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serie
1076, 30/07/2022 - Con una mano
1076
30 . 07 . 2022

Il ghiacciolo al tamarindo

...Ma è un ghiacciolo al tamarindo e spuma nera con una scorza di limone? E l'hai fatto con gli stampini per ghiaccioli riutilizzabili? Eh? Eh?
Il caldo ci irrita e ci rende petulanti, anche quando Neo nella strip odierna vorrebbe solo succhiare in pace il suo ghiacciolo.
Il sole ci inquieta perché quando lo vediamo fuori dalle finestre rimpiangiamo di non esserci sotto (a produrre vitamina D), ma poi quando ci siamo sotto ce ne pentiamo immediatamente. Ma il sole più che altro ci fa tornare in mente innumerevoli rappresentazioni dell'estate, dalle banchine delle stazioni di provincia in Evangelion, assediate dalle cicale, alle stazioni di campagna degli anni '70 di La Padrona è servita, pericolosamente vicine a dove abito io nel Mondo Reale™, tanto che Senta Berger (la bellezza austriaca) in quel film ha posato il suo fondoschiena sugli stessi sedili dello stesso vagone su cui potrei essermi seduto anch'io, ignaro, quarant'anni dopo.
(Peraltro quei sedili e quei vagoni non sono mai stati lavati in quarant'anni, è evidente.)
E il fantasma di Senta Berger appare ancora in bicicletta nelle stradine bianche della campagna assolata dalle mie parti... riemerge dal passato come i relitti delle navi dell'ultima guerra dal Grande Fiume in secca, che sarebbero anche belli da vedere se non assomigliassero davvero pericolosamente a un fondale dipinto di un film post-apocalittico degli anni '80, di quelli in cui il genere umano non se la passa proprio benissimo.

Ma basta parlare di noi. L'estate ci rammollisce e finiamo a parlare di ricordi sconclusionati come i vecchi che siamo, in un linguaggio contorto che sembra Horcynus Orca, meno il dialetto siciliano e meno anche tutto il fascino di un capolavoro della letteratura italiana.
L'attualità videoludica non ci offre grandi appigli in questo periodo... ma in vent'anni non è mai stato un problema, qui su FTR. L'attualità videoludica ci fa un baffo! E poi qualcosa di grosso ci sarebbe anche: Xenoblade Chronicles 3. Un giocone di ruolo giapponese bello massiccio, la cui dinastia illustre comprende perfino quell'opera mistica leggendaria del lontano passato, Xenogears. Un nome ancora oggi sussurrato con riverenza dai conoscitori dei JRPG, e io scherzo sul “lontano passato” ma dannazione se non mi ricordo di quando quel gioco è uscito, per di più su una console come la Playstation che in cuor mio significherà sempre l'avvento del Futuro, non importa quanti anni passano.
Ma dicevamo dell'attualità, e di questo Xenoblade 3: non lo giocherò, e mi ispira repulsione. “M-ma, ma come?” dirà il lettore che ha letto qualche volta questo sito, “solo una settimana fa spergiuravi che il tuo corpo è fatto al 70% di Final Fantasy VII e bla bla bla!” Sì, ma il problema è lo stile anime. Non lo sopporto più. A me questi adolescenti coi capelli colorati e gli occhi colorati e i visetti efebici mi fanno venire l'allergia. C'è l'Anime Protagonist bello e tenebroso, il vecchio veterano di guerra che è arrivato alla veneranda età di 29 anni, la tredicenne dagli ormoni precoci, tutti che gridano e spalancano gli occhioni anime e le bocche anime e piangono e combattono dopo lunghi discorsi... non fa più per me.
Final Fantasy non è mai stato così, sempre sia lodato. E nemmeno gli altri RPG dell'Età dell'Oro a 16bit (tranne forse Tales of Phantasia che si capiva che voleva un po' essere quella roba là, ma per fortuna le limitazioni tecniche glielo impedivano).
E allora ciao ciao, Xenoblade Chronicles 3: non fai per me, e ti eviterò accuratamente. Mi dispiace tanto.
Peraltro la miseria tecnica di Nintendo Switch ha dato vita a uno stile artistico veramente interessante: quei capelli colorati e scintillanti che sembrano strisce di alluminio, a metà tra i pixel e il 3D e il cel-shading, sono davvero belli. Ma non fa per me lo stesso.

Lo-Rez: arte, storia, web design
30 . 07 . 2022

Sul lungomare di Milano

Comincia a essere difficile nascondere il fatto che i ghiaccioli siano entrati nella vita reale di almeno uno dei due autori e che sono serviti, soprattutto nei giorni più duri della calura, quando il suo raffrescamento stentava e quindi non aveva affatto una temperatura vivibile in casa. Forse voi non lo sapete, ma io già da quel dì ho in casa gli sciroppi che solo i vostri nonni erano soliti usare, cioè l'orzata, ma anche la menta e l'amarena (che magari vi sono più note, ma di certo non avete mai visto in forma di sciroppo). A quel punto pensare di poter raggiungere illimitato potere spendendo quattro euro di stampini di plastica è stato un colpo di genio da master strategist che consiglio anche a voi. Purtroppo il ghiacciolo casalingo manca ancora di alcune possibilità, per esempio non ho mai provato lo scriroppo al limone che, di conseguenza, dovrebbe permettere di ottenere il true santo Graal definitivo, ovvero il ghiacciolo al limone che è ovviamente, come tutte le cose al limone, l'imperatore del genere.

Sembra essersi rialzata la maretta intorno a Tomb Raider. In questo mondo transmediale bisogna poi specificare se si parla di Tomb Raider il gioco, Tomb Raider il film oppure Tomb Raider il lanciafiamme. Io trovo sempre curioso che, intanto, si dia per scontato che qualcosa con Tomb Raider bisogna pur farlo, come se non fosse possibile semplicemente lasciarlo lì, dire che si è spremuto tutto e passare oltre. In ogni caso, per una bega di diritti sembra che l'eta Vikander sia già tramontata. Non la rimpiangeremo. Il problema non è tanto Alicia, ma come ho già scritto nelle settimane di massima infoiatura per l'archeologa, il modo in cui la pellicola ha buttato via tutto il lavoro del videogioco ha fatto sì che difficilmente qualcuno potrà mai pensare oggi che da lì possa nascere qualcosa di epicoi. Fisiologia sembra però voglia che ci sarà un altro reboot, ma il mio vecchio cuore disilluso non vede nel prossimo futuro niente più del solito riscrivere la storia di questa ragazza badass che parte per qualche posto lontano e saltella per dei livelli di piattaforme fino ad annoiarci. Amici rebootatori, se volete io ve lo dico, cosa potete fare. Anche senza stare a recuperare la vicenda della principessa della pioggia che ormai è stata bruciata nell'era Vikander potete prendere una qualsiasi altra tomba e costruirci intorno il drama di crescita persona del primo gioco Square/Enix. Una cosa così la guarderei, ma tanto non mi ascoltate mai.
Ci aspetta però anche un reboot del gioco, si sussurra una Lara matura (MILF Croft!) con un team da guidare. Parliamo però di sussurri e sussurri che non ci esaltano moltissimo quindi aspettiamo di saperne qualcosa di più.

Il gioco da tenere d'occhio perché tanto è estate e anche se sparo idiozie voi mica ve ne accorgete, per me, è invece Rolledrome, gioco di pattinaggio e sparatorie con grafica cartoonosa stilosa e un gameplay tutto fatto di mix tra trick, bullet time (o come lo hanno chiamato loro) e fucilate. Io di solito quando vengo a proporvi giochi futuri che non giocherò e che ho visto di sfuggita non ci prendo mai, ma chissà, questa volta potremmo essere davanti a un nuovo classico. In fondo ci sono i giochi a trick stilosi che con un buon sistema di controllo danno sempre soddisfazione, gli sport futuristici sanguinari e distopici e la grafica da fumetto però fumetto d'autore. Sono tutti aspetti positivi che non credo dobbiate sottovalutare. Ve lo dice uno che vent'anni fa si prese una cotta per Hyperblade.

Non c'è molto altro da dire. Se sul fronte cinematografico siamo un po' fermi sul fronte Serie TV forse stanno per cominciare delle cose che forse non ci piaceranno, ma che sentiremo il dovere di guardare (tipo, sono alla terza di Westworld per dire) che ci daranno però del materiale da trattare solo dopo la pausa per il mare. Pausa che, mi dicono, è abbastanza prossima anche qui alla tana.

“These are engineering problems, my friends. And we are engineers.” (For All Mankind avrà anche i suoi difetti, ma con questa frase mi avrà al suo fianco fino alla fine)

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