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serie
650, 25/01/2014 - La rissa
650
25 . 01 . 2014

Mezzo cuoricino

A distanza di circa quattro mesi dall'ultima visita, torniamo oggi a farci strada tra i tavoli del locale notturno situato in una località imprecisata del sud-est asiatico, fino alla porticina sul retro che conduce alla bisca clandestina nella quale Cloud & Link hanno stabilito il loro nuovo ufficio.
Dico “nuovo”, ma in realtà il nostro dinamico duo ha aperto questa attività due anni fa (esattamente due anni fa). L'attività, naturalmente, consiste nell'organizzare tornei di videogiochi. Illegali, se così deve essere.

Anche questa volta le forze per comporre questo editoriale scarseggiano. Sono sotto l'effetto della mia personale kriptonite, ovvero mi resta solo mezzo cuoricino e poi sarà Game Over. Ancora una volta. Meno male che Cymon la volta scorsa ha parlato di due tra i cartoni giapponesi che anche io, per una coincidenza inaudita e senza dubbio irripetibile, ho visto negli ultimi tempi, risparmiando a me la fatica di scriverne.
Anche io in effetti ho abbandonato Galilei Donna perché era uno spreco di tempo, il che è notevole se si considera che parliamo di guardare cartoni animati giapponesi, ovvero lo spreco di tempo per eccellenza. Ora spero che Cymonio parli anche di Valvrave The Liberator, così non dovrò farlo io. Ma no dai, diciamo che si tratta del solito cartone di robottoni nello spazio, disegnato molto bene, e con la tendenza a strafare in tutti i campi. Ad esempio, i robottoni giganti sono anche demoni che trasformano la gente in vampiri.

Nello spirito di cogliere la bellezza ogniqualvolta è possibile, perché è sempre rara e ne abbiamo molto bisogno, voglio condividere un video: Beauty. Si tratta di un montaggio in cui un centinaio di opere d'arte di bellezza disarmante sono state animate a mano dall'autore, che per coincidenza è un italiano. Soprattutto se vi trovate in certi momenti della vita, può essere un video abbastanza emozionante.

Lo-Rez: arte, storia, web design
25 . 01 . 2014

Piccolo schermo

Tra i tanti reami nerd che tratto nella mia colonna, stranamente, il più trascurato è sicuramente quello delle serie TV e non so perché. Le guardo con la stessa costanza con cui guardo gli anime eppure non mi viene da recensirvele rigorosamente. Visto che stasera ho voglia di rilassarmi, quindi, ho deciso di dedicare questo intero editoriale proprio al piccolo schermo, oltretutto (fatto inedito per me) per darvi uno sguardo sul presente. Niente vecchiume da intenditori, a parte qualche tip. La domanda a cui risponderemo è quindi: cosa si guarda in questa stagione 2013-2014? E perché?

L'overture di questa carrellata la dedico a Once Upon a Time. E' una serie che sta staccando il cartellino della sua terza stagione, quindi dovete esserne fan già da un po' per godervi l'attuale run. Once Upon A Time è la tipica idea idiota portata avanti con coraggio al momento giusto. Si parte dall'impianto delle fiabe, le si intreccia tutte a caso, si inventa un sacco di roba per riempire i buchi e poi cuina una bella quest in cui tutti sono coinvolti. Once Upon A Time ha avuto una prima stagione a dir poco lenta, ma sul suo finire ha rotto tutte le regole per fare una serie per bene e ha cominciato una vera e propria escalation in termini di soluzioni e idee. Aiutata dal successo commerciale ha fatto un po' quello che voleva, sfacciatamente. Once Upon a Time si regge su due pilastri importanti: un plot solidissimo e grandi prove d'attore. Alla terza stagione sta mostrando un volto soapoperoso un po' sgradevole, ma è perdonabile.
Il suo spin-off in wonderland ha tutte le caratteristiche dello spin-off. Sfrutta i consolidati meccanismi della serie madre (senza il tedio di doverli presentare) e spinge sull'acceleratore dell'assurdo e del fantasy. Purtroppo non ha il largo ventaglio di ottimi personaggi del suo progenitore e il fatto di aver buttato tutto sullo sfacciatamente fantastico dà impressione che non sia costruito su basi eccessivamente solide. E' divertente ma non epocale. Può però maturare ancora.
Atlantis è invece una serie BBC alla Hercules (bhe, insomma, ricordandosi che è BBC). Personalmente non riesco a trovare l'ambientazione greca classica credibile. In questo caso pure la serie fa di tutto per scongiurare la possibilità che il set sia solido con alcune scelte a oggi inspiegabili che, per ora, spiazzano solo l'audience. Perché guardarla allora? Perché è fatta bene, è rilassante e Mark Addy, pur col personaggio di spalla, riesce a riempire spesso la scena. Un'altra serie che sta lì lì intorno alla sufficienza.
Il premio di serie cazzona dell'anno, però, va a Sleepy Hollow, una serie che, nonostante il nome, è molto lontana dal mondo di Burton. C'è un bell'articolo su io9 sul perché funziona. Sleepy Hollow ci dice che George Washington ha fatto la rivoluzione americana per fermare i cavalieri dell'apocalisse. Fortunatamente il suo agente cacciatore di demoni migliore è morto e poi risorto nella nostra epoca, proprio mentre il cavaliere senza testa a sua volta si è alzato per permettere a un demone di distruggere il mondo.
Si, c'è questo, ma anche altra roba.
Sleepy Hollow è una serie cazzona. Non l'ho vista fino in fondo alla sua prima stagione. In queste prime battute spinge poco sulla continuity della lotta demoniaca e mena un po' troppo il torrone con le vicende personali della protagonista femminile. Però Sleepy Hollow è un serial in cui si prendono a mitragliate e colpi d'ascia i demoni, succede sempre qualcosa, qualcosa esplode, George Washington viene dipinto più oscuro dell'uomo che fuma di X-Files. E, soprattutto, ha in Ichabod Crane un protagonista maiuscolo, così eccezionalmente inglese, così lucido e razionale nonostante tutto, così fuori dal mondo eppure col phisique du role dell'eroe. Sleepy Hollow non vi porterà da nessuna parte, ma funziona.
E' ora di toccare la parte più controversa di questa carrellata, ovvero il mondo delle serie TV supereroistiche. Arrow arriva alla sua seconda stagione con buoni risultati e una forte spallata al suo set iniziale, data dal finale della prima tornata. Curiosamente, pur continuando a millantare una certa aderenza alla realtà, sta esplodendo come una vera e propria serie di supereroi. A parte l'iniezione di alcuni elementi di palese fantascienza il personaggio acquisisce i tratti del vero e proprio eroe da fumetto e anche l'universo intorno a lui comincia a intrecciarsi in un labirinto tipicamente fumettistico. Anche Arrow non può contare su un plot particolarmente solido e ha prodotto per ora pochi villain memorabili, ma l'action è ben fatta molto bene e dopotutto può sempre riservare qualcosa di intrigante. Citazione per il notevole ingresso in campo di Flash.
Tocchiamo ora il tasto dolente di Agents of SHIELD, una delle serie più attese della stagione e una delle più brutte. Agents of SHIELD è veramente un salto indietro a quindici anni fa come plot, come casting e come idee. I personaggi sono tutti insopportabili e sbagliati, il patrimonio di Coulson è stato bruciato in poche battute, il plot che dovrebbe reggere la continuity puzza di vecchio. Le trame si risolvono in cafonate assurde e poco credibili, pistolotti sui buoni sentimenti che scatenano reazioni positive (vi prego...) e cattivi che vengono puniti mentre tifavi per loro, sperando che vincessero. Passi tutto il tempo a sperare che i protagonisti muoiano. Soffrendo. Abbandonata dopo episodio otto.
La chiusa di questa carrellata è per Sherlock. E' un discorso complesso che merita più spazio di quanto gliene darò. Mettiamola così: i primi sei episodi di Sherlock rappresentano un diamante di solidità, scrittura e ricerca filologica. Possono piacere o non piacere, ma sono costruiti in maniera perfetta. In questa terza stagione non è decisamente così, diciamo che, avendo a disposizione dei personaggi consolidati e incredibili, gli autori hanno deciso di concedersi il gusto dell'assurdo, del colpo di teatro, della mossa istrionica, arrivando un po' ai limiti del credibile e, soprattutto, scostandosi dal personaggio letterario che finora aveva ben fatto da guida. Ma c'è un grosso ma. Nell'esagerare, Sherlock tira fuori decine di scene stupende, nell'aggredire, scrive un nuovo modo di fare serie TV, nell'essere caciarone arriva a delle atmosfere che sono quasi da fumetto, per quanto sono esagerate, ma proprio perché sono esagerate nel contesto di Sherlock non fanno altro che ingigantire il personaggio invece di ridicolizzarlo. E comunque la costruzione del terzo episodio è lucida come ai bei tempi, anche se forse i miei ricordi cominciano a essere troppo sbiaditi per riconoscere i riferimenti letterari. Ah, i plot nazi lo odieranno, io non ci riesco. E' tanto ruffiano, vigliacco e scorretto da avere sempre ragione.
Bene, ho sfogato quanto avevo da dire sulla TV d'oggi. Ci sentiamo!

- Ma il problema è che a me piace ballare, e i bianchi non hanno ritmo. E lo sai che altro dicono di voi bianchi?
- Cosa dicono? - chiesi.
- Che avete degli uccelli piccoli così

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