Strip
serie
377, 13/09/2008 - Memoria corta
377
13 . 09 . 2008

Still alive

Abbiamo atteso qualche giorno, prima di dare al Mondo l'annuncio fatidico: giusto nel caso quei simpaticoni del CERN avessero provocato con i loro folli esperimenti una breccia dimensionale dalla quale fuoriuscisse materiale organico ostile, senza un Gordon Freeman a salvarci tutti.
L'estinzione dell'umanità pare rimandata, per ora, e quindi possiamo in tutta tranquillità mettere in moto la macchina promozionale per FTR: The Long Ear, il videogioco di ruolo che noi due autori abbiamo realizzato con le nostre manine. Il gioco è andato in gold, ora bisogna attendere che l'industria produca centinaia di migliaia di copie da distribuire ai negozi specializzati: secondo le previsioni dovrebbe essere disponibile nei negozi tra un paio di settimane al massimo.
A quelli tra voi che hanno atteso per sei anni lo sviluppo di questo gioco (tanto so che non esistete) chiedo di pazientare ancora un poco: il Coniglio è lento, ma arriva sempre a destinazione. O forse era la tartaruga. O la freccia. Comunque sta arrivando. Per gli altri, non credo di poter dire nulla per prepararli alla devastante esperienza di TLE: provate la demo (fresca fresca, direttamente dal 3/03/2003)... mi rendo conto che è ancora ospitata sui server di Multiplayer.it, ma ora che ci siamo messi in proprio state tranquilli che la versione definitiva sarà scaricabile con un link diretto, senza code. Vi aspettano abbastanza frustrazioni durante il gioco, senza che dobbiate patirne anche per procurarvelo!

Avvo anticipato che avrei detto qualcosa su Devil May Cry 4, e dunque eccoci qua. Voglio subito sgombrare il campo dall'interrogativo che molti si erano posti: ebbene sì, Gloria combatte senza mutandine.
Lo dico giusto per aggiungere “Devil May Cry hentai” tra le nostre parole chiave su Google. Il chara-design di quest'ultimo episodio non mi esalta, mi piaceva di più in DMC3. Anche il nuovo look di Lady è un deciso peggioramento, sebbene metta in mostra le doti grafiche da Next Generation del titolo, soprattutto nella simulazione delle masse morbide.
L'arte in generale è comunque buona, con certe ambientazioni favolose e assolutamente degne della serie. Anche un paio di demoni sono davvero ben fatti, e lo scontro con la colossale statua animata (il suo mignolo è più alto di Dante) è maestoso e mozzafiato come ci si aspetterebbe. Il senso delle proporzioni è reso alla perfezione, e quella battaglia da sola segna una linea di confine nettissima tra la vecchia generazione di console e il presente.
Sennonché io DMC4 l'ho giocato su PC. Ai tempi del terzo episodio avevo parlato di una conversione ignobile... ma da allora la situazione è parecchio cambiata. Capcom ha deciso di investire fortemente sul mercato occidentale e sul PC, l'iniziativa Games For Windows ha contribuito non poco a sfumare i confini tra le piattaforme, e questo Devil May Cry 4 su PC si trova perfettamente a suo agio: le prestazioni sono sbalorditive, le opzioni di configurazione complete.
Le pause di caricamento, tanto per dire, semplicemente non ci sono. All'inizio non ci si fa caso, tanto sembra naturale, eppure è una liberazione storica per una generazione di videogiocatori che si è fatta crescere la barba nelle pause tra un livello e l'altro. A questo proposito vorrei insultare The Witcher, che al contrario ci infligge minuti e minuti di attesa, ma non mi sembra una sfida alla pari e voglio essere equilibrato.
Torniamo a Devil May Cry 4: la difficoltà non è più demoniaca come nel precedente, ma la profondità del gameplay è rimasta notevole, soprattutto grazie al nuovo personaggio di Nero, che introduce un braccio spettrale decisamente divertente da controllare. Il momento più alto del gioco è forse un duetto canterino tra Dante e un boss malvagio, con tanto di pioggia di petali di rosa... è lì che si raggiunge l'apoteosi dell'assurdo e della tamarraggine di questa serie.

Lo-Rez: arte, storia, web design
13 . 09 . 2008

Per fare un robot ci vuole il seme

Essere acidi nei confronti del mondo dei videogiochi è sempre gratificante, ma uscirsene in apertura di ogni editoriale con un commento bruciante alla strip sta diventando una noiosa abitudine, quindi fate pure finta che non abbia detto niente o, al massimo, che abbia detto allamaraine.
Ho in mente un editoriale saccente da prima delle ferie, ma non è ancora il tempo di tornare nel vivo della vita multimediale e videoludica, si ha molta più atmosfera durante i primi freddi, con le calze addosso e le finestre chiuse, quello che fa il clima di questi giorni è giusto un po' di brezza (e alcuni uragani). Perciò, per riuscire comunque a salvare la giornata e a uscire puntuali anche questo venerdì, ho deciso di dedicarmi a uno dei miei hobby più noiosi e meno interessanti, ovvero recensire serie di Gundam. Se la cosa vi fosse insopportabile vi raccomando comunque di andare in fondo all'editoriale per ascoltare strepitose notizie.
Gundam SeeD è la serie di Gundam "moderna", anni 2000 e, soprattutto, post-Evangelion. Evangelion, volente o nolente, ha rivoluzionato il mondo dei robottoni, ma anche no, visto che comunque tutti i principi del real robot con officina, operai, precise specifiche di funzionamento e specifiche capacità sono nella serie Gundam appunto dal principio. Mi piace quindi interpretare questa ennesima incarnazione del Samurai robot come una specie di moto d'orgoglio per riappropriarsi del trono dovuto, tentativo, mi duole dirlo, piuttosto fallito.
Gundam Seed compie il grande peccato di tornare nel solco delle serie precedenti e seguirle, a tratti, con un pizzico di pedanteria. La prima ventina di episodi sono una sorta di remake della serie originale, con il bamboccio che sale sul robot, la fuga dell'astronave stragalla, le battaglie e le morti. Una volta passata questa prima fase riemergono alcuni dei temi cari proprio di Wing: la guerra contro la guerra, il regno duro e puro, ma irrimediabilmente destinato alla sconfitta, i super-Gundam visti come simboli e messia meccanici. L'unica cosa che emerge da questo impasto è la tematica eugenetica enormemente sviluppata, coi "coordinators", creature profondamente diverse dai newtype, superiori per scelta ed emarginati per lo stesso motivo. In questo senso la serie ha molto da dire e un sacco di immagini interessanti, riesce a definire il conflitto in modo molto più netto di quanto non sia stato fatto da Zion in poi ed è abbastanza originale. Peccato che tutto questo, a suo modo, sia solo lo sfondo di tanti riciclati cliché.
Anche i personaggi mancano di grandissime personalità, il protagonista è il consueto bimbetto frignone di cui siamo ormai un po' stufi, il cattivo è ovviamente un tizio biondo con una maschera, ma manca della profondità e della complessità sia di Char che di Zechs, per quanto possa essere complicata la sua esistenza. Anche sui personaggi di contorno si può ricamare veramente poco, manca la forza dei precedenti capitoli e questo ovviamente non aiuta il coinvolgimento.
La tecnica grafica è decisamente anni 2000, il che significa che le ragazze hanno molte più tette delle serie precedenti e i ragazzi sembrano tutti omosessuali. Per quello che riguarda il mechadesign (che poi è la cosa realmente importante) sfortunatamente Gundam Seed appartiene all'epoca delle prime sperimentazioni con la computer grafica e questo, pur rendendolo molto dinamico, rende anche il disegno terribilmente piatto. A risentirne sono proprio i gundam e i mobile suite che danno sempre una fastidiosa sensazione di mingherlino. In ogni caso, se si tolgono (ma proprio per scrupolo) il Freedom e il Justice c'è veramente poco da segnalare. Le battaglie, di contro, sono una nota estremamente positiva, ci sono alcuni scontri corali tra i più adrenalici di tutti i Gundam passati, anche grazie a questi aiuti tecnici, nei momenti bellici più intensi Gundam Seed tocca decisamente le sue punte più liriche.
A conti fatti Gundam Seed è "solo un anime" che è meno di quanto debba essere un Gundam. Vive di rendita sulle glorie del passato e non aggiunge niente, manca di svecchiamento dei contenuti e di idee nuove. A quanto ne so è una serie molto apprezzata comunque, ma non ha incontrato completamente il mio gusto.

A questo punto, visto che credo di aver visto tutto il Gundam di cui sentivo il bisogno, è il caso di stilare una breve classifica:

  1. Mobile Suite Gundam: perché naturalmente senza non saremmo andati da nessuna parte
  2. Gundam Wing: perché stacca decisamente col passato e ha alcuni personaggi/Mobile Suite tra i più fighi in assoluto
  3. Zeta Gundam: perché pur sfruttando la scia di Gundam riesce a migliorarne i temi e a renderli più adulti
  4. Gundam SeeD: come da recensione
  5. ZZ Gundam: un po' troppo commerciale e bamboccio

Bene, l'editoriale non finisce qui, vi avevo parlato lassù in alto di una strepitosa notizia. La strepitosa notizia è che questa pagina ha avuto un clamoroso aggiornamento.

“Per procedere all'esecuzione, uno della gang di motociclisti arrivò con un carro attrezzi, e sono certo che non apparteneva a lui. Era più il tipo da vento sulla faccia e insetti spiaccicati sui denti. Attaccato al gancio della gru c'era un nodo scorsoio fatto di filo spinato. Pareva pronto a contenere un collo; la taglia era universale. Mi chiesi dove si fossero procurati il filo spinato, ma non stetti a pensarci molto. La gente porta di tutto su furgoni e carri attrezzi, nei bagagliai delle automobili: tutti gli arnesi dei mestieri del Texas.
Sul cassone del carro attrezzi c'erano anche una griglia da barbecue e un sacco di carbone. Quella non era un'attrezzatura standard, e mi fece pensare che il cannibalismo non fosse più un crimine, nel libro nero dei motociclisti” Joe R. Lansdale - Drive in

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