Strip
serie
143, 24/01/2004 - La prima di Clara
143
24 . 01 . 2004

Lettera ai puristi degli RPG

L'aggiornamento della scorsa settimana ha subito qualche ritardo a causa dei maligni folletti che si annidano nella Scienza Informatica, ma se ve lo siete perso vi consiglio di andare a leggerlo. La strip domenicale è saltata ma, se può consolare la vostra profonda disperazione, a mio parere vale l'attesa... anche solo per lo spettacolo di Neo e Cloud conciati a quella maniera oscena.
La settimana scorsa Cymon ha scritto un editoriale sul mondo dei webcomic. Visto che il nostro motto recita che "non lo facciamo per voi", magari vi chiedete per chi lo facciamo: credo che quell'editoriale sia una risposta.
Lo dico subito, per chi ha un deficit di concentrazione: è disponibile un nuovo wallpaper di Kunoichi Clara, "Fighting Obsession" (più spettacolare in versione widescreen, se potete permettervela). La serie riprenderà tra un po' di tempo, ma Clara intanto continua ad allenarsi senza tregua... Per la cronaca, il paesaggio di questo wallpaper rispecchia abbastanza fedelmente un luogo reale: se lo riconoscete, non allarmatevi.
In questa strip troviamo una Clara molto più casalinga, rilassata nella sua cameretta (in cui entriamo per la prima volta!). Dopo Neo e Cloud, anche per lei è giunto il momento di cercare lavoro... Si accettano scommesse.

La recensione di M.it su Star Wars: Knights Of The Old Republic, anche se accurata, sembra fatta apposta per fomentare la rissa tra le opposte fazioni che da sempre dividono i giocatori di RPG.
KotOR ha una trama incalzante e piena di svolte serrate: se la vostra idea di divertimento è setacciare pixel-a-pixel una sterminata distesa di texture ripetitive, popolata da gente che ha un disperato bisogno di portare l'oggetto X dal punto A al punto B, e di mostri progressivamente più forti che attaccano a vista... allora avete un'ampia scelta di titoli, da Morrowind a un qualsiasi RPG online (compreso lo stesso Galaxies, se volete restare nell'universo di Star Wars), passando per Might&Magic, Temple Of Elemental Evil e ogni altro RPG uscito per computer dal 1980 ad oggi.
Per me non è un problema se la vostra idea di RPG e' la trasposizione perfetta del gioco di ruolo carta & penna, o se per voi la Quantità e' sempre preferibile alla Qualita'. Però, per favore, non venite a tediarmi con queste scempiaggini sul "Vero Gioco di Ruolo": semplicemente, non siete capaci di accettare un approccio diverso... inutile farne un dramma.
Io ho questa strana idea per cui in un RPG non è indispensabile a tutti i costi una fase di creazione dei personaggi della durata di quattro ore, con il risultato che uno si ritrova personaggi del tutto privi di personalità e spessore. Non e' che ci siano molte possibilita' di creare una trama dettagliata, quando non si può sapere a priori neanche se il protagonista e' una maga elfa o un nano ubriaco. Gli RPG aperti vanno bene solo per gli hack'n'slash.
Per cui godetevi The Temple Of Elemental Evil, e non rompete l'anima a chi vuole una bella storia, ed è disposto, per averla, a rinunciare a ridefinire il colore dello smalto sulle unghie dei suoi personaggi.

Lo-Rez: arte, storia, web design
24 . 01 . 2004

L'unico?

Siamo ufficialmente entrati nel momento Signore degli anelli grazie all'uscita del Ritorno del Re nelle sale di questi giorni. La sola strip che abbia mai scritto a riguardo è quella di ormai due anni fa, ma visto che si trattava di una strip omni-comprensiva, riferita cioè a tutta la saga e poichè mi sembra fosse anche piaciuta abbastanza non ho mai avuto lo stimolo a scavare nuovamente nell'argomento tanto più che è difficile estrarre ancora qualcosa di nuovo a riguardo.
L'idea è che il film lo vada a vedere stasera con il solito carico di paure e speranze che mi contraddistinguono sempre in questi casi perciò questo editoriale non sarà la recensione del terzo capitolo della saga di Jackson, ma cercherà di fare il punto sulla, a mio parere scandalosa, situazione videoludica di Tolkien.
Che ogni tanto si debbano scacciare i mercanti dal tempio è un assunto un po' vecchiotto, ma mai superato. Nell'equalizzatore delle caratteristiche di un videogioco, oggi come oggi, il nome di richiamo viene spesso usato per bilanciare la qualità non eccelsa di molti prodotti e visto che il primo fornisce qualche certezza mentre la seconda è principessa di aleatorietà facile capire dove le software house investono maggiormente risorse.
Da questo punto di vista quello che è capitato al buon vecchio JRR è piuttosto significativo e non fa certo stare allegri. Mentre EA si è infatti accaparrata i diritti relativi a tutto quello verrà mai fatto relativamente alle tre pellicole di Jackson, Sierra, affatto doma, ha messo le manacce sulla proprietà intellettuale derivante dai libri che narrano le vicende della Terra di Mezzo. Una divisione così patetica non si è potuto realizzare se non giocando su cavilli di forma piuttosto ritorti, giacchè è indubbio che in un videogioco non si sfrutta "un film" o "un libro", ma "l'idea di un film" e "l'idea di un libro" e in questo caso è ovvio che le due cose coincidono, senza stare a guardare se Aragorn ha la faccia di Viggo Mortensen o quella del vicino di casa di un grafico 3D. E' altrettanto ovvio, data la foga con cui ci si è disputati le spoglie di Isildur, che la volontà di fondo non è quella di realizzare veramente un gioco sul Signore degli Anelli, un'opera che trasudi lo spirito tolkeniano e le sue atmosfere, ma quella di sfruttare l'improvvisa celebrità della terra di mezzo impastando le sue storie su un gioco qualsiasi.
E' vero, i tie-in (giochi provenienti da film o libri), non hanno mai avuto grandissima fortuna nemmeno nel bei tempi andati. Mi ricordo che negli anni novanta ne realizzavano un mucchio la Ocean e la U.S. Gold (non so nemmeno più se esistano) e ricevevano quasi sempre giudizi un po' freddini come se fossero corpi estranei. Ai tempi non si additavano semplicemente come operazioni commerciali, ma pareva quasi che parlassero una lingua diversa dai giochi "veri" e che una pellicola non potesse venire a dettare legge nel reame del videoludo a meno di non avere palesemente acquisito la qualifica di cult (leggasi i giochi Lucas relativi a Indy e a Star Wars).
Oggi si vorrebbe che il mercato dei videogiochi sia un po' più maturo dei tempi degli 8 bit, riconosca a sé stesso certe capacità espressive e quindi si sforzi di cercare in quello a cui si avvicina qualcosa che può sviluppare. Non sono mancati, in tempi recenti, degli ottimi esempi di trasposizioni VG da altri media, si pensi a Blade Runner (esperimento che sfortunatamente è rimasto per gran parte inascoltato), alla saga di Discworld (che, almeno, è molto Discworld), addirittura si potrebbe elogiare (sorvolando su altri difetti) il lavoro fatto dagli autori di Ring e Ring II relativamente alla saga dei Nibelunghi. Insomma, gli strumenti, ci sono.
Cosa abbiamo invece oggi relativamente al Signore degli Anelli, uno dei capolavori indiscussi del nostro secolo e uno dei pilastri della nostra cultura di videogiocatori? Cosa è rimasto dopo le guerre di marchi e diritti, nei tempi stretti di realizzazioni dettati dalle uscite cinematografiche? Tre action-adventure privi di idee eclatanti direttamente legati ai tre volumi della saga (uno Sierra e due EA), uno relativo allo Hobbit (sempre Sierra, magari la EA ne farà uno UGUALE se Jackson deciderà di realizzare pure quello, come dice da un po') e un paio di RTS su cui ho letto del bene, senza dubbio, ma che in qualche modo mi sembrano una forzatura. Insomma, c'è una domanda su cui mi pare si glissi un po' troppo spesso relativamente al Signore degli Anelli e al mondo dei videogiochi, una domanda che è la prima, invece, che è venuta in mente a me. Perchè non c'è nessun RPG? Anzi, perchè il primo videogioco realizzato non è un RPG?
La connessione signore degli anelli -> fantasy -> gioco di ruolo è sempliciotta, ma non stupida. Stiamo parlando di uno degli universi più studiati, riguardati e manipolati del nostro secolo, forse non LA base di un certo tipo di letteratura e intrattenimento, ma sicuramente una delle basi più importanti. Faranno il MMORPG, ma è l'RPG, quello con le statistiche, quello con cinquecentoottanta armi e settantacinque armature che mi manca. Motivazioni di questo fatto? Bhe, l'RPG è un genere da PCisti con un seguito corposo, ma comunque di nicchia mentre sia la strategia Sierra sia la strategia EA si basa su prodotti di punta multipiattaforma e, per quello che riguarda il mercato esclusivamente PC, lo sfruttamento di un terreno dalle vendite piuttosto solide come quello degli RTS. Forse un giorno avremo l'RPG del signore degli anelli (abbiamo pure quello di Star Wars ormai), ma non sarà mai messo a fare il cavallo di punta della nostra pariglia.
In conclusione abbiamo una pianificazione dello sfruttamento del Signore degli Anelli che non può essere fatta in nessun caso con serenità, giacchè bisogna contare le eventuali sovrapposizioni con la concorrenza e che comunque non poggia sull'identità dell'opera di JRR, ma sulla sua notorietà attuale, (maggiore, ma forse più effimera di quella ottenuta con il libro) da cui derivano un'abbondante serie di semplificazioni che non sto a riportare.
Che possono fare le solite allegre torme di integralisti che solitamente chiedono lumi al coniglio? E che diamine, per una volta la risposta ce l'ho. Nel 1990 una software house trovò in qualche suo sgabuzzino un grosso tomo con una storia molto complessa e decise di usarne la trama per realizzare una specie di RPG con visuale a volo d'uccello. La software house era la Interplay, il gioco si chiama Lord of the Rings Vol.1 ed è praticamente "la compagnia dell'anello". E' abandonware quindi potete scaricarlo senza problemi da dove volete, io lo ho recuperato qui, ad esempio. Se vi appassiona potete scaricare anche il Vol.2, ma non esiste un vol.3. Il gioco non ebbe troppo successo, evidentemente la vicenda non è di quelle che funzionano.

La grande elettromacumba ha disastrato la tana la settimana scorsa, ci scusiamo per tutti i disagi che potrebbero essere derivati dai nostri imperdonabili ritardi. Alcuni cluster del nostro spazio FTP si sono tagliati un dito per questa mancanza, per ricordarsela per sempre. Io, nel dubbio, devo controllare su qualche trattato di informatica se i cluster hanno le dita.

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