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serie
470, 03/07/2010 - Ombrellone IP
470
03 . 07 . 2010

La limousine nera

Anche per questa settimana andiamo a trovare Bob sulla spiaggia: in fondo è estate anche per noi, adesso.
Noialtri autori ce ne stiamo sempre rinchiusi nella nostra torre altissima e tenebrosa, però abbiamo orecchie in ogni angolo del reame, e ci è giunta voce di qualche malcontento tra certi lettori. Alcune creaturine meschine, infatti, cominciano ad annoiarsi della nostra serie Jobs, e hanno espresso il desiderio di vedere qualcosa di diverso ogni tanto. Che ne so, tipo la conclusione di Kunoichi Clara. O un nuovo episodio di Grand Theft Rabbit.
Piacerebbe anche a noialtri, ragazzi. Ma si fa quel che si può. Kunoichi Clara prima o poi riprenderà, e inoltre abbiamo in serbo un progetto segretissimo, il più ambizioso che abbiamo mai concepito (a parte forse TLE).

M'è rimasto indietro ancora qualche brandello di news da gettarvi in pasto, preso dalla ricca mensa dell'E3 2010 di Los Angeles. Il trailer di Warhammer 40000: Space Marine mi ha fatto molto piacere... ma come è successo con gli altri giochi di Warhammer mi dà una strana sensazione. È come se questi giochi noi li avessimo già giocati. È come se fossero sempre esistiti. Forse perché i giochi da tavolo si prestano naturalmente alla conversione in divertimento elettronico, o forse perché c'é Blizzard che si è ispirata in maniera tanto pesante alle ambientazioni di Warhammer che i suoi parevano quasi giochi ufficiali.
Mi pare giusto ricordarlo, ora che l'uscita di Starcraft II si fa sempre più vicina. Gli Space Marine originali sono ben altri, quelli di Starcraft al confronto sono mammolette collegiali, dalla dubbia virilità. E a quanto pare stanno arrivando, gli Space Marine originali, con un gioco tutto loro in cui c'è un sacco da menar le mani. Speriamo che sia bello, speriamo davvero.

Ma tutti questi discorsi impallidiscono, quando in scena torna il Sacro Nome. Neppure l'imminenza di un giocone come Starcraft II, un titolo che praticamente ti apre il portafoglio e si tira i soldi fuori da solo, ha la priorità su qualche minima voce di corridoio su Final Fantasy.
Final Fantasy Versus XIII. Il lato oscuro dell'ambientazione Fabula Nova Crystallis, che comprende anche il tredicesimo episodio della serie e FF Agito XIII. Non si hanno sue notizie da, tipo, 3 anni... il che è normale, non potevano certo farsi concorrenza da soli durante il lancio del XIII. Ora però il campo è sgombro, le masse hanno di nuovo fame di RPG nipponici, e c'è soltanto un marchio che può soddisfare il loro appetito.
Questa settimana sono apparse sulle riviste giapponesi alcune nuove immagini tratte dal gioco vero, senza però l'interfaccia che è ancora segreta. Una breve intervista rivela che la storia è completata, e nei prossimi mesi inizierà la solita campagna promozionale monumentale... era anche ora. Sempre in quell'intervista sono rivelati due particolari che fanno vacillare la mia mente ossessionata.
Primo: il gioco parrebbe avere una struttura molto più tradizionale degli ultimi titoli della serie, con un “Overworld” da esplorare con vari mezzi (finora si è vista una limousine nera), e la possibilità di scendere in ogni momento e visitare a piedi i luoghi interessanti. C'è un po' di Red Dead Redemption, con la sua struttura libera e completamente aperta, che dà un tocco di modernità a un gameplay volutamente tradizionale e nostalgico. (O forse no, dopotutto mi sto basando su due ideogrammi e una foto sbiadita.)
Secondo: l'ambientazione ricorda molto, molto, MOLTO da vicino il mondo reale. In uno screenshot si vede una certa strada di Tokyo ricostruita fedelmente, e in un altro c'è una stazione di benzina nel deserto americano. Due anni fa si è vista Piazza S. Marco. Il protagonista però è un re, fa le magie, ha una spada (per non dire una pettinatura impossibile)... un re in limousine, con abiti firmati da una casa di moda reale (Roen). Cosa significa tutto ciò? Non ho risposte per voi oggi, so soltanto che non mi sentivo tanto esaltato dai tempi di Final Fantasy X. Si preparano eventi più grandi di noi tutti: è una buona epoca per essere videogiocatori.

“We both said a lot of things that YOU are gonna regret.” (Portal 2)

Lo-Rez: arte, storia, web design
03 . 07 . 2010

Media vecchi e nuovi

"Nattarveli" è una parola che vi spiegherò quando sarete adulti.
SKY questo mese ha varato un nuovo canale dedicato a noi nerdacci. Perché ci fosse chiaro cosa fosse lo ha chiamato MAN-GA. Gli ha anche affiancato un paio di kanji che però non ho ancora avuto modo di analizzare (se vi interessa c'è dentro un radicale per acqua, ma non so perché). La cosa che mi incuriosisce che tra gli anime che ha deciso di diffondere in questo suo periodo di apertura ce ne sono molti più o meno notevoli che sono transitati per le pagine del coniglio.
C'è per esempio il Conte di Montecristo, di cui vi parlò Lo-Rez secoli fa, ma, per quello che mi riguarda più da vicino, ho visto una puntata del mitico Utena e il trailer di Chrno Crusade. sono rimasto molto incuriosito dalla scelta di questi due titoli perché in entrambi i casi non parliamo di prodotti "facili" da gestire. Utena, in realtà, millenni fa fu effettivamente comprato, mi sembra, da Mediaset e solo in un secondo tempo, evidentemente, i responsabili della rete si sono accorti che una volta eliminate le parti lesbo, le parti omo, i richiami incest, gli accenni a suicidi adolescenziali, le parti incomprensibili in quanto terribilmente giapponesi e i nudi rimanevano si e no quindici minuti di cartone, quasi tutti occuppati dalla scimmietta, motivo per cui alla fine la sua trasmissione fu accantonata.
Chrno Crusade è sicuramente meno ambiguo e lascivo, ma dopotutto è pur sempre un tripudio di suore (cattoliche o quasi) scosciate che mostrano le mutande, e questa non mi sembra la nazione adatta a trasmettere queste cose.
In ogni caso, è noto, il satellite è una zona franca in cui tutto è buono perché, per motivi che ci sono oscuri, le associazioni genitori sono convinte che i bimbi non sanno usare il satellite e quindi puoi sbatterci su quello che vuoi senza ritegno. A noi la cosa va decisamente bene, è bello che finalmente esistano canali ufficiali e puliti per ottenere roba che non sia Pollyanna (che, per la cronaca, è in trasmissione su RAI DUE, la mattina).
Tanto per riflettere, come al solito, sui corsi e ricorsi, è curioso che nel passato lontano in cui io ero ufficialmente bimbo tutta la robba buona sfuggiva ai network nazionali più blasonati, ma intanto ci arrivava attraverso gli scantinati delle reti private. Oggi comunque il network blasonati riescono a stento ad arrivare a Naruto, ma stavolta sono le platinate reti per fighetti a fornire materiale. Una volta era la gente con meno soldi a trattare l'affaire anime, oggi è quella che ne ha di più. L'unico che continua a ignorare l'esistenza delle produzioni giapponese è sempre il middleman, che continua a preferire tette-culi reali (e minimamente maggiorenni) a quelli iperdimensionati (e di età casuale) disegnati da piccoli omini con gli occhi a mandorla chiusi in stanzette semibuie.
Tanto perché siamo in argomento, l'altro giorno mi sono anche voluto vedere un episodio di Code Geass in lingua nostrana, dopo esserne diventato un cultore nell'originale giapponese. Come ho avuto modo di dire nel forum il doppiaggio italiano è da elogiare perché coglie abbastanza l'essenza dell'opera, però, in senso generale, la lingua giapponese è tutta un'altra roba. Lelouche viene esaltato e trascinato dai toni forzati dell'idioma nipponico e tutto questo raffinato lavoro va a perdersi in traduzione. Anche perché il nostro simpatico Zero in originale ha anche un doppiatore profondamente diverso come timbro e tono da Suzaku, forse anche un po' più adulto, cosa che esalta il dualismo. Comunque l'emozione di rivedere doppiato e su una televisione con scritto su RAI un cartone recuperato tramite le logge massoniche degli appassionati di cartoni giapponesi è sempre interessante da vivere.
Ho iniziato questo editoriale parlando dei kanji del logo di MAN-GA. Il fatto è, che nei miei studi di giapponese, ho finalmente deciso di cominciare a dare un occhio agli odiosi segnetti che dall'altra parte del pianeta usano per scrivere parole. Se credete che la scrittura giapponese sia un delirio in verità è molto, molto di più. Dal punto di vista fonetico parliamo di DUE (2) alfabeti, ognuno con più di settanta (70) segni. Questi però sono considerati fastidiosi e poco adatti per scrivere (ma dai, in effetti) e quindi molto frequente è l'uso dei kanji, che sono in numero illimitato, andrebbero imparati a memoria, ma, nel caso siate disperati (e lo diventerete PRESTO) potete affidarvi ai più di duecento (200) radicali che generalmente li compongono almeno per intuire di cosa state parlando.
Insomma, se vi interessava seguire giusto quattro pagine di One Piece lo sforzo potrebbe apparirvi eccessivo.

“L'impero Tezuman nelle vallate della giungla del Klatch centrale è rinomato per i propri giardini-mercato ecologici, lo squisito artigiantato in ossidiana, penne e giada e i sacrifici umani di massa in onore di Quezovercoatl, il Boa Piumato, dio dei sacrifici umani di massa”

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