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serie
957, 07/03/2020 - Schemini belli
957
07 . 03 . 2020

Un po' troppo

Il mondo assomiglia sempre più a Death Stranding: non anno dopo anno, ma settimana dopo settimana. Va bene che ci piace tanto, ma insomma così è un po' troppo! I fattorini assurgono ad angeli salvifici di un'umanità spezzata e dispersa, il culto dell'abbigliamento tecnico diventa indispensabile in un ambiente sempre più ostile. L'inferno sono gli altri, eppure restare uniti è l'unico modo per sopravvivere.

L'industria videoludica continua a sfornare a pieno regime titoli per l'addestramento alle dure realtà post-apocalittiche, ma evidentemente non basta, il pubblico è insaziabile.
Questa penuria di videogiochi decenti in questo periodo non ci voleva proprio, ma se non altro se ne può approfittare per recuperare qualche arretrato. Tutto, pur di stare lontani dai Social Network: i Social Network stanno ai giorni nostri come i supermercati ai film di zombie anni '70.
E poi c'è il cinema: qui ne parlo tanto e spesso, e ribadisco che ci sono pochi film come Uncut Gems o Mademoiselle (anche detto The Handmaiden, che in effetti è l'altro personaggio del film) per portarvi via dal momento presente e scaraventarvi nelle vite di altre persone.
Il nostro sensei, nonché guida spirituale Hideo Kojima sembra aver apprezzato un certo cartone giapponese, Made In Abyss, ma non lo consiglierei certo per calmare i nervi scossi: sarà anche un capolavoro, ma succedono cose molto brutte a personaggi molto teneri, e io ne faccio volentieri a meno.
Forse Kojima sta studiando per il suo nuovo gioco, che purtroppo sarà un horror, anche se per sua stessa ammissione non riesce a guardare i film dell'orrore perché ha troppa paura.

Pochi giorni fa ha fatto il suo debutto qualche video del nuovo Baldur's Gate, ma anche in questo caso non ci siamo: l'orrore e la violenza sono tali da rendermelo ancora più antipatico, non bastasse il semplice fatto che si tratta di un dannato gioco di ruolo occidentale.
Insomma, uno si aspetta il solito fantasy con la direzione artistica inesistente e super-scialba, rassicurante nella sua banalità... e invece si ritrova bombardato di scene di inaudita crudeltà. Va bene che l'ambientazione si basa su una lunga tradizione di Dungeons & Dragons, ma questo spettacolo presentato col fotorealismo moderno è un pugno allo stomaco.
Comincio a capire cosa si prova ad essere lasciati indietro dallo Spirito dei Tempi: semplicemente molta roba che va di moda oggi non fa per me. Il sovraccarico di stimoli e opere audiovisive porta all'apatia, e per scuotere il pubblico serve roba sempre più estrema. E delle due forme di stimoli estremi, il cinema e i videogiochi occidentali moderni permettono soltanto la violenza, mentre l'altro (ben più morbido) resta anatema.

Meglio dunque restarcene rintanati nelle nostre confortevoli tane da conigli, e pensare solo a coniglietti bianchi e morbidi che ruzzano felici nei prati... Ad esempio mi sembra promettente leggere un classico della comicità come Guida Galattica per gli Autostoppisti, che oltretutto è disponibile anche in forma di audiolibro gratuito offerto dalla RAI.
(In quest'ultima forma però occorre fare attenzione: sito, app e tutto quanto non funzionano affatto, e il semplice atto di provare a far partire quel dannato audio rischia di portarvi all'esaurimento nervoso.)
Tra un mesetto si apriranno i cieli e ritornerà tra noi Final Fantasy VII: si dice che il suo secondo ritorno coinciderà con la fine del mondo, ma forse è solo una coincidenza.

“– Ci dev'essere un errore – disse. – Non sei forse un computer più grande del Gargantucervello Miliardo di Maximegalon, che può contare tutti gli atomi di una stella in un millisecondo?
– Il Gargantucervello Miliardo? – disse Pensiero Profondo con palese disprezzo. – È solo un pallottoliere. Non menzionatelo nemmeno!
– E non sei forse – disse Fook, protendendosi ansiosamente in avanti – un analista più grande del Pensatore della Stella Googlepex, nella Settima Galassia di Luce e Ingegnosità, il quale sa calcolare la traiettoria di ogni singola particella di polvere per tutta la durata delle tempeste di sabbia di Dangrabad Beta, che si prolungano per cinque settimane?
– Cosa volete che sia una tempesta di sabbia che dura cinque settimane? – disse Pensiero Profondo, altezzoso. – Chiedete una cosa del genere a me, che ho contemplate addirittura i vettori degli atomi dello stesso Big Bang? Non seccatemi con queste robette da calcolatori tascabili!
I due programmatori rimasero per un attimo immersi in un imbarazzato silenzio. Poi Lunkwill si sporse di nuovo in avanti.
– Non sei forse – disse – un dialettico più diabolico del Grande Attaccabrighe Neutronico Iperbolico Onnianalogico di Ciceronico 12, detto anche il Magico e l'Infaticabile?
– Il Grande Attaccabrighe Neutronico Iperbolico Onnianalogico – disse Pensiero Profondo scandendo le parole – potrebbe a furia di parlare far perdere le zampe a un Mega-asino di Arturo, ma solo io potrei poi persuadere questo a camminare, dopo.
– Allora dov'è il problema? – chiese Fook.– Non c'è nessun problema – disse Pensiero Profondo, con voce squillante. – Semplicemente, io sono il secondo più grande computer dell'Universo dello Spazio e del Tempo.”

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07 . 03 . 2020

L'ingegnere nell'alto castello

Abbiamo ribadito abbastanza in questi luoghi quanto sono belli gli schemini? Quanto ti permettono di salire in groppa alla conoscenza e prenderne il controllo, quanto riesco a farti ragionare abbastanza velocemente per raggiungere il senso delle cose? Pur essendo un ingegnere dentro non ho mai avuto quella mente matematica superiore che ogni tanto si vede nei film, quella cosa che ti permette di sentire i numeri e i passi logici e quindi ti rende istintivo fare connessioni. Ho sempre cercato di sopperire a questo mettendo su carta anche le cose più banali perché così, una volta tirate fuori dal mio cervello, riuscivo ad affrontarle con calma, riuscivo a vederle e quindi magari ero anche in grado di evidenziare quei percorsi e quelle logiche che finché era tutto nella mia testa non mi era possibile intuire.
Questa passione per gli schemini, paradossalmente, è sempre stata fortemente analogica, perché uno schemino è necessariamente libero, deve poter essere disegnato il più prossimo possibile a come si pensa, non può essere mediato. Per questo ben vengano i fogli a quadretti, gli angoli di tovagliolo, il retro di roba stampata, i fax da buttare via (?). Per la mia attività di scrittore (che per la cronaca quest'anno è andata meno bene degli altri anni) ho addirittura un Quablock, un coso fisico come si usava a scuola, in cui non solo scrivo gli schemini, ma posso anche spostare le pagine avanti e indietro per organizzare il lavoro e rimescolare le carte. Tutto strettamente fisico.
Per la mia attività lavorativa, invece, ho trovato un piccolissimo tool, VUE che manca praticamente di tutte le feature che vantano tutti i programmi del genere e alcuni bug che si possono definire feature a stento (in mancanza d'altro), ma è semplice e stupido e quindi, messe a disposizione alcune funzionalità, ti lascia esattamente quella libertà di cui parlavo prima.
La letteratura dell'informatica è piena di tomi che raccontano linguaggi visuali per descrivere schemi e strutture, appartengono in gran parte a quella larga parte della disciplina che poi ricade nel progettare sistemi JAVA in cui il linguaggio di riferimento è talmente rigido che alla fine scritture del genere possono essere riportare uno a uno nel codice. Personalmente credo che ci sia un valore in tutto questo tipo di studi, ma l'uso di "grammatiche" visuali molto rigide è qualcosa da adottare quando ci si trova appunto dentro un sistema di sviluppo che possa poi rigidamente usarle. Se il vostro scopo è raccontarvi cosa state facendo e annotarvi come sono fatte le cose meglio farlo secondo il vostro istinto.

Siamo ormai dentro FFVII Remake fino al collo, c'è in giro tanto di quel materiale che potreste guardarlo giocare quasi tutto solo saltellando tra una testata giornalistica e l'altra. Io ho già dato e poi non ce l'ho mica una console moderna su cui farlo girare, quindi lascerò che altri ne godano (e ne parlino qui, ho in mente un nome...). Quello che mi piacerebbe, come antropologo, è però vedere una nuova onda di videogiocatori delle ultime generazioni riscoprire il gioco, soprattutto in termini di storia e emozione e ripropore il loro sentimento sui social network come noi non abbiamo potuto fare negli anni 90. Ho visto Twitter esplodere per mediocri film Netflix unicamente perché erano su Netflix, credo ci meriteremmo un'onda di gente che piange Aerith o rimane sconvolta dal passato di Cloud. Credo che ci meriteremmo dei meme a riguardo, da capo. Mentre te, bimbominkia che chiederai perché non hanno usato un Phoenix Down, te no, te torna su Fortnite.
Io, che settimana scorsa ero a casa con niente da fare (ma dai) forse colto dal vento dello Zeitgeist ho avviato per la prima volta Wild Arms, che è l'altro grande JRPG incluso nella versione standard della Playstation Classic. Ho accumulato un'oretta e mezza di gioco che non ho ancora rabboccato dopo sette giorni. Se accadrà ne parlerò diffusamente qui.

Chiudiamo. Ho recuperato la prima stagione di Westworld in binge-watching e questa settimana andremo con la seconda. Poi saremo in prima fila con il resto del pubblico per la terza. Perché non ho guardato Westworld al tempo? Perché guardarlo adesso? Oggi da dichiarazione d'intenti, l'ENORME editoriale più avanti.

“E anche se non mi hai detto mai "quanto sei bella" / Io non ho mai smesso di sorridere / E anche se non mi hai detto mai "amore, aspetta" / Tutto quello che resta quando penso a te è / Musica e il resto scompare / Musica e il resto scompare / Musica e il resto scompare / Musica e il resto scompare”

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