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464, 22/05/2010 - Divertitevi a vietarlo
464
22 . 05 . 2010

Tanto lo fanno per voi

Lo dicevamo un paio di settimane fa: Clara è passata al lato oscuro, ci manca solo che si copra con un bel mantello nero col cappuccio. Ma sarebbe davvero un peccato.
L'editoriale scorso è stato dedicato interamente a Frank Frazetta, morto il 10 maggio, perché davvero non me la sentivo di appendere in coda qualche notiziola sui giocattoli elettronici, dopo un argomento così malinconico. C'è anche un'illustrazione per commemorare la scomparsa di questo artista straordinario... doveva essere pubblicata su Multiplayer.it domenica, ma l'ennesimo pasticcio editoriale di M.it l'ha fatta saltare.

Ad ogni modo, oggi mi sento libero di riprendere con le notiziole sui giocattoli elettronici, gli stupidi, stupidi giocattoli. In realtà guardando le campagne promozionali di Valve si ha l'impressione che gli stupidi siamo solo noialtri, che ci facciamo prendere per il naso e sorridiamo beati andando incontro alla nostra rovina.
Mi riferisco all'ultima pubblicità per Portal 2: un video raccontato in prima persona da GLaDOS, la malvagia intelligenza artificiale, che spiega con precisi diagrammi la strategia commerciale di Valve. Chi credeva che la recente offerta promozionale che dava via Portal in regalo fosse stato un atto di generosità disinteressato da parte di Valve (?), è stato smentito da una serie di fredde statistiche recitate dalla voce metallica della suddetta IA: è stata tutta una subdola macchinazione per indurre un maggior numero di persone ad acquistare Portal 2, e a diventare così cavie da laboratorio per i futuri esperimenti di GLaDOS.
L'ironia e l'intelligenza del marketing di Valve continua a stupirmi. È confortante vedere che non tutti in questa Industria mi trattano come un bamboccino sbavante, ammaestrato ad aprire il portafoglio ogni volta che EA o Activision schioccano le dita. È confortante sapere che qualcuno si sforza almeno di giustificare il mio esborso economico con qualcosa che non sia in realtà una martellata sulle gengive rinominata “Servizi a Valore Aggiunto” dal reparto marketing.
Prendiamo ad esempio Ubisoft. Ubisoft continua imperterrita sulla strada del suo sistema DRM, una tecnologia costata molto tempo e denaro per ridurre le funzionalità dei suoi giochi e complicare la vita ai suoi clienti. Uno pensa che magari è stata decisione sofferta, una misura indispensabile per salvare il mercato dei giochi PC dai pirati cattivi, e che Ubisoft si impegni a pubblicare i suoi titoli di punta in edizioni rivedute e adeguate alle potenzialità del PC... No!
E così dopo Assassin's Creed II, anche Splinter Cell Conviction esce per computer, imprigionato nella gabbia del DRM. Rispetto ad AC2, però, stavolta l'edizione PC è decisamente peggiore di quelle per console, anche sorvolando sul sistema di protezione. Il livello tecnico del gioco è imbarazzante, sfrutta una frazione ridicola della potenza sviluppata da un computer recente, ma se non altro un aspetto positivo c'é: tutta questa sofferenza dura 6 ore scarse, la durata cioé della campagna single player. Oh, meno male: grazie, Ubisoft, che pensi sempre a noi!
In difesa del nuovo Splinter Cell va detto però che, evitando come la peste l'edizione PC e trovando per terra i 70 euro necessari, è un titolo molto godibile. Chi apprezzò il primo della serie, rigorosamente per PC, come una simulazione stealth molto seria e molto occidentale, in alternativa alle follie di Metal Gear Solid, però, si ritrova con il cuore spezzato... anche questo gioco, come va di moda di questi tempi, ha tradito i suoi fan di lunga data per prostituirsi alle masse incolte.
Ubisoft non ha neppure fiducia che riusciate a tener ferma la mano quel tanto che basta a puntare e sparare, e ha eliminato per voi tutti questi fastidi: quel che resta è una specie di scuola elementare per giocatori, che non si ha difficoltà ad apprezzare anche in stato di ubriachezza estrema. È una tendenza molto pericolosa. Potremmo quasi abituarci.

Lo-Rez: arte, storia, web design
22 . 05 . 2010

Paura dei phantom

Visto che l'avanzare dello switch-off me lo ha imposto sono entrato anch'io nel mondo del digitale terrestre.Il guadagno maggiore, a mio parere, è senza dubbio RAI4 che, oltre a trasmettere cartoni animati di sicuro interesse, ha anche un'offerta cinematografica piuttosto borderline, curiosamente in linea con i gusti di noi nicchie reiette. Non durerà, lo sappiamo, comportamenti del genere sono propri solo delle televisioni giovani, si pensi solo a che capolavoro era CanalJimmy qualche anno fa, ma finché c'è godiamocela.
Proprio su Rai4 l'altra sera ho avuto occasione di rivedere un bel pezzo di Final Fantasy: Spirit Within. Lo ho sempre considerato un film eccessivamente sottovalutato e penso che proprio oggi sia il momento per recuperarlo. A parte il fatto che, per l'anno di realizzazione, la sua caratura tecnica è di tutto rispetto, penso che oggi, dopo aver imparato a seguire un certo cinema di storie grazie ad Avatar, potremmo scoprire in questa pellicola nata dai videogiochi, ma molto poco videogiocosa, diversi spunti interessanti.
Certo, non può esserci crimine peggiore, nella cultura occidentale, che scoprire che chi ci massacra e ci infesta in realtà non è realmente cattivo, come non può esserci maggior spreco che far saltare per aria il bad guy della storia da solo nello spazio, ben lontano dal castigo che l'eroe del racconto gli avrebbe giustamente dovuto infliggere. A parte questo, però, rimane tutta la filosofia di Gaia, la tragica vicenda aliena, il lirismo delle soluzioni adottate. Tutte cose che Cameron ha contrabbandato, appunto, in una foggia più tamarra e appetibile, ma che già in FF sono presenti con notevole potenza. Diciamo pure che se il nerboruto malvagio di Avatar avesse portato a termine il suo attacco nucleare probabilmente l'entità pianeta sarebbe morta e il suo spettro, vagando per lo spazio, avrebbe potuto produrre la catastrofe che poi è l'introduzione del film Square/Enix.
Insomma, non è tanto per difendere i videogiochi a ogni costo, ma proprio perché credo che in Spirit Within ci sia più di quello che in generale la gente vi ha visto dentro, che vi suggerisco di provare a reperirlo e guardarlo di nuovo, magari anche avendolo già presente. Non scoprirete un capolavoro nascosto, ma è un piccolo buon film di fantascienza come se ne sente sempre un gran bisogno.
Ho letto la preview di F.E.A.R. 3 e il risultato è che mi sono installato F.E.A.R. (uno). Il pallino di giocare F.E.A.R. ce l'ho sempre avuto, ma in qualche modo non mi ci sono mai messo veramente. Non so cosa gli manchi nela ia idea... ha una trama che si è rivelata solida attraverso tre capitoli, ha il bullett time, ma anche un sistema abbastanza accattivamente di combattimento corpo a corpo. Eppure non parto, non mi esalto, non mi ci proietto dentro. E' come capire come abbia fatto invece a rapirmi il mediocre timeshift, di contro... sono quei misteri su cui si basa tutto il marketing del videoludo e che, fortunatamente, non hanno ancora un scienza rigida che li spieghi in dettaglio.
Quest'installazione di F.E.A.R., comunque, lontanissima dall'ultimo tentativo di videoludo fatto, mi fa però pensare che sia veramente arrivata la bella stagione. Paradossalmente con il caldo e con il sole monta in me la voglia di giocare, una voglia primitiva, piuttosto grezza, che non sfocia mai in niente di articolato, ma che spesso mi ha spinto a finire interi titoli. E' un modo decisamente nerd di approcciare l'estate, ma è inspiegabile come è inspiegabile la natura della gente, quindi non penso sia il caso di farsi troppe domande.
L'editoriale è un po' fiacco e adesso fa pure lo sgarbo al mondo di finire. Continua quello strano sentimento di cui vi ho recentemente parlato, quel moto ondoso di creatività che, stranamente, si infrange contro l'ingresso della tana. Pazienza, gli alti e bassi sono fisiologici, avremo modo di parlare di qualcosa, avrà anche modo il mondo, in verità, di proporci interessanti argomenti.

- La spartizione degli onori mi sembra ingiusta. - dissi - In questa storia, lei ha svolto tutto il lavoro. Io ci ho guadagnato una moglie, Jones ci ha guadagnato il credito e a lei che resta?
- A me - rispose Holmes - resta ancora un flacone della cocaina. - E allungò la sua mano bianca affusolata

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