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281, 28/10/2006 - Basculando rules
281
28 . 10 . 2006

La sostanza e il contorno

Questa settimana abbiamo voluto osare un assolo di Basculando, il paguro che interpreta il Padre Cattivo nella nostra serie dedicata alle soap-opera. Dopotutto, più in basso di così non potevamo scendere, tanto vale toglierci qualche soddisfazione prima di ritornare alla nostra programmazione consueta (a base di Ingegneri Informatici Videogiocatori).
La settimana scorsa avevo preannunciato il tema di questo editoriale, che sarà dedicato ad una bizzarra Congiuntura Astrale... un allineamento dei pianeti degli RPG Occidentali e Orientali: il prossimo Ognissanti infatti vedrà l'uscita dei campioni delle rispettive scuole di pensiero, Neverwinter Nights 2 e Final Fantasy XII. Il Fato non è privo di ironia (come notava già Morpheus).
Certo se seguite FTR da un po' sapete che non si può pretendere da me l'obiettività in questo campo. Non ho problemi infatti ad ammettere il mio amore incondizionato per Final Fantasy, e per gli RPG orientali in generale. D'altra parte non sono certo insensibile al fascino dei giochi di ruolo di sapore occidentale, come dimostrano certi miei editoriali sul primo Neverwinter Nights.
A dire il vero FF XII è già uscito da un po', e puntualmente ne ho celebrato l'avvento, ma il 31 Ottobre sarà disponibile in una lingua finalmente comprensibile. Notare che l'edizione italiana non può essere presa in considerazione neppure per un attimo da chi voglia giocare FF XII come si deve. Chi ha davvero a cuore questi giochi, infatti, non può tollerare il volgare impoverimento della traduzione italiana: è doloroso dirlo, ma il lavoro svolto su tutti i precedenti titoli della serie è stato scandaloso, per cui non ho nessuna speranza per questo. Davvero sarei orgoglioso se l'edizione italiana fosse all'altezza, e la preferirei a una traduzione inglese per ovvi motivi, ma per ora è solo un sogno.
A scanso di equivoci vorrei far presente che no, non sono così ingenuo e , sono al corrente del fatto che il DVD americano di Final Fantasy XII è disponibile già da oltre un mese nei circuiti di distribuzione illegale. E' solo che disprezzo chi è tanto spilorcio da non versare il prezzo dovuto a un team di centinaia di persone che per 5 anni ha pianto lacrime di sangue (avete presente gli orari lavorativi giapponesi?) per realizzare uno dei giochi più costosi della storia (senza contare che il direttore del progetto è finito all'ospedale per lo stress un anno prima che il gioco fosse completato). E la scatola naturalmente è molto bella.

Mi sentirei un po' ridicolo a parlare di FF XII adesso, quando tutto del gioco (dal gameplay, alla trama, agli algoritmi di compressione dei modelli poligonali) è già stato sviscerato fin nei dettagli dai fan più ossessionati del mondo, sicchè quelle scatole sugli scaffali non conterranno nessuna sorpresa salvo la traduzione in inglese di qualche nome e il doppiaggio. Per mantenere alto il mio status di fanatico potrei solo esprimere delusione perchè non è stato mantenuto il favoloso (e assurdo) titolo “Mist Knack” per le tecniche speciali. Mi limito a precisare, per chi fosse spaventato dalla radicale innovazione del sistema di combattimento, che si può configurare il gioco per comportarsi esattamente come da tradizione della serie, con il classico sistema Active Time Battle e il controllo completo di tutte le azioni dei personaggi. Però sarebbe abbastanza sciocco, visto che il nuovo sistema funziona egregiamente.
Neverwinter Nights 2 (ah, sì, c'è anche quello) invece farà il suo debutto assoluto, per cui è lecita un po' di eccitazione in più... ma non troppa, perchè in fondo al nostro cuore sappiamo tutti esattamente di che gioco si tratta, ed è proprio questo il problema. NWN 2 è prigioniero del suo genere, perchè il pubblico occidentale tende ad avere una concezione rigida di come si fa un RPG, e c'è molto meno spazio di manovra che in una serie come Final Fantasy (dove al contrario da ogni episodio ci si attende un rinnovamento totale).
Adoro Dungeons & Dragons come qualsiasi altro geek, ma credo che ci vorrebbe il coraggio di ammettere che certe meccaniche funzionano meglio con la carta e con la penna piuttosto che in un videogioco. La libertà totale nella creazione del personaggio funziona bene quando c'è un essere umano che poi si inventa una storia su misura, ma in un videogioco si traduce soltanto in una trama insulsa e poco interessante.
E va bene, posso anche fare a meno di una storia emozionante. Passiamo al prossimo punto: l'ambientazione. Anche qui però resto deluso: voglio dire, ancora i Forgotten Realms? Bisogna davvero impegnarsi per trovare uno scenario fantasy più banale e piatto, anche restando nell'ambito di D&D. Immagino che per trasferirci ad Eberron dovremo aspettare il prossimo gioco.

In sostanza Final Fantasy possiede qualcosa che manca quasi del tutto agli RPG occidentali: il senso dello stile, e l'attenzione al contorno. Con il passare degli anni dedico sempre meno tempo a giocarli, i videogiochi, e più tempo a leggere o scrivere su di essi. Sarà anche per questo che, come ho ribadito spesso, l'uscita di un nuovo Final Fantasy è un evento culturale che mi diverte da solo, ancora prima di toccare il joypad. Ascoltate la colonna sonora. Ammirate l'arte favolosa. E poi ammiratela ancora, perché una direzione artistica di questo livello, una visione così potente nel chara-design, nelle architetture, negli accessori ve la scordate non solo in Neverwinter Nights, ma in qualunque RPG per computer (tranne uno). E non ho ancora menzionato i filmati.
Chi non si commuove per questo genere di cose, non è stato equipaggiato da Madre Natura per apprezzare fino in fondo un gioco come FF, e per quanto mi riguarda può stringere la scatola di Neverwinter Nights 2 tra le sue manine pacioccose, e tornarsene a casa contento. Non sa cosa si perde.

“Io non sono un comune alchimista.” –Edward Elric

Lo-Rez: arte, storia, web design
28 . 10 . 2006

Speciale Osservatorio

Tutte le volte che dedico tempo all'Osservatorio per la violenza contro i videogiochi mi sento un patetico mendicante. So perfettamente che sto parlando con la gente sbagliata, perché qui dentro su certe cose siamo tutti d'accordo, ma è giusto che le cose siano riportate qui perché anche per questo esiste FTR e questa column.
Prendiamo gli ingredienti per la filippica: innanzitutto un classico come la Rockstar, in particolare col suo ultimo titolo, Bully (banale, vero?). Poi ci mettete qualche testata generalista (ma va anche bene questa), una spruzzata di politica che eleva il tono di tutto e poi, per motivi che verranno fuori, anche un sito, la cui autorità magari non è pari a quella dei linkati precedentemente, ma il cui seguito è comunque da tenere in considerazione. Potrebbe dirsi finita, ma chiuderemo con una guarnizione di alcuni nostri amici giapponesi. Dunque, asciugando gli antefatti: esce Bully, simulatore di scuola americana complessata, qui chiamato Canis canem edit. Esce dopo una lunga battaglia etica basata sul niente che ha arricchito il suo battage pubblicitario e ne ha complicato l'immagine. E' un gioco Rockstar, dicevamo: free roaming, compiti vari, humor nero con poco politically correct, sul giudizio di qualità non mi esprimo, ma in verità è poco importante.
Bully, nel nostro belpaese, oltre ad avere la sfortuna di essere un videogioco (quindi entità mostruosa sconosciuta ai media tradizionali), interseca la nostra esistenza in un periodo in cui il bullismo è la paranoia del giorno ed è il motivetto di cui gli psicologi da bar si riempionoo la bocca nell'ultimo periodo. Per le solite entità repressive e inquisitorie quindi si va a nozze, si sprecano un po' ovunque articoli sulla sua capacità diseducativa, sul cattivo modello che rappresenta e su come, iniettato nella nostra società, la porterà alla barbarie nel giro di due edizioni del Grande Fratello. L'apice direi che lo tocchiamo con le dichiarazioni del signor Fioroni che è nientemeno che il ministro dell'istruzione, ergo voce di tutto rispetto. Ora, a Fioroni di per lui non è che voglia dire granché, si vede che è un commento strappato di sfuggita su un coso che lui ha giudicato su due piedi, probabilmente senza conoscerlo, quasi sicuramente basandosi sull'assonanza tra il suo titolo e il fenomeno, per l'appunto del bullismo. Fatto sta, comunque, che le sue parole hanno trasformato il consueto berciare di sottofondo delle masse moralizzanti ad alzo zero in una specie di crociata civica, manco ci fosse da salvare la foresta amazzonica o debellare la fame nel mondo.
Fin qui il desolante quadro è piuttosto consueto, anche se indubbiamente questo è uno dei casi più rilevanti giunti all'Osservatorio da un po' di tempo a questa parte. La cosa che, diciamo, spinge ad ulteriori riflessioni è che, giocando a Bully, ci si accorge di come, quanto detto, sia non solo l'ingigantimento di una situazione che non esiste, ma addirittura una montagna di idiozie assolutamente infondate, clamorosamente staccate dalla realtà, pura spazzatura demagogica. Bully NON E' un gioco in cui si fa i bulletti, anzi, è forse, dopo tutta la serie GTA, il primo gioco in cui Rockstar concede ai giocatori la possibilità di attuare un comportamento positivo, addirittura premiando atteggiamenti virtuosi.
E' possibile leggere questo fuori da quella cloaca sociale che, naturalmente, è il mondo dei videogiocatori? Incredibilmente si, vi ricordate il quotidiano di dubbia autorità? Bhe, se queste sciarade editoriali vi fanno schifo quanto a me potrebbe farvi piacere leggere questo articolo in cui non solo il gioco sembra essere trattano come se effettivamente lo si sia giocato, ma in cui si spiega come stanno veramente le cose.
E' una piccola cosa, certo, in un problema che di certo è staccato di molte lunghezze da questioni più drammatiche e importanti, però in qualche modo può essere... chessò... il segno che la corrente sta cambiando? O anche solo una piccola rivincita? L'eventualità che, di fronte a una cantonata clamorosa e marchiana come quella qui esposta effettivamente qualcuno si metta a puntare il dito contro chi ha sbagliato? E' difficile che possa rispondere io, a me non rimane che vegliare, vegliare e chiudere questa storia.
Si, la chiosa, la chiosa è per gli amici giapponesi di cui sopra, per metterla in scena si torna ai giornali generalisti e si ride amaramente di gusto. Infatti Repubblica millanta che la violenza nei videogiochi è finita e scrive il solito pastrocchio pieno di invidiabile professionalità in cui infila tutto e il contrario di tutto, contando 70 titoli in uscita nei prossimi 6 mesi (solo per PC credo ce ne siano almeno il triplo), infilando dentro telefonini, ragazze, Sims 2 e altre cose che fanno venire al Vero Videogiocatore eczemi dai colori sgargianti con lens flare. Praticamente, dopo aver dichiarato guerra a un gioco VIOLENTO per evitare che diventi il CAMPIONE DI NATALE, ora spariamo idiozie sul fatto che I GIOCHI VIOLENTI NON VENDONO PIU'! Che qualcuno mi fermi dal chiamare i Koniglietti Kommando (che, tanto per cambiare, sono in vacanza all'estero e poi col roaming mi fanno spendere una fortuna di cell). Naturalmente questa cosa tira in ballo gli amici giapponesi perché a motore di questa falsa rivoluzione che i più ottusi vedono c'è principalmente solo la nuova strategia Nintendo di evangelizzazione delle folle non giocanti, mica qualche fenomeno sociale di sta cippa, però guai farlo notare.
L'editoriale e il veleno finisce, direi che questa sfuriata ci prepara bene al natale, al natale firmato coniglio, al natale che tira molto da queste parti. L'inverno sta arrivando giovani, potete smetterla di tenere il case spalancato per impedire che l'overclock vi fonda tutto.

“La Grande Muraglia non difendeva dai barbari: li inventava.”

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