Strip
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175, 11/09/2004 - Stili di codice
175
11 . 09 . 2004

Back from the dead

La settimana scorsa non ho potuto disegnare le strip nè scrivere questi editoriali, perchè stavo morendo.
Questo però non è Megatokyo, e io non sono Piro, perciò non passerò il resto del tempo a piagnucolare e a scusarmi con i miei lettori, promettendo che FTR sarà più puntuale. FTR esce sempre, tutte le settimane, come potete constatare dall'archivio, anche se la settimana scorsa Cymon si è dovuto sdoppiare per fare anche la mia parte.
E soprattutto, Tanto Non Lo Facciamo Per Voi®.

Sento che l'ispirazione sta tornando a scorrere vigorosa dentro di me. Bisogna toccare il fondo per risalire, e adesso non so se ho in me la forza di realizzare queste visioni, ma almeno le visioni ci sono, e finora mi è sempre bastato questo per fare FTR.
L'ispirazione può anche fare parecchio danno, ormai ritardo da settimane l'ultima tavola di kunoichi Clara perchè continuo ad aggiungere particolari e non mi decido a disegnarla. Non so cosa riuscirò a fare di tutto quello che ho in mente, tanto vale che ve lo spieghi un pò a parole, anche se è qualcosa che non ho mai fatto prima perchè di solito le mie visioni le tengo per me. Intanto vorrei avvicinare l'ambiente di lavoro di Neo e Gödel alle pubblicità di IBM e Cisco, quelle piene di impiegati ossessionati in camicia bianca e cravatta nera. Se Neo si mettesse in camicia dovrei rinunciare alle sue magliette fantasiose, ma per quelle resta sempre la versione di Neo in borghese, nelle strip alla domenica. Vorrei rinnovare un pò i locali dell'ufficio, introducendo magari quegli immensi server neri con tante lucine inquietanti...
Poi c'è Kunoichi Clara che continua a occupare tutta la scena dei wallpaper e degli artwork, ma non posso farci nulla. La vedo bene in scenari metropolitani, in piedi sul cavalcavia dell'autostrada con la katana in pugno, o a correre nel parco con i ciliegi in fiore, nella tutina gialla di Bruce Lee, o in sella alla sua moto di notte, in bianco e nero.
La strip di oggi comunque è nel filone dell'Informatica Allegra, con un primo esempio di Neo scamiciato e un Gödel tanto trendy da far paura. La settimana prossima riparte Kunoichi Clara, con la conclusione del Ventaglio Secondo, che si era fermato qui.

Cymon ha scritto abbastanza per tutti e due, la volta scorsa, ma voglio ugualmente congratularmi con il nuovo fumetto italiano apparso sulla Scena, ITIS On the Road. Ho imparato a non giudicare un webcomic dalle prime strip, perchè i webcomic hanno questa particolare tendenza a migliorare esponenzialmente nel tempo...
Sul fronte videoludico stanno fioccando opere d'Autore (e quando uso queste parole devo sempre trattenere le risate): ad esempio Boktai, che ha fatto ubriacare anche Cymon. Poi c'è qualche nuova notizia su Mushihimesama, che merita una citazione solo per il nome, un ottimo esercizio per imparare a decifrare un minimo di nippo-lingua... Hime vuol dire principessa e il suffisso -sama è il titolo onorifico. Facile, e uno con queste cose può bullarsi all'infinito con gli amici. Il gioco comunque è uno sparatutto 2D a scorrimento per coin-op, con un'ossessione per il colore rosa.
Quando parlo di roba d'Autore (notare la maiuscola), viene spontanea l'associazione con quel covo di miserabili che è una Mostra Del Cinema, in questo caso di Venezia, quest'anno nobilitata dalla presenza di una manciata di minuti tratti da FF7: Advent Children, come ormai sanno anche le pietre. Mi giunge voce che la malattia citata nel film, la Star Scar, è stata tradotta con "Stigmi Siderali". Complimenti.
Chiudiamo pure con un Autore molto caro a FTR, soprattutto quando porta il parrucchino: è infine uscito Fable, by Peter Molyneux. M.it ha degli articoli succosi, ma ormai di Fable si è detto tutto e noialtri si desidererebbe giocarlo, magari, se possibile. Se però non vi siete ancora stancati di fantasticare su tutto ciò che Fable comporta per il genere degli RPG, lasciate che dica la mia. Di giochi che ti fanno scegliere tra il Bene e il Male ce ne sono ormai diversi, in Jedi Knight si poteva andare in giro allegramente falcidiando droidi innocui solo per la soddisfazione di vedere scorrere il cursore verso il nero. Fable però esplora molto più a fondo le conseguenze della scelta, e questo non si è visto spesso nei videogiochi. Il genere degli RPG per console sta cambiando, sia a Oriente che a Occidente sono in vista grandi innovazioni, e Fable fa per il lato occidentale quello che probabilmente Final Fantasy XII farà per il versante orientale.
E' ora di svecchiare il genere, ci sono troppe convenzioni che non funzionano più.

“Facciamo un patto. Finchè tu carichi, io sparo.”

Lo-Rez: arte, storia, web design
11 . 09 . 2004

Certe giornate

Certe giornate non son certe per niente. Dopo l'allucinata puntata di settimana scorsa degna dello stregatto più che del coniglio ecco nuovamente FTR come siete abituati ad averlo. E' stato un sollievo ritrovare Lo-Rez così repentinamente operativo e immagino lo sia stato anche per voi o almeno avrebbe dovuto esserlo, considerando le fotografie che stavo collezionando per mettere in piedi un eventuale secondo Happy hour. Se comunque siete ancora un po' debilitati e volete qualcosa di più per stare a posto direi che abbiamo quello che fa per voi: da settimana prossima ricomincia nientemeno che Kunoichi Clara, la nostra ninja è intenzionata a portare a termine il suo secondo ventaglio (e, chissà, anche la sua sanguinaria missione...) e voi avete il dovere di darle retta, non fosse altro perchè è armata.
Questa settimana ho letto sulla mailing list di Gamespy un articoletto piuttosto inquietante in cui si sostiene che il proliferare incontrollato di seguiti è una tendenza positiva del mercato poiché permette ai videogiocatori di avere sempre nuovo materiale legato a brand che hanno imparato ad apprezzare. Non è che l'idea sia sbagliata a priori, è vero anzi che spesso, su un'intelaiatura consolidata, i game designer sono riusciti a creare vere e proprie pietre miliari del settore (da Monkey Island II a Warcraft III) però non è che mi paia tutto una festa. Trovo anzi inquietante che un gioco pur bello (anzi eccezionale) come Splinter Cell stia per arrivare al suo terzo capitolo in meno di due anni dalla sua nascita. Se, come dice Gabe Newell, è naturale che ci vogliano cinque anni a fare un videogioco (ehm...il buon Gabe è sempre un simpaticone) mi chiedo come mai alla Ubisoft ne abbiano fatti tre in metà tempo. Io capisco che il popolo dei videogiocatori è avido di nuove esperienze con gli occhialetti notturni, ma l'impressione è che qui si stiano confezionando datadisk extra-lusso. Io, ad esempio, non ho mai giocato a nessun titolo della serie per...bhe...si...insomma, non costringetemi a umiliarmi, per i soliti problemi di hardware, ma se mai un giorno decidessi di fare il passo e di prendere qualcosa partirei direttamente da Chaos Theory senza la sensazione di essermi perso nulla. Insomma, capisco che la serie FIFA abbia fatto scuola, ma continuo a credere fermamente in una soglia di dignità che si dovrebbe difendere.
Mi accorgo solo ora che le mie ultime passione televisive sono passate sotto silenzio in questa column, forse perchè sbocciate nel cuore dell'estate, quando comunque la mia deontologia professionale vacilla. Tralasciando la ripresa di questa domenica di Enterprise su La7 è indubbio che al centro delle mie attuali manie ci sia Stargate SG1 (RAI DUE). Sono un fan dell'anellone di pietra all'incirca dall'uscita del film e sono un fan di McGyv...ehm, di Richard Dean Anderson da prima quindi seguire il telefilm nato dal primo e col secondo come protagonista è stato quasi obbligatorio. Devo confessare che Star Trek (che rimane pur sempre Star Trek) nelle sue ultime incarnazioni (finale di VOY, ENT...) mi è parso un po' sfiatato mentre SG1 è sicuramente più vivo, nel senso che non deve rosicchiare ossa ormai lucide per cavare qualche idea, ma può partire per la sua tangente quasi vergine. Trovare serie di fantascienza pura è sempre difficile, nel senso che ne vengono prodotte poche e di queste poche quelle buone sono una piccola percentuale. Stargate non è perfetta, è clamorosamente ingenua sotto certi punti di vista, non molto filosofica e spesso leggera però ha una sua personalità, è solida ed ha un livello tecnico di tutto rispetto grazie a cui riesce a produrre la giusta dose di sense of wonder. Come se non bastasse questo (e l'affascinante lingua goàuld traboccante di apostrofi) bisogna anche dire che il colonnello O'Neill (ehi, noto ora che ANCHE LUI ha l'apostrofo!) quando fa l'ignorante è assolutamente ìr'r'e's'i's't'i'b'i'l'e. Ah, naturalmente non c'è niente che mi obbliga ad avvertirvi, ma ho paura che prima o poi troverete questa mia malsana passione infilata in uno dei progetti FTR, stay tuned! (quanto mi piacciono ste chiose da viggggei esaurito).
Quest'editoriale un po' di inizio scuola un po' di inizio anno finisce qua, non è stato lunghissimo, ma visto che settimana scorsa mi sono sbizzarrito in lungo e in largo stavolta credo di meritarmi un pochino di riposo, no?

"We're all living in Amerika! Amerika! It's wunderbar!"

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