Strip
serie
1010, 03/04/2021 - Nuovo Grande Progetto
1010
03 . 04 . 2021

Rosa e giallo

Il rosa e il giallo sono i colori del momento, con un po' di bianco per buona misura, e sono anche un'ottima combinazione per una, uhm, tastiera meccanica.
O per una unità Evangelion... ma costruire la tastiera è un po' più facile, e non causa la fine del mondo.
Le nostre vite sono come sospese tra questa rassicurante strage di lagomorfi annuale e le strade mortalmente silenziose percorse solo da un vento inquieto; tra il cioccolato e il sole non troppo caldo da scaldarci ma abbastanza scintillante da infastidirci, per come si infiltra da tutte le fessure mettendo in evidenza la polvere nelle nostre tane troppo vissute.

Cerchiamo l'ossitocina ormai solo nei videogiochi e siamo diventati maestri nel procrastinare, procrastinare la ginnastica domestica, il trasloco nell'altro appartamento, tutti i nostri Nuovi Grandi Progetti Sovrumani™, come Neo & Gödel nella strip odierna: i programmatori sono da sempre supercampioni del mondo del procrastinare, chissà perché.

Il regista di Eight Grade dice che ha scelto come protagonista una ragazza perché in terza media i ragazzi su Youtube parlano solo di videogiochi, le ragazze invece parlano della loro anima. Bé, noialtri abbiamo finito le medie da un bel pezzo, eppure siamo ancora qui a parlare di videogiochi.
Le nostre anime non le avrete mai, dovessimo andare avanti altri vent'anni.
Questa settimana è uscito NARITA BOY, il videogioco ambientato nel mondo dei videogiochi. O nel mondo degli anni '80 che non sono mai esistiti se non oggi nei nostri dolci ricordi: un mondo visto attraverso uno schermo a tubo catodico, popolato di eroici programmatori rozzi e baffuti e villosi e panzuti, che brandiscono spade al neon RGB contro i malvagi demoni usciti dal computer. La grafica a pixel dipinti a mano è immortale, e la colonna sonora tutta chitarre elettriche e sintentizzatori mette addosso un'angoscia inspiegabile.
Se Follow The Rabbit non avesse già un videogioco, ebbene esso potrebbe essere NARITA BOY.

Lo-Rez: arte, storia, web design
03 . 04 . 2021

Martello delle streghe

Un po' di tempo fa ho dovuto decidere quale anime affrontare, un'esperienza che non mi succedeva da tempo. Quando decisi di affrontare il recupero dell'immensa galassia "A certain", infatti, questa mi sollevò dall'incertezza per mesi tracciando la via di cosa avrei visto. Finita quella è stato il turno di recuperare il finale della seconda stagione di Gundam Build Drivers, sospesa causa COVID, e visionare la seconda stagione di No Guns Life (di cui parleremo dopo la terza, quando avremo un quadro completo), attività che dovevo svolgere quasi per dovere e su cui non avevo dubbi, da lì il vuoto.
Il problema, per me, è piuttosto grave, perché ho la tendenza di evitare di guardare gli anime più seguiti del momento soprattutto in quest'epoca in cui sembra che questi siano sempre anime simil-fantasy, un genere in cui secondo me i giapponesi raramente danno il meglio. Muovendomi a tentoni e forse anche un po' guidato dalla nostalgia per "A certain" sono così ruzzolato su Ant-Magic Academy: the 35th test platoon che un po' ricorda le atmosfere leggere delle vicende di Index e gli mischia quelle tematiche post-majokka di cui sono, come ben sapete, grande estimatore.

La trama è delle più classiche: nel mondo di 35th Test Platoon la magia esiste, ma va contrastata perché porta solo guai, quindi è stata esistita un'accademia anti-magica che, facendo un po' il verso all'inquisizione, dà la caccia alle streghe. Ovviamente l'accademia, aderendo al sistema educativo giapponese, non si fa scrupoli di mandare in missione i suoi stessi studenti e valutarli sul loro impegno a fermare gli stregoni. Takeru Kusanagi è il capitano del peggior plotone sulla piazza e le cose non migliorano nemmeno quando alla squadra vengono aggiunte Oka Otori, una cacciatrice esperta degradata per indisciplina e Mari Nikaido, una strega rinnegata. Questo ovviamente non gli vieterà di finire in mezzo alle vicende più calde relative alla lotta alla magia oltre a diventare oggetto delle attenzioni di un "mangiatore di reliquie", enigmatica creatura nella forma di una dodicenne apatica (oh che originalità) capace di donargli poteri soprannaturali.

In questo 35esimo plotone, a una veloce occhiata, sembra esserci un po' tutto quello che piace a me: tecnomagia gotica che non disdegna di sfociare nella fantascienza, dialoghi mistici su creature arcane, atmosfera frizzante da liceo piena di ragazzine licenziose. La trasformazione di Takeru, che lo fa diventare una specie di Power Ranger spadaccino, è molto muscolare, dando anche quella patina di supereroe che non disdegno e l'assortimento di personaggi non fa annoiare. Il problema vero di Anti-Magic Academy, però, è che non fa nulla, assolutamente nulla per essere un po' più di quello che promette. Dopo la dichiarazione d'intenti iniziale l'anime si adagia su quello che sai già ti regalerà senza mai provare a esplorare una qualche via nuova o divertente. I diversi storyarch poi, pur mascherati da missioni, in realtà servono tutti per scavare nel passato dei membri del team e anche se questo arricchisce i personaggi dall'altra parte sembra più un'introduzione per qualcosa che sarebbe dovuto venire in un'eventuale seconda stagione, se questa avesse avuto successo. Il disegno del mondo è poi certamente il più grave dei difetti: abbiamo questa città molto generica in cui si trova l'accademia e che sembra avere delle periferie distrutte da un qualche cataclisma. Non ci viene spiegato perché tutto avvenga nei paraggi, per qualche motivo è l'accademia (e quindi letteralmente i suoi stessi studenti) a difenderla e quale sia la geopolitica sottesa. Sembra strano, in una storia del genere, preoccuparsi di questi particolari, ma in retrospettiva una delle grandi forze di "A certain" era proprio il fatto di essere riuscito a fare della sua città-accademia parte integrante di un mondo più vasto, un mondo in cui i suoi personaggi possono continuare a muoversi, lasciando senza problemi i confini del loro setting iniziale. L'impressione che invece trasmette 35th, invece, è proprio che se andassimo fuori dal binario delle sue trame metteremmo il suo scenario in imbarazzo.
Persino il fan-service è beceramente gettato addosso agli spettatori senza stile. La stessa struttura della squadra ha un che da commedia sexy anni 80, con Takeru al centro di un team formato tutto da ragazze, con lui troppo buono per approfittarne, ma anche così buono da farle innamorare tutte. E naturalmente, di conseguenza, non mancano docce, competizioni di cosplay o anche momenti assolutamente estemporanei in cui qualcuna si ritrova in qualche bizzarro contesto seminuda. Eppure la sensazione che rimane è che anche tutto questo sia stato solamente buttato lì, perché bisognava farlo, era nel contratto, non perché genuinamente si sia realizzato per il divertimento di qualcuno.

Concludendo, Ant-Magic Academy: the 35th test platoon è un piacevole passatempo senza infamia e senza lode, essendo del 2015 ci è ormai abbastanza chiaro che non ne verrà mai realizzata una seconda stagione, ma è una conclusione che avremmo potuto trarre anche al tempo della sua uscita, perché in un mercato feroce come quello degli anime, dove una larga fetta dei progetti è destinata a non arrivare a conclusione, lui non sembra neanche cercare di lottare per la sua vita, accontentandosi di non dare fastidio. E' un peccato, perché questo non-genere che mischia majokka, fantascienza e, ma si, shojo, continua a essere uno dei miei preferiti (sempre dietro i robot giganti, ovviamente), ma sembra spesso difficili usarlo per scrivere una storia ambiziosa che dia impressione di meritare di essere seguita.

“Summis desiderantes affectibus — Malleus Maleficarum”

Cymon: testi, storia, site admin