Strip
serie
514, 14/05/2011 - Un momento di distrazione
514
14 . 05 . 2011

Un esperimento riproducibile

Ritorna da noi oggi, al mutare delle maree, la nostra dolce Clara. Inspiegabilmente, l'adorabile sorella meno famosa di Lara era assente da queste pagine da mesi e mesi... saranno stati l'incombere del nostro Decennale, i preparativi frenetici per le celebrazioni, e poi la mini-serie di GTR X: roba da uomini.
La strip del suo ritorno, però, è stata particolarmente insidiosa da disegnare, perché ho avuto difficoltà a rendere l'idea che Clara stia digitando un messaggio. Nei fumetti di solito la gente si parla.

Mi sembrava ironico, in questi giorni di Google I/O 2011, con un esercito di androidi verdi pronto ad invadere il mondo, che Clara usasse un cellulare con Windows Phone. D'altra parte si tratta dell'interfaccia indubbiamente più elegante che uno smartphone può sfoggiare al giorno d'oggi, con una tipografia d'alta classe che l'obsoleto iOS e l'infantile Androide possono solo invidiare... quanto alle funzionalità: chissenefrega. Non è certo di questo che voglio occuparmi.
Voglio occuparmi, piuttosto, di un altro prodotto software accusato di essere tutto estetica e poca sostanza: Crysis 2. A me non è sembrato più divertente o più emozionante di Crysis 1, per nulla... ma questi sono dettagli su cui si può sorvolare, perché Crysis 2 ci ha donato una consapevolezza nuova. Crysis 2 ci ha dimostrato in maniera categorica che l'Industria del Divertimento Elettronico per PC è ferma al 2007.
Ci sarà al più qualche migliaio di persone nel mondo in grado di valutare con competenza le potenzialità tecniche di una scheda video attuale: per tutti gli altri (compresi naturalmente gli Ingegneri) si tratta semplicemente di Magia Nera. Sicché dobbiamo fidarci, quando lo Sviluppatore X ci spiega che il Titolo Y sfrutta al massimo la nostra ati/nvidia Z da 250 euro appena comprata. Ebbene, oggi sappiamo che lo Sviluppatore X è un dannato bugiardo, oppure un maledetto incompetente.
Perché la Verità è che Crysis 2 gira a 40 fotogrammi al secondo, esibendo un tripudio impareggiabile di effetti visivi, su una scheda video che si compra a 60 euro al mercato ortofrutticolo. Questo è un dato sperimentale che chiunque può riprodurre sul proprio computer, e in un attimo distrugge tutti i teoremi di menzogna costruiti in questi anni dai reparti Pubbliche Relazioni degli editori di videogiochi. La Verità, dunque, è che l'Intera Industria ormai da anni si è appiattita sul livello tecnologico dell'attuale generazione di console: non è un crimine, anzi è un dato di buonsenso. Il crimine è illudere così crudelmente la razza sfortunata dei giocatori di PC, tormentandoli con la promessa che “Se solo avessi un hardware un po' più potente...” il Titolo X si concederebbe finalmente in tutte le sue grazie.
Non è vero. Il Titolo X è brutto e va a scatti perché è fatto male. Il problema non sei tu, è lui.

I 10 anni di questo fumetto devono avermi dato alla testa: forse mi sono rimbambito. Non si spiega altrimenti un intero editoriale dedicato a un argomento così triste e poco ispirato come i giochi per PC. Spero di ravvedermi nelle prossime settimane. Intanto, però, voglio soddisfare la curiosità espressa da alcuni Lettori, che con le loro vocine buffe, come da una distanza infinita, hanno fatto giungere alle nostre orecchie una richiesta.
Volevate vedere, o giovanotti che ci seguite da poco (diciamo da meno di nove dannati anni), la prima versione di FTR. Non avevo cuore di mostrarvelo nel suo codice HTML originale (che conserviamo ancora)... mi vergogno troppo. E allora, accontentatevi di uno screenshot: FTR v1, annata 2001. Quanti ricordi.

Lo-Rez: arte, storia, web design
14 . 05 . 2011

Benvenuti a Chrome

(Disclaimer. Questo non è un editoriale su Google, sui suoi browser, i suoi sistemi operativi e i suoi computer. Chrome è qui e sta ancora bruciando.)
Oggi ci prenderemo finalmente tempo per parlare del crack del PSN Network, ma magari non solo. Perché tacere del pastrocchio Amazon, del rogo di Aruba, perché non ricordare Wikileaks o il Low Orbit Ion Cannon.
Se pochi anni fa vi avessi raccontato che una grande azienda potevae cadere in ginocchio per un attacco informatico non mi avreste creduto nonostante tutte le minacce di apocalisse che da sempre girano nel mondo. Perché pochi anni fa troppo poco delle grandi aziende era esposto sul net e perché ci sembrava assurdo che veramente le grandi aziende potessero essere così ingenue da esporsi all'azione di bande armate che, ci piace pensare tutt'oggi (sarà vero?), hanno molti meno mezzi di loro.
E invece oggi ci troviamo di fronte a un campo di battaglia letteralmente disseminato di vittime. Vorrei che vi rimanesse quest'immagine, come quadro generale, anche se ora si concentreremo naturalmente su SONY.
La crisi di una di quelle major "to big to fall", infatti, ci permette veramente di interrogarci su diverse questioni, dalle più vicine al viggimondo, alle più pregnanti per la Vita Reale.
Una delle più in voga, stranamente, è quella che oppone il modello gratuito di PSN al modello a pagamento di 360. Mi sembra una discussione sterile. L'assunto sarebbe che, poiché il network Sony era gratuito, per questo si sarebbe speso meno in termini di sicurezza e tutela dei dati. E' un'idea peregrina, considerando quanti network gratuiti esistono a questo mondo o quanti servizi non hanno nessun costo di sottoscrizione (ehm, facebook?), ma, generando indotto per altre vie, non vanno certo al risparmio. Sembra quasi che qualcuno stia strumentalizzando quanto successo al PSN network per favorire i servizi a pagamento, ma forse intenderla così è complottista. In ogni caso la questione mi risulta poco interessante, forse il modo giusto per vederla è come ripicca dei boxari nei confronti degli eterni nemici.
Il problema sugoso è un altro: quanti account avete sottoscritto in questi anni? Non parlo di siti porno turcomanni... a quante grandi aziende rispettabili e potenti avete dato fiducia? Quanti hanno i vostri dati? E secondo voi sono al sicuro? Si, ok, non è avvenuto nessun avvenimento catastrofico di quelli che ci diciamo da anni: non sono nati i computer quantistici, non hanno rotto l'RSA, non esistono le intelligenze artificiali e non sono arrivati a pingarci da Centauro. Tutto questo ci mette al sicuro? No, perché ormai la rete è troppo grossa, la teoria del caos dice che più variabili introduci nel sistema, più questo tenderà a risultare incontrollabile, per quanto matematicamente rigoroso sia. L'informazione si sposta in modo autonomo, sciami di cavallette impazzite, nessun reale controllo, nessuna impressione di controllo, nessuna apparenza di sicurezza.
E non sono allarmista. Ieri potevo essere allarmista, forse, ma oggi con quello che è accaduto no, sto solo esponendo i fatti.
La figura gibsoniana del hacker è il ritratto di un informatico fatto da chi di informatica non capisce una mazza. Si, ok, come marketing sociale era superbo, ma niente che avesse a che fare con la realtà. Per anni l'ho ritenuto un mito irrealizzabile, assurdo. Questi piccoli Rainman tutto cervello e nient'altro che finivano in buffi videogiochi tramite cui bucare qualsiasi cosa. Andiamo, l'informatica è una cosa prestabilita, non può esistere un modo di mettere le così così che "se sei abbastanza figo passi comunque". Questa è sempre stata la mia visione cinica e realistica e, per lungo tempo, ritengo l'unica utile. L'hacker normale si annoiava a spulciare codice esadecimale e basta, niente di figo, niente roba da cowboy.
Oggi la rete diventa un essere vivente autonomo e allora si, forse è giunto il momento in cui lei possa scegliere chi far entrare e chi no, a prescindere dalla volontà delle persone coinvolte. Potrebbe essere il tempo dei cowboy, degli eroi e di coloro che volano nel cyberspazio. Probabilmente dobbiamo accettare che, da creature del genere, nessuno è al sicuro.
Ergo? Bhe, non possiamo ritirarci dalla rete e andare a vivere nelle caverne, non con in giro il coop di Portal 2 da finire, almeno. Ma se ieri eravate attenti oggi siatelo di più. E soprattutto se prima eravate severi con quelli a cui consegnavate la vostra identità ora siate intransigenti. E con l'angolo più bieco del vostro animo di ingegnere delle Tenebre, comunque, mentre vi tutelate, ammirate le fiamme. Chrome sta bruciando, ma nulla ci vieta anche di constatare quale colossale spettacolo sia.

“I walk this empty street / On the Boulevard of Broken Dreams / Where the city sleeps / and I'm the only one and I walk alone”

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