Strip
serie
393, 03/01/2009 - Investimenti nel 2D
393
03 . 01 . 2009

No Gods or Kings. Only Man

Clara nella strip di oggi appare più mansueta, più domestica della versione selvaggia che terrorizza i bimbi pacioccosi nella strip natalizia su M.it... ma proprio per questo è ancora più insidiosa.
Il contatore degli anni si è incrementato di una unità, secondo il computo degli uomini: in varie parti della Terra ci sono state celebrazioni per questo evento, a quanto mi riferiscono i miei emissari. Per noi che inseguiamo il Coniglio è il momento di voltarci indietro, e ripensare al cammino dell'anno concluso.
Il titolo qua in alto è tratto da Bioshock, che è uscito l'anno scorso, ma l'ho scelto ugualmente perché mi sembra ancora significativo: vuol dire che il Divertimento Elettronico ne ha fatta, di strada, se già da un po' ormai puo' permettersi di citare con disinvoltura qualcosa come la filosofia dell'oggettivismo di Ayn Rand. Non molto tempo fa il videogioco era un trastullo puramente meccanico, un giocattolo strano che quando ci giocavi ti faceva sentire un idiota buffo.
Per certi versi era meglio allora.
Ad ogni modo ora le cose stanno così, una parte del settore videoludico è maturata al punto da dare occasione, se uno ne ha proprio voglia, di scatenare dibattiti culturali (!) esattamente come altre forme di espressione, tipo i film. Un esempio è GTA IV.
La cura per l'aspetto artistico di una produzione, che nei giochi occidentali non è affatto una cosa scontata, ha fatto enormi progressi: se nel 2007 c'erano dei titoli di eccellenza che facevano ben sperare, nel 2008 l'eccellenza è divenuta quasi la norma. Editori come EA e Ubisoft hanno smesso quasi completamente di produrre cumuli di porcate, e persino Far Cry 2 è stato attento a caratterizzare bene la sua ambientazione africana, laddove il primo titolo era solo un mucchio di effetti grafici pompati senza nessun gusto.
Detto questo, la stampa specializzata sembra essersi messa d'accordo per eleggere Fallout 3 come Gioco Dell'Anno. Non so perché, ma ho poco interesse per Fallout 3, anche se si tratta di un gioco con una personalità fortissima, con le vignette anni '50 e la propaganda antiatomica e tutti i dettagli allucinanti di cui è strapieno. Con i prossimi sconti su Steam potrei pensare di prenderlo... anche se il problema di un gioco del genere non è il prezzo in denaro, ma in tempo.

Quest'anno non c'è stato una perla di incomparabile bellezza come Portal nel 2007: le elezioni sono lievemente più combattute. Del resto in un anno in cui manca dalle scene un Final Fantasy numerato, c'è l'occasione per qualcun altro di risplendere: nel 2009 (spero) non sarà più così.
Sarei tentato di nominare la versione di Chrono Trigger per Nintendo DS... ma non voglio essere così snob: certo rimane il miglior RPG dell'era a 16-bit, e di conseguenza il miglior gioco di tutti i tempi, anche se non necessariamente il mio preferito, però non si può essere ciechi e sordi di fronte al nuovo che avanza.
Prince Of Persia mi ha lasciato piacevolmente sorpreso, per il coraggio con cui si allontana dalla solita formuletta che ha fatto sguazzare nell'oro Ubisoft per anni e anni: questo PoP è una fiaba persiana che si gioca come se non fossi tu a comandare il principino ma fosse lui a correre e saltare beato per quei paesaggi da sogno. È il gioco ideale per introdurre al nostro piccolo hobby qualche incolto sprovveduto che non ha mai preso in mano il joypad, a partire dai menu in stile DVD fino alle chiacchiere continue che si scambiano il Principe e la Principessa, che sembrano scritte per un film di avventura per famiglie (ma stranamente non le ho odiate per questo).
Dead Space ha portato la sua carriolata di innovazione anche lui, poverino, però è un tipo più strano, più difficile da amare al primo sguardo. L'interfaccia di gioco integrata dentro il gioco stesso, menu e tutto il resto, senza nessun compromesso... questo è un contributo storico, e spero che Dead Space sarà ricordato per questo negli anni a venire, e che in tanti seguano il suo esempio.
Left 4 Dead è il nuovo gioco di Valve, anche se facciamo fatica ad associare Valve a qualcosa che non porti il nome di Half-Life. La qualità però c'è tutta, è evidente. Anche in questo caso è la personalità che fa spiccare il gioco tra tutti gli altri, l'atmosfera da horror di serie B resa con tanti piccoli accorgimenti. Ma non è il genere che fa per me.
Nel genere che fa per me si sono distinti Final Fantasy VII Crisis Core e Persona 4. Il primo doveva essere un'operazione commerciale senza pudore per sfruttare la passione ardente di miliardi di fan di FF VII, e invece Square ha colto tutti di sorpresa con un piccolo capolavoro. Dico piccolo perché è sullo schermo di una miserabile PSP.
Persona 4 è il rampollo di una dinastia nobilissima in Giapponia e quasi sconosciuta in Occidente. Il suo unico difetto è quello di essere uscito su PS2: eppure è la conclusione più appropriata per la carriera di una console gloriosa. P4 è un RPG hardcore a livelli maniacali, e integra una simulazione di appuntamenti e, più in generale, di vita scolastica in un liceo nipponico: va da sé che il livello di perversione è allarmante.

E così arriviamo al re del 2008. Chi ha seguito qualcuno dei miei editoriali passati, povero stolto, troverà la scelta ampiamente prevedibile.
Metal Gear Solid 4 è il gioco dell'anno. Per certi versi, MGS4 è il gioco di tutti gli anni, è il gioco eterno che si rinnova da due decadi. Se dovessi eleggere un solo titolo a rappresentare per intero il settore del divertimento elettronico, ebbene non ci sarebbero dubbi: nel bene e anche nel male, MGS4 è l'incarnazione stessa dello spirito videoludico.
Tutti i pregi per cui amiamo questi giochi e tutti i difetti che ci fanno impazzire, tutto è rappresentato, tutto è ingigantito e tutto trova spazio in Metal Gear Solid 4.

Lo-Rez: arte, storia, web design
03 . 01 . 2009

Out of order

Lo so, questo aveva l'aria di essere l'editoriale più adatto per scrivere l'almanacco del 2008 e scoprire così, a posteriori, come il nostro mondo è cambiato negli ultimi dodici mesi. Sfortuna vuole, però, che sia stato messo in ginocchio dal punto di vista fisico da uno sventurato male che mi ha preso PRIMA della notte di capodanno e tutt'ora le mie energie siano piuttosto limitate, assolutamente insufficienti per affrontare l'opera enciclopedica che voi ben conoscete, quindi dignitosamente rimando l'evento alla prossima settimana. Dopotutto ho 365 giorni prima del prossimo, posso anche prendermi una settimana di pausa.
Visto che oggi, cosa più unica che rara, ho deciso che effettivamente farò piuttosto il malato, tanto per concedere una volta tanto al mio corpo di carne e sangue di averla vinta lui, non vi tedierò nemmeno con vicende casuali provenienti dalla mia mente, ma chiuderò l'editoriale proprio prestino.
Tanto per non lasciarvi a bocca asciutta e visto che comunque questa robetta è nel cestino delle varie ed eventuali, volevo dirvi che il mio batman fanboysmo non è affatto sopito, visto che la collana di Repubblica prosegue ancora ed è entrata arrogante in una terza serie. Intanto però ho avuto il piacere di leggere Hush e sebbene la storia mi abbiamo convinto solo in parte, devo ammettere che Jim Lee, ai miei occhi di praticamente profano, potrebbe diventare il dio indiscusso del disegno di fumetti (l'architetus Lo-Rez, ovviamente, è fuori concorso).
Bene, come vi dicevo oggi andiamo in onda in forma ridotta, avremo di che rifarci, non sperateci troppo, tornerò in forze quanto prima...

“Zitto, zitto, mio bel bambino che mamma ti compra un bell'uccellino...”

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