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726, 25/07/2015 - Wired
726
25 . 07 . 2015

Arma letale

I supercattivi sono riusciti nel loro diabolico piano e hanno fatto esplodere il sole, a quanto pare, trasformandolo in un'arma letale che sta mandando a fuoco le nostre esistenze in questa estate 2015.

Nel frattempo, i nostri Neo & Gödel sono indaffarati a tirare ragnatele di cavi ethernet per tutto l'ufficio... a ognuno il suo.
Mi pare il momento opportuno per parlare qui del nuovo Tomb Raider. L'ambientazione siberiana ha lasciato interdetti tutti quei nostalgici della cara Lara di una volta, quella con il top oscenamente aderente e i pantaloncini cortissimi. Ma ormai si sa, il Tomb Raider moderno ha smesso, almeno in apparenza, di fomentare la bestia che è nel pubblico: il progresso ci ha portato una nuova Lara molto più padrona del suo destino, e con i pantaloni lunghi.
Quando però tutti si erano ormai rassegnati a una Lara sepolta sotto strati di pelliccia, solo intravista in mezzo a tormente di neve in DirectX 12 (francamente impressionanti!)... ecco che l'ultimo trailer ci mostra uno scorcio di avventure a latitudini ben più calde, e con una Lara dall'abbigliamento appropriato. I nostalgici sono accontentati.

L'estate, si sa, è tempo di tornei di videogiochi di combattimento 1 vs 1. Anche quest'anno si è tenuto a Las Vegas l'EVO 2015, ovvero il torneo internazionale più famoso del mondo. Un paio d'anni fa ricordavo su queste pagine l'emozione di assistere in diretta alla finale di King of Fighters XIII: quest'anno KOF XIII non c'era neppure, tra le competizioni principali.
Perché ci devi spezzare il cuore così, EVO 2015! Noialtri vecchi nostalgici non avevamo bisogno che ci venisse detto così chiaramente di farci da parte! Eppure a quanto pare il settore dei tornei videoludici non è un paese per vecchi, e soltanto i titoli moderni vi trovano posto ormai. Un tempo, ai bei tempi, non era così. Ora vengono inclusi nella competizione solo i titoli i cui editori pagano bene.
Ma verrà il tempo della riscossa.

Lo-Rez: arte, storia, web design
25 . 07 . 2015

Consumismo

L'altro giorno ero in un Gamestop a rovistare tra gli scaffali 3DS in cerca di giochi calati di prezzo (pochi). Alla fine qualcosina ho trovato, forse ve ne parlerò più avanti, ma la cosa che mi ha colpito è che intanto, accanto a me, due ragazzi sui vent'anni mercanteggiavano su una grossa operazione, credo un passaggio da PS3 a PS4, con restituzioni, bollini, bonus e cavolate. Visto che ero in fila dietro di loro ho sentito la cifra finale che sarebbero arrivati a spendere: sui trecento euro.
La cosa che mi ha un po' colpito è stata sul finale della complicata operazione. Il ragazzotto che stava acquistando doveva prendere un gioco e se ne stava lì a fissare il muro dei giochi PS4. Era tutto un: prendo questo? Prendo quello? Ma questo com'è? Mi faccio un'Assassin's Creed (tipo come dire due etti di fesa), mi faccio questo che ha la copertina sgargiante? Dai allora prendo questo, anzi no prendo questo e già che ci sono prendo anche questo. Naturalmente parlando di giochi a prezzo pieno da 50-60 euro l'uno.
Ora, fa sempre bruttino dire "io sono di un'altra generazione" però mentre loro tiravano su videogiochi come caramelle io erò lì a ravanare tra quelli un po' vecchiotti per tirare su una ventina di euro e non potete negare che parliamo proprio di mentalità diverse.
Io non sono mai stato abituato a entrare in un negozio di videogiochi a "scegliere" un gioco. Passavo settimane a sfogliare giornali, quando ancora si andava col cartaceo, per stabilire cosa volevo. Lo confrontavo con i concorrenti principali, lo valutavo, decidevo che ne valeva la pena e poi mi presentavo in negozio. Andavo dritto allo scaffale, lo prendevo su, lo soppesavo, lo pagavo. Non chiedevo al commesso se fosse più bello lui o un altro, non mi posso fidare di un commesso di un negozio di videogiochi come se fosse il mio salumiere di fiducia. L'internet è piena di informazioni sui videogiochi, perché devo ridurmi al commesso? Dopotutto, poi, se devo tirare fuori la cinquantaeuro, non lo posso fare così, al buio, per capriccio.
Mi direte che il mercato è cambiato perché ormai col ritiro giochi vecchi e menate varie uno non ci mette niente a prendere su un gioco brutto, portarlo indietro e prendersene un altro. Io vi ricordo che le persone di cui sto parlando stavano intanto tirando fuori una trecento euro e poi, se comunque questa cosa è vissuta con la bulimia che vedo in giro, significa continuare a fare avanti e indietro dal Gamestop e visto che il Gamestop comunque qualcosina se lo prende va a finire che il gioco che effettivamente è bello, il gioco su cinque che merita di rimanere sul tuo scaffale, lo hai pagato quasi come due, pur con la libertà di portarlo indietro e andare avanti a far salire la quotazione.
E poi, almeno ai miei, tempi, scegliere un gioco era un rito che serviva anche a dare un segnale al mercato. I videogiocatori hardcore di un tempo non si potevano abbindolare con le belle copertine, con i cartonati o con i trailer, videogiocatori sapevano cosa c'era sotto. Se adesso invece un gioco può essere tirato su per sbaglio passando mentre si è alla cassa hanno ragione a fare giochi che non contengono più niente di sensato.

“I'm dancing barefoot / Headin' for a spin / Some strange music draws me in / It makes me come up like some heroine”

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