Strip
serie
655, 01/03/2014 - Beep beep
655
01 . 03 . 2014

ENERGY MAX

La strip di oggi vede il nostro Bob alle prese con server scorbutici, retrogradi, che tuttora rifiutano di abbracciare i sistemi di comunicazione sociali, e si ostinano a segnalare le loro necessità con degli antiquati BIP BIP. Ma chi credono di essere, R2D2?

Ma veniamo a noi, perché proprio in questi giorni abbiamo riportato un altro trionfo sulle tetre gerarchie del Mondo! Abbiamo sperato al di là di ogni speranza, stringendo i denti nei momenti bui, e oggi la nostra vittoria è compiuta: anche Ikaruga è finalmente disponibile per PC, in una versione moderna e ad alta definizione, che ci consegna questo capolavoro nella sua edizione definitiva.
Abbiamo atteso 13 anni (guarda caso l'età di questo fumetto) conservando la fede a dispetto di tutte le prove e le difficoltà, senza perdere mai la speranza che un giorno il Mondo avrebbe riconosciuto i giochi che amiamo. Noi pochi seguaci di questi generi dimenticati siamo stati perseguitati per tutti questi anni, scherniti dal Mondo, ma oggi abbiamo la nostra riscossa. Dopo i picchiaduro in 2D, con King Of Fighters XIII, e i giochini di ruolo giapponesi di una volta, con Bravely Default, anche il terzo genere sacro è arrivato al successo che merita: gli sparacchini con l'astronavina in mezzo a un uragano di proiettili, il cui esponente più illustre è proprio questo Ikaruga.
Ikaruga è su Steam e già dopo pochi giorni sono apparse nella comunità foto di maniaci ossessionati che mostravano con orgoglio le loro postazioni da battaglia: lo schermo girato in verticale (il cosiddetto TATE mode) e il joystick da bar, che magari si sono fatti in casa. Il TATE mode è da sempre il Sacro Graal di ogni videogiocatore serio che vuole ricreare a casa propria le emozioni autentiche della sala giochi, dove questo genere di sparacchini a scorrimento verticale veniva esibito appunto su schermi estesi in verticale... non c'è altro modo per rendere giustizia all'arte fantastica di Ikaruga, che altrimenti è confinata negli spazi strettissimi di un monitor 16:9. Sarà anche per questo che in tanti sono disposti a ignorare i prudenti avvertimenti del gioco, che ricorda che girare uno schermo che non è fatto per essere girato potrebbe causare incendi, danni a cose e persone, morte e devastazione.
Sull'uso del joystick invece ci sarebbe qualcosa da ridire: sono d'accordissimo che soltanto con la magica levetta si può ricreare l'atmosfera da bar, ma la triste verità è che in questo genere di giochi un joypad, o meglio ancora una tastiera, permettono di raggiungere prestazioni migliori. Anch'io uso il joystick, beninteso, perché sono una schiappa comunque e non mi frega dell'Hi-Score, ma i tempi di risposta fulminei della tastiera sono più efficienti di una leva da ruotare goffamente qua e là mentre ti arriva addosso un treno di proiettili.
Le schermate di avvio di Ikaruga esibiscono un'arte superlativa, quadri ad olio che ritraggono l'epica battaglia di un'astronave sola contro il mondo, e valgono da sole tutto il gioco. Per il resto c'è poco da dire: la difficoltà, pur essendo molto più accessibile della media di questo genere, resta comunque al di là delle misere capacità umane. Dalla schermata di INSERT COIN al GAME OVER passa circa un quarto d'ora giocando la partita perfetta, ma per arrivare a quella partita perfetta dovete allenarvi per svariate centinaia di ore... se una sfida del genere non fa per voi, come certo non fa per me, potete sempre apprezzare il contorno: l'arte sopracitata, oppure le musiche che spaccano, o le perle favolose di inglese scorrettissimo che introducono ogni capitolo, e che sembrano tradotte da una versione di Google Translate degli anni '90. Probabilmente lo sono.

Lo-Rez: arte, storia, web design
X01 . 03 . 2014

Èmeraviglioso

Ci sono così tante cose da dire sul film dei LEGO che non voglio sprecare tempo con un'intro pomposa e penso non mi dilungherò nemmeno a raccontare la trama. Analizzeremo però diversi aspetti che si trovano dopo la prima metà del film quindi forse il tag spoiler è necessario.

LEGO è un marchio da sempre affascinante, ma che oggi ha qualcosa in più. E' un'industria potentissima, che però ha dovuto pesantemente reinvetarsi negli anni, mentre i videogiochi e divertimenti digitali erodevano quote di bambini al mercato delle costruzioni. Oggi è un'azienda molto diversa da quella che era un tempo, ma è altrettanto (se non di più) potente e di questo bisogna rendergli merito.

Perché, ammettiamolo, voi i LEGO non sapete cosa sono. Cos'erano, quantomeno, negli anni '80. Dove la "componente sandbox" era clamorosamente dominante su quello che potevi costruire. I LEGO, negli anni 80, erano blocchetti più o meno tutti uguali, colorati, che variavano in dimensione e forma, ma che nella stragrande maggioranza dei casi erano rettangolari. Poi, ovviamente c'era una minoranza di rifiniture, che però erano altrettanto grezze, a volte sembravano ali, a volte qualcos'altro, ma rimanevano, sganciate dal loro contesto, piuttosto amorfe. Infine, c'erano le cose sfiziose, che erano sfiziose proprio perché il loro grado di definizione sovrastava tutto il resto: le levette, i computer (pezzi come quelli sopra, ma con dei disegnini), i pezzi trasparenti e così via. Insomma, LEGO era pura anarchia.
Oggi la situazione è piuttosto diversa. LEGO ha cominciato a nutrirsi di brand, pescandoli dai più fortemente nerd: Star Wars, Harry Potter, Signore degli Anelli. LEGO è diventata una rivisitazione di mondi già esistenti, un particolare modo di renderli giocattoli. Ma, proprio in questo senso, ha cominciato a spingere anche oer acquisire una certa utenza che prende la scatola, la monta e la tiene montata, sulla base del fatto che il LEGO montato è bello, è figo, è una forma di design e rievoca qualcosa di carismatico (come per esempio un Millennium Falcor).
Questa premessa vi sembrerà generalista e saccente, ma è doverosa.

E poi arriviamo al film. The LEGO Movie è l'apice di una ricerca visiva e narrativa che LEGO fa da qualche anno, dove l'ironia sfocia nella parodia, ma mantenendo una certa identità. Perché i personaggini LEGO sono buffi, inevitabilmente, quindi qualsiasi cosa rifatta in LEGO risulta buffa. Ma il fatto che Gandalf, in LEGO, risulti simpatico e pagliaccetto, non vuol dire che poi Gandalf debba fare battute sul Signore degli Anelli. Gandalf è consapevole di appartenere a un mondo e in esso vi sa recitare un certo ruolo, ma sa anche di essere un personaggio LEGO e di seguire quindi regole ben diverse da quelle imposte dalla saga di Tolkien.
Quindi The LEGO Movie, prima passata, è una serie di meme, una catena ininterrotta di battute e situazioni stupide da internet, con una strizzatida d'occhio ai personaggi rappresentati e un'altra alla demenzialità. E non dovete temere che ci siano limiti a questi meme. IN The LEGO Movie può succedere di tutto e i personaggi possono fare qualsiasi cosa, mettete la vostra asticella dell'assurdo dove volete e il film la scavalcherà. In questo senso fatevi travolgere dal nonsense. E' il salvifico nonsense di chi ha perso il controllo. Ridete a Dove sono i miei pantaloni e cantate tutti assieme Everything is Awesome (dopo il film lo farete per giorni).

Ma essere stupidi e basta è cosa facile. Essere stupidi e far la figura degli intelligenti è cosa più raffinata. Essere stupidi e far sì che l'intelligenza faccia trasparire un'identità, una filosofia è quel qualcosa in più. E qui arriviamo a dare a The LEGO Movie la qualifica di capolavoro. Fare un film stupido con personaggini LEGO è una cosa, ma questo è un film sui LEGO.
Il film dei LEGO è la consueta contrapposizione buoni/cattivi per la salvezza del mondo. Il cattivo vuole distruggere il mondo. Ma qual è la sua arma definitiva, quale significato ha il termine distruzione nell'universo LEGO? Il male è la colla, quello che impedisce la creatività, quello che blocca le potenzialità dei LEGO in figure eterne. Figure eterne create seguendo le istruzioni. Il cattivo, scopriamo con l'andare avanti del film, è l'adulto, è quello che non considera i LEGO un gioco, ma qualcosa di più. E' quello convinto che il LEGO si giochi seguendo le istruzioni e serva solo a realizzare ciò che c'è disegnato sulla scatola.
Il buono, il bambino, invece con i LEGO gioca, smonta i mondi e li rimonta a piacere, costruisce cose nuove, dimentica le istruzioni e crea. Il bambino è quello speciale.
E' curioso il messaggio che The LEGO Movie dà. Nel piccolo del riferimento ai LEGO come giocattolo, il film ci dice che la LEGO crede ancora fermamente alla sua vocazione primaria. Frega niente che la tana dei Goblin del Signore degli Anelli è uguale a quella del film e fa un figurone tutta montata. Smontala, distruggila, fanne astronavi, castelli di principesse, galeoni. Le istruzioni ti sono state imposte dall'azienda, sono ammantate di marketing, sono qualcosa di commerciale per uniformarti, per renderti uguale agli altri. Non seguirle perché è così che puoi diventare quello speciale.
Se prendiamo per buona la premessa sui LEGO che ho fatto, questo messaggio è esattamente l'opposto di ciò che usa l'azienda per sopravvivere. E' il nocciolo della sua identità, ma non del suo marketing. Ed è un messaggio che colpisce due volte la generazione dei trentenni. La prima: mostrandogli quello che facevano da giovani. La seconda: facendoli riflettere su quello che stanno facendo da vecchi.
Ma comunque non è da sottovalutare anche il messaggio messaggio, quello che va oltre la metafora. Il messaggio che ti dice di fare qualcosa di tuo, di essere creativo, di uscire dal coro, perché a seguire le istruzioni e basta non solo non scoprirai mai chi sei, ma anche gli altri smetteranno di considerarti, ti penseranno un semplice rumore di fondo

Andate a vedere The Lego Movie. Fa ridere. Fa riflettere. Permette di cogliere il significato di cosa siano i LEGO. E' il miglior film di Batman mai realizzato. E comunque sia: È: MERAVIGLIOSO!

“Astronave! Astronave! Astronave! Astronave!”

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