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732, 19/09/2015 - Packaging
732
19 . 09 . 2015

Risospinti nel passato

Gli editoriali della scorsa settimana e di quella prima, specchio fedele della nostra anima, sono stati dominati da Metal Gear Solid V: il videogioco supremo, il culmine di 28 anni di passione travolgente, il videogioco definitivo, completato il quale il numero delle cose meravigliose e magiche di questo mondo diminuisce di uno... la nostra Luce Verde che dal molo oltre lo stretto ci attirava verso un futuro irraggiungibile, noi barche controcorrente sempre risospinte indietro, nel passato.

Pazienza. Ci sono già altre sirene a contendersi la nostra attenzione. La mia, perlomeno.
L'avvento di MGS V mi ha costretto a passare sotto silenzio una notizia a suo modo sconvolgente, che oramai è acqua passata: ma ne voglio parlare lo stesso, perché dopotutto riguarda King Of Fighters, il giochino con vent'anni di storia sul groppone, quella roba antiquata giocata solo da quarantenni messicani obesi, e una settimana in più o in meno non fa grande differenza.
Non è che le folle muoiono dietro a queste news, ecco. Eppure è stato un vero terremoto nella piccola comunità dei fanatici dei giochi da bar vecchio stile. SNK, la casa gloriosa che negli anni '90 era sulla cresta dell'onda con i suoi giochi da bar, appunto, era in crisi da parecchi anni ormai. Ora, infine, è stata acquisita da un nebuloso gruppo finanziario cinese noto in alcune versioni della leggenda come “Leyou Millenium Tech”.

I fan innocenti non sanno mai bene come prendere questo genere di notizie: da un lato la softwarehouse del nostro cuore è stata salvata da bancarotta certa, dall'altro però è lecito nutrire dei dubbi sulle intenzioni dei nuovi investitori.
Non è questo il caso.
In questo caso non c'è davvero nessun dubbio: questi musi gialli in giacca e cravatta sono il Male incarnato. Sono Demoni peggiori di quelli incontrati dal nostro The Rabbit in una delle nostre strip più famose.
La prima dichiarazione pubblica uscita dalla bocca mefistofelica è stata:

“Ci impegneremo duramente affinché i videogiocatori che amano la serie di King Of Fighters diventino appassionati di pachinko.”

Di pachinko. Se non altro i Satana d'altri tempi tentavano almeno di ingannarci con belle promesse, prima... Questi tizi invece non hanno perso tempo, sono passati direttamente alla fase della dannazione eterna.
Quindi SNK e tutte le sue Proprietà Intellettuali, cioè le serie di videogiochi che tanto amiamo, sono diventate lo strumento con cui i finanzieri cinesi intendono assoggettare le menti della gioventù, trasformando le nuove generazioni asiatiche in zombie schiavi del gioco d'azzardo.

Chiaro.

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19 . 09 . 2015

SixPacks

Ma cosa potete mai saperne voi giocatori moderni del packaging, sopratutto del packaging dei secoli passati, quello assurdo in cui portavi a casa uno scatolone enorme e dentro c'era solo un dischetto! Quel packaging che si rifiutava proprio di accettare che quello che conteneva era principalmente digitale e quindi si sforzava in ogni caso di farlo apparire come una cosa.

Certo, oggi voi crederete che comunque, se proprio uno deve togliersi la soddisfazione della plastica e del cartone, può anche investire nelle edizioni speciali dei videogiochi, che, teoricamente, dovrebbero soddisfare proprio tutto quel bisogno di possesso che la consegna digitale del software non comprende. E invece no, perché alla fine le edizioni speciali non sono sostanza in nessun modo, sono solo glassa, appiccicosa glassa marketing, spalmata col cattivo gusto di un pasticcere americano desideroso di intossicarvi di zucchero.

Il packaging del passato era composto di scatole colorate, vero, ma quello di cui forse sento di più la nostalgia è forse qualcos'altro: il manuale. Dove per manuale non si intendeva solo un prontuario con i tasti da schiacciare e poco altro, ma un vero e proprio piccolo pezzo di letteratura e tipografia, che ti metteva nel mood del gioco, più di quanto possa fare un trailer odierno.

Per farvi un esempio: negli ultimi mesi, dedicandomi alla nobile arte del ravanare nelle anticaglie, mi sono appassionato alle vicende di Balance of Power, un gioco del 1985 che anche solo dalla sua impostazione si dimostra noiosissimo, qualcosa di più vicino a una tesi di laurea in geopolitica che qualcosa di realmente divertente. Proprio per la sua natura, però, è ancor oggi un pezzo interessante di analisi storica del suo periodo e il suo manuale (che potete sempre scaricare alla pagina del link) è una cornucopia di informazioni e spunti che esulano dal videoludo e sfondano in discipline estremamente più serie. Probabilmente Balance of Power è un esempio estremo di quello che intendo, non sarei io se non avessi spinto la questione ai suoi confini, comunque rimane secondo me utile ricordare che ci siamo persi qualcosa anche in questo senso, col procedere delle generazioni.

E sia, direte voi, che siete giovani pischelli, abbiamo perso qualcosa, si perde sempre qualcosa, le cose cambiano e devono cambiare. Ditemelo, vi credo, vi ascolto, ma ditemi anche cosa abbiamo guadagnato in cambio, una buona volta!

“Ah, ah, / We come from the land of the ice and snow, / From the midnight sun where the hot springs flow. / The hammer of the gods will drive our ships to new lands, / To fight the horde, singing and crying: Valhalla, I am coming!”

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