Strip
serie
594, 15/12/2012 - Il gioco dello SCRUM
594
15 . 12 . 2012

The Phantom Pain

Nei rari momenti di lucidità che mi capitano, mi astraggo da quello che facciamo da 11 anni su questo fumetto online e mi spavento io stesso per la profondità delle ossessioni che coltiviamo.
Insomma, prendiamo la strip di oggi. Cymon ha condensato in tre pannelli: oscuri riferimenti a giochi di ruolo da tavolo (a occhio Dungeons & Dragons Seconda Edizione); ancor più criptici riferimenti alle viscere più profonde delle scienze informatiche; un personaggio dei videogiochi non facilmente riconoscibile a prima vista.
Ad ogni modo questa strip sarà ricordata nei secoli perché segna l'esordio del nuovo cardigan di Gödel. È quasi uguale al vecchio, lo so, ma Gödel è un tipo abitudinario, che ama conservare i suoi piccoli rituali quotidiani. Anche lui però si è voluto dare un contegno: si è messo la cravatta dentro, come già nella strip scorsa Neo si era infilato la camicia nei pantaloni.

Piccoli ingegneri crescono.

Questa settimana il piccolo mondo dell'Intrattenimento Elettronico è stato scosso da un evento che mi ha lasciato elettrizzato, sovraeccitato, e un pochino sconvolto. Hideo Kojima mi fa questo effetto.
A un evento di grande importanza mediatica, che non ho seguito ma che a quanto pare equivale alla serata degli Oscar cinematografici, oltre ai soliti grandi nomi è stato presentato un gioco nuovo sviluppato da una società mai sentita prima: The Phantom Pain. O almeno così volevano farci credere: dopo 5 secondi di filmato appare però evidente a chiunque che questo progetto porta la firma di quel volpone di Hideo Kojima. C'è scritto “Kojimata”, grosso come una casa, su quei due minuti di video. Sono due minuti che sprizzano “kojimate” da tutte le parti.
Il video è stato prontamente analizzato, fotogramma per fotogramma, dagli immancabili ossessionati con un sacco di tempo libero: che mondo triste sarebbe senza di loro! I nostri eroi hanno pubblicato la loro approfondita indagine su un forum... il verdetto: si tratta di Metal Gear Solid 5.
Le prove sono inconfutabili: l'idea del vero titolo del gioco nascosto in piena vista dietro il falso titolo, in particolare, mi sembra un tocco geniale che richiama lo stile di gioco di Metal Gear Solid, quel genere di guizzo geniale che oggi soltanto Kojima è in grado di fornire a questa industria. E poi c'è il protagonista del video, che pur non essendo mai inquadrato in volto porta tutti i segni distintivi di Snake, compresa la cicatrice che è apparsa in un altro titolo della serie, Ground Zeroes.
E qui sorge una certa confusione, perché appunto poco tempo fa è stato annunciato Metal Gear Solid: Ground Zeroes, che in teoria è il prossimo gioco nella serie. Ma ora ecco spuntare questo presunto MGS 5... sarà un depistaggio, una manovra diversiva, o un tentativo di intorbidire ancor di più la trama della serie, come se già non fosse abbastanza incasinata? Kojima stesso ha affermato che Ground Zeroes sarà il prequel del quinto capitolo della serie, ma di certo nessuno si aspettava che questo quinto capitolo fosse annunciato così presto.
Comunque sia il video è eccezionale come sempre, ma in fondo chisseneimporta del gioco in sé, quando solo il suo annuncio è capace di emozionare così.

“You show the lights that stop me turn to stone /
You shine it when I’m alone”

Lo-Rez: arte, storia, web design
15 . 12 . 2012

Robot che fanno cose

SCRUM è un'altra parola del bestiario dell'informatico moderno. E' un po' gioco di ruolo, anche se con regole decisamente diverse, più post-it e il poker (tutto vero). Non sono sicuro di amare questo tipo di cose. Hanno molto lo stile americano del "vieni che ti imparo a essere intelligente". E' un credo secondo cui non importa come è fatto il tuo cervello, se segui certi percorsi cognitivi arriverai a risultatoni comunque. E' un ragionamento da cui sono derivati numerosi bagni di sangue. Perché se sei scemo sei scemo e questi flussi non fanno altro che convincere il resto del mondo che stai facendo bene anche se non è vero, mentre se sei intelligente magari arrivi alle soluzioni per altri percorsi cognitivi e sei preso come un reietto perché vai contro la Regola. Penso che in una certa misura sono divertenti come giochi, appunto, ma la collaborazione è altro. Se poi consideriamo che lo sviluppatore è la creatura con meno senso di gruppo del mondo del lavoro...

Potreste credere, dal titolo dell'editoriale, che oggi vi tocchi una receanime di qualche Gundam. No, non c'é (non c'é ancora), ma il titolo voleva celebrare l'attuale nerd-festino in corso, ovvero il trailer di Pacific Rim. Sembra che ormai la gag più divertente che possa fare in campo cinematografico sia riportare letteralmente le trame dei film: degli lieni che vengono dallo spazio mapperò vengono anche dagli abissi (così, per non scontentare nessuno) decidono di distruggere la Terra. Finalmente gli umani si decidono a costruire i cazzo di robottoni giganti che aspettiamo da almeno tre decenni, si infilano su le tutine fighe, si mettono davanti al kinect e ye menano. C'è tipo la voce di GLaDOS (mi han detto di dire così, che fa nerd e figo e volevo che consideraste questo un sito trendy).
L'unica cosa che forse può sul serio contare come un più in questo progetto è Guillermo del Toro in cabina di regia. Per il resto mi è veramente difficile credere che sarà un capolavoro. Il livello a cui può aspirare credo sia Transformers (che, dopotutto, è un bel livello), il minimo che deve fare è consegnarci un pop-corn movie con le palle. In verità i sottili riferimenti nerdici videoludici e quant'altro che si intuiscono gli danno forse quel carisma dell'opera di "uno di noi", ma ormai sappiamo di muoverci in luoghi popolati di demoni di cui non è il caso di fidarci, quindi su questo almeno sospendiamo il giudizio. Considerate che poi ho l'ansia che domani vado a vedere lo Hobbit.

Questa settimana mi sono letto Hunger Games, a proposito di letteratura. Come per lo Hobbit, il libro ha scalato la coda di lettura per scongiurare la possibilità che arrivi dopo il film (mi da fastidio leggere i libri dopo i film). Che dire? Credo di capirne il successo. E' un libro che coinvolge veramente parecchio, più per stile e realizzazione che per effettivi contenuti. Ti appiccica a questa ragazzina persa per i boschi, braccata da altri ragazzini che la vogliono morta. Ti bevi le crudeli vicissitudini che incontra in un lampo e se ti trovi in un'età vulnerabile è ovvio i viaggi che prendi a farti. Però, da un punto di vista più razionale, è un prodotto proprio sfilacciato. La trama ha buchi qua e là, alcune situazioni sono forzate, i pistolotti mentali della tizia occupano tre quarti delle pagine riducendo quanto andava concesso all'azione e poi c'è il personaggi di Peerla... ehm... Peeta, che è un insulto al genere maschile tutto. Al di là del suo lato sentimentale è utile come un frac a un convegno di leopardi (EH?). Lo so che ci faccio sempre la figura del nerd maschilista che non rispetta il gentil sesso a considerarmi offeso per quel comodino di un panettiere, però a tutto c'è un limite, no?

L'editoriale chiude qua. Ci sono cose di cui parlare (Crimson Shroud, che forse scaricherò, a breve), ma anche eventi più istituzionali a cui presenziare. Come il natale, per esempio. Ma prima c'è la fine del mondo.

“Hello darkness my old friend, / I've come to talk with you again / Because a vision softly creeping / left it's seeds while I was sleeping / And the vision that was planted in my brain / still remains, within the sounds of silence”

Cymon: testi, storia, site admin