Strip
serie
394, 10/01/2009 - Kalima
394
10 . 01 . 2009

Dialogue On Demand

I riferimenti a Indiana Jones sono propri di una certa nicchia nella sottocultura geek a cui FTR non appartiene... ma la scena in questione è davvero la prima che ci viene in mente quando pensiamo all'out-sourcing in India del settore IT. Io e Cymon siamo ormai al di là di ogni speranza di recupero, lo sappiamo: abbiamo avuto dei problemi da piccoli, cosa volete farci.

Tradizionalmente, questo periodo dell'anno lo dedichiamo a pontificare con arroganza dall'alto della nostra cultura enciclopedica, e ci divertiamo a stilare classifiche immaginarie e bilanci di settore, senza che nessuno ci abbia chiesto un'opinione.
Il settore in questione è il carrozzone colorato del Divertimento Elettronico, anche se soprattutto Cymon è spesso attratto dai cartoni animati giapponici. (Ma non dategli retta, cari amici, lui guarda solo vaccate.)
Per quanto mi riguarda ho detto la mia sui giochi del 2008 la settimana scorsa. Vorrei solo completare il mio pensiero su Prince Of Persia: il gioco è bruttino da giocare, i difetti di Assassin's Creed ci sono tutti e sono anzi aumentati all'ennesima potenza. C'è veramente poco da fare, tutto si riduce a correre per un percorso a ostacoli rigidamente definito (mentre in Le Sabbie Del Tempo l'architettura stessa era un puzzle da risolvere), pigiare i tasti più o meno a caso nello scontro col boss (perché anche se le combo ci sono, in sostanza si equivalgono tutte e non c'è nessun incentivo per usarle), e poi rifarsi il percorso all'indietro raccogliendo le sfere di luce. Il tutto per sedici volte.
Eppure, come già in Assassin's Creed (ne parlo qui), c'è qualcosa di ipnotico nel saltellare a rotta di collo per paesaggi magnifici. La direzione artistica è adorabile, è un esempio che dovrebbe fare scuola. E poi c'è Elika.
Dedichiamo anche una strip su Multiplayer.it a Elika in questi giorni, perché davvero questo gioco dovrebbe essere intitolato più precisamente “La Principessa Di Persia”: è lei la vera protagonista.
Il Principe ha un chara-design che mi piace tantissimo, con la giacchetta di pelle di serpente e le bandane rosse e blu... ma Elika è il fulcro di tutto, sia della trama che del gameplay. È interessante questo articolo, che paragona PoP a giochi intellettuali come ICO e Shadow Of The Colossus: anche qui infatti ci sono solo due personaggi in tutto il gioco, e la relazione tra i due si evolve nel corso della storia attraverso dettagli anche sottili. I due personaggi si scambiano battute e commenti in continuazione (è il Dialogue On Demand), che a poco a poco diventano più seri, più intimi. Verso la fine del gioco, quando si sbaglia un salto Elika ha un tono davvero preoccupato, mentre all'inizio si beffava del Principe. Questo aspetto del gioco almeno è riuscito bene.

Resta ancora da fare la mia classifica parallela, quella che premia l'eccellenza nello stile artistico dei giochi. Sarà per un'altra volta. Voglio chiudere citando i libri che mi sono piaciuti di più ultimamente, ovvero la serie dei Bastardi Galantuomini di Scott Lynch. Mi fa ribrezzo il 99% del fantasy e della fantascienza moderni, ma questi libri fantasy sono notevoli.
L'autore del resto è uno di noi, appartiene alla nostra generazione e ha chiamato il suo protagonista Locke in omaggio a quel Locke, di Final Fantasy VI (lo dichiara sul suo sito). Come posso non amarlo?

“Hey, Tolkien was the guy that spoke seventeen languages. As for me, I... I'm, um, really good at Final Fantasy VI.”

Lo-Rez: arte, storia, web design
10 . 01 . 2009

Almanac Hero

Settimana scorsa ho fatto un po' il piangina, ma adesso non posso esimermi! Almanacco dell'anno prima! Sigla!

Gonna be a ALMANAC HERO!
pipiripiripipiripiri
We finally got our way!
pipiripiripipiripiri
Gonna be a ALMANAC HERO!
pipiripiripipiripiri
Gotta get on stage today!
pipiripiripipiripiri

Ehm... parliamo di videogiochi.
Quest'anno mi è piuttosto difficile decidere da dove cominciare per cui penso che mi sceglierò un terreno facile e a me amico come quello degli strategici. L'annuncio di Starcraft 2 avrebbe potuto scuotere gli animi un po' più di ciò che è accaduto, ma è sicuramente notevole che Westwood abbia deciso di far fare un terzo giro alle sue serie di punta. Ecco quindi Command&Conquer3: l'ira di Kane e Red Alert 3, entrambi giochi ancora ferocemente ancorati alla loro tradizione, dal motore grafico ai filmati FMV di intermezzo. L'unico pischello che abbia provato con una serie nuova nuova a mettersi contro questi classici è stato Universe at War, con risultati altalenanti, ma alcune interessanti idee. A queste uscite, però, è doveroso aggiungere un nuovo (ennesimo) expansion pack per Warhammer 40K Dawn of War, Soulstorm, ultimo in tutti i sensi, visto che si sta lavorando sul seguito ufficiale, ma che decreta per questo brand una longevità veramente fuori dal comune. In chiusura l'esperimento d'avanguardia: Worldshift, un po' RTS e un po' MMORPG. Se anche questo genere diventa massivo online ne vedremo delle belle, anche se riuscirci non sarà affatto facile.
Grande tripudio (stupore e sgomento) di giochi un po' più lentini e, perchè no, cervellotici: Making history: the Calm and the Storm, tanto per dirne uno dei più pesi, un seguito di Imperium Civitas e un altro ritorno storico: Colonization, sotto il brand Civ, ma comunque ancora volto a sfruttare poveri indigeni in nome della madre patria, a dir poco educativo. Tre giochi sono un grande tripudio? Ma vi rendete conto di che genere stiamo parlando?
A chiosa della macrocategoria Sins of the Solar Empire, che ha ricevuto critiche notevoli, un RTS alla Homeworld con tante astronavi, un gioco che secondo me ha un suo mercato e anche un suo fascino.
Sarei tentato, ora, di gettarmi anche sulle avventure grafiche... perchè no? Quest'anno è stato decisamente di transizione, i titoli sono molti, alcuni interessanti (Culpa Innata, diversi Dracula, Sherlock Holmes vs Arsenio Lupin, Perry Rhodan...), ma manca il big one. La Telltale non solo ha presentato una seconda stagione di Sam&Max (iniziata, a onor del vero, nel 2007), ma ha anche cominciato a esportare il formato su altri marchi come quello di Bone e Strong Bad.
Ce la siamo cavata facile, riusciremo a fare altrettanto con gli adventure? Eh, è un genere dalla pellaccia più dura. Non si può infatti saltare a piè pari un Tomb Raider dai toni decisamente oscuri come Underworld, come bisogna dedicare mezza riga alla terza incarnazione di Prince of Persia, in cell shading (circa) e principessa munito. Nessuno dei due, però, ci ha ammorbato l'anno come Assassin's Creed, rampollo di Jade Raymond, forse nuovo punto di riferimento del genere, con i suoi se e i suoi per cui. Rampolli anche nelle seconde linee con anche qui una terza ripartenza di Alone in the Dark, meno falsa della seconda, ma non ancora al livello del blasone della serie. Titolo particolare, nel genere, American McGee: Grim, titolo prezioso invece Devil may Cry 4, un ottimo capitolo della serie, perla rara sulla nostra amata piattaforma. Quasi noioso l'ennesimo trionfale GTA IV, arrivato da Rockstar insieme a Bully.
Navighiamo a vista, ma dobbiamo andare avanti, gli FPS ci aspettano. Consueta infornata WW2 (Brothers in Arms: Hell's Highway, Call of duty 5, Code of Honor 2...), un nuovo Painkiller (Overdose), Rainbow Six Vegas 2 (per i tattici), un pacco per Crysis e un nuovo S.T.A.L.K.E.R. Il botto lo ha fatto un gioco tutto atmosfera e horror, Dead Space, un tentativo di occupare la nicchia che l'anno scorso aveva visto trionfare Bioshock. Questo genere, però, ha visto anche muoversi molto le cose, infatti abbiamo avuto moltissime sperimentazioni di successo: Conflict - Denied Ops, con l'esplorazione dell'interazione con un secondo uomo guidato dalla CPU, the Club, con ritmi da coin-op lontani dalla consuetudine, un Left 4 Dead che sfrutta il multiplayer in coop e soprattutto un Far Cry 2 che, dismesse le camiciole hawaiane, scopre il free roaming per un coinvolgente territorio africano insanguinato di diamanti.
Quest'anno gli RPGisti solitari non piangeranno certo, non è da tutte le annate offrire un immenso Mass Effect e un ottimo terzo capitolo di Fallout. Certo, gli RPGisti con la fissa del cappa e spada saranno un po' spaesati in mezzo a tanta fantascienza e non so quanto Sacred 2 potrà consolarli, ma la caratura di titoli del genere è indubbia.
Ho un sacco di titoli che non so dove mettere, a partire dai frivoli giochi della LEGO (Indy e Batman), passando per la rinfrescata alla serie Trackmania, scivolando su Guitar Hero III e rimbalzando presso Viva Pinata (questi ultimi, direttamente dal mondo console). Certo, anche danzando in mezzo a loro così rimango comunque in imbarazzo per piazzare le consuete espansioni dei SIms e il disastro di Speedball 2, ma, soprattutto, sono incapace di gestire uno dei capisaldi di quest'anno, ovvero Spore. L'onda lunga che stiamo vivendo sembra dirci che non è un nuovo Sims, ma forse ha ancora tempo per rimediare.
Siamo ai MMORPG: espansioni per Everquest, Lineage II, Eve Online e World of Warcraft, le uniche che hanno provocato qualcosa più di un'alzata di sopracciglio sono le ultime due. Perchè WoW sarà pur sempre WoW, ma dagli spazi di Eve arrivano sempre storie interessanti mica da ridere. Due piccoli tentativi di ritagliarsi un posto nel mondo MMORPG l'hanno provato il sanguinolento Requiem:Bloodymare e Pirates of the Burning Sea e Fury. Chi invece ha puntato al bersaglio grosso sono stati Age of Conan e Warhammer Online. Sono tutti e due, oggi, in un momento di perplessità, ma potrebbe non essere stata ancora detta l'ultima parola.
Ah, uno spazio a sé l'ho conservato per il mio adorato Exteel.
Per chiudere in buon umore mi sono tenuto una sparata di titoli indie notevoli: Typhoon 2001, Lumines, World of Goo e Bionic Commando: Rearmed, che non è indie, ma è comunque easy.
Arrivati, finalmente, alle inevitabili somme. Non è stato un buon anno, viviamo sempre più di luce riflessa del mondo console. La cosa drammatica è che anche il mercato indie, in grandissimo fermento, è concentrato soprattutto sulle console anche lui, grazie ai sistemi di distribuzione che le grandi case hanno avuto l'accortezza di mettere in piedi. Certo, possiamo ancora farci forza di titoli "da piciisti" che magari, anche se convertiti pure su console, comuque possiamo apprezzare soprattutto noi, ma anche mettendola così dobbiamo proprio parlare di un anno di transizione con troppo grigio e poco clamore. Speriamo andrà meglio? Certo, bisogna sempre sperare, questo insegna la mentalità del coniglio.

“Il temop fuori era surreale, un centimetro di ghiaccio sull'asfalto nero e lucido come marmo. notte di quelle che i carrozzieri ci mandano tre figli all'unversità” - Alex Pavelka - Dove comincia il viaggio

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