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28/06/2k25 - Termodinamica: La temperatura non esiste
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28 . 06 . 2025

Sulla stessa spiaggia

Stessa spiaggia, stesso mare... ma uffa!

Non sono di quelli che tutti gli anni tornano in villeggiatura nello stesso posto; e nei periodi della mia vita in cui vi sono stato trascinato controvoglia, l'ho presa come il gatto imbronciato del meme. Per questo, forse, Death Stranding 2 dovrebbe far male a me più che ad altri: questo “On the Beach” è a suo modo un ritorno alla stessa spiaggia, allo stesso mare...
Hideo Nasconde Qualcosa, ci hanno scritto anche un libro: una monografia gustosa, per di più da parte di un giornalista italiano. La cifra autoriale di Kojima è sempre stata l'imprevedibilità, sin dal 2001 con Metal gear Solid 2.
Invece alla fine è successo che il Maestro ha scelto di ripetersi, e si è astenuto dagli stravolgimenti folli e spericolati che pure aveva sperimentato con sommo divertimento.
Death Stranding 2 è proprio Death Stranding 2.

Il Maestro ha scelto: possiamo crederlo senza far la figura dei coniglietti ingenui. Se c'è uno in questa industria che può scorrazzare a briglia sciolta, libero dalle necessità di Prodotto, è proprio lui. Se l'è guadagnato. Ha fatto l'azzardo di tirar su dal nulla il suo studio, bruciando tutta la sua vita e le sue energie a velocità tripla per gli ultimi dieci anni, per potersi permettere il lusso di scegliere.
Abbiamo già detto, affascinati, di come abbia saputo attrarre a sé una Corte dei Miracoli di artisti eccelsi in ogni campo: un magnetismo così non si compra solo col denaro. E dunque ogni canzone, ogni volto di stella del cinema, ogni scenografia è sempre una scelta deliberata, mai una necessità. Se questo è un seguito vero, che arricchisce ed evolve la formula del primo gioco senza prenderne mai le distanze, dobbiamo prenderne atto come di una scelta artistica.
Così ha voluto Lui.

Abbiamo anche detto al tempo del primo Death Stranding, estasiati e con gli occhi a cuore, di come il vecchio volpone abbia saputo far di necessità virtù con consumata esperienza. Quel titolo fu anche una meraviglia logistica, un indie vestito da TriplaA, frutto di uno spietato lavoro di selezione per tagliare il superfluo: paesaggi vuoti e solitudini desolate sono stati elevati a sublimi scelte stilistiche, laddove nelle mani di un autore minore avrebbero soltanto denunciato miseria e mancanza di mezzi.
Questo secondo gioco spesse volte abbandona queste ristrettezze autoimposte, e si fa spettacolo opulento.
Non riesco a volergli male per questo. Come detto, se lo è meritato. Però... è proprio vero che a forza di aggiungere e aggiungere si perde anche qualcosa.

Kojima dunque ha scelto la continuità. Personaggi e temi tornano rimescolati in un caleidoscopio cangiante come petrolio sulla superficie dell'acqua, ma con una certa leggerezza di fondo, una spacconeria smargiassa che mancava al primo titolo, più contemplativo. Anche la tecnologia ha proseguito lungo la stessa traiettoria: il primo Death Stranding puntava alla luna, e questo secondo non ha deviato nemmeno un po'. Le tecnologie impiegate per fare questo gioco sono sbalorditive e d'impatto come e più di prima.
Questo è il primo vero gioco per PS5. Uno sfoggio di fedeltà visiva e ottimizzazione tanto superiore alla media da mettere in imbarazzo il resto dell'industria. Voi cos'avete fatto, negli ultimi dieci anni? La colonna sonora di accompagnamento a volte ora c'è, anche durante le camminate, ma è interattiva e prende il ritmo delle gambe di Sam, e il suo timbro si adegua al percorso che scegliamo, più brioso o più ponderato... Quando il Maestro fa una cosa, la fa sua. Woodkid nelle interviste dice è diventato matto quando Kojima glielo ha chiesto, non credeva nemmeno lui che si potesse fare una cosa del genere. Tecnologia all'avanguardia in ogni campo, senza compromessi.

Death Stranding 2, come il primo, mette alla prova la critica videoludica: le chiede un salto di qualità, la sfida a dimostrarsi all'altezza. Eleva la penna di alcuni valorosi alle vette che furono di Moby Dick per Melville, oppure dimostra tutta la meschinità di gente piccola che vomita articoli per le IA, i motori di ricerca e le agenzie pubblicitarie... non certo per lettori pensanti.
Ma, come abbiamo rilevato più e più volte, oggi Death Stranding arriva preceduto da ali di folla che lo acclamano sventolando foglie di palma. Nel 2019 il Maestro spargeva la sua semenza su un terreno arido e ottuso... Pubblico e critica duri di cuore, non volevano capire. Oggi invece tutti sembrano essersi ricreduti, e giù a leccare senza ritegno.
Non so quale spettacolo mi irrita di più.

Siamo dunque al cospetto di un pastiche grottesco, di un immaginario che già in origine era tutt'altro che ordinario, e ora si è espanso senza limiti in ogni direzione.
Kojima ormai ha tutte le attrici che vuole. Tutte smaniose di mostrare i piedini per la sua cinepresa. Attrici e attori tutti vestiti ACRONYM da capo a piedi.
È un Kojima Trasceso, affiancato da un fedele Shinkawa che ha raggiunto la sua Forma Ultima. Come Kamen Raider, come Godzilla, soltanto Kojima può abbattere Kojima.
L'Autore ha preso il sopravvento sull'Opera. Il risultato è disorganico, frutto di un ego senza freni cui nessuno è capace di dire di no. Kojima vittima della libertà creativa... Ma dove sta, in fondo, il problema? Finché ogni fotogramma di quest'opera infinita sa ricolmarci di stupore; finché ogni panorama lo vorremmo contemplare per un anno come sfondo, e tenere in rotazione la colonna sonora senza stancarci mai; finché possiamo pisciare nella neve, mostrare animaletti strani alla piccola Lou, e battere le mani come bambocci quando entra in scena MAGELLAN-MAN, e lacrimare di riso e di pianto e storcere il naso e trattenere il respiro... sul serio, dove sta il problema?

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28 . 06 . 2025

Il piccolo popolo va in città

Abbiamo espresso nelle settimane scorse il nostro formale entusiasmo per la uscita di Switch2 passando il messaggio che non avrebbe cambiato il mondo. Sicuramente la nuova console Nintendo non cambierà molto le carte in tavola per quello che riguarda la strategia Nintendo, ma questo non significa che la console war rimarrà completamente zitta di fronte a questo evento.

Mentre infatti Mario Kart riceveva il suo robusto update hardware XBOX annunciava ROG Xbox Ally che a sua volta non è niente di nuovo sotto il sole e allo stesso tempo un notevole cambio di paradigma.
Abbiamo già parlato in passato dei prodotti di ROG (e consimili), ovvero delle console portatili che in realtà contengono un PC e che, con un numero ragionevole di compromessi, ti permettono di partecipare alla scena videoludica odierna, per l'appunto, da PCista. L'oggetto che forse ha fatto da apripista, soprattutto per i nome che porta, a questa moda, è senza dubbio lo SteamDeck, che a sua volta rappresentava solo l'ultima iterazione della consolizzazione del mondo PC basata su un hardware chiuso, sigillato e garantito funzionante, uno store di riferimento per tenere il software al passo e ergonomici controlli al lato di uno schermo di dimensioni ridotte, ma buono per essere tenuto sulle ginocchia mentre si sta rannicchiati sul divano.

Perché allora ROG XBOX Ally rispetto a tanti progetti simili attira la nostra attenzione? Perché non è solo un prodotto che sta uscendo adesso, ma la conclusione di una parabola con cui il piccolo mondo Microsoft cerca di accerchiare il gigante SONY e, se proprio non sconfiggerlo, dargli fastidio. Abbiamo già ribadito molte altre volte come l'ecosistema XBOX, complice la quasi completa simbiosi con l'ecosistema PC, appaia spesso più seducente dell'ecosistema Playstation anche se quest'ultima continua a mantenere la palma di leader del settore. In pratica Microsoft/XBOX come publisher, quindi come promotore di videogiochi virtuale, negli ultimi anni sta dimostrando di essere capace di fare un buon lavoro anche se il suo più recente ferro e un oggetto che è uscito malamente sconfitto nella consueta sfida con l'avversario.
Questa condizione particolare, innanzitutto, porta naturlamente Microsoft a guardarsi avanti con molta più lungimiranza di SONY perché ciò che non è stata una vittoria nel presente deve diventare un'opportunità per combattere meglio nel futuro. E' il nuovo ferro, quello che ancora non è nemmeno nella mente dei designer delle case, quello verso cui bisogna essere protratti. Se fossi Microsoft continuerei comunque a guardare con molta inquietudine la possibilità di imbarcarci in una nuova console casalinga, ovvero un progetto a lungo termine rischioso, complicato e che parte con enorme svantaggio rispetto al consueto concorrente. Forse allora meglio spiazzarlo, meglio andare a giocare su un campo dove si hanno più vantaggi e partire in contropiede. ROG XBOX Ally non è ovviamente il successore di XBOX Series X, però è un primo passo per figliare oggetti molto diversi da un successore di XBOX Series X, su un mercato che sembra grandemente recettivo e che quindi farebbe combattere la console war con armi nuove.

Le sfide di ROG XBOX Ally e soprattutto delle sue evoluzioni sono principalmente due: la prima riguarda la potenza di calcolo. Questi oggetti hanno un diverso rapporto costo/potenza che di solito li mette sul mercato incapaci di spingere al massimo la resa dei videogiochi e tale resa, tradizionalmente, è il terreno di confronto delle console generazione dopo generazione. XBOX non può "arrendersi" a un certo standard come invece ha fatto Nintendo, ma probabilmente non può nemmeno arrivare ad avere una tecnologia che possa rivaleggiare con una ipotetica Playstation6 tra tre-quattro anni. Se però riuscisse a erogare le prestazioni della sua attuale XBOX in questo nuovo formato forse questo potrebbe bastare, ma la sfida architetturale è notevole, forse superiore a quella di fare una nuova console casalinga più potente.
Il secondo problema è che il suo mercato di riferimento. Questo oggetto si pone in diretta concorrenza con la Switch(2)? Tecnicamente no, le Switch vengono vendute come console casalinghe con un paio di opportunità aggiuntive, non sono considerate handheld e infatti forniscono, oltre all'esperienza compatta, anche tutta una serie di innovazioni sul controller che fanno parte del suo essere andata in tutt'altra direzione. E' vero però che una certa fetta di mercato potrebbe volere la Switch2 proprio per avere qualcosa da tenere in mano e allo stesso tempo potrebbe trovare più erotico tenere in mano (mmmmh) qualcosa capace di dargli i videogiochi "più mainstream". Vale però anche il discorso opposto, oggi Switch2 in questa sua particolare nicchia di cose che si possono tenere in scossa è dominatore assoluto e non lo si può scalzare da quella posizione senza fare un certo sforzo.

E Playstation? Il leader di settore, fisiologicamente, è sempre quello meno entusiasta a prendere treni per nuove destinazioni eppure è notizia assai recente che uno spettro portatile si aggira per il Giappone. Per ora parliamo di vere e proprie indiscrezioni che però sembrano muoversi esattamente nella direzione di cui parlavamo nei paragrafi precedenti di questo articolo. Qui si parla di un oggetto che andrà ad affiancarsi alla PS6 è c'è pure la buzzword dell'intelligenza artificiale. La sfida dell'hardware, insomma, sembra aggirata più che vinta. Ovviamente dare giudizi su un oggetto così remoto con così pochi dati è un giochino infantile, i temi che abbiamo esposto per Microsoft esistono anche per SONY, il fatto che stia puntando tutto sulla nuova generazione senza ragionevoli passi di avvicinamento (no, Portal non vale) rende forse la sua strategia più ardita.

Concludendo possiamo già parlare della prossima Console War. Possiamo dire che sarà una Console War in cui Switch2 si troverà in mezzo, volente o nolente, anche se adesso si bea sulla ampie praterie di lassismo dell'estate del 2025, ma quello su cui possiamo direi con sicurezza scommettere è che sarà una Console War che si terrà in mano.

“Klinge ins Herz, Katana, sag, wie fühlt sich das an? / Eiskalte Luft auf der Veranda, beide Blut an der Hand / Du stichst / Aber deine Klinge zerbricht / Durch mein Herz aus Stein geht nichts, nada / Nichts hält uns noch zusammen”

Cymon: testi, storia, site admin