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serie
584, 06/10/2012 - Assumere un direttore
584
06 . 10 . 2012

16.7ms

Prosegue quello che un panzone hollywoodiano con cinque anelli per mano potrebbe chiamare il reboot della nostra serie Jobs, qui su FTR. Non siamo professionisti operanti nel settore dell'Intrattenimento, ma a furia di subirlo, l'Intrattenimento, qualche trucco del mestiere ci è rimasto appiccicato addosso. Purtroppo.
E dunque ecco che il nostro lagomorfo preferito, l'eponimo TheRabbit, si presenta da un altro personaggio storico della serie per reclutarlo nella sua nuova impresa, qualunque essa sia. Per convincere il Direttore basta poco, si sa quali sono i suoi punti deboli.

Voglio smarcare subito un argomento che è rimasto indietro da troppe settimane. Qualche tempo fa sono usciti i ritratti di alcuni supercattivi di Metal Gear Rising: Revengeance, il nuovo gioco della serie. O meglio, uno spin-off molto più orientato all'azione dei giochi che fanno parte della serie principale... ma chi se ne importa, questi personaggi hanno il design inconfondibile di Yoji Shinkawa, e sono Metal Gear Solid al 100%.
Ogni titolo della serie infatti ha avuto la sua squadra speciale di antagonisti: parliamo ovviamente di personaggi bizzarri fin dove può spingersi il gusto nipponico per l'assurdo (e sappiamo che può spingersi molto, molto in là). Si è sempre trattato comunque di scontri memorabili, interessantissimi anche come giocabilità... speriamo che anche questi ultimi arrivati si facciano valere.

E poi bisognerà dire due cose su Dead Or Alive 5, ovvero la più accurata simulazione oggi disponibile di cinetica dei corpi elastici.
Ma no, sono solo pregiudizi: di fatto questo quinto capitolo aveva inizialmente cercato di sbarazzarsi della sua fama di giochetto superficiale, ignorante, popolare solo grazie alla svergognata esibizione delle sue lottatrici poco vestite. Non l'ha fatto, a furor di popolo.
Sarebbe molto facile per noialtri fare dell'ironia, pubblicare qualche link piccantuccio, buttare lì qualche volgare doppio senso... ma siamo cresciuti dai tempi in cui scrivevamo con entusiasmo di Dead Or Alive Xtreme Beach Volley, sempre su queste pagine, ormai 10 anni or sono (!). A dire il vero, mi cogliete impreparato. Anche volendo, non saprei cosa tirar fuori: solo mi ha colpito questa approfondita analisi pubblicata dai soliti giappi maniaci, sull'input lag delle versioni per PS3 e per Xbox360.
Vi risparmio la lettura di tutti quei buffi ideogrammi: la conclusione dell'articolo è che la versione PS3 è in ritardo di esattamente un fotogramma al secondo rispetto alla versione Xbox. Può sembrare un nonnulla, ma 16.7 millisecondi in un torneo professionistico di questo genere di giochi fanno davvero la differenza tra la vita e la morte. Ecco, con questo direi che anche stavolta abbiamo conservato una certa immagine di professionalità, e possiamo lasciarci serenamente.

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06 . 10 . 2012

Security breach

In questo editoriale non vi parlerò di Resident Evil. Non vi dirò nemmeno una parola. Perché dovrei dirvi che è bellissimo, ma poi dovrei spendere un editoriale molto, molto lungo per spiegarvi perché ed è ora di cambiare un po' argomento. Quindi fate conto che non vi abbia detto niente. Che non vi abbia detto, cioé, che è bellissimo (o che ho la sua colonna sonora nelle orecchie... e il wallpaper).

E quindi che cosa ci rimane? Bhe, ci sarebbe Resident Evil 6, il videogioco che sarebbe un discorso più consono a questi lidi. Ma non sono decisamente la persona adatta. L'unico RE che ho giocato è il Revelations per 3DS e sebbene non sia pentito dell'acquisto, non penso che un capitolo decisamente avulso dal mosaico generale e molto completo in sé e per sé come quello possa rendermi un esperto della serie. Certo, RE6, come RE5 ci racconta che il survival horror, come genere, non vende più e che anche la serie più agghiacciante della storia dei videogiochi è dovuta passare allo shooting più o meno frenetico. Potremmo, come abbiamo fatto settimana scorsa parlando di WoW, anche qui additare l'età a causa principale dei problemi. Dopotutto RE era nato in un'epoca tutta diversa da oggi, un'epoca in cui aprire una porta significava un nuovo caricamento e dall'altra parte era tutto nero finché non entravi. Oggi forse il survival horror vero potrebbe anche avere un qualche spazio nel cuore dei giocatori, ma non potete chiedere di cercarlo a RE, ci ha già dato tanto. Deve arrivare qualcuno di giovane per un'impresa del genere.

Forse questo discorso sui titoli che invecchiano, visto allargando la visuale potrebbe farsi preoccupante. I titoli che vendono sono quelli dei brand di successo. I brand di successo sono vecchi e non hanno energie. Stiamo giocando giochi senza energie. A questo ci condanna il clima di paura che si è solidamente installato nel cuore del sistema videogames, in cui ci sono troppi soldi in ballo per ogni passo e nessuno riesce a osare. Ci salverà Kickstarter? Credo che ci salverà solo il diluvio. Se davvero il nostro bel mondo è sul punto di collassare, che collassi. Dalle sue macerie spunteranno nuovi fiori.
Uno degli acronimi più comuni in questi ultimi tempi è IP. No, non c'entra la benzina, sono le Intellectual Properties, una parola che vuol dire tutto come vuol dire niente. In pratica è la sistematizzazione del concetto di personaggio carismatico. Supermario è un IP, il che vuol dire che se anche fai sviluppare un videogioco a nonna Abelarda se poi ci impasti su il suo nome questo venderà comunque. Ormai le grandi case di videogiochi guardano alle IP come noi giocatori di Starcraft guardavano alle fonti di vespene in passato. Risorse da cui succhiare energie. Ognuno ha le proprie e le sfrutta in ogni modo. Certo, tutti vorrebbero crearne di nuove, ma i costi per farlo sono sempre troppo alti e la punizione per un fallimento sempre troppo terribile. Per questo le IP sono letteralmente istituzionalizzate e tutti trovano fisiologico che periodicamente escano titoli che li riguardino. Servono a raccogliere risorse, indiscriminatamente dalle energie spese per realizzare prodotti. Risorse che dovrebbero essere reimpiegate nello sviluppo di cose nuove, ma che in realtà vengono assorbite dal sistema stesso, che spesso deve tenere viva la forza delle proprie IP tramite campagne di marketing e comunicazione principesche, che fanno si che alla fine in tasca rimanga giusto quanto appena necessario... per rifinanziare un gioco per IP. Finirà prima o poi? Il silenzio di Microsoft e Sony sulle loro eventuali nuove console potrebbe essere la prima tromba di una vicina apocalisse.

- Sei sempre sicuro del tiro dei tuoi pezzi?
- Scommetterei di portare via con una palla la sigaretta che in questo momento sta fumando il capitano.
- E' una pipa.
- Niente di meglio, signor Yanez. Nello spezzarsi farà più fracasso. Ma non rispondo dei baffi.

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