Strip
serie
1198, 01/02/2025 - Sogni e specifiche
1198
01 . 02 . 2025

Pixel menzogneri

Ah, la Raccolta dei Requisiti™! La più oscura tra le arti nere dell'Ingegnere (delle Tenebre), accostata da alcuni alla divinazione tramite tarocchi, e spesso più disgustosa della divinazione tramite interiora di volatile.
Eppure forse sarà proprio quest'arte raffinata e terribile, ben più simile all'interpretazione dei sogni (come nella strip odierna) che a una rigorosa pratica scientifica, a salvare la nostra professione dal vorace appetito dell'Intelligenza Artificiale... o a ritardare la fine di un mesetto o due.

Mentre attendiamo di sapere che ne sarà delle nostre vite, e della nostra stessa umanità, trastulliamoci con i videogiochini: fintanto che l'IA è ancora abbastanza docile da ubbidirci, se ne sta dentro i circuiti da mille valvole delle nostre schede video, e macina pixel allegramente producendo le meraviglie visive che tanto amiamo.
Mi rendo conto che in questi editoriali in quasi ventiquattro anni abbiamo parlato pochissimo di hardware: perfino all'uscita di una nuova console siamo sempre riusciti a frenare gli entusiasmi, perché le console dopotutto sono contenitori vuoti in attesa solo di essere riempiti. Per questo ho ben poco da dire su Switch 2 (sebbene probabilmente la farò mia, prima o poi, per varie ragioni strategiche), e anche sulla nuova generazione di schede video, nonostante quest'ultima sia un tema affascinante anche in ottica fantascientifica... il confine sempre più sfumato tra insalata di pixel liscia e rielaborazione delle reti neurali mi entusiasma vagamente.

Da un punto di vista antropologico, mi diverte assistere all'inevitabile Polemica su Internet, che verte stavolta su un argomento più interessante di NVIDIA vs AMD o amenità simili: stavolta il dibattito è più filosofico e incentrato su quanto sono “veri” o “accettabili” i pixel prodotti dall'IA rispetto a quelli disegnati col sudore della fronte alla vecchia maniera, zappando la terra a forza di braccia. Un lavoro duro ma onesto, che però non permette più di raggiungere prestazioni soddisfacenti neppure nei giochi attuali, figuriamoci quelli dei prossimi anni.
Ma cosa distingue un pixel (o un fotogramma intero) fatto dall'IA da uno fatto, ehm, a mano?! Mi piacerebbe vedere le fredde analisi comparative che mostrano magari uno smarmellamento (visibile ad occhio nudo però, non con la lente d'ingrandimento su un fermo immagine), o addirittura un fastidioso aumento della latenza dei comandi... e invece trovo tante opinioni, sensazioni, prese di posizione radicalizzate.

Sarà che non ho nemmeno tanta voglia di andarmele a cercare, queste analisi. Semplicemente, non è il mio: noi coniglietti morbidi in questa tana siamo più per il software che per l'hardware.
E dunque io mi sono già spinto ben oltre nella mia eresia: non solo accoglierò a braccia aperte questi fotogrammi in più, ma addirittura li succhierò con una cannuccia lunga lunga direttamente dai server di NVIDIA collocati a mille miglia dalla mia cameretta. Il videogioco finalmente smaterializzato. La fine di un'era. Il PC domestico ridotto a un debole guscio vuoto, un mero terminale per accedere ai potenti Mainframe che occupano interi edifici.
Suona familiare? Sono i corsi e ricorsi della storia.
Certo mi si spezza il cuore se penso alle console in via d'estinzione: ma se non sarà lo streaming a dar loro il colpo di grazia, sarà l'avanzata inarrestabile dei giocatorini casual coi loro telefonini.
Meglio allora consolarsi col pensiero che le nostre amate scatole di plastica, molto tempo dopo che avranno perduto il loro involucro mortale, continueranno ad esistere in eterno lassù nel Cloud, come esseri di puro pensiero ed energia...
Certo non sarà la stessa cosa. L'abbonamento a GeforceNOW o a qualcosa del genere, oggi come oggi, è una proposta di valore imbattibile sotto il profilo economico (solo la bolletta della luce per alimentare una RTX5080 a casa vostra costa quasi altrettanto), per non dire della comodità d'uso; quanto alle sue limitazioni, ormai mi feriscono poco, e credo che riuscirò a tollerarle.
Manca il romanticismo, quello sì, ma se lo cercavamo in una scatola di plastica siamo messi male in ogni caso.

Lo-Rez: arte, storia, web design
01 . 02 . 2025

Amicinemici

The Magical girl and the evil lieutenant used to be archenemies (jepossino a sta moda di avere nomi lunghissimi) non è esattamente un anime che ho scelto di guardare o un progetto che mi intrigava, è una specie di meteora così sottile e veloce che ha attraversato la mia vita e prima che me ne facessi un'idea è finito. L'ho inserito nella lista degli anime da recensire a stento perché, in un certo modo, avrei potuto anche pensare che non sia accaduto. Eppure anche così, è stato tanto carino.

Byakuya è una maghetta perché, una volta mandata via dall'orfanotrofio, non ha trovato una sua via e ha continuato ad accumulare debiti finché un famiglio strozzino al soldo della mafia non li ha rilevati, costringendola a servirlo e riverirlo e anche a combattere il male. In realtà Byakuya non si lamenta della situazione (beh, un pochino delle molestie sessuali sì) perché oltre a essere imbranata e non sveglissimi ha anche una bassissima autostima quindi accetta tutto come se fosse assolutamente normale.
La situazione si complica quando l'impero del male malvagio dei cattivi decide di invadere la Terra e manda all'attacco Mira, il temibile tenente del male. Ovviamente Byakuya va ad affrontarlo, ma quando i loro sguardi si incrociano... i due si innamorano perdutamente uno dell'altra.

The magical girl and... quelchelé quindi non è una oscura lotta per salvare il pianeta Terra dal male, né una sanguinosa guerra in cui la maghetta del titolo può perdersi, è solo un incessante continuo flirt tra due personaggi incapaci di gestire la situazione, da una parte perché oggettivamente Byakuya non ci arriva a cosa dovrebbe fare e dall'altra perché Mira deve mascherare i suoi incontri amorosi come un complicato piano per sconfiggere la potentissima maghetta nemica.

La struttura dell'anime è sicuramente uno dei suoi punti di forza, per quanto anomala. L'opera si compone di canonici dodici episodi che però sono solo di 11 minuti ciascuno. Nonostante sia piuttosto prodiga nell'offrire personaggi non cerca mai realmente di impiantare una trama, limitandosi a inscenare mini-sketch in cui Byakuya e Mira si avvicinano, flirtano, equivocano e si imbarazzano. Più Mira, in verità, si trova in situazioni tali da emozionarsi incontrollabilmente, fino a rompere gli immancabili occhiali, sorpreso dalla cuteness eccessiva di Byakuya e da come sentimenti così alieni a lui come l'amore lo devastino dentro.
Come dicevo a contorno dei due innamorati una larga serie di personaggi improbabili, a partire dall'uomo gatto maniaco e strozzino che fa da famiglio a Byakuya. Sono però degni di menzione anche la seconda maghetta Hibana, tenera e carina come Byakuya, ma abituata a parlare dicendo "fuck" ogni tre parole e Fomalhaut, altro membro dell'impero del male che stravede per Mira, ma è sommamente stupido oltre a non resistere nel rincorrere in qualsiasi momento una pallina, se gliela si lancia.

The magical eccetera eccetera sembra più un esercizio di stile che un anime vero e proprio, miniscene create quasi per noia, messe una dietro l'altra, tanto che non si può parlare né di climax né di finale, neppure con l'approcciarsi degli ultimi episodi. La serie avrebbe anche un potenziale, pur rimanendo nel comico, considerando gli scenari suggeriti e le situazioni in cui i due protagonisti possono finire col trovarsi. Anche l'aderenza testarda ai tropes del genere, dai megamostri agli slime alle canzoncine di trasformazione imbarazzanti avrebbero potuto aggiungere un livello di meta-anime utile a stuzzicare noi maghettologi. Invece niente, ma proprio niente. Mira e Byakuya si siedono al loro tavolino (beh, se Byakuya non sta facendo gli straordinari in qualche assurdo lavoro per mantenere il gatto) e arrossiscono inerpicandosi in dialoghi assurdi. Per dodici episodi.
EPPURE la carinosità di Byakuya non spacca solo gli occhiali di Mira, ma frantuma anche il cuore degli spettatori e gli espedienti con cui il tenente del male riesce a circuire il suo stesso esercito fanno genuinamente ridere e ci riescono per tutti gli 11 minuti di ogni episodio.

The Magical girl and the evil lieutenant used to be archenemies non è da consigliare o no. Chiedetevi se nella vostra giornata ci sono 11 minuti in cui dovete aspettare qualcosa, staccare da quello che state facendo, riempire un buco di attenzione. E' il tempo in cui cuoce un risotto, il tempo in cui arriva un autobus, il tempo che aspettate una persona a un appuntamento. Se avete un momento del genere non fatevi troppi problemi e fate play a uno degli episodi della serie. Gli 11 minuti passeranno più in fretta e voi vi ritroverete il cuore ricolmo di stupida tenerezza.

“L'allenatrice si sa che ti piace / ma lei con te no, non ci sta (oh no!) / Mettiti in luce su fatti più audace / vedrai che poi ti noterà / Gigi però, fermati un po' / alle ragazze di un po’ no”

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