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serie
1149, 03/02/2024 - Clienti insoddisfatti
1149
03 . 02 . 2024

Seconde mani

Di nuovo il Maestro ci ha radunato a sé, e di nuovo siamo qui a rispondere: “Eccomi, sono pronto”.
Di nuovo siamo chiamati ad elevarci al di sopra dei nostri limiti mortali, ad impugnare questa penna (?) con sovrumana energia e a trascendere la pochezza della nostra arte... per scrivere ancora di Death Stranding.

In occasione della Prima Visione del seguito di Death Stranding in questo mondo, scrissi che quel filmato di presentazione mi aveva ridotto in ginocchio, tremante, in lacrime.
Che effetto doveva dunque farmi questo secondo sguardo, sostenuto per ben dieci minuti? Il gelido sole di febbraio splende oggi come ieri, e l'aria ha la stessa frizzantezza e lo stesso pesante pulviscolo catramoso: ma dentro di me è avvenuta una trasformazione. In me e in tutti coloro che hanno assistito all'anteprima di Death Stranding 2, anime elette, è sbocciato il fiore di una nuova speranza.
Questo brutto mondo non ha mai finito di mostrarci il peggio di sé: ci bersaglierà ancora e ancora con gli strali della sorte avversa, ma... Ma! Da oggi possiamo serbare nel cuore un nuovo talismano per difenderci dalla bruttezza.
Tale è il potere dell'arte.

Subito si nota la predominanza del colore rosso, che era del tutto assente dalla palette di Death Stranding (salvo l'abito di Amelie... ha-ha!). Rossi sono la nebbia orrorifica da cui emergono ora le BT, i meravigliosi sarcofagi meccanizzati di Yoji Shinkawa, i cyborg-ninja con katana elettrificata che si esprimono a vagiti (forse controllati da spettri defunti proprio come Grey Fox in Metal Gear Solid), il redivivo Higgs emulo di Brandon Lee armato di chitarra heavy-metal spara-fulmini... aaargh! Tutto ciò è follia vomitata fuori da una mente vulcanica ormai senza più freni inibitori, e se pure a me la follia e il surreale e il nonsense non sono mai piaciuti, non posso che chinare il capo di fronte a tanta visione artistica.
Questo “Kojima Asceso”, questo Kojima Super-Sayan, questa Forma Ultima di un genio visionario che ha trasceso i limiti del possibile, e brandisce risorse finanziarie e tecnologiche illimitate, potrebbe essere l'unico ostacolo che si frappone tra Death Stranding 2 e il suo sentiero di gloria: un Autore, proprio come un neonato, se non gli dicono mai di no diventa troppo autoindulgente.
Così almeno ci dicono i commentatori razionali, i critici posati: ma io preferisco un solo Death Stranding 2 delirante e strabordante e prolisso e folle, piuttosto che cento, mille, un milione di Spider-Man 2. L'industria dell'intrattenimento si è cacciata in un vicolo cieco creativo, costretta a non rischiare mai per non far evaporare gli investimenti. Hideo Kojima è la cura: l'unico Autore della nostra epoca a cui, per un incredibile incrocio di destini, viene data carta bianca per fare quello che vuole.

Death Stranding 2 è quello che succede quando un autore e il suo team creativo vengono liberati dal giogo del gradimento, di quei “bovini armenti” adulati e blanditi da tutte le altre megaproduzioni contemporanee.
Guardate il fumo che esce dalla bocca di Fragile, e si divide in volute passando tra le fessure dei denti: per fare un dettaglio del genere, tre secondi in tutto, su un motore di gioco in tempo reale, occorrono settimane di lavoro. Questa è la follia irresponsabile di un team indie squattrinato, e però messa in opera da un team gigantesco di talenti mondiali assoluti, finanziati con un assegno in bianco.
(Peraltro, solo alla terza visione del filmato mi sono accorto che nel fumo si intravedono le sagome delle Entità Estintive, come nel primo trailer di DS.)

Ma anche ogni altro fotogramma di questo video trabocca di un'inventiva che basterebbe a colmare giochi interi. L'ingrediente segreto, oltre ai soldi e al talento, è l'amore: l'amore profuso nei pupazzi animati a passo due, che ricordano i film di Harryhausen non solo per lo stop-motion ma anche nello stile (il gatto alato); nel più umile dei robottini-fattorino, reso sbalorditivo dal mecha-design di Shinkawa; nelle ventose da piovra che compaiono sul corpo misterioso di Elle Fanning (!) e nei tentacoli che invadono lo spazio più intimo e sacro, la culla di BB.
Di più: le “seconde mani” guantate al collo di Fragile dimostrano più creatività di tanti filmacci prodotti con lo stampino: le donano un'espressività deliziosa pur rimanendo inquietanti. Questo dettaglio, come tutti gli altri, non è fine a se stesso ma rientra in una grandiosa composizione tematica, profonda e stratificata: le mani, la chiaralità; i fili, le marionette; il mare, la spiaggia, le piovre; corde e bastoni... E ancora non abbiamo nemmeno visto il quarto protagonista di questo nuovo gioco, quello interpretato dalla diva asiatica.

Lascio ad altri l'affanno di Teorizzare su quanto abbiamo visto. Facciano pure, se li diverte. Non esiste un altro gioco, un altro creativo, capace di catalizzare così l'attenzione e di stimolare la discussione: io stesso del resto su queste pagine ripetevo spesso all'epoca di Death Stranding che il divertimento elargito da questo gioco è iniziato anni prima della sua uscita.
Fantasticare su una visione così criptica e fantasiosa, e montata ad arte, è infatti irrestibile: si sono cimentate le testate videoludiche e anche i, ehm, le persone che producono video e parlano in diretta, come questa che mi sento di consigliare.

Death Stranding 2 è apparso tra noi come una visione da un futuro lontano. Lo è, in vari modi. Ma la sua grandezza sta soprattutto nel coraggio di prendere le distanze da tutto il panorama creativo contemporaneo per inseguire la sua visione: più lontano, più in grande, più tutto.
Un'avanguardia creativa irraggiungibile.

Lo-Rez: arte, storia, web design
03 . 02 . 2024

Kojimare

Sono successe sicuramente un sacco di cose interessanti in questa settimana, ma ovviamente qui non ce ne interesseremo focalizzandoci solo sulle ultime kojimate, di cui questi giorni sono stati particolarmente densi.
Non ci vuole un mazzo di tarocchi particolarmente magico per dedurre che anche Lo-Rez probabilmente parlerà di questo argomento e probabilmente ne parlerà anche più di me e, in effetti, potrei quasi essere titubante a buttarmi sul tema. Non solo infatti questi rischia di far diventare FTR una grande valle dell'eco dove gli stessi concetti si rimbalzano, ma sapete bene che io stesso ho da tempo spiegato come sia perfettamente inutile parlare di un progetto di Kojima prima della sua uscita, perché tanto il groviglio di indovinelli, trucchi e rimandi che il giapponese imbastisce ogni volta che comincia a fare anticipazioni su un suo lavoro è sempre così intricato che è praticamente inutile lanciarsi in qualsiasi deduzione.
Però, si sa, è divertente lo stesso.

Questo Trailer di Death Stranding 2 della durata di NOVE MINUTI E QUARANTA (praticamente un cortometraggio) in parte conferma alcuni aspetti che già avevamo visto nel teaser di un po' di tempo fa, in parte ne contraddice altri. Sicuramente i tentacoli avranno un ruolo critico in questa nuova avventura, come in un Maniac Mansion qualsiasi e la grande aeronave con a bordo George Miller e Fragile avrà un ruolo centrale, però intanto l'età di Sam, tra i vari filmati, sembra un po' ballerina e in generale il combattimento tra Higgs e il samurai cibernetico ha dato vibes di qualcosa di più action e violento rispetto all'avventura contemplativa del nostro corriere preferito. Ah si, è anche tornato Higgs in versione rockstar, se già pensavata che fosse tamarro in maschera d'oro e poncho dei non morti, adesso che ha la faccia goth e una chitarra si trova esattamente sul confine tra l'ubervillian stiloso e il clamoroso buffone.
Sappiamo anche che di Kojima non ci si deve mai fidare, il trailer afferma in diverse occasioni che Death Stranding 2 sarà molto "more of the same" rispetto al primo capitolo, ribadendo che la missione del nostro eroe è la stessa di quanto ha riunito le UCA e addirittura mostrandolo mentre indossa un nuovo QPID. Sembra un po' tutto lì per mandarci nella direzione sbagliata anche perché intanto altri aspetti sembrano profondamente diversi, dall'esercito di robo-corrieri assassini fino a Fragile stessa, che sembra essere passata dall'essere una creatura eterea sempre intenta a osservare l'orizzonte con l'ombrellino e declamare filosofia con voce rotta a un tosto tomboy con quattro mani e voglia di spaccare culi. Questo per non parlare della gente dentro le crisalidi col sangue contaminato dal catrame.

Death Stranding 2 sarà un'uscita molto importante del 2025, quello che una corretta igiene giornalistica ci suggerirebbe sarebbe di non parlarne più almeno per tutto questo anno, così da non cadere in trabocchetti e contraddizioni, ma probabilmente quello che accadrà sarà che ogni tanto Kojima metterà fuori la testa dal suo ufficio, suonerà il suo pavloviano campanello e noi sbaveremo generosamente su queste pagine.

Sebbene Death Stranding 2 sia un gioco a dir poco ingombrante, però, lo State of Play dove è stato presentato è stato anche occasione di nominare Physint, un progetto espionage forse-si-forse-no alla Metal Gear di cui proprio non si hanno elementi e che a sua volta dovrebbe fare riferimento al game designer. In questo caso mi adopero, però, per smorzare gli entusiasmi. Il fatto che esistano progetti come Physint e OD significa solo che Kojima non è più da considerarsi un uomo (ehm...) ma un etichetta di sviluppo che, facendo comunque riferimento a una delle persone più influenti del settore oggi, ha risorse per lavorare su più progetti. Physint è un progetto elaborato in collaborazione con SONY e per quanto certamente gli adorabili meme di Hideo vi filtreranno dentro sarà probabilmente tenuto nella rotta dei TriplaA, OD è probabilmente qualcosa di più particolare che cavalca qualche idea bizzarra sempre di Kojima e avrà a sua volta un suo ciclo di vita. Se vogliamo il problema che abbiamo oggi è che oltre a Kojima non abbiamo molti altri nomi su cui elucubrare e ragionare, come invece fu nella golden age. E' un'altra cosa che l'industry ha sbagliato venendo verso i giorni nostri, dimenticarsi dell'importanza del game designer come uomo e come inventore. Mettiamolo nel cesto delle cose andate non troppo bene che abbiamo apert con il rant di settimana scorsa.

Comunque tra un anno abbondante torneremo con gli stivali nel catrame fino alle ginocchia. Perché? Per cosa? Per chi? Non lo sappiamo ora. Forse non lo sapremo nemmeno quando indosseremo di nuovo la tuta della (Draw)Bridge.
E anche in questo caso, sarà divertente lo stesso.

“Looks like you traded in your rope for a stick this go around”

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