Citiamo le fonti
Il sole si è finalmente acceso su di noi come un Occhio di Sauron, ed è già un po' invadente.
Ma almeno chi di noi fa capolino ogni tanto fuori dalla sua tana percepirà un'escursione termica insolita, per queste latitudini: la sera c'è ancora rifugio dalla calura che presto o tardi ci consumerà tutti.
Insieme al sole e al caldo piomberà su di noi come ogni anno la grande stagione delle Fiere di Settore, dei Palcoscenici Prestigiosi, delle Dirette cui presenziare tutti assieme, ciascuno nella sua cameretta ma uniti in un solo spirito.
La natura gregaria della specie umana è difficile da sopprimere, nonostante le nostre bizzarre passioni ce la mettano tutta.
Alla vigilia dei grandi sogni che certamente ci verranno venduti, siamo ancora qui, scossi dal Giochino dei Francesi. Ho provato a denigrarlo in tutti i modi, ma non ci riesco. Ho denigrato i giovinetti che serberanno Clair Obscur nel cuore come il loro primo JRPG, poveri sfigatissimi che non hanno avuto la fortuna della mia generazione: nascere insieme ai Final Fantasy, quelli dal VI al X.
(Io tra l'altro ho speso buona parte di questi editoriali negli ultimi quindici anni a diffondere amore anche per i Final Fantasy con un numero superiore al X, tutti quanti (perfino il XIII, pochino pochino))
Ma perché infierire? Se avete quindici anni oggi, probabilmente avete già tanti problemi.
Dovete arrangiarvi con quello che c'è, e poteva capitarvi molto peggio di Clair Obscur: Expedition 33 (provate a pronunciarlo con accento francese, senza ridere).
Poteva capitarvi come al cinema: un'epopea di pigiamini colorati. Qualche tempo fa mi è capitato di assistere alla scena penosa di un ragazzetto che si infervorava con gli amici per l'arco narrativo di Scarlet Witch. Mi sanguinava il cuore!
Se siete ridotti a fantasticare sull'arco narrativo di Scarlet Witch siete una gioventù perduta, ma forse non al di là di ogni speranza.
Forse la vita vi farà incontrare un giorno qualcosa di bello e di vero. E vi trasformerete in splendide farfalle.
Tipo Clair Obscur. Peccato che se un giovane illuminato volesse poi proseguire il suo cammino videoludico verso le fonti originali dell'ispirazione, e abbeverarsi a Final Fantasy X... quante difficoltà incontrerebbe!
Esiste una edizione “remaster”, ma è un insulto che grida vendetta al cielo: sono riusciti a farla talmente svogliata che peggiora la grafica di vent'anni prima. Non voglio nemmeno linkare i video-confronti, la rabbia è troppa. Rimane solo l'alternativa dell'emulazione, che con un po' di fatica restituisce un risultato molto migliore.
SquareEnix è una severa padrona, lo diciamo da anni.
E se a uno saltasse in mente di provare un... oh, cieli! un... giochino in 2D?! SquareEnix ha fatto un lavoro molto migliore con le Pixel Remaster. In tempi più recenti ho gradito Octopath Traveler 2: gran grafica, buona musica, giocabilissimo sebbene le sue trame siano di una pochezza un po' deprimente.
Ma i giovani di oggi sono andati in visibilio per un paio di indie in tempi recenti: Chained Echoes e Sea Of Stars.
Entrambi li ho già citati di sfuggita su queste pagine. Diciamo che non ci ho visto la seconda venuta dei salvatori dei JRPG. Il primo è commovente perché frutto dell'amore di una persona sola, bei disegni e gameplay, perfino qualche guizzo di trama. Originalità: zero assoluto.
Il successo di Sea Of Stars invece mi è inspiegabile: denota una enorme fame di questo genere, e SquareEnix, povera stupida, non ne sta approfittando! Sea Of Stars sfoggia dei pixel meravigliosi... e basta. La direzione artistica non lascia il segno, le musiche tanto decantate non mi paiono nulla di che, e meno si dice della trama e dei dialoghi meglio è. Ma soprattutto mi fa male il sistema di gioco: una robetta misera semplificata fino a ridurla in niente. Un RPG per i deficienti. Lo salvo solo per l'amore che mette nei suoi pixel, che è evidente, ma se Sea Of Stars è il futuro, povero mondo!
Eppure preferisco cento Sea Of Stars a uno Sword of Convallaria. Un RPG tattico a turni con uno stile delizioso, e con meccaniche predatorie concepite dalle migliori menti matematiche per ghermire scientificamente le giovani anime e nel buio incatenarle... un giochino pieno di personaggini pucciosi fatti benissimo, che è solo un paravento dietro cui si spalanca l'abisso della dipendenza...!
Gli altri titoli saranno poco brillanti, ma perlomeno ci hanno provato con sincerità: questo invece è uno strumento del demonio, un lupo travestito da Final Fantasy Tactics.
Mi fa male perché intravedo un ottimo gioco tenuto in ostaggio da venti sistemi di valute diversi acquistabili con denaro vero (e pare che come gacha sia tra quelli più moderati!).
Che cattiveria! Povera gioventù.
Televisione balnerare
Quando negli anni 90 la televisione regolava le vite di molti di noi si sapeva che, venuto giugno, anche lei sarebbe andata in vacanza. Gli spettacoli di punta avrebbero chiuso, sostituiti da altri un po' più frivoli, pieni di ragazze in costume da bagno e con meno pretese. Erano anni strani però e così i periodi di cui la televisione se ne fregava un po' di più del pubblico erano anche gli anni delle sperimentazioni, delle idee coraggiose e bizzarre, di quelle cose che poi, stranamente, sono rimaste negli anni più di tante altre presentate in pompa magna.
Oggi si sperimenta più a macchia di leopardo, non si abbassa mai la guardia, si devono massimizzare i guadagni a fronte di pochi soldi. E' l'età oscura, bellezza, quella in cui i nerd sono convinti che i loro desideri vengono esauditi quando invece i loro sogni vengono semplicemente usati per fare profitto e poi schiantati con forza contro il pavimento. Eppure in ogni epoca, sempre, si possono trovare delle cose belle da fare e vedere. E' un po' di tempo che non parliamo di serie TV e così ci siamo persi di dire qualcosina, su questo ultimo periodo. Incredibilmente possiamo dire che abbiamo parlato così tanto di videogiochi che ci siamo persi altri media. Incredibile. Su FTR che si parla solo di videogiochi. Dove andremo a finire, dico io.
Severance è arrivato in fondo alla sua seconda stagione. Non devo arrivare io a spiegarvi la sua importanza, non è "quella serie che nessuno guarda e che ora vi suggerirò perché sono intelligente" perché parliamo di uno dei prodotti fantascientifici che più ha attirato l'attenzione negli ultimi anni e a ragione. Severance è partito con un'idea interessante, una di quelle idee che negli anni d'oro avrebbe potuto fare la fortuna di un racconto di fantascienza, ma con questa sua seconda stagione non si è fermato lì, ha espanso un po' i suoi orizzonti, senza diventare terribilmente vasto, ma dando l'idea di avere una storia sotto l'idea. Rimane un prodotto che va avanti a waddafuck e ha un grosso problema con i finali di stagione che sono fin troppo aperti eppure, per qualche ragione molto di pancia, lo ritengo tutt'oggi degno di fiducia. Abbiamo visto molte serie TV continuare a tirare fuori dal cappello idee sempre più strane unicamente per tenerci incollati allo schermo senza avere le soluzioni degli enigmi che ponevano, io invece continuo a credere che Severance abbia una storia sotto ciò che fa vedere e questo nonostante in due stagioni ci abbia mostrato ancora pochissimo. Voi capite cosa voglia dire per me, che sono da anni maestro di disillusione.
Anche Silo quest'anno ha affrontato il suo giro di boa, finendo la sua seconda stagione, tenendo il binario aderente ai libri della sua serie, con le giuste licenze che si deve prendere una narrazione diversa. Silo è un po' il contrario di Severance, è un prodotto che non fa niente per stupire, le storie di situazioni post-atomiche dove tutti sono sotto controllo ne abbiamo ormai affrontate a bizzeffe. Eppure Silo è un prodotto semplicemente solido, ben narrato, con una bella ambientazione e protagonisti interessanti, non è il prodotto che ti fa correre sui social alla fine di ogni puntata per dire quanto ti ha emozionato scoprire una cosa o un'altra, è un prodotto che ti fa stare comodo sul divano. Nell'epoca dell'ipereccitazione, un piccolo miracolo.
Oggi voglio parlarvi solo di serie che continuano bene, non di serie da iniziare, perché iniziare una serie bene sono buoni tutti, con un bel trailer, ma farla reggere fino alla seconda stagione e oltre è quasi impossibile. Vi accennai alcuni anni fa a Resident Alien, uno di quei prodotti di SyFy che, quello si, posso scoprire solo io rovistando in giro. Da allora la serie ha fatto un po' di strada, ora è distribuita Netflix e sembra poter arrivare a concludersi. Siamo alla quarta stagione, che però è di soli otto episodi, in previsione di una stagione altrettanto lunga che faccia da final. Ha fatto un sacco di strada e si è, ahimé, un pochino persa, anche se forse le riconoscevo più potenziale di quanto ne avesse. E' una serie apertamente comedy, nelle prime stagioni le gag erano scritte molto bene, ma adesso c'è un fisologico calo. Tudyk non ha smesso di giganteggiare nel suo personaggio assurdo, ma certe situazioni si sono un po' incartate. Questo non significa che non sia ancora divertente guardarlo, ma diciamo che avrebbe potuto essere meglio!
Non finisce qui anche se l'editoriale finisce qui. Ci sono delle altre serie interessanti che però devo ancora vedere. La seconda stagione di Andor, per esempio, che potrebbe far parte di questa carrellata, ma anche Murderbot, di cui ho apprezzato la serie di libri. Ci apriremo un'altra finestra più avanti.
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