Strip
serie
252, 01/04/2006 - Spada troppo grossa
252
01 . 04 . 2006

Mal di mare

Le cose stanno tornando alla normalità qui a FTR, e ormai le giornate ruggenti del restyling, le folli sessioni di programmazione & configurazione sono soltanto un bel ricordo. I lavori di messa a punto e manutenzione continueranno, e dovete aspettarvi presto un rinnovamento delle sezioni storiche del sito, come i link e la pagina del Vero Videogiocatore... ma questa è routine.
E intanto proseguono le strip della serie Jobs con Cloud Strife protagonista. Come vedete si sta consolidando questo improbabile crossover con Serpente Solido nel ruolo di “uomo di fatica” della società di e-business semi-legale di Cloud... del resto SS ha sempre avuto l'aria di quello che risolve problemi. Per il futuro si prepara una svolta esotica, che coinvolgerà altri assistenti di Cloud. Probabilmente i giocatori più hardcore tra voi (cioè quasi tutti, statisticamente) apprezzeranno il riferimento a Phantasy Star Online, che in quanto prodotto dalla sfortunata Sega, e per di più in origine su Dreamcast, è automaticamente oggetto di culto.

E' più forte di me, non citare ancora Final Fantasy XII, così fresco di pubblicazione, andrebbe contro la mia natura. Potrei ad esempio ribadire che l'uscita di un nuovo gioco con questo marchio, con tutto il contorno di materiale promozionale, iniziative spettacolari, scene di massa per le strade delle città, rappresenta di per sè una fonte di Intrattenimento, prima ancora di poter effettivamente iniziare a pigiare i tasti del joypad.
Eppure è ironico che le lunghe code davanti ai negozi all'alba siano ricomparse dopo anni che non succedeva più in Giapponia, proprio per un gioco che distrugge senza pietà tutte le convenzioni degli RPG storici. Del resto quelle convenzioni le aveva inventate il primo FF... il cerchio si è chiuso, e la grande ruota del Karma ha fatto un altro giro. Siamo all'inizio di una nuova epoca videoludica, perchè dopo FF12 gli RPG non potranno essere più come una volta. FF12 risplende tra gli altri giochi come un Supereroe invincibile tra la gente comune, eppure è impossibile mettere tutti d'accordo, e alcuni giappi si sono lamentati di un fatto piuttosto curioso: il gioco farebbe venire il mal di mare.
E' per questo che ammiro la cultura videoludica nipponica. Perchè possono esistere videogiocatori ossessivi eppure talmente ingenui da non aver mai provato un gioco in vero 3D. Ovvero questi tizi prima d'oggi non avevano mai fatto esperienza di una telecamera mobile, perchè in tutta la loro vita hanno giocato soltanto RPG per console, per non dire soltanto Final Fantasy. Non c'è niente da fare, i Videogiocatori Giapponesi sono di un altro stampo rispetto a noialtri.
Tra le notizie arretrate potrei pescare quella su Shin Megami Tensei: Persona3, per restare sugli RPG orientali. E' uscito da poco il video promozionale, della durata di 18 minuti. A me personalmente (come credo alla maggior parte degli occidentali) il titolo diceva poco o nulla, prima che vedessi il filmato e restassi folgorato. Persona3 è il terzo di una serie molto famosa in Nippolandia (certo che ci sono parecchi giochi “molto famosi”, in Nippolandia), RPG classici con parecchi intermezzi a cartoni animati di qualità superlativa. A parte questi filmati di ottima fattura, è sconvolgente lo stile che traspira da questo titolo, di ambientazione scolastica con uniformi maschili e femminili, studenti molto trendy, attività ricreative dopo le lezioni ecc... e con una dimensione parallela notturna dove tutto questo mondo è distorto in modi parecchio fantasiosi e perversi. Il chara-design dei mostri e delle forme alternative dei protagonisti è il più originale che abbia visto da molto tempo, e dopotutto io mi interesso praticamente di tutti i chara-design che ci sono in giro. A quanto pare tutta la serie si è sempre distinta per questa ambientazione nè fantasy nè fantascientifica, ma solo molto bizzarra e inquietante.
Come se non bastasse, l'introduzione si apre con il suicidio di una adolescente, e il protagonista va in giro tenendosi una pistola puntata alla testa. Le probabilità di vedere Persona3 in occidente sono assolutamente nulle, e forse è un pò un peccato.

Lo-Rez: arte, storia, web design
01 . 04 . 2006

Big fish

Se questo fosse un sito serio vi direi che stiamo chiudendo, che sto per suicidarmi e che Lo-Rez sta per candidarsi alle elezioni per farvi notare poi che è il primo Aprile e ridere alle vostre spalle. Fortunatamente non amo di questi giochini squallidi e alle vostre spalle rido anche senza questi piccoli show (!) per cui salteremo questi teatrini di periferia per buttarci subito in argomenti interessanti.
Tanto per dire Slashdot segnala un bell'articolo sugli RPG occidentali approfittando dell'uscita di Oblivion, gioco su cui, devo ammetterlo, ho messo spesso più di un occhio durante i mesi della sua gestazione.
Sembra infatti che oggi esistano ben tre tipi (ma meglio dire sotto-classi) di giocatori di RPG, quelli che giocano ai titoli giappi (e qui dentro credo che vi abbiamo fornito a riguardo dozzine di esempi), quelli che giocano ai titoli single-player occidentali e quelli che invece hanno deciso di sacrificare la vita a un MMORPG.
Il mercato ha, nei confronti di queste tre varietà della natura umana (e videoludica) tre atteggiamenti completamente diversi. I JRPG sono tutt'ora protetti e coltivati nell'ottica della protezione della tradizione che da sempre e in ogni campo videoludico domina le strategie di nippolandia, i MMORPG sono indubbiamente un mercato in smisurata espansione e promettono caterve di soldi, mentre per quello che riguarda i cari vecchi RPG si sta assistendo a una contrazione piuttosto preoccupante delle possibilità, rasente l'atrofia.
Non è sbagliato (tornando all'articolo citato) dire che Oblivion sia un tentativo di fare un MMORPG con un giocatore solo in carne ed ossa. Anzi, non vorrei confondermi, ma qua negli archivi del coniglio, a spulciare, qualcosa del genere devo averlo scritto io pure. Questo però è vero solo in parte. Oblivion vuole donare libertà d'azione in un mondo vivo e molto vasto, ma il fatto di essere single-player gli permette di sfuggire da diverse ossessioni proprie dei MMORPG: l'ossessione di creare vicende epiche, ma anche di metterle a disposizione di più persone, l'ossessione di poter accogliere, in qualsiasi momento, persone alle prime armi e comunque l'ossessione di creare una meccanicità, una struttura solida che dia continuità alle azioni, che non faccia esplodere il sistema e che mantenga tutto in equilibrio. Un MMORPG è un deserto dei Tartari, sostanzialmente. Orda e Alleanza si combatteranno in eterno, ma nessuno dei due schieramenti vincerà mai.
Oblivion (e compagnia cantante), riporta la centralità sul giocatore, stuzzicandone l'intrinseco narcisismo, lo fa eroe di mille ere e fa in modo che ogni personaggio (e ogni mostro) penda dalle sue labbra. E' vero, deve superare il problema di creare personaggi virtuali che abbiano reazioni da esseri umani, ma allo stesso tempo non deve preoccuparsi che queste stesse reazioni escano dagli schemi progettati o (ancora peggio) siano troppo limitate per essere stimolanti. Insomma, è un do ut des, da una parte divertire tutti e sempre, dall'altra divertire uno e per un limitato (anche quando abbondante) periodo di tempo, determinato da una trama in evoluzione.
Sono allora i MMORPG la morte degli RPG occidentali, un'obsoleta vestigia del passato destinata a scomparire quando il videoludo deciderà di scrollarsi di dosso la pelle morta a valle della muta? Ovvero, sono solo gli RPG una noiosa catena matematica di statistiche che salgono una sospinta dall'altra, in un turbinio di numerelli che aumentano come su un flipper? L'avvento dei giochi multiplayer ha portato le masse a distogliersi da questa nobile disciplina da pallottoliere?
Ohibò, perdonate, quando mai le masse si sono interessate agli RPG?
Decidere che la crisi degli RPG dipenda dai MMORPG è nascondersi dietro a un dito, ci troviamo di fronte a due fenomeni completamente diversi, per certi versi opposti che hanno in comune solo parte dell'acronimo. Gli RPG nascono, nell'antichità, come trasposizione su schermo delle avventure dei vari D&D e soci. Sono un'estensione digitale di una nicchia del fandom che è sopravvissuta per anni grazie agli appassionati dei giochi cartacei e tutte quelle persone che, pur affascinate da quegli stessi giochi, non erano mai riusciti a giocarli veramente. Oggi queste cose non si trovano in un MMORPG, dove si trova sicuramente la socialità propria di una seduta di D&D e gli schemi mentali di un'avventura basata sulle statistiche, ma dove viene a mancare, secondo me, gran parte del senso di centralità nei confronti di una storia e tutta l'opera di cesello che un buon master (o gamedesigner) compie per andare oltre la semplice sessione di manovalanza eroica. Ancor'oggi sono i titoli come Oblivion, come KOTOR, come le varie estensioni e eredità di Baldur's Gate a fornire un'esperienza allo stesso tempo intrisa di conteggi e tabelle statistiche, ma anche unica proprio perchè l'unico personaggio che può viverla è quello guidato dal giocatore.
E allora la crisi? La crisi è la solita, quella che ha soffocato per anni le avventure grafiche e che ha ucciso i simulatori di volo, ovvero la crisi di un mercato che sta gonfiando fino a deformarsi certe zone a scapito di altre, zone per il giocatore casual, il giocatore usa-e-getta. Il Vero Videogiocatore gioca i MMORPG, perchè i MMORPG fatti bene sono comunque una sfida importante e complessa, ma a volte, quando il suo compagno di party commenta la dipartita di un super-drago semplicemente con un "LOL" vorrebbe che qualcuno avesse scritto i dialoghi della sua avventura.
Saltiamo via di qui. Credo di avervi parlato (male) di Thunderbird, il client di posta di Mozilla. E' già da un po', in verità, anche se ve lo confido solo ora, che ho estirpato questo uccellaccio dal mio PC dopo aver dovuto fare i conti con l'ennesimo bug o conflitto che l'affliggeva. Oggi come oggi uso Foxmail, un client cinese molto diffuso in oriente. Ha alcuni limiti in quanto a usabilità che lo mettono un gradino sotto TB come anche sotto Outlook, ma è un client quasi invisibile, leggero e discreto che scarica la sporca posta tutte le sporche volte che glielo chiedo in modo sporco. Non sono sicuro di volervelo consigliare, però prima la posta era un problema, adesso non più. Tanto per chiarire le cose.
E per chiarire ancor meglio le cose, avete mai notato come il Molineux col parrucchino assomigli stranamente a Dan Brown? Allucinazione mia?

Aggiorniamo le folle sulla malattia del giorno, che è V for Vendetta. Su IMDB il film è nella top 250 (224esimo), che è un bene, ma la posizione non è solidissima. In america abbiamo avuto al Box Office un primo e un secondo posto mentre qui in Italia, ahimé, si sta rivelando prodotto un po' di nicchia, anche perchè uscito in un momento piuttosto ruggente del cinema italiano. Personalmente, comunque, ho il volume tra le mani, recuperato a prezzo irrisorio allegato a XL, a sua volta l'allegato di Repubblica. Che dire se non che sono contento?

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