Strip
serie
353, 22/03/2008 - Corso di inglese
353
22 . 03 . 2008

Rock solid, heart touching

Quella odierna è la prima strip che realizzo con il mio nuovo strumento, perdonate quindi le piccole inconsistenze con lo stile solito di FTR (comunque credo che solo un occhio piuttosto allenato possa notarle). I contenuti, in ogni caso, sono Serie Jobs autentica al 100%, con gli ingegneri programmatori malati, le cravattine storte e tutto il resto.
Ma dicevamo dello strumento. La volta scorsa anticipai qualcosa riguardo l'assemblaggio della Macchina Delle Tenebre: ebbene, l'opus è giunto a compimento, e queste righe scaturiscono dal cuore stesso del mio nuovo computer.
Davvero quando si preme il tasto di avvio per la prima volta, dopo aver passato parecchi minuti immersi nello zen dell'assemblaggio, la trepidazione è forte... se poi la lucina si accende e le ventole cominciano a girare, allora è fatta: siamo diventati papà di una bella macchinetta. Cosa succeda se invece la stramaledetta luce non si accende, lo lascio all'immaginazione del lettore.
Esso vive, dunque: un telaio in alluminio nero satinato che emana un respiro lieve (!!!) e costante, un paio di led verdi che ammiccano da dietro la presa d'aria... è la gabbia che racchiude un demone furioso dalla potenza smodata. Questo artefatto arcano sarà la sorgente che alimenterà le mie attività videoludiche per un tempo molto, molto lungo, e nessun mortale ad oggi ha potuto ancora sondare la reale estensione dei suoi poteri. Questo gingillo è leggenda, e io ci sono seduto proprio sopra. Ammetto che, quando cala il sole e le ombre si addensano nella stanza, ho un po' paura al pensiero di quel che potrebbe accadere se la Macchina si ribellasse al suo creatore.

Bene, è il caso di chiudere qui la parentesi autobiografica e tornare alle news... ma no, l'emozione è forte e voglio condividere almeno un paio di foto ricordo del lieto evento: “La Bella e la Bestia” e “Alloggiamento per microprocessore su piastra di silicio, Malesia, 2008”. Ho l'idea di pubblicare sul forum l'intero servizio fotografico, sopportatemi.
Ma veniamo ad altro. Non posso infatti passare sotto silenzio l'uscita occidentale di Lost Odyssey, il nuovo RPG di Hironobu Sakaguchi. Cantando così le lodi di un PC potrei aver dato l'impressione sbagliata, ma non si ingannino i nuovi lettori: il mio cuore batte per gli RPG per console, ora e sempre. Lost Odyssey è dunque un appuntamento importante, non tanto per riqualificare l'Xbox 360 come una console da RPG (questo purtroppo non lo sarà mai, non possedendo DNA orientale), quanto per verificare se Sakaguchi è ancora in grado di dire la sua anche dopo essere stato sbattuto fuori da Square.
Dal tizio che ha creato Final Fantasy è lecito aspettarsi l'opera d'autore, l'esecuzione perfetta, ma non sono convinto che con Lost Odyssey ci sia riuscito. L'attaccamento alla vecchia scuola del gameplay è commovente, è una dichiarazione d'amore al genere e insieme una dichiarazione di sfida coraggiosa verso i giochetti per le masse che dominano il mercato attuale... ci vuole una certa arroganza per proporre gli incontri casuali e i combattimenti a turni nel 2008, su una console di Nuova Generazione, bisogna davvero essere sicuri di quel che si sta facendo. Sakaguchi indubbiamente se lo può permettere, ma Lost Odyssey non riesce a superare il confine tra un ottimo gioco e un gioco leggendario.
La leggenda è roba per Final Fantasy, e Final Fantasy ormai è cresciuto e ha dimostrato di poter fare a meno del suo papà.

“This was a triumph /
I'm taking a note here: /
Huge success”

Lo-Rez: arte, storia, web design
22 . 03 . 2008

Zaffiro e Acciaio

Avere la malattia di Gundam non è poi grave come si può pensare. Bhe, si, il tuo torrente periodicamente vive piene di puntate di qualche serie di Gundam, il tuo avatar nel forum è un robot incarnazione del dio della morte dagli occhi verdi e ti sorprendi a guardare questa schermata facendo celo celo manca, ma sono tutte cose che non impediscono di avere una vita normale.
Poi, un brutto giorno, incontri Exteel.
Senza usare toni sensazionalistici, Exteel è un gioco GRATUITO di ROBOTTONI GIGANTI che brandiscono SPADONI LASER e GROSSI FUCILI, è una specie di realizzazione dei sogni di ogni bimbo, è l'opportunità concreta di sentirti un piccolo Amuro Rey e provare quel senso di onnipotenza che, in passato, solo Virtual On era riuscito a darmi. Da qui il motivo per cui le mie ore di sonno si sono assottigliate in favore di lunghe e estenuanti sessioni di CTF o Team Deathmatch.
Andiamo a una descrizione puntigliosa, che i più diplomati all'ascolto potrebbero considerare recensione. Exteel è un gioco sotto l'ala dell'ubertosa NCSoft e segue la formula standard del gioco puro multiplayer gratuito che fece la fortuna di Gunbound e di numerosi suoi epigoni: possibilità di competere in diverse arene alle discipline standard del gioco di combattimento online usando però robot giganti ampliamente customizzabili nello store apposito, store che accetta sia crediti guadagnati sul campo di battaglia che gettoni acquistati con contropartita di denaro reale (da cui la fonte di guadagno per l'azienda). Nonostante il gioco faccia partecipare a intense sessioni di Deathmatch, Teamdeathmatch, Capture the flag e fratellini credo sia giusto puntualizzare fin da subito che Exteel NON E' un FPS come può esserlo Unreal Tournament. E' un gioco terribilmente action, è vero, ma i tempi di reazione del mezzo e l'azione delle armi da fuoco sono leggermente adulterati, tanto che colpi sparati senza compensare il movimento del nemico vanno a buon fine e sventagliate di mitragliatrice proseguono anche oltre il tempo che noi abbiamo pigiato sul tasto del mouse. Attenzione! La cosa è voluta, per compensare l'alta manovrabilità dei robot e le possibilità di movimento offerte. Se avessimo dovuto mirare come in un FPS probabilmente avremmo avuto molta difficoltà a prendere alcunché, mentre apriamo il gas dei nostri reattori e sfrecciamo in mezzo ai palazzi. Allo stesso modo sarebbe stato di molto sminuito il ruolo delle armi bianche, che sono invece spesso regine degli scontri. Grazie a tutti questi accorgimenti Exteel dà realmente il feeling di pilotare un robot gigante (che, capirete, in un gioco del genere è tutto) e permette comunque un certo tatticismo e l'applicazione di un proprio personale stile di gioco che dipende solitamente dalle armi impugnate (ci sono quattro tipologie profondamente diverse) e dalla mobilità che si possiede.
Il limite del gioco è che, oltre a quanto esposto, non c'è molto altro, tutto quello che è concesso è apparire in una delle arene e giocare, ma ciò non toglie che il divertimento che si prova a sfoderare la propria lama e affondare in un gruppo di nemici devastandoli è qualcosa che vale la pena di essere provata. Oltretutto, come spesso capita in questi giochi, ci troviamo di fronte a un titolo con vasto potenziale ancora inespresso e che attende solo di essere foraggiato da sostanziosi pack ufficiali di espansione. Manca ancora completamente la gestione dei clan, il numero di mappe disponibili è risicato e anche gli oggetti acquistabili sono realmente pochi. Un successo anche medio del titolo, però, dovrebbe essere sufficiente perché la NCSoft lavori per rimpolpare tutti questi aspetti sottotono e quindi potenziare ulteriormente le opportunità.
Io personalmente sto portando a termine il progetto di ricostruire il Gundam Epyon. Il color mirtillo credo di averlo già trovato giusto, mentre mi manca solo di potenziale le sue capacità nel corpo a corpo e trovare qualcosa che simuli le ali da pipistrello. Una volta che avrò compiuto la mia impresa, come insegna Treize, pilotando il mobile suit in battaglia esso mi mostrerà il mio futuro e chi sono i miei veri nemici e tramite quello potrò prendere decisioni per la mia vita.
Bene, c'è un altro discorso, altrettanto interessante, che Exteel mi ha ispirato e che riguarda, più in generale, l'abilità della NCSoft. Per questa settimana però vi voglio belli focalizzati sui robottoni quindi direi che abbiamo fatto abbastanza. Ci terremo le altre discettazioni magari per la prossima volta.

“But it ain't about how hard you hit, it is about how hard you can get hit and keep moving forward, how much can you take and keep moving forward. That's how winning is done!”

P.S. Zaffiro e Acciaio come titolo c'entra ciufolo, ma magari attira qualche retrofanboy d'annata.

Quest'anno vi ho fregati, mi spiace... o anche no.

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