Strip
serie
1000, 23/01/2021 - 1000
1000
23 . 01 . 2021

Mille conigli bianchi

“Non vivono fino alla morte se non quei molti che restano fanciulli tutta la vita”, dice il Sommo Poeta degli sfigati italiani. E davvero questo “Follow The Rabbit”, qualunque cosa sia, non sarebbe mai arrivato al numero Mille se i suoi autori non fossero rimasti fanciullini, almeno nel cuore.

Ma se io non fossi un autore di questo “Follow The Rabbit”, credo che sarei il suo primo lettore. Lo so che non significa nulla: ma è questa convinzione che ha protetto FTR nel suo viaggio attraverso vent'anni delle nostre vite.
Forse perché in realtà sono sia autore che lettore: qua ci siamo in due, infatti, e fino al momento della pubblicazione non conosco che una metà soltanto di FTR.
Questa continua sorpresa che si rinnova ogni settimana è forse il primo motivo dell'assurda longevità di questo particolare coniglio.

Questo coniglio corre da vent'anni... ma non si è mai mosso da qui. Forse è soltanto pigro. E forse è questo un altro motivo della sua longevità assurda.
Quando sei così ostinato non passi mai di moda; resti sempre lì mentre il tempo presente passa, come tutti i tempi passano.
E così chi cerca il Coniglio (chi è in un momento della vita in cui ha bisogno di un Coniglio, un coniglio purchessia) può trovarlo là dov'è sempre stato: in un archivio coltivato con ossessione.
Questo è ciò che siamo: nulla di più e nulla di meno. Tutto qua. È sempre stato tutto qua.

“Dato che l‘andamento e le usanze, e gli avvenimenti e i luoghi di questa mia vita sono ancora infantili, io tengo afferrati con ambo le mani quegli ultimi avanzi e queste ombre di quel benedetto e beato tempo dove io speravo e sognavo la felicità. E sperando e sognando la godeva. Ed è passato, né tornerà mai più, certo, mai più, vedendo con eccessivo terrore che insieme con la fanciullezza è finito il mondo e la vita per me, e per tutti quelli che pensano e sentono.
Sicché non vivono fino alla morte se non quei molti che restano fanciulli tutta la vita.”

Lo-Rez: arte, storia, web design
23 . 01 . 2021

De'mille

Beh, ci siamo arrivati.

Voi sapete che il ruolo del retore che canta con toni epici i risultati di FTR è tutto mio e così eccoci qui, a raccontarci del numero 1000 della rivista (oggi mi gira di chiamarla così). 1000 pagine di FTR, 1000 column. Un numero con quattro cifre. E il layout ha tenuto (questa la capite se avete un po' di rudimenti di webdesign).

Sapete perfettamente che FTR non ha mai avuto successo. In nessun senso. Abbiamo attraversato forse quattro ere di internet, in ogni era il successo si è ottenuto diversamente, noi non l'abbiamo mai ottenuto in nessuna maniera. Cioè, a dire il vero non ci abbiamo manco provato. Forse nella prima era, quando ancora la gente faceva siti internet, un pochino si, e almeno con M.it qualche contatto lo avevamo. Poi abbiamo proprio perso di vista le meccaniche senza troppo rammarico, le avevamo lasciate andare. Via via, andate pure a giocare di là, noi ce ne rimarremo nel nostro. Come dei veri nerd.
Quindi il successo è esserci. Perché è vero che pochi possono vantarsi di avere un milione di contatti/giorno e di finire nei servizi di costume di Studio Aperto, ma altrettanto pochi possono vantarsi di aver allineato mille settimane di pubblicazione, una Eterna Ghirlanda Brillante di vignette umoristiche e montagnette anche ragguardevoli di caratteri dedicati al nulla. Non sottovalutate mai chi sopravvive, la sopravvivenza è un dono.
Un dono non così comune, nel mondo dell'internet. Abbiamo visto molte cose nascere e spegnersi, in questi anni. Tornando un attimo a parlare di Multiplayer.it, quando siamo nati noi il sito era poco più di un aggregatore di community di appassionati (e infatti si chiamava orgogliosamente Network). Ogni community aveva un sito messo in piedi per uno specifico videogioco in cui gli appassionati si scambiavano le nerdate più assurde a riguardo. Un sito è una roba uguale solo a sé stessa, con le sezioni come vuoi tu e le interazioni come vuoi tu, voi che fate solo "pagine di Facebook" non so se potete avercelo presente. Erano oggetti bellini, ve l'assicuro, anche se erano in 640x480 e se mettevi troppe immagini facevi arrabbiare tutti perché ci voleva una vita a visualizzarli. Il mondo intero, ai tempi, funzionava così.
Quello che non c'è più mette tristezza, però, meglio parlare di quello che c'è ancora. Penny Arcade quando siamo nati aveva giusto un paio d'anni, oggi quindi ha già festeggiato il suo ventesimo di attività, nella sua attuale forma di gigamarchio aggregatore di contenuti nerd dal potere immenso. PvPlayer anche sopravvive bene sebbene abbia cambiato pelle e ora sia completamente a colori (no, una volta non lo era). Li cito perché sono stati riferimenti dall'inizio e in realtà, rispetto ad allora, non sono cambiati tanto. Ovvio, adesso per vedere le strip di Penny Arcade aspetto che mi appaiano linkate su Facebook, ma non facciamone un tema strettamente di comunicazione. Il contenuto è sempre quello.
Però magari ci tenete di più se parliamo un po' di noi.
Quanto si cambia in mille settimane? Molto, moltissimo, ma vi rivelo un segreto: FTR esiste per non cambiare. E' come un punto fermo, è l'osservatore di Einstein. Tu sei sul treno della tua vita che procede avanti e ovviamente non ti accorgi della velocità perché ti muovi in maniera consistente al treno, ti sembra di essere fermo. Poi, quella volta a settimana, scendi e ti metti al lato della ferrovia, su FTR, che invece è un punto fermo e ti accorgi di tutto il resto che scorre. E' una figata soprattutto perché è una cosa di cui mi accorgo io ma di cui non avete modo di vedere nulla voi. La mia vita è il mio treno, è quello che io posso guardare. A voi invece proponiamo il punto fermo, che è sempre quello. Lo avrete capito che agli autori di FTR non piace andare troppo sul personale, ai nerd non è mai piaciuto andare troppo sul personale, per questo abbiamo costruito FTR non come diario, ma come lente. Ti fa vedere solo quello che ci metti davanti, voi potete metterci davanti quello che volete, ma quello che ci mettiamo davanti noi rimane nostro.
Quindi si, non posso negare di essere cambiato, in questi 1000 episodi e non posso negare che ogni tanto mi volgo a leggere degli editoriali un po' in là nel tempo con un certo imbarazzo, ma di tutto ciò non saprete nient'altro, le regole della casa sono sempre queste.
Una conclusione però, tiriamola. Vi raccontano tutti che la storia si ripete, che le cose funzionano a cicli, che rimane sempre tutto uguale. Non è vero. E' vero che noi rimaniamo sempre noi, le persone rimangono sempre persone, i videogiochi, diamine, anche i videogiochi rimangono sempre videogiochi, ma quello che rappresentano, quello che sono, quello che fanno è sempre unico. Magari hai il sospetto che non lo sia, finché hai un orizzonte ristretto e ti fissi su un momento, ma quando riesci a leggere 1000 settimane tutte assieme ti accorgi che nulla può essere uguale al suo passato, nulla può essere ripetuto in futuro. E' ancora il treno, un treno più grande. Non si muove in circolo, va sempre da qualche parte. Potete credere che non sappia niente del mondo (e figurarsi dei videogiochi) e che non possa darvi consigli, ma io questa cosa l'ho vista. Se continuate a guardare, c'è sempre qualcosa di nuovo e interessante davanti a voi.
Non so, a me mette buon umore.

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