Strip
serie
337, 01/12/2007 - I cloni di Tabula Rasa
337
01 . 12 . 2007

Malinteso

Io e Cymon qui a fianco siamo agli antipodi del mondo videoludico, e quel che lui adora in genere è bersaglio del mio più profondo disprezzo, e viceversa. Ecco dunque che FTR dedica ben due strip a Tabula Rasa, una su Multiplayer.it e una qui sopra... quando Tabula Rasa è un gioco che personalmente non degnerei della minima considerazione, un gioco che sfugge completamente al mio radar, un moscerino insignificante spiaccicato sul parabrezza durante una pazza corsa attraverso il Divertimento Elettronico.
Richard Garriott ha fatto esattamente il genere di giochi che io detesto, e quando è passato a NCSoft ho avuto un tuffo al cuore: temevo che avrebbe contaminato la fonte creativa del favoloso Oriente. In Lineage fortunatamente non ha fatto danni, essendo escluso dal processo creativo che ci ha donato, ad oggi, una direzione artistica stratosferica: l'arte promozionale e i chara-design di Lineage 2 sono ai primissimi posti delle mie preferenze, e con la nuova razza dei Kamael hanno davvero superato se stessi, regalandoci degli angeli-vampiri aristocratici e perversi.
Con queste premesse, si può immaginare forse il mio raccapriccio quando ho visto menzionato il mio nome (il mio vero nome, quello con cui mi conosce il Mondo) nella recensione di Tabula Rasa. Grazie per l'intenzione, ma davvero quello che andrebbe citato è Cymon, non io. Io ho solo dato un contributo ironico disegnando Neo con la tutina attillata che indossa la ragazza-copertina del gioco. Ma ora basta parlare di Tabula Rasa, per favore!

Per rifarci gli occhi direi che capita a proposito questo articolo di GPara, che mostra i ritratti ad acquerello dei personaggi di Lost Odyssey. Temo che Lost Odyssey sia un naufragio annunciato, una tragedia economica che umilierà profondamente le ambizioni di Microsoft sul Giappone: l'isola di Nippon è una roccaforte inespugnabile per noi miserabili gaijin... ma sperare non costa nulla.
Sony pare aver indovinato, dopo oltre un anno di patetici tentativi alla cieca, il giusto compromesso tra prezzo e prestazioni per la sua odiosa PS3: a questo punto mancano solamente i giochi, ma all'orizzonte ce ne sono un paio che, come campioni semi-divini, da soli potrebbero sbaragliare le numerose armate del nemico. Metal Gear Solid 4 deve vendere 1 milione di copie in un giorno per recuperare le spese? Se esiste una giustizia a questo mondo, ne venderà 2, e poi 4, e le copie del gioco si accatasteranno fino alle stelle, un monumento eterno alla grandezza del genio umano! Sì! E i popoli accoglieranno Hideo Kojima come il loro profeta, e il Monolito Nero stenderà ancora una volta la sua ombra sul mondo, e gli oscuri signori di Sony rideranno in cima alle loro torri d'acciaio!
Ehm.
Chiudo questo editoriale, che oltre ad essere in ritardo sarà anche breve, per la gioia di tutti coloro che non riescono a sopportarmi, con un consiglio editoriale. Si è conclusa, anch'essa in ritardo, l'ultima storia di Hellboy, Darkness Calls. Non sono la persona più adatta a consigliare fumetti, perché nonostante ne disegni uno non li leggo: Hellboy è l'unico che seguo, e che ho mai seguito, ma si tratta di un'opera di qualità sublime, e per tutto ciò che vi è di buono e giusto su questa terra vi esorto a procurarvelo.

Lo-Rez: arte, storia, web design
01 . 12 . 2007

Clean table

Sostenuti da una vignetta così forte nei temi e nelle tinte direi che possiamo finalmente spendere quelle quattro parole da lungo tempo promesse riguardo Tabula Rasa, ultima creatura di Lord British e speranza (neanche tanto celata) del futuro dei MMORPG.
Neanche a farlo apposta è di questi giorni anche la recensione su M.it del gioco, in cui siamo addirittura esplicitamente citati, quasi fossimo commentatori seri. Sono queste cose che dovrebbero far riflettere sull'editoria videoludica.
Il primo dato che traspare leggiucchiando qua e là i siti internet di riferimento (su questo si basa questa saccente disquisizione), è che Tabula Rasa è un gioco un po' più frenetico dei MMORPG che hanno finora rappresentato il panorama del settore, è un titolo in cui si arriva molto in fretta a sparare, senza dover rincorrere statistiche, equipaggiamenti e abilità. Credo ci sia molto da riflettere sulla definizione di un "MMORPG hack&slash", perché potrebbe rappresentare una delle chiavi di lettura più interessanti del titolo. Quando Diablo scavò a fuoco questo termine nel panorama dei videogiochi per bimbi soli modificò profondamente le opportunità videludiche a disposizione di un game designer e delineò un profilo diverso di divertimento nell'ambito degli RPG. Se Tabula Rasa, al di là delle sue qualità complessive, riuscisse ad aprire una breccia in tal senso seguendo lo stesso meccanismo, allora il suo sarebbe un successo degno di suo padre.
Non scordiamoci che Diablo e il genere Hack&Slash ebbero un illustre precursore in Ultima VIII, gioco che i più non compresero, ma che, visto in retrospettiva, si può considerare un vero e proprio prototipo per quel tipo di gioco di ruolo. Ultima VIII che, tanto perchè lo sappiate, è uno dei migliori ricordi della mia storia di videogiocatore e, soprattutto, porta lui pure la firma di Richard Garriott. Possiamo forse parlare di chiusura del cerchio?
Al di là di queste considerazioni sul gioco intrinseco secondo me dobbiamo filtrare le reazioni a TR anche in funzione di un altro fatto che sta emergendo con una certa rilevanza: il mondo comincia ad essere stufo di WoW. E' vero, possiamo considerarlo tutt'oggi il miglior gioco massivo mai realizzato ed è indubbio il carisma che traspare dai suoi livelli, ma per una regola non scritta del mondo dell'intrattenimento, nessun videogioco vive per sempre, anche e cerca di continuare a rinnovarsi attraverso patch e altri mezzi del genere. World of Warcraft è una realtà ingombrante, da cui non si può prescindere e probabilmente i suoi server continueranno a ospitare gente anche negli anni a venire, ma quello che ormai si sente è che questo gioco è diventato una specie di "rumore di fondo" delle dinamiche videoludiche, qualcosa di acquisito davanti a cui la gente non ha più la forza di stupirsi. E lo stupore, l'adrenalina, il desiderio di vedere cose mai viste prima, sono comunque il carburante dei videogiochi. In quest'ottica, Tabula Rasa, titolo presentato come grosso, universale, con una firma di tutto rispetto e con un carico pesante di promesse Pierristiche, deve necessariamente essere accolto come un profeta, una svolta, esattamente come accadrà all'uscita degli altri titoli con le medesime pretese.
In conclusione? Bhe, non possiamo ancora dire quanto i proclami di Garriott durante lo sviluppo si siano concretizzati nel videogioco che abbiamo di fronte. Anche al netto di tutto quello che naturalmente non esiste e che era solo fumo pubblicitario rimangono diverse idee interessanti, ma che devono ancora compiere il loro destino per rivelarsi dei limiti o dei punti di forza di Tabula Rasa. Sicuramente traspare un approccio differente alla materia MMORPG, che comincia dalla creazione del personaggio particolarmente snella all'accento messo sulla frenesia delle battaglie, qualcosa che, con tutti i se e i ma del caso, porterà a un qualche tipo di evoluzione che però non ci è ancora nota. Forse, allo stato delle cose, con il clima di egemonia che si respira, è quanto basta.
Parliamo di quello che potete regalarmi per un qualsiasi giorno che non sia natale (giorno in cui, lo sapete già, non vi farò gli auguri). Sono mortalmente affascinato da questo oggettino che porterà nelle nostre case finalmente la fantascienza anni cinquanta, quella che non sembra mai volersi concretizzare, ma è sicuramente la più fracassona e divertente. La possibilità che un'automobile possa prendere una pista, decollare, e andare da qualche altra parte dispiega degli scenari talmente affascinanti e intriganti che è difficile quasi considerarli seriamente. Non so quanto questo progetto potrà passare dall'essere un'animazione treddì dimostrativa a una realtà, secondo me ci sono ancora grossi dubbi su questo apparentemente banale passaggio, ma la verità che è voglio crederci, per la parte più fanciullesca di me. E la parte fanciullesca del mio essere, naturalmente lo avrete capito, è anche quella ingegnera.

“Cthulhu Saves -- in case He's hungry later”

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