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369, 12/07/2008 - Il tutorial di Diablo3
369
12 . 07 . 2008

Risse estive

Cloud e Link parlano di Diablo, mentre sul balcone che chiamano ufficio batte un sole infernale, ma io davvero non riesco ad incendiarmi di passione per questo gioco.
Sarà perché, come dice anche il nostro scaltro imprenditore hi-tech, l'end-game in Diablo (come in Starcraft) è sempre stato regno incontrastato del multiplayer: del resto così vanno le cose, è vero anche per i picchiaduro 1 vs 1, per gli FPS, per la maggior parte dei giochi. Però dopo l'entusiasmo iniziale ho trovato davvero pochi stimoli nell'annuncio di Diablo III, perché per esaltarsi bisogna che ci sia qualche novità... e invece Diablo è un vecchio amore, è fedele e affidabile ma non dà l'emozione della trasgressione.
Detto questo, c'è ben poco ad animare la scena videoludica estiva: le fiere che si terranno nei prossimi giorni porteranno senz'altro qualche lieta novella, ma per ora c'è calma piatta. L'annuncio di Castlevania Judgement, il picchiaduro 3D con i personaggi di Castlevania, mi pare un po' triste nella sua idiozia, ma è riscattato da un'arte decisamente notevole. I chara-design sono curati dall'autore di Death Note, e si prendono parecchie libertà rispetto alle rappresentazioni classiche di Alucard, Simon Belmont e gli altri, però nella loro bizzarria sono davvero ben fatti. Purtroppo non posso rimandarvi direttamente alle immagini ad alta risoluzione, che io ho trovato su un sito per professionisti, ma se le volete senz'altro saprete procurarvele.

È proprio una coincidenza curiosa che sia stato presentato di recente un altro picchiaduro 3D che riunisce in una simpatica rissa un sacco di personaggi famosi, alla faccia della coerenza narrativa: Final Fantasy Dissidia.
Ora, certo non sono una fonte imparziale quando si tratta del Sacro Nome, ma questo titolo pare sorprendentemente ben fatto... dopo Crisis Core, si preannuncia un altro gioco che sotto le spoglie di un'operazione commerciale meschina nasconde invece un capolavoro indiscutibile. Peccato sia per PSP.
La perplessità è giustificata dal fatto che SquareEnix non ha una gran esperienza in questo genere... anche se conservo ancora bellissimi ricordi di quel vecchio picchiaduro arcade coi personaggi di Final Fantasy VII, Ergheiz. Non è la prima volta, dunque, e poi il budget sembra parecchio generoso: pare che le battute di dialogo recitate siano il doppio di quelle di Crisis Core, che dopotutto era un RPG.
Concludo citando un altro giochetto simpatico, preso in giro dagli amichetti perché è piccolo è nero: Otomedius. Considerato l'erede spirituale del leggendario Parodius, questo coso sembra uno sparatutto da sala giochi in 2.5D. Uscirà anche su Xbox 360, dove senz'altro fallirà miseramente, considerato che sull'isola di Nippon Microsoft ha venduto 3 console, e che ormai soltanto i giappi giocano ancora a titoli di questo genere, provenienti da un'era più civilizzata.

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12 . 07 . 2008

Decide l'allenatore

Carletto Mazzone testimonial di un gioco che non sia FIFA o PES è la next generation del casual gaming e non a caso passa per il fedifrago Nintendo DS. Dopo Panariello e altri personaggi improbabili adesso il sor Carletto cerca di ammaliare i non (e sottolineo non) videogiocatori a imparare con lui l'italiano, iniziativa lodevole, oltretutto, ma che impallidisce di fronte ai nobili scopi a cui siamo abituati, quali salvare il mondo, recuperare la principessa gnocca o trovare Big Whoop. Ormai però è difficile stupirsi di qualcosa, anzi, vi dirò di più, il DS, con l'avanzare degli anni e l'aumentare della malizia, inizierà a inseguire le mode, gli sfizi, le abitudini più stuzzicanti della gente. Va la filatelia? Un gioco di collezionismo di francobolli. Interessa la scherma? Un corso di scherma (non un gioco di cappa e spada, un corso di scherma per utenti) e così via, aggrappati allo zeitgeist, fortemente rimescolati, in esso dissolti.
Perché Nintendo può fare una cosa del genere e Sony e Microsoft non possono inseguirlo? Dipende dalla struttura e dalla filosofia di fondo delle rispettive aziende. Nintendo è Nintendo nel momento in cui produce macchine da gioco, ma è sempre Nintendo anche quando foraggia progetti come Brain Training e associati. Il suo fine è comune nel vendere l'una e l'altra cosa, tanto che la sinergia e la simbiosi tra software e hardware lo ha portato a concepire strategie tutte sue. Una software house che si dedicasse a Play3, anche in esclusiva come può essere stato per MGS4, ha interesse a confrontarsi e primeggiare col resto del proprio mondo, a poter essere paragonata e vincere il paragone con altri titoli attigui. Nella sua battaglia per il successo la console viene trascinata quasi con inerzia, a volte addirittura identificata semplicemente come mezzo ("Mi faccio la Play3 per giocare con Solid Snake"), il che, però, a aziende come Sony e Microsoft va benissimo, perchè comunque porta comunque a notevoli volumi di vendita.
Con Nintendo non è così, la scelta di... uhm... mettere al secondo posto i giochi third party è una precisa strategia. In questo modo identifica la macchina con un certo tipo di software e ha il massimo controllo su questo, può pilotarlo per ricamarlo addosso alla giusta utenza, può controllarlo affinché scandisca certi ritmi, può decidere (è successo con Brain Training) che finché le vendite di alcuni capitoli sono ancora a livello da isteria non è necessario svilupparne di nuovi. Ovvio, un atteggiamento del genere toglie diverse filiere di produzione della N dalla lotta per i Veri Videogiochi, ma corazza l'azienda per sfondare il mercato, trasforma Wii e DS in macchine d'assedio che, ormai è conclamato, sono addirittura riuscite a espugnare la roccaforte Play, ai tempi cittadella imprendibile.
Ovvio, esistono apposite vasche in cui persino i ragazzi di Iwata coltivano il Sacro Carisma Videoludico, ma non crediate che si debba poi sputare sangue quando si può contare su Icone come Mario e Zelda o su brand come Pokèmon. Che cosa rimarrà quando Miyamoto non ci sarà più (accadrà, si, fatevene una ragione), arduo stabilirlo. Anche sul fronte del pure gaming Nintendo è una macchina industriale. E' sicuramente impressionante il livello di qualità che riesce a mantenere coi suoi titoli, ma si ha l'impressione che tutto sia prodotto da un delicato equilbrio, di mestiere e magia, che rischia ogni giorno di spezzarsi.
Per cui, concludendo, qual è la fonte del casual gaming di stampo Nintendo? Il fatto di muoversi a un livello più alto rispetto alle software house standard, non avere in mente solo il panorama del proprio mondo, ma abbracciare ogni titpologia di uso e impiego dei propri prodotti. La versalità di questi prodotti, la sicurezza con cui possono essere (commercialmente) maneggiati e la precisione con cui possono essere usati per colpire (sempre commercialmente) mette a disposizione bersagli e conquiste insperabili per gli altri competitors, anche se spesso si tratta di bersagli molto, troppo distanti da noi.
E questo così, tanto per darvi una perla editoriale di inizio estate. Per il resto abbiamo sfortunatamente da segnalare un lutto. E' morto Don Davis, importante figura del mondo dei serial americani. In un unico filotto ha messo uno dei personaggi fondamentali di Twin Peaks, il maggiore Briggs, il mitttttico generale Hammond, responsabile della montagna di Stargate SG1 e, con un piccolo cameo, è anche stato padre di Dana Scully in X-Files. Inutile dire che tutte e tre le serie, per il sottoscritto, hanno un notevole valore quindi la perdita di quest'uomo merita di essere ricordata in queste righe, piccolo, infinitesimo omaggio che non voglio privarmi di fare.
Per chiosare su un editoriale piuttosto lungo, per quello che sono le medie stagionali, l'altra sera ho visto il capitolo conclusivo dei Pirati dei Caraibi. Insomma, il film mi ha deluso, ma soprattutto mi ha dimostrato l'urgenza fisica che ha questo mondo di un lungometraggio di Monkey Island.

“Du bist die Kraft, die Macht und die Prophezeiung in Ewigkeit Du bist das Omen”

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