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1113, 06/05/2023 - Morti tutti
1113
06 . 05 . 2023

Le lettere

Gödel ci esorta a scrivere, nella strip odierna: scriveremo.
Scriveremo di scrittori e di libri, nientemeno... ma sì, sarà una delle due o tre volte all'anno in cui anche la letteratura trova un posto in queste pagine.

La Letteratura, poveretta, è la meno scelta tra le ragazze del bordello dell'intrattenimento contemporaneo, ma quando è fatta bene, come il cinema e i videogiochi, ha il potere di elevare lo spirito, oltre che di intrattenere e rendere così più tollerabile la nostra spesso atroce permanenza in questa vita.
E questo val bene un posto su queste colonne, anche perché non vedo poi chissà quale pressante attualità videoludica di cui discutere. (Ci sarebbe altra attualità, proveniente dal Mondo Reale ma così assurda che non si direbbe: un'incoronazione, proprio oggi, coreografata come la vestizione di un pilota adolescente che siede sul suo robot gigante. Fotogrammi utili magari come riferimento per il romanzo fantasy che state scrivendo, a proposito.)
Già la volta scorsa ci siamo lanciati nella critica della critica: così come la “Recensione della Recensione”, anche questa Meta-Critica, o Critica Al Quadrato, è uno dei passatempi preferiti della nostra pensione videoludica.
Mi sento sempre in colpa quando questi editoriali graffiano qualche persona fisica del mondo reale (succede raramente), e dunque vorrei ritornare su questo personaggio per aggiungere che non ho nulla di personale contro questo mio simile che sta solo combattendo, come tutti, la sua dura battaglia per stare al mondo. Certo, se la va a cercare se si bulla di poterti insegnare a scrivere di videogiochi con una chiacchierata di un'oretta, pagata come non pagherei nemmeno Spider-Man per insegnarmi a lanciare le ragnatele. E insomma, anche lui appartiene alla nuova generazione di penne rampanti che cercano di nobilitare il settore videoludico con un approccio accademico: i crimini peggiori sono spesso compiuti con le migliori intenzioni.

Ma torniamo a noi. So bene che questi editoriali sono sbrodolati, perché non so resistere alla tentazione di divagare... Gli aspiranti critici dilettanti direbbero che la mia è una pulsione autoreferenziale, o qualcosa del genere. Ma almeno, e prutroppo, non siamo i soli a praticare lo sport della recensione della recensione. Siamo in compagnia delle Riviste Letterarie, che oggi sono in realtà Siti Letterari (e l'asticella si è abbassata di una tacca): ad esempio c'è questa zuffa tra recensori di Ferrovie del Messico.
A me, che qui sono a casa mia e posso dire la mia, non dispiace nessuna delle due. Ops, scusate, l'originale non è una recensione, è un pezzo critico, in cui l'autore è deluso perché il romanzo che ha letto non è Infinite Jest: e grazie! anche io resto spesso deluso in quel modo.
Ad ogni modo, questo Ferrovie del Messico ho proprio voglia di leggerlo, sperando che ci sia del vero in fondo nei paragoni arditi con cui è stato acclamato. È un libro italiano scritto in italiano, e già questo gli fa scavalcare tantissime posizioni nella mia lista.

Ma sai, o Lettore Molto Tollerante, qual è un altro libro italiano scritto in italiano? Ma è quello nuovo del nostro adorabile Cymon di quartiere, che vive nella colonna qui di fianco.
Cymon si sta avvicinando sempre più allo status symbol più ambito nei salotti letterari: la Donna Nuda in Copertina™.
Mi immagino che nell'organizzazione segreta che si nasconde dietro la copertura di una editrice di tascabili da edicola (?!), la qualità e tipologia della Donna Nuda in Copertina™ rappresenti i gradi, le stellette, le onoreficienze: Cymon, dopo l'altra volta in cui si è dovuto accontentare di soldati molto maschi vestiti da capo a piedi, è arrivato ora a meritarsi la Donna Bionda (Quasi) Nuda in Copertina. Per i guerrieri d'elite di Classe S io vorrei tanto che fosse una copertina disegnata, magari nello stile di McGinnis come le copertine dei primi emuli di Ian Fleming. (Usatelo pure come prompt per una AI generativa, se non volete pagare un artista.)

Lo-Rez: arte, storia, web design
06 . 05 . 2023

You will adapt

Ho già riflettuto un po' su "The Peripheral", la grossa opera di fantascienza prodotta da Amazon un po' di tempo fa, non con toni entusiastici. Torno a parlarne perché la serie, pur non intrigandomi, mi ha incuriosito nei riguardi del libro, che ho finito di leggere alcune settimane fa. Leggerlo mi ha permesso di constatare come la serie, oltre alla sua qualità altalenante, sia anche un adattamento orribile che stravolge la maggior parte dei contenuti, riscrive in modo sbagliato alcune parti e si infila in alcuni vicoli ciechi squallidi impoverendo i messaggi e le idee espresse da Gibson.

Rispetto allo scempio di Foundation qui c'erano molte meno scuse, non stiamo parlando di portare all'attualità un'opera degli anni 50 con tutto il suo difettoso ottimismo, stiamo parlando di realizzare un'opera che appartiene ai nostri anni e che, tra collasso della società e nuovi modi di percepire la realtà, parla esattamente degli argomenti di cui vorremmo sentire parlare. William Gibson non è uno scrittore facile da leggere e non è nemmeno facile da rappresentare, ma c'è differenza tra mancare un bersaglio creativo dopo essersi posti un obiettivo complicato e sbattersene completamente di provarci.

Nuovamente ci tocca tornare a parlare di Età Oscura del Male che rappresenta. Il libro di The Peripheral è tutto giocato proprio sul parallelo dei due personaggi, Flynne e Wilf, che non possono raggiungersi, ma entrano in rapporto l'uno con l'altro attraverso le periferiche. Quest'irraggiungibilità è anche sottolineata dal diverso peso che hanno nell'universo, i mondi a cui appartengono. Flynne è parte di uno stub, una deviazione della linea temporale chiusa in sé stessa, in un certo senso sacrificabile, mentre Wilf appartiene al mondo "reale", passatemi il termine, che sfrutta gli stub. L'effettivo ponte tra i due mondi è lasciato volutamente nebuloso, con vaghi riferimenti a server cinesi che lasciano scorrere tra i due capi solo informazione e che sembrano funzionare come account sul dark web e poco più. Lo stub, nel momento in cui viene invaso dall'informazione del mondo reale, può collassare perché è vulnerabile alle persone del futuro, allo stesso modo il mondo reale può estrarre dallo stub conoscenze e risorse usandolo come un laboratorio.

La storia è poi portata avanti in groppa a un caso di omicidio che, visto retrospettivamente, è un mero McGuffin così come la rappresentazione dei villain e del loro piano è quasi fugace. In un certo senso quello su cui Gibson vuole ci concentriamo è l'hacking sociale dato dalla contaminazione di una civiltà con delle informazioni che non gli appartengono assieme alla costituzione di rapporti umani tra persone che non potranno mai raggiungersi.

C'è un sacco di materiale. Ci sarebbero anche, ammettiamolo, alcune sfide di carattere visivo tra homunculus, droni di vario tipo e bunker fai da te, ma lasciamo pure che il budget effetti speciali tagli tutto questo, le idee sono interessanti e il libro offre diversi momenti di tensione, anche quando i killer che vanno a insidiare Flynne sono solo accennati, senza grande approfondimento.

La serie TV crolla al pronti via quando decide di dover inserire un cattivo stereotipato e scialbo come Cherise Nuland e decide in modo molto poco Gibsoniano di portare le interazioni dei personaggi a livello epic, trasformando la vittima dell'omicidio del libro nella sorella di Wilf e affidandole un qualche intricato piano di ribellione alla società costituita da ottenersi tramite contorti complotti. Ovviamente l'istituto di ricerca di Nuland diventa anche responsabile degli stub e tutta la loro misteriosa esistenza viene svilita mostrando che si realizzano con un click. Lo spazio ingombrante di Nuland, oltretutto, impedisce per diversi episodi l'apparizione di Lowbeer, il vero personaggio che avrebbe dovuto tenere in piedi la trama. Quando questo finalmente entra in gioco si prova letteralmente sollievo già nella sua rappresentazione nella serie TV, visto che si mostra un po' più consistente, anche come carisma, di quanto mostrato prima, figurarsi se avesse avuto il ruolo di primo piano che le sarebbe spettato.
In generale quello che le scelte dell'adattamento comportano è sbilanciare completamente il rapporto tra il mondo di Flynne e il mondo di Wilf. Perché se è vero che uno dei due mondi è usa-e-getta mentre l'altro ha la dignità della realtà è anche vero che dal punto di vista dei personaggi, invece, questi hanno per ognuno di loro importanza massima, come giusto che sia. La serie, invece, che deve mettere in scena i suoi noiosissimi e scontati intrighi per la dominazione del mondo, lascia invece al mondo di Wilf il proseguire della vicenda che gli interessa e al mondo di Flynne solo uno spazio per sviluppare la sua sfera intima, di cui finisce col non importarci granché abbastanza in fretta, stroncando la tensione narrativa una volta per tutte.

Perché? Perché il Male dell'Età Oscura non adatta libri, si limita a raccontare sempre la solita storia elaborata dall'ufficio marketing sulla base di focus group costituiti con persone paganti e poco brillanti e incartarla nell'ambientazione cool di questo o quell'autore, come se si trattasse di un accessorio intercambiabile. Ora abbiamo un universo gibsoniano, domani abbiamo una flotta asimoviana, dopodomani ci dedicheremo all'universo di Hyperion, ma intanto vogliamo una ragazzina che trovi il suo modo di affermarsi nella società mentre dei grossi cattivi ottusi vogliono toglierle la libertà di pensare e blah blah blah blah che gioia.
Ci hanno insegnato, come narratori, che alla fine bisogna fare riferimento al Viaggio dell'Eroe, è vero, ma il Viaggio dell'Eroe nella stesura di una storia è uno strumento, non il dittatore assoluto, è una parte nel tutto come l'albero di trasmissione è un pezzo di un'automobile. Spesso, anzi, nelle opere interessanti e piene di spunti (come The Peripheral-libro è) è affondato in qualcosa che lo lascia trasparire a malapena.
I piccoli pesciolini che scivono le storie per la grande Era dello Streaming però non possono mica alzare lo sguardo per vedere se si può fare più di quello che gli dicono, loro devono poter realizzare quello che è più semplice, perché più semplice è meno rischioso e meno rischioso è più profittevole. Poco male se, nella somma di tutto il loro nuotare nella corrente una grossa fetta dell'intrattenimento sta andandosi a schiantare perché nel momento in cui tutto è sciapo si può anche decidere di non andare a mangiare fuori.

The Peripheral avrà probabilmente una seconda stagione. In cui ci racconterà sticazzi.

- Forse sono stati Raymond o Blunt a rimetterla a posto - suggerii - E' così importante?
- E' assolutamente insignificante. - rispose Poirot - Per questo mi interessa tanto - aggiunse a voce più bassa.

Cymon: testi, storia, site admin