Strip
serie
766, 14/05/2016 - Droga dello stupro
766
14 . 05 . 2016

La montagna incantata

Con la strip odierna vogliamo rendere onore agli Amministratori di Sistema, l'ultimo baluardo contro la marea montante di isteria e caos che agita le masse...! Poi vabbé, possiamo anche perdonare loro certi vizietti, come quelli del nostro adorabile Bob.

Anche la volta scorsa non ho potuto sottrarmi all'incantesimo di Firewatch, e ho dovuto scrivere di come tuttora mi perda tra i suoi boschi di montagna, nonostante il fiorire di Maggio nel mondo reale, forse inseguendo lo stesso ideale di eremitaggio del protagonista in fuga dall'angoscia della sua vita.

Firewatch è un viaggio contrario a quello di Shining: le sue montagne solitarie possono guarire un'anima in pena. Quando il suo protagonista arriva per la prima volta nel parco, vestito Decathlon di tutto punto, le sue spalle sono curve sotto il peso della vita adulta; i suoi problemi sono straordinariamente autentici, sono i problemi di un adulto come forse mai avevamo sperimentato in un videogioco.

Hyper Light Drifter si trova all'estremo opposto dello spettro videoludico: se Firewatch non richiede alcuna abilità né manuale né intellettuale, anzi è un gioco decisamente per non-giocatori, quest'altro invece è un giochino difficile come andava di moda negli anni '90.
Se Hyper Light Drifter fosse uscito nel 1996, sarebbe stato certamente il miglior gioco dell'epoca: vent'anni dopo invece può contare sulla nostalgia e sull'antica saggezza che ne ha raffinato la giocabilità fino alla perfezione.
Però fa venire il nervoso, come ho già detto.

Anche per oggi non ho spazio per i giochi del momento, per gli annunci clamorosi che stanno esaltando le masse. Vedremo più avanti, oppure saranno perduti per sempre.

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14 . 05 . 2016

La rissa delle risse

Ci tengo a spendere almeno un editoriale sul confronto DC-Marvel, non tanto sul confronto stretto Batman v Superman- Civil War, ma in generale su come queste due case editrici abbiano portato avanti il discorso cinematografici per percorsi terribilmente diversi. E' la diversità la cosa che mi affascina, DC e Marvel fanno lo stesso lavoro eppure vivono secondo codici comportamentali molto distanti l'una dall'altra, un po' in controtendenza rispetto tutti gli altri campi, dove alla fine le grandi aziende si copiano arrivando a una specie di piatto compromesso in cui si gioca sulle piccole variazioni.

Per esempio è evidente che è la Marvel la madre dell'attuale epoca del cinema supereroistico. Possiamo individuare il cuore di questa vera e propria rivoluzione nell'accoppiata X-Men+Spiderman, film dei primi anni 2000. Dal loro successo, in buona parte inaspettato, è venuto tutto il resto.
Eppure, eppure, è la DC la prima ad aver veramente messo a frutto le sue proprietà intellettuali su pellicola, solo che l'ha fatto con una visione più di sbieco. Non ci ha messo la faccia, non ha messo davanti a tutta l'immagine dei suoi film il fatto di essere una casa di fumetti. Ha semplicemente permesso a degli autori di attingere dalle sue icone per realizzare dei film tout-court, che non ammiccassero a niente del pregresso se non in minima parte e rappresentassero dei progetti indipendenti dal fandom. Sono prodotti che riguardano epoche diversissime dall'attuale, '78 per il Superman di Donner e '89 per il Batman di Burton e proprio per questo inconfrontabili con quanto sta avvenendo oggi, tanto che l'unica opera in tempi moderni che ha cercato di farvi riferimento, ovvero il Superman di Singer (2006) è stato un completo fallimento (immeritato).
Altro punto importante: mai e poi mai la DC avrebbe mai pensato di introdurre un concetto come la continuity, che proprio non avrebbe funzionato in quei tempi. La continuity è una cosa che ai tempi poteva funzionare solo e unicamente nell'impianto fumetto, nei film sarebbe stata un'assurdità. Questo perché un film, nell'era pre-internet, doveva essere autosufficiente, doveva funzionare con un'audience che potesse essere completamente vergine rispetto quello che andava a vedere. Persino i seguiti dei tempi solo timidamente si riferivano ai capitoli precedenti seguendo questa linea di principio, con il risultato di non cercare mai di creare una grande storia spalmata su più pellicole, ma semplicemente di ricreare le emozioni del capostipite con piccole variazioni.

Esaurito il punto di vista storico, cerchiamo ora di arrivare un po' più vicini al discorso realizzativo. La Marvel, a oggi, ha a disposizione una batteria realmente nutrita di film realizzati, film che comprendono anche registi di tutto rispetto, attori di calibro e punti di vista molto differenti. E' l'expertise il suo reale vantaggio, assieme al fatto di essere progenitore del genere e averne quindi i principi fra le mani comunque. I film Marvel si sono assestati quindi intorno a un vero processo produttivo di stampo industriale, tanto che, a ben guardare, si finisce con l'avere quasi l'impressione di andare a vedere sempre lo stesso film, con rare eccezioni. Ma anche se é sempre lo stesso film è sempre un film divertente, è per questo che andiamo al cinema. Un po' come quando venivano prodotti a nastro western tutte le settimane e alla fine era proprio nella ripetitività dei topos che ritrovavi le emozioni maggiori.

La DC si è tenuta fuori da questa corsa per lungo tempo proprio perché la sua forma mentis, evidentemente, è diversa. Tra il 2005 e il 2012 si è "accontentata" del lavoro di Nolan su Batman, una vera rivoluzione culturale che ha avuto ricadute a pioggia sul cinema ovunque tranne che sul cinema di fumetti. Quando l'orgia di successo di Batman si è esaurita ha pensato di cercare di replicarlo, ovvero di avere una nuova opera monolitica, ovviamente dedicata a Superman, e nel 2013 se ne è uscita con Man of Steel. Il film non ha avuto il medesimo impatto e a questo punto sembra esserci stato come un risveglio, negli uffici della Detective Comics. I capoccia dell'azienda si sono accorti che, fuori dalle pagine dei loro fumetti, c'era gente che faceva soldi a palate senza cercare di riscrivere tutte le volte le regole del cinematografo, ma semplicemente mettendo in piazza il suo intero universo (Avengers, il culmine del mondo Marvel, è del 2012).
A questo punto la sterzata, il brand di Man of Steel è diventato il capostipite della continuity DC e, per recuperare il tempo perduto, Batman v Superman è uscito con un contorno random di personaggi, vero e proprio documento progettuale per la fondazione di Terra-Cinema.

Il risultato di questi due sviluppi è che adesso la Marvel scende in campo sempre in scioltezza, sa come si fanno le cose e sa cosa vuole la gente. E' già passata alla seconda fase, quella in cui deve cercare di tenere in vita i brand che invecchiano, ma la disinvoltura con cui sforna pellicole è impressionante. Dall'altra parte la DC si trova tutt'oggi in una situazione ibrida. Zack Snyder non è il regista a cui avrei affidato un progetto di tale complessità e comunque c'è una certa reticenza a fare pellicole facilone, c'è sempre quel gusto nella ricerca di quel qualcosa in più, quel tentativo di prendersi sempre un po' più sul serio. Insomma, l'industrializzazione del processo non è ancora in essere, c'è ancora molta ricerca gourmet che, ahimé, non sempre incontra tutti i palati e non sempre è gestita da chef prestigiosi.

Civil War e Batman v Superman ben rappresentano questa situazione. Civil War è divertente, puoi anche passare tutto il tempo anche solo a guardare i costumi, annotare le battute, stupirti delle varie comparsate. La trama è più che dimenticabile, lo sviluppo dei personaggi risibile, la tecnica passabile. Cinematograficamente è "quel tanto che basta" per reggere le sue due ore e mezza (ed è già superiore alla media Marvel). Batman v Superman è un film imponente, che cerca di sbatterti in faccia temi grossi, prova a sollevare sulle sue spalle il peso epico e metaforico dei suoi personaggi... e non ci riesce. La trama non è molto peggio di quella di Civil War (è anzi stupidamente più coerente), ma viene mantenuta come elemento portante della pellicola e in quel ruolo ha veramente poche speranze di uscirne viva. I personaggi sono scollati dal fumetto quel tanto che basta per essere fastidiosi e lo scollamento è dato da scelte stupide più che da riletture. Tecnicamente, però, è cinema mostruosamente più avanzato. Lo scontro è realmente colossale, le tinte pastello irrealistiche cedono il passo a un'epica cinematografica muscolare. Dal punto di vista strettamente filmico, Batman v Superman è blockbuster all'ennesima potenza, non è semplicemente "un film di supereroi". Viste però le sue pretese, visto dove pone la sua posta, delude in maniera molto più bruciante, fino al disgusto.

Concludendo, Civil War è un film più "sensato" di Batman v Superman perché è esattamente il film che ti aspetti, fatto da chi quel genere di film ormai lo sa fare a occhi chiusi. Batman v Superman invece è come una nave da guerra con una devastante potenza di fuoco, ma che giunti alla battaglia manca il bersaglio.

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