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1017, 22/05/2021 - Espansione
1017
22 . 05 . 2021

Super Omaccini V

Va', Gödel, e insegna allo Stagista a sopravvivere...! In natura il tempo di gestazione di un essere vivente è proporzionale alla complessità di quello che dovrà fare per sopravvivere: e così gli Ingegneri (delle Tenebre o meno) rimangono per sempre teneri neonati.

La Primavera è una severa maestra di vita a sua volta, che ci insegna ad aspettarci la pioggia tutt'a un tratto, e che il sole non sarà sempre lì.
È una stagione scapestrata e tragica che ci mette a disagio, soprattutto noialtri che apparteniamo alla generazione leggendaria dei Primi Videogiocatori, e che di conseguenza di primavere ne abbiamo tante sul groppone, tante che cominciano a pesare... e probabilmente quelle che abbiamo ancora davanti sono meno della metà. (Forse molte, molte meno.)
I nostri pensieri e i nostri ricordi sono quelli dei vecchi, e dunque non stupisce se il mio cuore appartiene tuttora all'epoca d'oro dei cabinati a gettoni, e dei picchiaduro 1 vs 1 che regnavano supremi. Da quando questo genere si è trasferito nel multiplayer online sembra rivivere una nuova primavera: Tekken e Street Fighter e Mortal Kombat e Smash Bros e DOA e Guilty Gear e tutti gli altri continuano a sopravvivere indisturbati; persino ad un disastro come Street Fighter V è stata concessa una seconda chance, ed è stato esaltante vederlo là a terra, un pixel rimasto nella barra dell'energia, e ribaltare le sorti con una sequenza di parry incredibile come quella di Daigo nell'EVO Moment #37.
(Un moment, peraltro, che sarebbe impossibile ricreare online)
Ma per quanto i picchiapicchia siano dinosauri nel mondo moderno, e per quanto la loro Isola Perduta, la loro Skull Island sia remota e incontaminata, anch'essi ogni tanto fanno notizia.
Ad esempio è successo che Sony si sia accaparrata il torneo più importante al mondo, l'EVO di cui ogni anno d'estate diamo conto anche su queste pagine (quando ci ricordiamo). Sony cagna maledetta ha approfittato della Situazione che ha messo in ginocchio tutti i convegni e le fiere, per ridurre in schiavitù questa manifestazione spontanea nata dal cortile dietro casa di un paio di ossessionati: oppure, Sony salvifica ha garantito la sua protezione (mafiosa) a un torneo glorioso che rischiava di scomparire... vedetela come volete.

E poi ci sarebbe un nuovo film di Mortal Kombat che ha fatto parlare di sé più per quello che non c'è che per quel che si vede effettivamente: poteva essere peggio? La risposta è sempre sì, stupidi. Dobbiamo ritenerci fortunati: ma no, solo i codardi possono ragionare così.
Preferisco tutta la vita le trame labirintiche e raffazzonate e rimaneggiate e naive e nonsense dei giochi stessi: ad esempio quella perla magnifica della storia di Rose in Street Fighter V. La lottatrice, ehm, “italiana” (???) infatti ha appena fatto il suo esordio anche nell'ultimo episodio, e si è portata dietro un codazzo di speculazioni su viaggi nel tempo e anelli temporali e manovre temporali a tenagl- insomma, dai pochi indizi disseminati nei suoi brandelli di dialogo pare che il mondo di Street Fighter si prepari a un rimaneggiamento completo, che si compirà probabilmente nel futuro Omaccini di Strada 6.
Fare tabula rasa e ripartire pressoché da zero (cioé da Zero, nel senso di SF Alpha/Zero), ma con alcuni personaggi chiave che mantengono contezza del passato e delle linee temporali alternative, mi pare un'idea meravigliosa per rinnovare Street Fighter e scrollarsi di dosso la zavorra narrativa accumulata in questi decenni.
(E ogni scusa è buona per rivedere Chun-li nella sua tutina blu da allieva.)

Mi piange il cuore non poter dire nulla di buono su SNK, che rimane tristemente ai margini di questa primavera picchiaduristica. Abbiamo accennato su queste pagine alle sue vicende societarie tragicomiche, che l'hanno vista passata di mano in mano e di bocca in bocca come una caramella ciucciata, usata per riciclare denaro sporco dai peggiori villain di questo mondo, il Mondo Reale, e mandata a battere le strade come la sua B. Jenet in un nostro fumetto.
Ora SNK sta provando a risollevarsi a fatica, con un King Of Fighters umiliato e mortificato dal passaggio in 3D: è terribile vedere questa serie un tempo al vertice assoluto della tecnica, che padroneggiava i pixel 2D come un Re, e ora è costretta a reimparare tutto come un umile garzone di bottega, che produce goffe parodie in 3D di quel che era un tempo.
L'unico genere di 3D che le riesce bene sono le forme prosperose di Mai Shiranui nelle statuette da “collezione” come questa da 1000 euro. Un oggetto d'arte, indubbiamente, ma non me ne vanterei troppo.

Guilty Gear, quello che sta per uscire, merita un poema dedicato alle sue meraviglie artistiche, e glielo scriveremo; abbiamo bisogno di cercare rifugio nell'arte, ora come sempre... Nell'arte un'amica fidata.

Lo-Rez: arte, storia, web design
22 . 05 . 2021

Il re dei giochi

E' diventato praticamente impossibile sfuggire agli isekai, quegli anime dove stai in un mondo, ma poi finisci in un altro che solitamente è un videogioco, ma per bizzarre ragioni diventa il campo di battaglia per i destini dell'universo (chissà quale universo poi). No Game No Life (spoilers ahead) parte come un isekai, o meglio, parte con un gioco online e parte mostrandoci i migliori giocatori del mondo Shiro e Sora che però, oltre a essere i migliori giocatori del mondo, sono anche due persone disadattate, due NEET, due ikikomori che si bastano a vicenda, ma che, per loro esplicita ammissione, non sanno adattarsi al mondo perché il mondo non è un gioco, non è un gioco come lo vorrebbero dei giocatori o dei Veri Videogiocatori (questa è una delle riflessioni più interessanti dell'anime e ho voluto riportarla tutta).

Shiro e Sora però sono giocatori così bravi che attirano l'attenzione di Tet, Dio de giochi del mondo di Disboard, un regno fantasy che, sopravvissuto a una guerra tra dei è ora sotto il controllo di questa divinità che ha imposto che tutto sia un gioco, istituendo i dieci patti. Ogni controversia, ogni disputa, ogni questione deve essere risolta giocando, giocando a qualsiasi cosa, mettendo in palio ognuno una posta equa. Si può barare, ma guai a essere scoperti, e la volontà del Dio farà si che il vincitore riceva quanto pattuito, anche quando questo risultasse piuttosto bizzarro.
Shiro e Sora sono i migliori giocatori del mondo, ma vincere nel mondo dei giochi appare da subito complicato. L'umanità (o imanità, come viene detta) è l'unica delle sedici razze presenti a non possedere alcuna affinità con la magia e la magia, si sa, è un meraviglioso modo per barare. Il regno umano, schiacciato in mezzo ai regni di altre razze tutte più potenti rischia di essere spazzato via e i nostri due eroi dovranno quindi intraprendere il gioco dei giochi, la partita delle partite, per salvarlo, ponendosi come scopo finale di sfidare direttamente Dio.

Mi piacerebbe partire nel giudicare NGNL dicendo che è un anime intelligente, perché è una cosa che ho detto per altri prodotti che ho trovato scritti molto bene. In questo caso però sarebbe riduttivo perché in un anime non cerco (sempre) una buona scrittura, ma anche quella grandeur, quel sentimento, quell'epicità che i giapponesi sono maestri a fabbricare. NGNL ha anche questo, anzi, è piuttosto liberatorio, per una volta parlare veramente di un bel fantasy, un bel fantasy alla giapponese. Uno dei grossissimi problemi degli isekai, a partire da SAO, è il loro voler cotruire questi mondi virtuali, si, ma usando come calco i giochi occidentali. Questo porta, di solito, a un'arte e a un design col freno tirato. I giapponesi hanno idea di noi come di un popolo noioso a cui piace un fantasy noioso che ponga l'accento su un qualche genere di realismo medievale che non permetta moltissimo di spaziare. Questo ha ucciso, negli ultimi anni, il vero fantasy manga, che è quello fatto di creature inarrivabili, armature assurde e mostruosità al limite del parossismo. NGNL recupera tutto questo e, sebbene delle sedici razze presenti ne mostra solo alcune, a queste conferisce il carisma che come pubblico ci meritiamo, dai flugel che sembrano angeli sterminatorei al "popolo delle ragazze carine con orecchie animali". Su questo poi basa la sua avventura su personaggi intelligentissimi, che procedono ad astuzie e spiegoni, tecnica che, lo sappiamo tutti, può pure ammazzare la tensione messa lì così come è, ma in questo caso risulta ben dosata, non fosse altro che, di contro, il pathos delle situazioni è elevato perché la posta in gioco è sembre, invariabilmente, altissima. Non è male nemmeno il contrappunto dato dal rapporto personale tra Sora e Shiro, due personaggi che, pur con i loro intelletti superiori, hanno proprio solo loro stessi per sfuggire alla solitudine, nota che li rende abbastanza rotondi e simpatici anche nelle più sfacciate esibizioni d'arroganza.
Una nota negativa è invece il fanservice che in questa serie è decisamente mal dosato e impiegato a sproposito. Sono il primo a capire l'utilità di ragazzine che si fanno la doccia e riferimenti a mutandine negli anime, ho apprezzato opere ben più scandalose, il problema di NGNL è che molto spesso i momenti più goderecci arrivano in modo inopportuno, accessorio e fanno crollare letteralmente l'atmosfera. Suonano, come già capitato altrove, come atti dovuti da sacrificare sull'altare di Dio Marketing, appiccicati posticci mentre gli sceneggiatori reali cercavano di lavorare a tutt'altro. Di certo non aiuta poi tutto il materiale del genere riferito a Shiro che, pur con tutti i distinguo che bisogna fare, ha ufficialmente e dichiaratamente UNDICI ANNI.

La tecnica di NGNL ha un solo problema: l'immagine è sempre immancabilmente troppo rossa. Una scelta stilistica che va a montarsi su un disegno molto bello, eh, ma che rischia di stancare. Per il resto è ineccepibile, l'arte serve bene quel proposito di rendere un fantasy genuinamente giapponese espresso sopra quindi non ho nient'altro di che lamentarmi. Le canzoni di opening ed ending sono, invece, piuttosto dimenticabili.

NGNL ha prodotto anche un lungometraggio di quasi due ore, Zero, ambientato durante la grande guerra. L'ho trovato un'opera di altissima qualità, sia perché è ancora più esplicito l'ottimo lavoro di worldbuilding (vediamo più razze intente in più tipi d'azione) sia perché, pur mantenendo un tono piuttosto divertito, danza su note di profonda disperazione dalla costruzione del suo protagonista Riku, fino all'escalation che porterà al finale. E' una storia di grandissimo sentimento, che in modo sottile gioca con i temi della serie originale così da non allontanarsene mai veramente, ma intanto propone un'apocalisse magica di estrema potenza. Potrei azzardarvi a consigliarvelo anche da solo (naturalmente gli unici riferimenti che vi sfuggirebbero sarebbe quelli presenti nella cornice alla storia principale).

La produzione di NGNL è paradossale come possono esserlo solo che cose giapponesi. Il prodotto è del 2014, dodici episodi di buon successo, finale apertissimo che urla il bisogno di altri capitoli (praticamente un cliffhanger). Dopo anni di silenzio, nel 2017 appare NGNL:Zero e anche lui è un successo di buone dimensioni. Nonostante questo, a oggi, non abbiamo comunicazioni riguardo la prosecuzione del progetto, il che però non significa affatto che sia cancellato. Anzi, il fatto di vederlo oggi distribuito anche qui (VVVVID dove l'ho visto io, ma anche Netflix) potrebbe quasi far pensare che i tempi sono maturi.

Come dicevo l'altro giorno giudicare un anime che non finisce come questo è sempre un po' problematico e non andrebbe fatto. Vista però la storia produttiva di NGNL ho ben pensato che un receditoriale a sé lo meritasse. Io ve lo consiglio, ve lo consiglio se vi manca quel Fantasy Anime tout-court che ormai sembra i giapponesi si vergognino a fare e perché comunque è un'opera di buona scrittura che affronta anche con intelligenza certi temi a cui non guardiamo sempre in faccia volentieri. Il lungometraggio, poi, mi ha fatto veramente una grande impressione, forse per qualche ipersensibilità mia personale, e privarvene sarebbe sbagliato.
Guardatelo. Guardatelo e poi aspettate con me.

“Regola numero 10: divertiamoci giocando tutti assieme!”

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