Strip
serie
345, 26/01/2008 - GTR Genesis: 1992 - 2000 (6)
345
26 . 01 . 2008

Rassegna stampa

Così si chiude Grand Theft Rabbit 1992 - 2000, con le lacrime di un coniglio bianco molto cattivo. Non sappiamo se questa strip segni la fine della serie di GTR: dal passato oscuro di TheRabbit potrebbero riemergere altri fantasmi, altri momenti bui nella storia videoludica... chissà se quest'anno ci porterà ispirazione. Nel frattempo abbiamo altri bianconigli da inseguire, un paio di progetti che faranno il loro debutto nel corso del 2008. Uno di loro, giurin giuretto, è imminente.
Questa strip si distingue perché è la prima in quasi sette anni di FTR in cui Cymon ha usato un'espressione volgare. Certo la perversione è all'ordine del giorno in questo fumetto, non lo nego, ma mi pare significativo commemorare questo evento. Anche le parole hanno un peso, e probabilmente questo era il momento giusto per farle pesare. L'altro aspetto che mi interessa farvi notare è il quadro rosso e muto in puro stile Hellboy.

È successo poco nel mondo del divertimento elettronico, perlomeno quello che seguo io, e dunque posso approfittarne per segnalare con tutta calma qualche notiziola gustosa.
Intanto c'è l'inevitabile aggiornamento su Street Fighter 4: Capcom prosegue la sua offensiva mediatica come se il gioco dovesse uscire domani, quando invece pare che l'attesa sarà parecchio lunga. In occasione della presentazione del nuovo personaggio femminile (carino), i tizi più ossessionati di 1UP hanno intervistato un chara-designer... il discorso è caduto ben presto sulle gambe di Chun-li, argomento che da sempre divide gli appassionati. C'è chi è pro, e chi è contro. Sta di fatto che le cosce decisamente muscolose della cinesina più famosa del mondo sono il tratto distintivo del design Capcom, e sembra che anche in Street Fighter 4 saranno orgogliosamente ostentate.
Sempre in tema di giochi 2D (che, lo ricordiamo, NON MORIRANNO MAI), c'è un'intervista a Henk Nieborg. Ora io non mi aspetto che qualcuno conosca Henk Nieborg, e anche a me il nome non diceva nulla: eppure tutti abbiamo ammirato la sua arte nei giochi tecnicamente più avanzati disponibili su Sega MegaDrive. Ancora oggi quest'uomo riesce a far fare ai pixel cose che gli altri artisti possono solo favoleggiare nei loro sogni più sfrenati. La sua è un'arte antica, una professione artigiana che i giovani debosciati di oggi non hanno più la forza morale di praticare.
Ora che anche i più miserabili tra i telefoni riescono ad ostentare una grafica 3D, il futuro dei pixel artist sembra quanto mai incerto, ma quella è gente abituata al sacrificio, che masticava pixel quando voi non riuscivate neppure a tenere il joypad tra le vostre manine pacioccose. Sopravviverà.

Passando al cinema, in questi giorni è in circolazione Cloverfield, il film di cui non si sa nulla, ma chissà perché tutti ne parlano abbondantemente. Forse perchè il tizio che produce il film ha dimostrato con Lost e Mission Impossible 3 di sapere il mestiere.
Gran parte del fascino del film sta nell'aura di mistero che l'avvolge, ergo sarebbe saggio evitare con cura qualunque anticipazione. Ma siccome sono dispettoso, voglio tentarvi con un link sibillino, nel quale si parla più che altro dello stile ricercato dagli autori. Mi piace l'idea di fare un film attaccando insieme piani sequenza ininterrotti lunghi parecchi minuti, e anche la storia di mostri giganti che distruggono la città vissuta da una prospettiva raso terra, la prospettiva di alcune povere figurelle spaurite che normalmente sono in questi film solo per farsi pestare come insetti da Godzilla.

“who && gawk && uname && talk && date && wine && touch && unzip && strip && touch && finger && mount && fsck && more && yes; yes; more; yes; umount && make clean && sleep”

Lo-Rez: arte, storia, web design
26 . 01 . 2008

Dolceamaro

Sul finale di GTR mi sono commosso, un po' per tutto. Un po' perché l'assassione di Turrican mi ha coinvolto, un po' perché forse questo sarà l'ultimo capitolo di GTR e un po' perché credo che, nella produzione di FTR, non esista niente che aderisca di più al mio concetto di "proprio quello che avevo in mente". Lo sapete che non lo facciamo per voi ed è terribile come la cosa si adatti bene a GTR. GTR è una serie viscerale, che attinge ai nostri traumi e alle nostre passioni più particolari e, parallelamente a questo, è una vicenda scritta senza troppo dare ascolto ai canoni sensati della narrazione, con un occhio solo a Dio Continuity, ma neanche troppo aperto. COnsiderando che gran parte del nostro cast è composto da importanti protagonisti dei videogiochi e che questi hanno già fior di autori che pensano al loro background, è naturale che tutta mia la fame di flashback non poteva che riversarsi sul coniglio, il personaggio più assurdo e apparentemente inutile, nato quasi come uno scherzo nello scherzo, ma anche l'unico su cui io, come Autore, ho il completo controllo. GTR mitizza il coniglio, ma il suo mito rimarrà nostro in eterno, senza riferimenti esterni. E se non vi è piaciuto non me ne frega una cippa fotonica.
Qualcuno, a questo punto, potrebbe chiedersi perchè vado in giro a dire che GTR è finito. Innanzitutto credo che questa vicenda sia forse la miglior fine recuperabile per la saga, ma il motivo principale per cui mi sono fatto quest'idea è che abbiamo assestato quattro colpi così perfetti, così illuminanti, così funzionanti che non avrebbe senso andare oltro, col rischio di sbagliare. Personalmente non farò un GTR 2008-2009 solo perchè un GTR ci deve essere e al momento non ho in mente niente che lo giustifichi. Se ci verrà un'idea in cui incastonare il bastardo-coniglio torneremo sui nostri passi, ma al momento, forse, è giusto consegnarlo al passato una volta per tutte. Oltre a questa giustificazione, poi, credo valga anche il fatto che Follow the Rabbit deve salpare verso cose nuove, nuovi progetti, nuove esperienze. E lo spazio di pubblicazione (dominato dalla tirannica variabile del tempo in Real Life) è sempre così tragicamente poco.
Basta metafumettare, il TGM del mese riporta nuove riflessioni sull'editoria cartacea e quella web e interessanti considerazioni. Molto spesso, in rete, si sente dire che l'editoria internet ha ormai soppiantato l'editoria cartacea e che questa è ormai obsoleta. Credo invece che il problema sia più complesso e che ci sarebbe da discutere. E' innegabile che l'editoria internet ha il vantaggio di vivere cavalcando la notizia, reagendo con prontezza istanea all'accadere. Il reportage di una fiera viene pubblicato durante una fiera, un gioco viene recensito il giorno dell'uscita del gioco, la notizia viene data poco dopo che è avvenuta. Quello che però in questa sede abbiamo spesso rimarcato è che questo furioso vivere al centro della corrente del tempo non è controbilanciato da un minimo di retrospettiva, un senso d'analisi a posteriori che sia interessante. Il fatto di aver narrato un fatto mentre accade sembra giustificare l'assenza di qualsiasi considerazione o riflessione dopo che è accaduto, a bocce ferme, quando si sono tirate le somme di quello che è stato. Allo stesso modo i commenti a una fiera sono il mosaico di ciò che hanno vissuto gli inviati e, dopo aver sbaraccato, non sono molti coloro che cercano di metterli insieme per individuare i trend e le tendenze generali del mercato.
L'editoria cartacea, in questo senso, è privilegiata. Quando arriva sulla piazza tutto è già accaduto e c'è stato il tempo di digerire e rimasticare le cose, si sono potuti definire i confini degli avvenimenti e tutte le catene di causa-effetto. Oltre a ciò, fattore da non trascurare, il lettore cartaceo è molto più "lento" del lettore online, ha più tempo da dedicare alla lettura e gli si affaticano meno gli occhi. Si può quindi passare più tempo a scrivere, mettere in giro articoli più lunghi e prendersi il tempo di esporre per benino tutti gli aspetti.
Un altro fattore che l'online non può riprodurre è anche il concetto di prodotto editoriale fatto e finito. Il flusso non ha inizio né termine, un sito internet non ha un pacchetto di contenuti che possono essere circoscritti in qualche modo. Un numero di TGM (così come di ogni altra rivista) ha invece una sua compiutezza che significa anche un lavoro di rifinitura generale, una revisione globale, un aggiustamento dell'armonia di quanto detto, qualcosa che rende Novembre 07 non solo un carotaggio della Storia dei VG, ma anche Novembre 07, un prodotto con un'identità e una sua essenza propria. E' qualcosa di sfumato, impercettibile, ma io lo sento e credo che tutti, in un modo o nell'altro, lo subiscano.
Vi dirò la verità, questo ragionamento era nato come cappello di un'altra questione, riguardante in particolare proprio i contenuti del Gennaio di The Games Machines. Come capita a volte, però, la situazione mi è un po' scappata di mano e così ho scritto anche tutto ciò che vede sopra. Visto che voi non siete lettori... bhe... "lenti" in senso editoriale, in qualche modo non mi sento in diritto di tediarvi oltre. Se proprio proprio vi interessa cosa ho in testa la risposta è semplice: un mucchio di capelli (e sarà anche ra che li vado a tagliare)

“Venne di nuovo il committente / disse così è meglio che niente / è tuttavia per me importante / fare una piccola variante” by Erix (è tutto vero)

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