Strip
serie
411, 09/05/2009 - tie-in
411
09 . 05 . 2009

Anniversari

M'importa talmente poco dei nostri anniversari che me ne sono scordato. Sì, non mi è passato neppure per la mente: quest'anno mi sono scordato di quel che significa il 28 aprile per noi.
Arrabbiati pure se vuoi, FTR, questa rabbia è pur sempre meglio della mia indifferenza. E poi insomma, un bianconiglio arrabbiato non fa paura a nessuno. Forse.
Meno male che almeno Cymon se n'è ricordato: questo fumetto ha compiuto 8 (otto) anni di vita. Per un coniglio sono tanti, per un sito ancor di più: e questo rende anche noialtri due autori dei simpatici vecchiarelli... del resto, quanti oggi ricordano una internet senza i blog? Ha, i bei tempi andati.

Se avete una donna regalatele questo ciondolo, costa un casino di soldi.
Vi servirà per farvi perdonare quando dimenticherete certe date. Da quando mi interesso di bigiotteria? Da quando la indossano i personaggi di Final Fantasy, ovviamente. Il ciondolo di Lightning, da FF XIII, è solo l'ultimo di una lunga serie di gioielli trasferiti dal mondo dei sogni alla nostra brutta realtà. Vederlo indossato in carne ed ossa potrebbe essere un vero shock per un fan di Final Fantasy, potrebbe essere una perversione su cui forse è meglio non indagare.
Un regalo per voialtri, invece, dando per scontato che voialtri che leggete siate maschi, potrebbe essere la guida strategica non ufficiale di Mother 3. Un'opera di amore puro, quasi disinteressato, realizzata da pochi fanatici disperati, ossessionati in maniera patologica da questo piccolo RPG giapponese per GameBoy Advance (di cui ho abbondantemente parlato). La qualità supera decisamente quella delle edizioni professionali, e la cura tipografica è eccezionale. Peccato che il materiale artistico di partenza non fosse granché.
Per finire qualcosa su The King Of Fighters: dopotutto quest'anno è il quindicesimo anniversario. Intanto c'è l'annuncio di KOF Online... termini come “online” e “3D” mal si conciliano con questa serie antica e hardcore, eppure i primi screenshot mi ispirano tantissimo. L'idea di un gioco online persistente in cui si organizzano risse e tornei di lotta, con personaggi da allenare e crescere, ha un potenziale enorme.
Questa settimana inoltre sono stati rivelati altri due personaggi per l'edizione casalinga di KOF XII: e ancora non c'è Mai. Almeno sono comunque due femmine, un genere che disperatamente mancava alla rosa dei combattenti finora annunciata... ma noi vogliamo Mai!

“Such a lonely day /
Shouldn't exist”

Lo-Rez: arte, storia, web design
09 . 05 . 2009

Onori e oneri

Come raramente capita questo FTR esce con una mezza giornata di ritardo. Scusatemene.
I tie-in sono un mondo affascinante e sono anche la dimostrazione che, per quanto caciarone, il mondo dei videogiochi non è completamente supino all'immagine, ma cerca, internamente a sé una certa qualità, almeno quando parliamo di appassionati e esperti del settore.
E' infatti comune fin dai tempi del SEGA Master System che i giochi tratti dai film facciano tutti schifo (o in gran parte) a meno che non provengano da delle saghe profondamente impiantate nella cultura nerd. E' ovvio, infatti, che non possiamo considerare semplici tie-in i giochi provenienti da Guerre Stellari, mentre ci ricordiamo tutti certi scempi usciti a valle di varie pellicole importanti, non ultimo lo scialbo Enter the Matrix.
Al di là di quello che probabilmente non sarà il tie-in di Harry ti presento Sally (ehm...) anche di questi tempi recenti si vedono alcuni notevoli flop sull'argomento, come il gioco di Watchmen, per dirne uno. Non parliamo poi dei risultati imbarazzanti dei tie-in più consoni ai nostri tempi, ovvero quelli realizzati sulla scorta delle serie TV di successo. I C.S.I. in formato digitale non sono proprio l'acme del film interattivo su computer e nemmeno Grey's Anathomy sarà mai messo sullo scaffale degli appassionati a fianco di trauma center.
Tanto per chiudere questo piccolo excursus nato dalla strip qui presente credo meriti menzione il non-tie-in più importante della storia dei videogiochi, ovvero Indiana Jones and the fate of Atlantis, quello che tutt'oggi, anche a fronte dell'uscita dei teschi di cristallo, viene ritenuto il quarto Indy.
Mi sembra piuttosto ovvio, comunque, che la qualità dei tie-in, generalmente, sia bassa. Non si tratta di veri videogiochi (al di là di quello che ne possano dire i PR), ma di puro merchandising realizzato attraverso del software. A pari delle magliette, dei cappellini e delle guaine per iPod non sono oggetti che vendono di per sé, ma vendono sulla scorta del film a cui fanno riferimento. Ovviamente tutto questo non ha effetto di fronte all'occhio critico del Vero Videogiocatore e il re si scopre rapidamente nudo.
Passiamo ad altro. Avendo finito TOmb Raider Legend ho deciso di dare un'assaggiatina a Company of Heroes, anche pensando al fatto che Dawn of War 2 ne è diretto discendente. Purtroppo gli RTS necessitano di un'immersività e di una concentrazione sensibilmente superiore a quella utile per un action-adventure quindi, considerando il mio attuale "fisico" non è proprio semplicissimo procedere, ma credo di capire quali siano i punti di forza di questa serie e come sia riuscita, in qualche modo, ha spostare il gameplay da quello classico del genere. L'idea a suo modo rivoluzionaria è che non necessariamente una unità che attacca deve riceve dall'unità che difende un danno, concetto che può sembrare banale, ma che, soprattutto nelle serie dirette discendenti da Dune 2, raramente è applicabile. Qui invece la ricerca della posizione e del giusto tempismo viene giustamente premiato e questo può permettere un gestione delle unità completamente diverso, perché produrre decine e decine di soldati non servirà mai a nulla se, nel contempo, non si sarà capaci di scardinare le difese messe in piedi dal proprio nemico. In ogni caso non siamo ancora in una fase avanzata di gioco, per cui non voglio dire molto di più, anche se bisogna ammettere che i due fratelli tedeschi delle sequenze di intermezzo (parliamo di Opposing Fronts, eh) hanno carisma da vendere in quanto a frase filosofiche.

“Fin dove poteva spingersi il suo sguardo, tutte le finestre di osservazine erano spalancate. In silenzio, senza muoversi, gli osservatori lo fissavano” - James Ballard

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