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876, 21/07/2018 - Tavolette di cera
876
21 . 07 . 2018

La donna di sabbia

La vampa feroce dell'estate non risparmia neppure i recessi climatizzati del data center dove lavora il nostro Bob... ma che dico, dove regna sovrano!
E così quel piccolo mostriciattolo tanto adorabile e tanto attuale, con la pancetta e il suo ciuffo biondo ribelle, trova il modo di farsi le lampade anche mentre Amministra i Sistemi che gli sono stati affidati... questa è dedizione vera all'estate!
Non come noi, che la accettiamo di malavoglia ogni anno alla fine della primavera, ce la ritroviamo tra i piedi all'improvviso, sempre troppo presto, e infine ci abbandoniamo con ritrosia al suo abbraccio salmastro e infuocato.

L'estate è un'amante troppo focosa. Non siamo più dei ragazzini.

Ma no, l'estate ci piace ancora. Non andartene mai più, estate! Anche quando sembri soffocante come la sabbia demoniaca di La Donna Di Sabbia (1964).
Perfino i videogiochi vengono cancellati, annichiliti, spazzati via dal glorioso splendore dell'estate. Fuggite, piccolini, andate a nascondervi all'ombra e al fresco, ci vediamo a fine settembre.
Ogni tanto fa capolino una notizia di gossip sul misteriosissimo gioco di Hideo Kojima, ma del resto si tratta di una strategia precisa messa in atto dal nostro, che deliberatamente ci confonde, e al contempo dissemina indizi. Kojima ha già cominciato a giocare con noi, se solo vogliamo assecondarlo. Death Stranding ha già cominciato a regalare divertimento, a occuparci la mente, a uno o due anni di distanza dalla sua uscita.
Più ci penso e più mi incuriosisce, questa simulazione di fattorino attraverso un mondo sconvolto. “Ricostruire le relazioni tra le persone”, eh? Profetico come sempre.

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21 . 07 . 2018

Tavolette di cera

Le tavolette di cera, come uno dei primi esempi di supporto riscrivibile della civiltà, si possono mettere all'inizio di tutto. Sono state il primo metodo di archiviazione dati, sono state il primo mezzo di comunicazione asincrona, sono state, perché no, il primo foglio excel, perché comunque un mezzo per scriversi giù i conti ha sicuramente reso i conti più semplici da fare.
La matematica prima dell'era dei computer è un mondo affascinante e selvaggio di gente che doveva avere una vera e propria concentrazione zen per riuscire a realizzare qualcosa di sensato. Il calcolo è stato una vera e propria disciplina a sé per lunghi decenni, una disciplina che doveva avere delle liturgie tali da permetterle di non sbagliare, pena lasciare il povero umano in mezzo a una selva di numeri, senza possibilità di uscita. Purtroppo gran parte di questa disciplina è divenuta rapidamente obsoleta oggi, con queste macchinette che spostano tutte le lucette e ti permettono di infilare dentro formule lunghe a piacere, però penso che siano delle cose che andrebbe recuperate, anche solo come disciplina mentale, come allenamento, o anche come diverso approccio didattico al mondo dei numeri. Ogni tanto sarebbe sano convincerci che la nostra mente può fare cose meravigliose, da sola, nel momento in cui viene addestrata a farle. Si, lo so, i computer, in un modo o nell'altro, li abbiamo inventati noi, ma creare macchine è sempre una conseguenza dell'aver superato i nostri limiti interiori.

E' un'estate un po' malinconica, questa del 2018, un'estate che continua ad alternare caldi ardenti con tempeste clamorose (che fulmini, l'altra notte, signori). Un'estate in cui sento, ahimé, di aver fatto un ulteriore gradino verso l'apatia, non solo videoludica, ma anche cinematografica. L'omologazione a cui siamo giunti oggi, ma soprattutto la totale assenza di sottoboschi che le sfuggano, almeno per quello che mi è dato sapere, mi ha fatto perdere qualunque desiderio di elettrizzarmi. Riesco ancora a seguire con un po' di passione le serie TV, ma sempre tenendo a mente che sono un divertimento minore e che devo approcciarle con leggerezza, ancora una volta contro i soloni globali che invece ci raccontano che sono la nuova frontiera della narrazione per immagini. Io sono fatto così, avrei bisogno di qualcuno che mi dimostri che le cose si possono fare diversamente, ma per ora l'unico modo in cui riesco a ottenere ciò è guardare sceneggiati RAI anni 70 e film anni 90. Prendete Demolition Man, per esempio, un film che non avevo mai visto e che ho recuperato oggi. Il suo assurdo machismo, la sua ironia un po' caciarona sulla carta igenica e le parolacce, il suo nemico ghignante e genuinamente cattivo, senza profondità, possono sembrarvi dei giochetti immaturi e invece secondo me raccontano molto più di quanto faccia tanta cinematografia moderna. Lo urlano, come una canzone tutta fatta di growl che rifiuta il concetto di accordi, lo stonano, come certa musica quasi canticchiata da gente innamorata più delle parole e che degli strumenti, ma almeno non lo appiattiscono su dell'assurdo pop che domani sarà già da tutti dimenticato.

Forse si, se ancor oggi facessimo conti su tavolette di cera, saremmo persone migliori. Magari avremmo meno possibilità di raggiungere Marte, ma probabilmente avremmo più facilità nell'afferare il senso del perché andarci.

“I am a poet in deeds--not often in words.” - Goldfinger

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