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serie
1142, 16/12/2023 - Colombo
1142
16 . 12 . 2023

Non c'è più rispetto

Le lucine si sono spalancate come gli occhi catarifrangenti di migliaia di gatti, e ci spiano di soppiatto dalle tenebre di queste notti frenetiche.
Dicono. La frenesia degli acquisti natalizi non è esattamente la priorità Numero Uno da queste parti, come si può facilmente immaginare: noialtri autori siamo presi da ben altre frenesie! Del tipo, Cymon è innamorato del Tenente Colombo, se non si era capito dalla strip odierna.

No, noialtri siamo reduci da un'altra notte frenetica: quella dei Game Awards 2023. Ne abbiamo parlato su queste pagine a colonne unificate come capita di rado, ma del resto l'occasione era imperdibile. Come tutti gli eventi in quest'epoca debosciata, anche queste premiazioni hanno lasciato un lungo strascico di polemiche, più lungo persino dello strascico del vestito della cantante che interpreta Aeris che canta “No Promises To Keep” in Final Fantasy VII Rebirth.
Ma io mi ero già messo avanti con le polemiche settimane prima dell'evento, perché bastava vedere le candidature per ribollire di frustrazione. Alla tristezza dei premi in sé, però, si è aggiunta anche l'indignazione per le modalità con cui si sono svolte le premiazioni.
Ho seguito l'evento dall'inizio alla fine (in differita), e ho già detto come mi hanno colpito le emozioni genuine e intense degli esseri umani apparsi sul palco. Per questo anch'io sono rimasto un po' perplesso dai modi sbrigativi con cui sono state trattate queste persone in carne ed ossa che lavorano ai videogiochi, quasi che la loro presenza fosse un fastidio mal tollerato, che sottraeva prezioso spazio remunerato alle pubblicità e ai trailer.
Se in un evento di oltre tre ore non dedichi nemmeno trenta secondi a mostrarci il vincitore del Miglior Gioco Indie (haha), forse allora abbiamo un problemino di organizzazione? Forse dovremmo rivedere le priorità? Non condivido sempre la satira feroce e brutale di Penny Arcade, ma stavolta è importante che ci sia qualcuno che fa notare questa mancanza di rispetto (noi qui non contiamo nulla).

Ma a proposito, vogliamo parlare ancora del famoso Gioco Indie? Ormai è un caso internazionale. Apprezzo molto l'ironia del fato, per cui alla fine il premio Gioco dell'Anno è andato a, ehm, un giochino indie come Baldur's Gate 3. E anche Cyberpunk 2077 (costato settanta volte sette milioni), che ha vinto altri premi, è a rigore un gioco indie: le dimensioni non contano. Il gioco indipendente è quello che può essere cancellato soltanto dal team che lo sta facendo, e da nessun altro: questa è la vera definizione di indie, per cui mettiamoci il cuore in pace e magari l'anno prossimo rivediamo anche le categorie dei premi, già che ci siamo.
Dave The Diver non sarà davvero indipendente, dunque, ma questo non gli ha impedito di allearsi con l'altro giochino indie (?) marittimo dell'anno in un DLC a sorpresa gratuito: Dave The Diver X Dredge. Un regalo natalizio anticipato: grazie, mostruosa megacorporazione coreana!

Io però oggi ero partito con l'idea di parlare finalmente dei titoli che mi hanno più colpito ta le anteprime dei Game Awards: sarà meglio che mi sbrighi, che se questi giochi non trovano amore e accoglienza su queste pagine, chi mai potrà?
Innanzitutto c'è stato l'annuncio di un nuovo titolo nella gloriosa saga di Square(Enix), Visions Of Mana: c'è davvero tanta tanta giapponesità zuccherosa in questo filmato, ma io quando vedo quell'albero meraviglioso in copertina mi emoziono sempre, non posso farci nulla.
Poi c'è stato questo First Descendant, a proposito di megacorporazioni coreane. Un titolo con più di un punto in comune con Stellar Blade (mi pare si chiami così): entrambi sono pieni di robottoni apocalittici, androidi in tutine di lattice che mettono in mostra un lato B perfettamente ingegnerizzato (2B insegna), e tanto, tanto, tanto profumo di Corea... che nei videogiochi profuma all'incirca come la mitica Aria Fritta. Ma lo cito lo stesso, perché l'arte mi è piaciuta.

E infine il titolo che ha rubato il mio cuore: sono bastati anche meno dei proverbiali sette secondi per farmi innamorare perdutamente di questo 2D/3D pittorico con molteplici livelli di parallasse. No Rest For The Wicked. Un RPG isometrico con una direzione artistica particolarmente ispirata, ed eseguita con maestria sopraffina. Un falò di speranza in un mondo assediato dalla tenebra.

Lo-Rez: arte, storia, web design
16 . 12 . 2023

Di viaggiatori vecchi e nuovi

E' capitato ultimamente che ritrovassi su un remoto canale della Vecchia Televisione la riproposizione fiume di tutti gli episodi del Tenente Colombo. Stiamo parlando di qualcosa che intere generazioni non conoscono, ma allo stesso tempo di uno dei capisaldi dell'intrattenimento televisivo del passato. Questa premessa per dire che molto probabilmente di questa vignetta capirete poco e niente e invece sicuramente la cosa non mi farà né caldo né freddo.

La televisione, intanto, ci ha riportato Doctor Who nel delicatissimo passaggio dall'era Chibnaill alla seconda era Russel T. Davies. Se mi leggete da tempo sapete un po' cosa penso di entrambi i personaggi come della serie TV. Il ritorno di RTD è stato una mossa disperata nel tentativo di recuperare un progetto che stava andando pericolosamente alla deriva. L'autore, tornando sulla scena del delitto, ha realizzato tre speciali il cui scopo principale era rimettere in volo un aereo ormai in stallo: ha recuperato un paio delle sue carte migliori (Tate e Tennant) e ha manovrato sapientemente. Credo che il modo in cui Doctor Who sia tornato a piacere anche solo grazie a questi tre episodi sia la dimostrazione che la scrittura è importante, un concetto che ho rimarcato moltissime volte e riguardo cui invece l'industria sembra non avere attenzione. Non c'è niente di grandioso nelle tre storie raccontate negli speciali di RTD, sono anzi tre racconti abbastanza piccoli, ma sono scritti bene, sono compatti, filano via e esaltano i personaggi coinvolti. Tutto quello che Chibaill non riusciva a fare. The Giggle, l'apice del trio, è anche una storia evidentemente disegnata come contorno dell'introduzione del nuovo dottore eppure il modo in cui riesce a dare spazio a Neil Patrick Harris lo rende per certi versi un oggetto unico e estremamente godibile. Nell'era precedente ero letteralmente terrorizzato dall'idea dell'uscita di nuove storie perché sapevo che le avrei guardate e sapevo che mi avrebbero fatto venire il nervoso. Adesso posso lietamente attendere il Christmas Special e puntare tutto sulla nuova stagione.

Il nuovo corso di RTD ha portato anche di nuovo in auge il grande dibattito woke-nonwoke. Ci sono in questi episodi degli sfacciati rimandi al famigerato "message" con alcune stoccate precise e sfacciate. Io rimarrò sempre un po' contrario a queste specie di stemmini dA appuntarsi alla giacca per dimostrare il proprio attivismo, ma a differenza di quanto visto altrove, in questo caso parliamo di boutade circoscritte che non interrompono il flusso della trama né cercano di farsi carico del racconto, sono semplici segnali quasi meta-narrativi, strizzate d'occhio verso il pubblico. Fa un po' ridere pensare, poi, che RTD possa essere un autore meno woke di altri, rimane quello che ha fatto successo con un prodotto come Queer as Folk e che non si è tirato indietro in niente soprattutto quando ha potuto lavorare a un progetto un po' più personale come Torchwood. Spiace debba dimostrare qualcosa quando ha messo sul piatto certi argomenti molto prima che lo facessero altri.

Su tutt'altro fronte invece, come al solito, è il personaggio Kojima a far parlare di sé. Abbiamo passato settimane ad aspettare i Game Awards credendo che stesse per parlarci di Death Stranding 2, con tanto di illazioni e elucubrazioni sulla futura strategia di presentazione del gioco. Abbiamo invece avuto il solito trailer in cui non si capisce una mazza di un nuovo gioco horror in cui ogni aggettivo ha bisogno di una sporta di virgolette ed è di pochi giorni fa l'annuncio che A24 ha deciso di imbarcarsi nell'avventura di realizzare un film da Death Stranding.
Come sapete anch'io ho sviluppato fanboysmo nei confronti di Death Stranding, un'opera dalle potenzialità illimitate. Non mi sento però di fare teorie su come potrebbe essere al cinema, se dovrebbe essere aderente alla trama del gioco, se dovrebbe coinvolgere gli attori che già nel gioco hanno interpretato i ruoli. Non abbiamo ancora ben capito come tirare fuori un film autorale da un videogioco, dobbiamo accettarlo, e Death Stranding meriterebbe quest'autoralità. Personalmente, andando contro quello che è il mio credo, più o meno, penso che si potrebbe addirittura affidare a Kojima la regia. Penso abbia abbastanza visione per riuscirci e ha già fatto molto lavoro all'interno del videogioco a riguardo, potrebbe riuscirci. Se invece dobbiamo pensare ai due personaggi che sono proprio presenti in DS meglio Refn di Del Toro. Temo che Del Toro finirebbe col "normalizzare" la visione, mentre io voglio proprio qualcosa che vada fuori di testa.

Quello che dobbiamo ricordarci sempre, però, è che il videogioco di Death Stranding è per un quinto la sua storia, i suoi personaggi e la sua narrazione e per quattro quinti tu che vaghi per delle terre desolate da solo senza sapere se sei nella direzione giusta o se tornerai indietro. Questi quattro quinti non li puoi portare dentro un film e devi trovare qualcosa per sostituirli. Con The Last of Us questo discorso non ce lo siamo fatto e anche se la serie ha avuto grande successo secondo me rimarrà sempre uno dei suoi grandi difetti. La sfida di Death Stranding è dare in sala, al cinema, quella sensazione di smarrimento e struggente bellezza che dà il viaggio, una sfida con i fiocchi.
Non abbiamo, ho detto sopra, la strada per scrivere film (o serie TV) autoriali a partire dai videogiochi, ma tra questo DS, The Last Of Us e il promettente Fallout potrebbe essere cominciata la loro era, corrispondente al crepuscolo dei supereroi. Io non sono mai felice quando l'industria trova un nuovo modo di produrre sogni in serie, ma magari potremmo riuscire a toglierci qualche soddisfazione. Almeno per Natale manteniamoci ottimisti.

Editoriale in chiusura, ne avremo ancora uno prima di dirvi prosaicamente delle buone feste, cominciate però a fare i bravi già da adesso che l'elf sulla shelf vi guarda.

“Colours of the world / Spice up your life / Every boy and every girl / Spice up your life / People of the world / Spice up your life / Aah”

Cymon: testi, storia, site admin