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914, 27/04/2019 - Powered by blockchain
914
27 . 04 . 2019

Team Sansa fino alla fine

Lo voglio mettere in chiaro adesso, prima della fine di tutte le cose: team Sansa sempre, fino alla fine...!
Forse non sarà la governante che ci meritiamo, ma è quella di cui abbiamo bisogno.
E via discorrendo, di banalità in banalità... la scrittura moderna è tutta un rigurgito di meme, frammentata in faccine e altri caratteri provenienti dai Piani Astrali della codifica Unicode, punteggiata di hashtag inani. Ma insomma, questa cosa mi viene dal profondo del cuore: Sansa, io scelgo te!

E dire che di Game Of Thrones mi frega il giusto, vale a dire assai poco. Sono uno di quegli insopportabili saccenti che, in generale, Preferiscono Il Libro™. In questo caso poi si è avvertita più che mai una caduta verticale nel livello della sceneggiatura, da quando la serie ha esaurito il materiale originale e si è vista costretta a proseguire il viaggio con le sue sole forze: ha dovuto trovare la sua voce, e abbiamo scoperto che non è una voce poi così interessante da stare ad ascoltare.
Ma basta parlare di stupidaggini, perché c'è da far posto a... a stupidaggini assai più grosse. Tipo i film di supereroi.
Uno sarebbe tentato di dire “mi sono rotto dei film di supereroi”, ma ho già avuto modo di chiarire che c'è molto altro nel Cinema, anche ora, e ho citato esempi di film alieni per l'Occidente ma comunque umanissimi. Dunque posso affrontare serenamente la tempesta dell'ultima puntata degli Avengers e il clamore che suscita nelle folle: mi basta guardare qualcos'altro, e in un attimo sarà passato tutto.

Mai come in queste occasioni noi di FTR ci sentiamo orgogliosi di dimostrare, in maniera lampante, che non siamo schiavi del ditino che usate per toccare i link. Siamo DAVVERO tizi qualunque, come voi. (Cioè, ovviamente siamo molto meglio di voi, ma concedetemi la figura retorica.)
E quindi anche oggi, soprattutto oggi, la mia strenua opposizione al vento dello Zeitgeist assume il valore di una vera e propria ribellione, di una denuncia dello status quo del giornalismo nel settore dell'intrattenimento: pezze da piedi senza dignità, calpestate da Disney e dal pubblico in egual misura.

E fra trent'anni diamoci appuntamento di nuovo qui, su queste pagine (!). Vedremo chi aveva ragione.

Lo-Rez: arte, storia, web design
27 . 04 . 2019

La fine del giocattolo

E' giusto che anche il sito che ormai ha dichiarato apertamente che quelli che escono al cinema al giorno d'oggi "sono solo film" si dedichi a Avengers: Endgame, anche accantonando (solo per questa settimana) ricorrenze private. Non avevo intenzione di andarlo a vedere, soprattutto non avevo intenzione di andarlo a vedere con questa urgenza, ma il destino ha macchinato perché accadesse e quindi oggi possiamo parlarne a lungo. Sarà una recensione piena di spoiler perché le recensioni senza spoiler non hanno semplicemente senso, a meno che non servano a far cliccare furiosamente la gente. E voi sapete che a noi, che clicchiate o no, ci interessa poco.

Non so se ve l'ho detto, sicuramente non mi sono impegnato a scrivere un testo completo al tempo, ma alla fine Infinity War, come film Marvel, mi era piaciuto. Certo, il recinto "come film Marvel" gli impedisce di arrivare in qualsivoglia tipo di olimpo, ma alla fine credo che una volta che una cosa sia inquadrata sia giusto dargli la dignità che merita. Infinity War in gran parte pone bene le sue questioni, costruisce un bel confilitto, ha alcune scene di rilievo (la sequenza della pietra dell'anima su tutte) e alla fine si gode un finale clamoroso e d'impatto che è anche una bella idea (narrativamente parlando, perché il piano di Thanos di per sé, come piano per far star bene l'universo, è un'idiozia).

Questa premessa è doverosa perché si può anche vedere l'accoppiata Infinity War-Endgame come un un'unica grande epopea (fidatevi, i film in mezzo sono di risibile importanza) per cui Endgame passa all'incasso di molte delle belle cose proposte in Infinity War anche se, at-large, si può ben dire che passa all'incasso dell'intera strategia Marvel-Disney degli ultimi dieci anni e penso sia giusto tenere conto di questo anche nel momento in cui cercheremo di dare un giudizio conclusivo oggettivo sull'opera.

Possiamo dividere il film in tre tronconi. Il primo troncone è veramente molto bello, molto bello anche "per essere un film Marvel", direi proprio che il primo troncone rappresenta un gran bel pezzo di cinematografia. Porre i personaggi dei fumetti in una situazione limite che però non può essere risolta con la battaglia, ma che rappresenta una sfida esistenziale è qualcosa che ho sempre chiesto al mondo del cinema e che possiamo dire di aver avuto solo da Logan. Qui, oltretutto, si intravedono alcune soluzioni registiche, soluzioni registiche vere, non le solite robe della cassetta degli attrezzi film-Marvel che sono lì dal primo Avengers, fatto che rappresenta ulteriormente un piccolo miracolo. Ho anche apprezzato molto come questo tempo sia anche usato per far emergere personaggi minori, fino a oggi da considerarsi semplicemente accessori. Hawkeye finalmente vede esaltata la sua figura di padre di famiglia che fin qui era servita solo a tenerlo lontano dai giochi e con quella sorta di bagno nell'Arrowerse che ha fatto con la mutazione in Ronin diventa anche un supereroe più credibile. Nebula, poco più di un isterico thug anche nel film che sarebbe servito alla sua evoluzione (Guardiani della Galassia 2) guadagna una notevole sensibilità, sia nella sequenza sull'astronave con Tony Stark sia successivamente. In generale però questa situazione fantascientifica eppure così intimamente drammatica di vivere un mondo in cui la metà della popolazione è scomparsa e la società, pur non collassando, si regge a malapena crea una tensione drammatica fortissima e bellissima che disassembla e riassembla un po' tutto quello che sappiamo sul mondo dei supereroi Marvel (e dei supereroi in generale).

Naturalmente non era possibile che il film andasse alla deriva solo nello sconforto, la promessa di riscossa deve essere rispettata. Ed è così che entriamo nel secondo troncone, dedicato ai viaggi nel tempo. I viaggi nel tempo sono un argomento sempre delicato, in questo caso, dal punto di vista della trama, sono gestiti piuttosto bene e in realtà la loro funzione è, qui si, fare cassa con l'enorme materiale di immaginario consolodita fabbricato negli ultimi anni. La parte centrale del film è infatti un enorme easter egg, in cui si vanno a rivedere alcuni dei momenti topici della saga di Avengers dandogli un nuovo punto di vista. E' un'attività giocosa e legittima, vista la forte continuity, che permette il ritorno di alcuni personaggi e alcuni diversi approcci a scene che abbiamo già visto. Purtroppo, temo, permette l'ennesima risurrezione di Loki per il futuro, ma lasciamo perdere questo, per il momento. La foga di inserire più riferimenti possibili per far parlare di sé e riconnettere cose su cose finisce con il rendere questa sezione troppo lunga, soprattutto a causa del secondo salto negli anni 70 con lo stucchevole, e scontatissimo, incontro di Stark con suo padre. Intendiamoci, l'idea tutta è un bel modo per recuperare le gemme dell'infinito, il concetto di "time heist" non può che esaltare il whovian che io sono, ma stiamo naturalmente parlando di un enorme giocattolo che si sarebbe dovuto gestire con parsimonia e di cui invece si è un po' abusato. Non è invece male il meccanismo che, sempre in questa fase, riporta Thanos al centro dei giochi ponendo le basi del terzo troncone.

E il terzo troncone è, naturalmente, la cosa più marvellosa disponibile, con il vantaggio che, per lo meno, si poggia sulle solide basi di un film fino a questo momento ben costruito. Grandi battaglie, supereroi che si menano, sempre più battaglie e sempre più supereroi. Tutta l'epica dello scontro ben equilibrata, con alcuni eccessi (Potts in armatura è decisamente gratuita) e tutto sommato qualche momento sugoso, su tutti Capitan America che combatte col martello di Thor. Sinceramente non ho capito né qui né nel suo precedente intervento, quale dovesse essere il ruolo critico di Capitan Marvel che interviene sempre sostanzialmente come deus ex machina. Direi che l'intento principale era promuoverlo come leader della next gen tenendolo in continuità con la old gen, ma per quello che riguarda il film in sé è un'aggiunta un po' stucchevole. Per quello che riguarda il finale-finale non succede niente che non fosse atteso. All'incirca tutto il team originale viene, per una ragione o per l'altra, inequivocabilmente mandato in soffitta, ognuno con una buona motivazione.

Cominciamo dal finale, già che siamo qui, per tirare le conclusioni. Nella sala in cui mi trovavo, tra la morte di Ironman, bambini che chiedono cheeseburger e ricongiungimenti a tradimento c'erano diverse persone che piangevano come fontante. In un primo momento mi sono detto che era un po' eccessivo, che era un film di supereroi, che ci si picchiava e si moriva senza sentimento, ma riflettendoci, uscendo un po' dalla vecchitudine che ho raggiunto, ho pensato che ero ingiusto parlare così. E' naturale, per una persona che ne ha viste tante e che ormai è abituata a smontare i meccanismi più che goderne, riconoscere tutti i trucchi e le meschinità messe in campo per guidare il pubblico, per manipolarlo e farlo arrivare in certe condizioni. Se però si pensa a una mente più aperta, più "vergine" se vogliamo, più umorale, più pronta quindi ad accogliere il piacere del sogno che è sotteso a ogni storia (a prescindere dalla qualità e dagli intenti della storia) allora arrivare in fondo a una cavalcata come quella della saga Avengers, che ci intrattiene da un certo numero di anni, merita un pianto liberatorio. Non tanto per lodare l'operato di chi ha realizzato i film o per incensare i personaggi, ma per noi, che ci meritiamo qualche emozione pura, soprattutto se abbiamo deciso di sederci su un seggiolino del cinema. Va bene invecchiare, va bene rimarcare tutte le epoche in cui siamo stati meglio, va bene fare confronti astrusi tra trame e intuizioni, ma se non riusciamo ad afferrare questo, in fondo non eravamo buoni spettatori, buoni nerd, buoni sognatori neanche prima. O non siamo cresciuti come spettatori, nerd o sognatori maturi adesso.

In senso più generale, invece, cosa dire di questo Endgame, quindi? Promosso, promuviamolo. Promuoviamo il dittico Infinity War-Endgame senza riserve. Però teniamo a mente che la forza di questi film non è la forza data dai film in sé, ma la forza di un percorso vasto, elefantiaco, a larghi tratti sprecone che si è perpretato lungo molti anni. Non possiamo parlare di un successo di regia o di attori o di storia, ma di un successo di produzione che oggi batte cassa per investimenti intelligenti e spietati fatti lungo una ciclopica timeline. Un atto produttivo senza precedenti, che forse raccontato così perde un po' di poesia, ma che invece secondo me è onorevole sottolineare. La domanda quindi, la domanda vera è: ne valeva la pena mettere in piedi tutto quello che è stato messo in piedi per arrivare a Endgame? La risposta corretta è "forse". Se siete dei giovani che avete vissuto questa saga nella corretta predisposizione d'età e sentimenti quello che avete attraversato vale l'emozione che gli antichi nerd hanno provato per cose molto diverse, ma che nel confondersi dei sentimenti hanno lo stesso senso. E questo è qualcosa di tanto prezioso che vale qualsiasi sforzo fatto. Se invece siete fuori dal cuore dello stream, dalla zona più calda per N ragioni allora il baraccone è decisamente troppo per qualcosa che, ripetiamo, "è solo un film". Un film che, comunque, è stato molto divertente.

“No, no, give me that. You can have the little one.”

P.S.: Alla fine mi accordo che ho dato pochissimo spazio ai molti commenti acidi che comunque avevo in mente di fare. Non è che non ci sono, è che il mood della recensione è altrove. Sentitevi liberi di bussare alla mia porta per sentirli.

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