Strip
serie
1007, 13/03/2021 - NFT
1007
13 . 03 . 2021

Un ciclo di morte e rinascita

In vent'anni doveva capitare anche questa: la prima strip non fungibile di FTR...? In cui il nostro Cloud, dopo essersi infatuato dei soldi gratis promessi da certi azzardati investimenti in GameStop, compie il passo successivo e si getta sulle Cripto Val— no, di più: sugli NFT.
Follow The Rabbit è, fin dal 2001, un'organizzazione senza fini di lucro; ma ammetto che sarei curioso di vedere quanto potremmo spuntare se mettessimo all'asta la nostra prima strip... Esisterai pure, o singolo Lettore abbiente! (e se ci leggi, anche un po' incline all'autolesionismo: perfetto)

Ma poi penso a quella povera piccola strip, sola soletta su un piedistallo, sotto le luci impietose dei riflettori, indifesa davanti a fanatici facoltosi che la occhieggiano senza poesia.
Darla via per denaro sarebbe un piccolo tradimento, dopo che per vent'anni ha custodito intatto il fiore dei nostri sogni e delle nostre speranze.

A proposito di bella innocenza, accennavo la scorsa volta a mucchietti di pixel disposti e colorati con amorevole cura, eppure modernissimi: mi riferivo a tanti giochini incontrati qua e là, ma soprattutto a Loop Hero.
Ho avuto occasione di provare la demo qualche tempo fa, appena prima che la popolarità di questo titolo esplodesse... una popolarità odiosamente ironica, senza dubbio, perché le nuove generazioni hanno strappato il loro cuore dal petto e l'hanno sostituito con l'ironia. Ma nondimeno è popolarità, che significa una pioggia di gettoni d'oro sugli autori di questo bel giochino meritevole.
La grafica 8-bit fa un uso straordinario del colore, e soprattutto dei neri profondissimi tipici dell'era del NES e anche oltre, che qui diventano parte integrante della narrazione: Loop Hero infatti è la storia di quel che viene dopo che il cattivo ha vinto, un oblio buio in cui galleggiano pochi confusi ricordi sotto forma di mucchietti colorati di pixel, per l'appunto. Un buio da reclamare colorandolo.
La musica rulla di brutto, il che è un sollievo perché la sentiremo sparata nelle orecchie per un centinaio di ore abbondanti, drogati dal ciclo infinito di morte e rinascita che è il cuore del genere roguelite.

Sono pixel anche quelli che compongono Neon Genesis Evangelion 3.0+1.0, e anche lì c'è la storia di quel che viene dopo la fine del mondo, e un ciclo infinito di morte e rinascita. Non che ci si capisca qualcosa, naturalmente. Ma sono usciti per l'Occidente i primi 12 minuti, 10 secondi e 10 fotogrammi (cifre molto precise, senz'altro per far lambiccare esegesi e cabalisti): mi sono piaciuti tutti, anche senza capirci nulla.
In questa vita o nella prossima, prima o poi vedrò questo dannato film.

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13 . 03 . 2021

Il valore dell'inutile

Strisce di FTR che parlano di attualità. Non è così anomalo quando l'attualità è quel misto di tecnologia, follia, e fantascienza alla blackmirror a cui ci hanno abituato alcuni degli ambienti che bazzichiamo di solito.
Ovviamente l'argomento trattato è quello dei NFT, Non-Fungible-Tokens, ovvero "Tocchi di roba su cui non possono crescere i funghi" (fate fare a me che so le lingue), un'evoluzione del clima isterico relativo alla blockchain quando ormai sembrava maturo il tempo in cui si potesse parlare dell'argomento come persone mature.
Non ho mai fatto mistero di essere affascinato dalla blockchain intesa come tecnologia. Secondo me è un progetto che, alla prossima iterazione, aprirà effettivamente delle opportunità nell'internet per ora precluse. Per esempio, ultimamente, ho provato a leggere un po' di documentazione di questo progetto dove, con piglio accademico, si stanno cercando di indirizzare alcuni di quelli che sono tutt'oggi grossi limiti del sistema. Quello che possiamo ottenere con la blockchain è un sistema sicuro, ma anche totalmente distribuito. Strutture puramente decentralizzate, nel mondo dell'internet, sono un mito in giro da un po' di tempo. Quando Napster rivoluzionò la distribuzione della musica (1999) il paradigma del peer2peer sembrava quello su cui avremmo spostato tutto il software di lì a una decina d'anni (ci feci anche un progetto all'università). La realtà, invece, si rivelò piuttosto diversa. Eravamo in un mondo non così connesso come oggi, in cui quindi la rete non poteva essere un "liquido amniotico" sufficientemente denso da permettere l'efficace sviluppo di strutture complesse, ma, soprattutto, appariva abbastanza chiaro che i nodi andavano organizzati, guidati e che questa guida, in modo più o meno ciccione, continuava a rappresentare qualcosa che li teneva sotto controllo. Trovata questa cosa, schiacciata questa cosa (e il file sharing ha visto parecchi di questi eventi) ed ecco che la rete perdeva subito capacità di sopravvivere. Sopravvivere, nell'internet, è quello che ci manca. Abbiamo risorse sufficienti per scaricare file enormi da computer a computer, possiamo interrogare database illimitati per recuperare qualsiasi tipo di informazione, ma finché parliamo di sistemi con un server parliamo di paperelle sedute (sitting ducks) facili da colpire, si tratti di azioni legali (più o meno rispettose del diritto) o attacchi più maliziosi. Single-point-of-failures, colli di bottiglia o qualsiasi altra parola riguardo l'argomento vi venga in mente. Di contro, la blockchain, come un'enorme idra, potrebbe essere più difficile da uccidere.

Purtroppo, però, non possiamo ancora parlare veramente di questi argomenti, perché invece il tema caldo è monetizzare l'internet. Perché non si poteva monetizzare l'internet? Perché l'internet era un bene facilmente replicabile, in cui il valore di quello che veniva prodotto andava dissolto nella facilità di duplicazione. Se tu fai un artwork molto bello io posso averne una copia con un click e magari posso usarlo senza nemmeno che tu ne abbia coscienza. Da qui, ovviamente, la complicata disciplina riguardante la proprietà intellettuale che però non arriva a coprire il tema del becero possesso, l'attività di esercitare la proprietà su qualcosa. Quindi, per esempio, può esserci un Banksy e tu puoi decidere di prenderlo, dichiararne il possesso digitalmente e poi distruggerlo. Tu non potrai più vederlo nella sua forma reale, non potrai toccarlo, non potrai spostarlo fisicamente, nessuno più potrà. Nonostante questo la grande rete immortale saprà per sempre che è tuo.
E se può diventare tuo qualcosa che cessa di esistere quale sarà il problema a far diventare tuo qualcosa che non mai esistito nel mondo reale. Perché non decidere che si possono possedere i tweet? Ammettiamolo, ci sono delle "cose" nell'internet, dei momenti, dei frammenti, dei non-luoghi che effettivamente hanno un valore storico importante quanto un documento della guerra di secessione o un'antica moneta. Se effettivamente poteste possedere la homepage del sito da cui si poteva scaricare la versione shareware di Wolfenstein3D non la vorreste? O se diventaste proprietari della Tesla Coil di Red Alert non ci fareste un pensierino? Queste cose non esistono nel senso che non hanno un corrispettivo nella realtà che le indichi come oggetto fisico, ma nel momento in cui potete possederle, stranamente, assumono una qualche consistenza.

Insomma, direi che le premesse le ho rispettate, qui parliamo di follia, tecnologia, ma anche fantascienza. Non dico che William Gibson avrebbe potuto prevedere qualcosa del genere, ma ora che c'è potrebbe scriverne, anche considerando che con la trilogia della Blue Ant ha già dimostrato di poter flirtare molto bene con il near future. Pensate cosa possa essere una collezione di capolavori artistici che in realtà è solo un wallet bitcoin rappresentato da un bizzarro glifo. E se, domani, fossimo in grado di riprodurre le opere d'arte con un ragionevole grado di fedeltà? Se le opere d'arte di partenza, allo stesso tempo, andassero distrutte a causa di un cataclisma? Se fosse responsabilità del possessore del loro token la possibilità di riportarle in vita? Allora sarebbe veramente il possessore? L'opera, a sua volta, sarebbe più eterna di quanto possa essere eterna in questo mondo caduco? Domande filosofiche, scenari accattivamenti, forse solo frenesia stimolata da illimitata avidità. Impossibile capire il confine tra queste diverse possibilità. In fondo, a suo modo, era cominciato tutto con dei gattini. Come capita sempre, sull'internet.

“They know I'm stranded here.
They must be searching for me.
I would grow a mustache as a disguise, but then I'd have to get a job as a firefighter or a pedophile.”

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