoranza, così da agganciare quel bacino di utenza. Prima che arrivasse l'attualità ho creduto che fosse sfacciatamente ruffiano, come quelle strizzate d'occhio che odiamo tanto in altri prodotti eppure ho creduto che fosse altrettanto ingenuamente una cosa buona, che fosse una stupida, ma sana pratica di integrazione.
Nel nostro ventunesimo secolo in cui abbiamo scoperto un po' con orgoglio e un po' con paura di essere prodotto, dopo aver capito che l'economia gira su quello che siamo ancor prima di quello che possediamo, vedere anche le minoranze come prodotto, esattamente al nostro stesso livello, è un bizzarro modo di considerarle integrate. E, paradossalmente, è anche un seducente modo di distorcere la nostra visione delle minoranze stesse, credere che dare loro il diritto sempre più sacro di "comprare" sia dargli tutto quello di cui hanno bisogno.

Poi è arrivata l'attualità e dell'attualità non parleremo. Non parleremo perché abbiamo ancora le nostre regole da rispettare. Però, stranamente, dopo tutta quell'attualità, mi sono ritrovato a pensare a Black Lightning con un sottile disagio.
Perché alla fine ti accorgi che, per l'appunto, l'integrazione che arriva tramite questo tipo di prodotti è solo una crosta, è qualcosa che viene costruito al di sopra della realtà, un guscio coprente, spesso, solido che raggiunge, sicuramente, i neri d'America come mercato, ma che lo fa dall'alto, e in qualche modo esclude te, che invece stai geograficamente e socialmente da tutt'altra parte, dal contatto con la realtà.
Precisiamo. Io credo che nella sua ingenuità questi stupidi e idioti serial di Supereroi un po' ci credano alla promozione dell'integrazione, della libertà di pensiero e della pace sociale. Non fanno niente di sfacciatamente pedagogico (e li ringraziamo per questo), ma semplicemente mettono le cose in scena senza circoletti rossi, senza fartelo pesare, senza additare le diversità, fornendotele come dato di fatto. E' anche l'unico modo in cui puoi raccontare una comunità di colore funestata dalla povertà e dalla criminalità e allo stesso tempo rimescolarla con un omone che va in giro vestito come un'insegna di uno strip-club. Puoi farlo solo se riesci a dire che la prima cosa è reale, è un dato di fatto, è in mezzo a noi. Dopo che questo è accettato puoi dedicarti al tizio che spara fulmini.
Eppure non è vero che stai accettando qualcosa, non è vero che stai rappresentando una realtà. O meglio, più che non essere vero non funziona. Non funziona perché la narrazione è corrosione della realtà. E allora per quante scene terribili vuoi portare su schermo, per quante immagini "che fanno riflettere" vuoi usare rimane questo distacco, questo distacco contro cui ti schianti, quando ti arriva addosso l'attualità. L'attualità che è così enorme, così devastante, così oscena nel rappresentare realmente il mondo fuori dalla tua finestra.

Quindi si, io rifletto sull'attualità guardando Black Lightning. Perché Black Lightning è qualcosa che capisco. Black Lightning fa parte della mia vita. E per riflettere sulle cose, indipendentemente dalle loro dimensioni, io devo partire da ciò che conosco. E quello che mi spaventa è il divario. Non tanto il divario tra come è la vita per me e com'è per altra gente, ma il divario di quanto io posso percepire della vita degli altri rispetto alla realtà. Come alla fine rimanga un muro.
Certe immagini oggi hanno segnato un "prima" e un "dopo", in una sorta di risveglio. Un risveglio che però prima di trovarci arrabbiati (che è una cosa che ci piace fare) deve soprattutto trovarci umili (che è una cosa che sopportiamo poco) perché se rapidamente cominciamo a tessere nuove narrative ci troveremo semplicemente in cima a un'altra crosta. E sotto la nuova crosta continueremo a farci andare bene tutto.

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