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644, 14/12/2013 - Archeologia
644
14 . 12 . 2013

Bis

Dopo lo sconcertante siparietto musicale pop della settimana scorsa, oggi la nostra serie Jobs torna ad affrontare le dure realtà della vita. Gödel il freddo Ingegnere e Clara la, ehm, sensibile PR non vanno d'accordo su nulla: nemmeno su come affrontare il problema dell'igiene della tastiera.

Per quanto riguarda noialtri, invece, siamo ancora tutti ebbri di gioia per l'uscita di Bravely Default in occidente... il gioco piccino per Nintendo 3DS che ha attraversato il mondo tra mille peripezie, partenda dal Giappone come una sciocchezza anacronistica per pochi fanatici, e nel giro di un anno è arrivato a conquistare perfino i cuori di pietra delle nostre genti ignoranti.
Ancora non ci siamo ripresi e già viene annunciato il seguito, con il titolo calzante di Bravely Second (!!!). A quanto pare sarà sempre Akihiko Yoshida a curare la direzione artistica, nonostante anche lui come Nobuo Uematsu abbia deciso di lasciare l'editore in cui ha fatto carriera, SquareEnix, per avere più libertà professionale. In altre parole, anche lui vuole farsi pagare per fare due scarabocchi e mettere il suo nome nelle pubblicità dei giochetti per cellulare. Ma se questo significa che più giochi potranno beneficiare dei suoi favolosi chara-design, ben venga.

Già che ci siamo, tanto vale dire una parola su un altro gioco di ruolo per 3DS incredibilmente nipponico, direi nipponico a livelli quasi insostenibili. Persona Q.
Anche qui ci troviamo di fronte a schermate strapiene di personaggini col testone, dall'apparente età di 9 anni, che si scambiano battute di dialogo in ideogrammi buffi. Per circa 150 ore.
O almeno così pare di capire dall'annuncio del gioco. A differenza di Bravely Default, questo titolo è l'autentico esemplare dell'RPG Giapponese dannatamente hardcore, quello che spaventa persino me, e mi mette in soggezione con il suo estremo rifiuto dei compromessi. Probabilmente non lo vedremo mai in una lingua comprensibile... a meno che l'improvvisa popolarità della serie Persona, che dopo un decennio trascorso nell'indifferenza è diventata molto conosciuta anche qui da noi, non faccia il miracolo commerciale. Oltre a questo titolo, che è comunque un episodio minore, è stato annunciato anche il vero erede della dinastia: Persona 5.
Persona 5 sarà incentrato sul tema della (devo cercare di rimanere serio) “condizione di prigionia imposta all'individuo dalle convenzioni della società moderna”. Ovviamente sarà ambientato nel solito liceo giapponese, e gli individui suddetti saranno tutte liceali minorenni in divisa da marinarette. Uscirà per PS3, alla faccia della Next Generation e tutto quanto. Tanto per mettere in chiaro chi è che comanda.

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14 . 12 . 2013

Il natale passato

La precisa strategia di Microsoft e SONY farà si che il popolo videoludico migrerà verso il Nuovo Mondo secondo precisi scaglioni che, a loro modo, permetteranno alle major di avere maggior controllo sulla situazione. Penny Arcade esemplifica con la consueta chiarezza la cosa qui.
Il primo scaglione, quelli del Day One, sono coloro che non sono alla loro prima console, che hanno già una trentina d'anni e che seguono ancora il mondo dei videogiochi. Non è solo gente che ha passione, ma anche gente che ha soldi da spendere. Secondo un'equazione antica come il mondo è gente che, avendo soldi, non ha tempo, perché tendenzialmente quei soldi li guadagna lavorando. Facile che quindi si prendano un gioco in bundle e se lo consumino nelle notti al posto di dormire. Intanto, vista la loro relativa maturità, non c'è da aspettarsi che vadano a frignare in giro per l'internet anche se... bhe... sono videogiocatori. Non sperate che giochino in modo responsabile, dai.
Il secondo scaglione è quello del natale. Milioni di bimbi che non aspettano altro, padri felici di sapere esattamente come rendere felici i loro pargoli che investono nelle nuove console e, soprattutto, fatto di tutti perché i loro rampolli non le raggiungano il 25 dicembre. Era un picco già noto, è ovvio che le vendite e soprattutto gli accessi hanno una variazione a scalino, ma il particolare posizionamento delle nuove console quest'anno fa proprio si che siano completamente ripulite le vendite tutte nell'intorno, così da condensarle in maniera devastante nel Grande Giorno.
Sbrigate queste due onde, raccolte messe di dati, tutto il resto saranno code più o meno dense di utenti, con scossoni alle uscite dei vari capolavori annunciati e non.
Tutto questo è un'enorme facilitazione per le major per monitorare l'umore della gente, ma c'è di più. Con la trasformazione delle infrastrutture che reggono le console in degli enormi spazi social tutti trend del momento e tutte le passioni della gente saranno a un click di distanza per i signori oscuri, disponibili in questo o quel cruscotto di monitoring. Questo renderà tutto ovviamente più noioso, perché essendo ovvia e manifesta la "cosa grossa" da inseguire di volta i volta non ci sarà proprio più spazio per andare dietro alle cose meno grosse, dietro a quelle piccole neanche a parlarne.
E Nintendo in tutto ciò? Bhe, ormai nessuno smentisce più le voci del flop di WiiU ed è un bene. L'azienda leader del settore è arrivata sul mercato col campo sgombero e ha fallito miseramente, non riesco a pensare a nessun worst case scenario che non comprenda la liberazione di un demone mangia-anime su Tokyo.
Di contro l'azienda sembra nell'immobilità più totale. L'unica azione degna di nota ultimamente è stato (finalmente) il rilascio del Miiverse su 3DS, una piccola finestra sul mondo social Nintendo. Ma considerando che è un mondo social con una console scarsamente frequentata ed è Nintendo parliamo di pochino. A parte una lentezza dell'applicazione mortale e assolutamente non compatibile con il 2014 verso cui ci stiamo muovendo l'idea sarebbe anhe carina, ma ci vogliono sviluppi. E parecchio in fretta.
L'unica buona notizia è che forse riesco a convincere Lo-Rez a prendere Bravery Default (e, giocoforza, un 3DS), ma il 3DS, in tutte le sue salse, vende già un troiaio e mi sa che Iwata non se ne accorgerà.

“It's sacrilege, sacrilege, sacrilege, you say / It's sacrilege, sacrilege, sacrilege, you say / It's sacrilege, sacrilege, sacrilege, you say / It's sacrilege, sacrilege, sacrilege, you say”

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