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serie
63, 06/07/2002 - Differenze fra fidanzati
63
06 . 07 . 2002

Bang the Machine

Se seguite il coniglio da un po' di tempo e vi curate di leggere questa column, sapete già che parlo spesso (troppo spesso, dice il mio dottore) di rpg per console. Oggi cambiamo genere: l'argomento sono i Picchiaduro.
Mi affascinano per molti motivi, ma principalmente perchè il genere dei picchiaduro incarna più di ogni altro lo spirito delle Sale Giochi, degli Arcade. Le macchine a gettoni, i coin-op, sono i ministri del sacro culto del Videoludo, che divulgano il verbo ludico alle masse incolte. Tutti abbiamo cominciato così, con un gettone buttato nella macchinetta, con partite giocate in fretta e furia, un gelato in una mano e la mamma che ci sorvegliava impaziente. E c'e' una forte probabilità che quel primo gioco fosse proprio un Picchiaduro.
Mi affascina la struggente poesia delle storie narrate sugli schermi unti di quei cabinati scassati: storie scarne, essenziali, ingenue e insulse, perfette. Pretesti per menarsi. Quelle storie hanno un sapore unico e inconfondibile: soltanto un picchiaduro è in grado di farti sentire davvero un eroe puro. L'eroe di quei giochi e' un ragazzo che ti assomiglia, magari un po' più atletico (o un po' piu' orientale), in maglietta bianca e jeans, che avanza inarrestabile per le sordide vie di una periferia disagiata mettendo fuori combattimento orde di teppisti, bulli e malviventi assortiti... tutto per riprendersi la sua donna. Oppure e' un ninja mascherato, dal passato misterioso, che partecipa a un mistico torneo per onore, solo per onore, o per una faccenda di rivalità tra scuole di arti marziali... e quando ha vinto si avvia a piedi verso un tramonto di fuoco, verso un'altra sfida.

I picchiaduro sono il genere ideale per il multiplayer, quello genuino alla vecchia maniera. Attorno ai coin-op si riuniscono (o si riunivano) resse di gente accorsa a vedere una sfida tra campioni. Si organizzano tornei, perchè il combattimento virtuale e' una disciplina con dignità pari alle arti marziali reali.
Un picchiaduro può raccontarti una storia, come si diceva, ma non ti chiede la sospensione dell'incredulità, non devi dimenticarti chi sei e interpretare un personaggio: puoi anche considerarlo uno strumento e nulla più, una macchina da svago elettronica che ti permette di picchiare il tuo avversario con mosse mai viste. L'unica cosa che conta è quanto sei bravo a schiacciare i tasti.
Un beat'em up si può usare in tanti modi: va benissimo per una partitella veloce, per un torneo a esclusione in cui chi perde paga da bere... oppure puo' diventare un'arte.
Ogni genere raccoglie la sua parte di fanatici, ma i fanatici più duri, i piu' hardcore sono quelli che si dedicano ai picchiaduro (e di fanatici ho la mia esperienza...). Questa gente spende una fortuna in gettoni, passando le giornate in bar fumosi ad affinare la tecnica su giochi misconosciuti importati da Hong-Kong. Questa gente tiene nella cameretta il cabinato del proprio gioco preferito, e colleziona cartucce del Neo-Geo da 12 anni. Una volta scelto il proprio personaggio (un rituale fondamentale), i fanatici dei beat'em up mandano a memoria centinaia di combinazioni di tasti e direzioni, di mosse e contromosse, sviluppano tecniche personalizzate per ciascun avversario, si allenano giornalmente per ore sulla stessa combo.
Coloro che fanno del picchiaduro una missione di vita sono pronti a percorrere centinaia, se non migliaia di kilometri per andare ad affrontare avversari degni. Niente gioco online. Questo è vero multiplayer estremo. Vuoi sfidare il campione di Hong Kong? Vai a Hong Kong.

C'è anche un film-documentario sulla storia vera del campione mondiale di Street Fighter, che racconta l'esaltante strada verso il successo dell'occidentale che osò sfidare la supremazia nipponica al torneo mondiale di Tokyo. Si chiama Bang The Machine, ed e' già oggetto di culto.
Una storia affascinante anche perchè racconta dei lontani anni '90, in cui non c'erano LAN party nazionali, ma dall'Estremo Oriente cominciavano ad arrivare leggende di Tornei Mondiali di Videogiochi, una follia allora impensabile. Queste leggende suggestionavano i giovani frequentatori di sale-giochi, ragazzi che alimentavano i loro sogni di gloria con un gettone dietro l'altro.

Questo è un ottimo periodo per i beat'em up, con titoli del calibro di Virtua Fighter 4, Tekken 4, Soul Calibur 2, KOF2002 e Rage Of The Dragons, e abbiamo deciso di celebrare con una serie di omaggi dedicati al Picchiaduro Arcade: si comincia con Neo-Maxi Fulgore, e a seguire gli altri personaggi!

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06 . 07 . 2002

Duchi vecchi e nuovi

"Mi ricordo montagne verdi / e le corse di una bambina / con l'amico mio più sincero / un coniglio dal muso nero..."
Uno dei tanti effetti collaterali dell'estate è quello di riportare in auge tutta la discografia italiana anni 60/70/80 con riesumazione di personaggi d'epoca e motivi ormai senza tempo. Ho pensato che una così diffusa pratica non può essere negativa in assoluto così ho fatto anch'io la mia bella opera di revival, ovviamente concentrandomi su una canzone con una qualche attinenza col nostro animale di fiducia, mi è sembrato un bel modo per cominciare luglio (quindi immaginatevi quelli brutti...).
E' addirittura inquietante contemplare la vignetta che oggi campeggia sulla pagina, pensare al momento in cui è stata pensata e vedere che è ancora attuale. Seroius Sam è un gioco in treddì reale (non il miglior treddì in circolazione, ok) mentre er duca appartiene ancora all'epoca del poco-più-di-dum, con i suoi bitmap pixellosi in giro per i livelli, parliamo insomma di un gioco di due-tre epoche fa, ma soprattutto di un gioco che ancor oggi grida a gran voce il bisogno di un seguito.
Qualcuno obietterà che ciò non è più vero perchè proprio in questi giorni è approdato nei negozi (ruttando e sbattendo gli anfibi) Manhattan Project, traboccante di solidi texturizzati e ombreggiati, ma non me la sento di dare a questo piccolo platform la carica di "nuovo duca". Forse questo è ingiusto perchè, a quanto leggo, MP riprende la tamarraggine e l'ignoranza del gioco 3DRealms dei tempi che furono però ormai sono parecchi anni che ho preso una decisione: il nuovo Duke Nukem sarà Duke Nukem Forever e tutto quello che capiterà in mezzo ben venga, ma potrà essere bellamente ignorato.
Pochi giochi si siano fatti attendere come DNF e nessuno di questi aveva i proseliti che ha il duca, ormai sto pensando che l'uscita dell'FPS più truzzo dell'universo sia qualcosa di più di un evento videoludico, sia da paragonarsi a una tromba dell'apocalisse, all'allineamento planetario totale globale o a qualcosa di epocale nella stessa misura. Sospetto persino che pure Nostradamus, in qualche terzina, ne abbia parlato.
Millenarismi e allarmismi a parte, comunque, la storia sta diventando un pochino ridicola, non avere ad oggi nemmeno uno squallido demo di DNF fa pensare che in tutti questi anni qualcuno abbia dormito o comunque si sia occupato d'altro. Brividi di orrore mi assalgono pensando ad altri giochi rimandati abbondantemente, un gruppetto di titoli tra cui spicca l'orribile Daikatana...(sebbene, ad onor del vero, vi appartenga pure Unreal, che è tutta un'altra cosa).
Per un gioco che non viene però, ce ne sono altri che arrivano e come non citare, finalmente, Warcraft III? Certo, non stiamo parlando del titolo stra-innovativo e stra-originale di cui la Blizzard si vantava quando disse di averlo messo in cantiere, ma comunque non credo possa passare inosservato il prodotto di una delle migliori case di sempre. Anzi, se ben guardiamo anche Starcraft uscì bollato come l'ennesimo-solito-RTS e ancor oggi c'è chi lo ritiene un capolavoro insuperato (io).
Basta così, pensierino della sera così alto, ma così alto, che non so nemmeno come ho fatto a metterlo insieme "E' inutile che ti preoccupi di quanto è breve la vita, perchè per scoprirlo dovresti misurarla fino alla tua morte. E a quel punto saperlo non avrebbe più importanza"

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